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Van Gogh ritrattista

Altra caratteristica peculiare di Van Gogh è la fisiognomica esatta, così capita e sentita da essere quasi preveggente, come succede solo ai grandi geni, vedi Picasso con il Ritratto di Gertrude Stein.

E’ qui utile rimarcare l’assoluto colpo d’occhio di Vincent quando esegue i ritratti di tutti i componenti della famiglia Roulin. Sebbene disponiamo di fotografie scattate a molti anni di distanza dai ritratti eseguiti da Van Gogh, l’aderenza ai tratti fisiognomici essenziali è impressionante.

Allora guardando con attenzione il quadro F665JH1879, Ritratto di Camille Roulin, dove emerge con grande evidenza un difetto della dentizione, non si capisce perché per circa 20 anni Jan Hulsker abbia datato questo lavoro agli inizi del 1890, come ritratto generico di un giovanetto, senza accorgersi invece che si trattava dello scolaro Camille Roulin.
Viene in mente l’aneddoto di Picasso, quando risponde alla poco convinta Gertrude Stein, che gli contesta la scarsa somiglianza al suo ritratto appena da lui eseguito con le parole: ”non si preoccupi,vedrà  che fra 50 anni lei somiglierà  al suo ritratto”.

E’ proprio questa aderenza maniacale di Vincent al soggetto che mi insospettisce sulla autenticità  di alcuni ritratti presunti coevi a lui attribuiti, dove manca questa caratteristica, anche perché i soggetti vengono ripresi in campo lungo a tutto tondo o addirittura tagliati dal bordo del quadro, anziché a mezzobusto come al solito.
Io ho eseguito anche una verifica temporale delle opere sospette, traendone il convincimento che è impossibile che Van Gogh avesse potuto eseguire tutti questi ritratti di un’intera famiglia nel giro di pochi giorni, nel dicembre del 1888.

Collegando queste mie considerazioni al fatto che i primi proprietari di queste opere dubitabili furono nella massima parte i fratelli Schuffenecker, e che Claude-Emile, il maggiore, pittore, ospitò l’amico Gauguin in casa sua immediatamente dopo il ritorno di quest’ultimo da Arles a Parigi nel dicembre 1888, mi viene da pensare che siano stati eseguiti sull’onda dei racconti di Gauguin sugli avvenimenti dei giorni precedenti ad Arles, e che perciò stesso abbiano potuto insinuarsi nella cronologia vangoghiana dell’epoca senza indurre in sospetto.
In taluni casi invece i falsari Schuffenecker trovarono più conveniente duplicare direttamente i ritratti in loro possesso. E’ vero a onor di cronaca che ad un certo punto per Van Gogh era uso normale  duplicare o moltiplicare i  ritratti per donarne uno al modello oltre che per avere guarnita la collezione del fratello Theo. Ma ciò non era una regola fissa e quindi è logico avere dei sospetti nei casi in cui documentatamente sia l’originale che le eventuali copie non siano mai transitate nella collezione della famiglia Van Gogh.

 

I falsi ritratti catalogati della famiglia Roulin

PERCHE’ VAN GOGH NON HA POTUTO ESEGUIRE NEI PRIMI 20 GIORNI DI DICEMBRE 1888 TUTTI QUEI

RITRATTI DELLA FAMIGLIA ROULIN.1

Che Van Gogh dipingesse con la velocità  di una locomotiva è lui stesso a dircelo. (2) Ma qualcuno (leggi Schuffenecker) ha voluto farlo viaggiare alla velocità  di un TGV, causando un deragliamento (leggi questione dei falsi), (3) il cui danno non è stato ancora definitivamente quantificato. Ma è sufficiente seguire in parallelo il lavoro svolto nel mese di dicembre 1888, fino al 23, da Vincent e da Gauguin, per rendersi conto che qualcosa o molto non torna.

E’ vero che i due avevano mentalità  e ritmi di lavoro completamente diversi, il che fu la causa principale del fallimento del loro rapporto e dello “Studio del sud”,  ma in definitiva sappiamo che condividevano all’interno della casa gialla abitudini e financo modelli.
E’ documentato che per loro posarono in contemporanea, tra novembre e dicembre la signora Ginoux (4) e il marito e soprattutto la signora Roulin. (5) Forse addirittura il vecchio contadino Patience Escalier. (6)
Viene subito da pensare che la veemenza esecutiva di Vincent abbia dovuto subire un rallentamento nella produzione coeva dei due. Invece se confrontiamo il rispettivo lavoro di quei 20 giorni di dicembre, molto piovosi e quindi dedicati a ritratti (soprattutto Vincent) (7) e nature morte (soprattutto Gauguin) (8), ci accorgiamo dell’enorme differenza tra i due in termini di quadri realizzati.
Poi veniamo a sapere che mentre Gauguin utilizza con regolarità  la tela ricavata da un rotolo di 20 metri di juta da lui acquistato alla fine di ottobre, (9) che divide più o meno in parti uguali con Vincent, (10) quest’ultimo, finita la juta, continua a dipingere su tela normale per parecchi altri quadri, la qualcosa già  appare una forzatura che accende campanelli d’allarme sulla autografia di molte opere, realizzate su questo supporto di semplice lino.
Analizziamo con serenità  le opere coeve dei due e vediamo quali sono i punti dubitabili.
Nei 23 giorni di dicembre, pur con varie interruzioni di entrambi, dovute per esempio a un viaggio a Montpellier per visitare il locale museo d’arte, (11) la produzione è qui sotto evidenziata, con la precisazione che i due prediligevano lavorare entrambi sulla misura size 30 (circa 92x72 cm.).

QUADRI REALIZZATI DA VAN GOGH:  25  alla media di circa 1 al giorno; (12)

QUADRI REALIZZATI DA GAUGUIN   :   6   alla media di circa 1 ogni 4 giorni; (13)

Non è forse strano tutto ciò?
Allora mi viene il sospetto che parecchi ritratti della famiglia Roulin, almeno sei, (14) che sono dei doppioni, siano stati ricavati da originali passati dalle mani dei fratelli Schuffenecker. Oltretutto questi erano sicuramente stati messi al corrente delle abitudini di vita di Vincent da Gauguin, che dopo il ritorno da Arles era stato a più riprese ospitato a casa di C. E. Schuffenecker.
Se ripuliamo il lavoro di Vincent da questi sei quadri sospetti, vediamo che la produzione cala a 18, già  alta ma più accettabile.
Se estendiamo la verifica a tutti i 61 giorni del sodalizio tra i due, (15) vediamo:

QUADRI REALIZZATI DA VAN GOGH: 34  alla media di circa 1 ogni 2 giorni;

QUADRI REALIZZATI DA GAUGUIN  :  18  alla media di circa 1 ogni 3 giorni e mezzo;

Se togliamo dai 34 di Van Gogh gli 8 presunti falsi ne restano 26, contro i 18 di Gauguin, tutti autentici.
Mi sembra un giusto rapporto, cioè Van Gogh, essendo più veloce, avrebbe eseguito una volta e mezzo i quadri fatti da Gauguin.

A. De Robertis


Note:

1) Vedi: SEZIONE PRIMA – Le analisi sui falsi e sulle opere dubbie
I falsi Van Gogh dei fratelli Schuffenecker e le 90  opere dubbie in catalogo.
2)Lo accenna in parecchie lettere
3)Vedi: SEZIONE PRIMA – Le analisi sui falsi e sulle opere dubbie
I falsi Van Gogh dei fratelli Schuffenecker e le 90 opere dubbie in catalogo.
4)Vedi il capitolo: Il mistero delle 5 versioni del ritratto di madame Ginoux
5)Vedi il capitolo: Un progetto di Van Gogh: dal trittico al polittico Girasoli-Berceuse
6) Van Gogh fece 2 ritratti a olio di Patience Escalier e alcuni disegni. Ma si è scoperto che anche Gauguin ne ha fatto uno.Vedi: Douglas W. Druick and Peter Kort Zegers, a cura di, Van Gogh & Gauguin. The Studio of the South, Chicago/Milano, 2001,pag.244 e 251
7) Vedi capitolo: Perché Van Gogh non ha potuto eseguire nei primi 20 giorni di dicembre 1888 tutti quei ritratti della famiglia Roulin
8) Vedi lettere 558a e 560
9) Vedi lettera 559
10) Vedi  capitolo:  Il rotolo di 20 metri di tela di juta,acquistato da Gauguin ad Arles alla fine di ottobre 1888
11) Dopo quella visita esplosero fra Van Gogh e Gauguin le incomprensioni,che portarono alla tragedia dell’automutilazione del lobo dell’orecchio sinistro il 23 dicembre 1888.
12)Media molto alta,se confrontata con la restante parte del periodo arlesiano.
13)Questo dimostra quanto meditata più che gestuale fosse la procedura creativa di Gauguin.
14)Vedi: : SEZIONE PRIMA – Le analisi sui falsi e sulle opere dubbie
I falsi Van Gogh dei fratelli Schuffenecker e le 90  opere dubbie in catalogo.
15)Dal 23 ottobre al 23 dicembre.


Bibliografia:

A. De Robertis Il mio Van Gogh. Saggi Brevi a non. 2007

A. de Robertis. Il ritratto senza nome & il nome senza ritratto. Tutti i ritratti e i nomi sconosciuti da Anversa ad Auvers. 2009

 

 

 

 
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