Durante i 160 milioni di anni dell'Era Mesozoica i Rettili dominarono ogni ambiente, nei mari nei cieli e sulla terra, ed è per questo che il Mesozoico è noto come l'"età dei Rettili".
Dall'evoluzione degli Embolomeri, un particolare gruppo di Anfibi paleozoici, nel Carbonifero medio comparvero i primi esempi di Rettili. Lo sviluppo dei primi Rettili, animali più evoluti e dotati degli altri, portò alla progressiva scomparsa di molti Anfibi iniziata già alla fine del Paleozoico. Tale situazione precipitò notevolmente nel Mesozoico, quando i Rettili assunsero un'assoluta supremazia su tutti gli altri Animali.
Scheletro fossile di Dinosauro. Fonte: M. La Greca, R. Tomaselli. La natura questa sconosciuta. Vol.3. Istituto Geografico De Agostini. Novara 1968
Il gruppo più antico di Rettili da cui discendono tutti gli altri è quello degli Anapsidi Cotilosauri, vissuti soprattutto tra il Carbonifero e il Permiano ed estinti all'inizio del Triassico. Gli Anapsidi avevano un cranio compatto e privo di cavità e si differenziarono in diverse forme. Tra questi i resti fossili ci riportano i Procolofoni, lucertole di modeste dimensioni, i Mesosauri, specializzati nella vita acquatica e i Pareiasauri, grandi Animali da cui discendono le Targarughe di oggi.
I Procolofoni vissuti tra il Carbonifero e il Permiano, erano piccoli rettili terrestri simili a lucertole di forme tozza, lunghi fino a trenta centimetri, erbivori o insettivori.
Dagli Anapsidi derivarono i Cheloni e i Diapsidi.
I Cheloni rappresentano un gruppo di Rettili i cui primi esemplari comparvero nel Triassico, siè quasi completamente estinto durante il Mesozioco tranne per le Tartarughe che sono giunte fino ai giorni nostri.
Protostega gigas,Chelone marino del Triassico. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
I Diapsidi sono un gruppo di Anapsidi specializzati comparsi nel Carbonifero. Rappresentano un livello più evoluto rispetto agli Anapsidi e Si distinguono da essi perchè hanno il cranio provvisto di cavità piuttosto ampie, funzionali all'inserimento dei muscoli della bocca. Così dotati, i Diapsidi presero il sopravvento sugli altri Rettili e si diversificarono in numerose forme, conquistando ogni ambiente: il mare, la terra e il cielo.
Scheletro fossile di Plesiosauris macrocephalus. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Tra le forme acquatiche durante il Mesozoico si evolsero gli Ittiosauri e i Plesiosauri, tra quelle terrestri gli Avicefali, i Lepidosauri e gli Arcosauri. Questi ultimi ebbero una particolare fortuna e da essi derivarono anche gli Pterosauri, i primi rettili volanti.
Un altro gruppo fortunato è quello dei Lepidosauri, differenziati in numerose forme e ai quali appartengono la maggior parte dei Rettili di oggi: Lucertole, Serpenti, Iguane, Sfenodonti.
Nel Triassico continuarono ad evolversi anche gli Eosuchi, un ordine di Rettili apparsi già dal Permiano ed estinto alla fine del Triassico, differenziato in specie sia acquatiche che terrestri. Tra queste va ricordato il Macrocnemus, un piccolo rettile dal collo lungo e zampe agili e sottili che poteva raggiungere i cinquanta centimetri di lunghezza.
Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Dai Diapsidi si differenziarono soprattutto i Lacertidi, che si sono evoluti fino alle forme attuali. I fossili dei Lacertidi mesozoici presentano un cranio con le fenestrazioni aperte verso il basso per consentire all'animale di articolare più liberamente la mandibola. In alcuni esemplari fossili del Triassico inoltre si è osservato un esagerato prolungamento laterale delle costole che sostenevano una membrana, una sorta di "ali" con cui queste lucertole primitive potevano lanciarsi da un ramo all'altro degli alberi con un volo planato. Si tratta di dettagli anatomici presenti ancora oggi nelle attuali Lucertole volanti.
Nel Cretaceo dai Lacertidi si sono evoluti gli Ofidi, da cui derivano i Serpenti di oggi. Questi animali avevano eliminato gli arti e potevano aprire enormemente la bocca per ingoiare prede molto più grandi di loro.
I dominatori del Mesozoico furono gli Arcosauri che comprendono i più grandi carnivori terrestri esistiti e tra i quali oggi sopravvivono soltanto i Coccodrilli. Fanno parte dei Rettili Diapsidi e uno degli elementi che li contraddistinse è che tendevano a sviluppare maggiormente le zampe posteriori, comprendendo anche numerose specie bipedi. Sembra che gli Arcosauri quadrupedi fossero riadattamenti più recenti.
I Primi Arcosauri furono i Tecodonti, comparsi nel periodo Permiano con i Pseudosuchi, i Rettili bipedi. Nel Triassico ebbe molto successo l'Euparkeria, un rettile delle dimensioni inferiori ad un metro, ma dotato di zampe posteriori molto sviluppate e coda lunga e robista, che poteva correre rapidamente. Dall'Euparkeria derivarono altri gruppi di Arcosauri e i Dinosauri. Dai Tecodonti primitivi sembra derivare il progenitore degli Uccelli.
Nel Triassico oltre ai Pseudosuchi vivevano anche diversi Tecodonti quadrupedi come i Fitosauri e gli Etosauri che somigliano ai Coccodrilli anche se con essi non hanno altre parentele se non il cranio diapside che accomuna gli Arcosauri.
Fossili di Aetosaurus, Rettile Tecodonte del Triassico. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
I Coccodrilli comparvero sempre nel Triassico ma sono animali più evoluti che si distinguono dai Fitosauri perchè possiedono un palato secondario utile per non far entrare l'acqua nelle vie respiratorie quando si immergono con la bocca aperta. Alcuni di questi Coccodrilli del Triassico erano il Mystrosaurus, ben adattato alla vita marina e il Protosuchus, lungo circa un metro e protetto di piastre ossee. Il più grande Coccodrillo di tutti i tempi fu il Deinosuchus, comparso nel Cretaceo superiore, lungo fino a quindici metri.
Cranio fossile di Mystriosaurus bollensis, Coccodrillo marino. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Nell'Era Mesozoica numerosi Rettili si sono specializzati alla vita acquatica. La capacità di adattamento sviluppata da questi animali è dimostrata anche dalla grande quantità di classi che si possono definire come Rettili marini. I Cheloni, un gruppo di Anaspidi che cominciarono a diffondersi a partire dal Triassico, si adattarono a diversi ambienti, ma tra le specie marine è da segnalare il Protostega, vissuto nel Cretaceo. Gli Ittiopterigi rappresentano un gruppo di Rettili perfettamente adattato alla vita marina, tanto da aver assunto un aspetto che ricorda i nostri Delfini, ma con dimensioni molto maggiori. Forme particolarmente idrodinamiche avevano anche i Mixosauri che vissero soltanto nel Triassico.
Con il Giurassico e il Cretaceo comparvero gli Ittiosauri, i Rettili marini che si adattarono meglio di tutti alla vita oceanica. Agilissimi nuotatori, erano facilitati nei loro movimenti dalla forma slanciata del corpo, con il muso a punta e una coda dagli ampi lobi e in grado di sviluppare una potente spinta propulsiva. Anche le pinne pari erano ben strutturate in modo da garantire stabilità nel nuoto.
Tra i Rettili Lepidosauri sono esistiti dei veri giganti marini, come l'Askeptosaurus del Triassico, un Eosuco che raggiungeva i due metri di lunghezza e li Mosasauri, lucertonone marine grandi cacciatrici di Ammoniti.
Tragli Arcosauri alcuni Coccodrilli, soprattutto i Mesosuchi, erano rettili ben adattati a vivere in acqua., soprattutto il Mystriosaurus, comparso nel Giurassico.
Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Più numerosi di tutti gli altri gruppi furono gli Euriapsidi che comprendevano Rettili non proprio specializzati esclusivamente alla vita acquatica, ma piuttosto con abitudini simili a quelle degli Anfibi. Parecchi gruppi vissero esclusivamente nel triassico, ad esempio i Protosauri come il Tanystropheus, i Notosauri che comprendono animali più piccoli conme il Lariosaurus e il Ceresiosaurus e i Placodonti.
Tra il Triassico finale e tutto il Cretaceo vissero i Plesiosauri, grandi Euriapsidi dotati di arti simili a pale natatorie. Il più grande era l'Elasmosaurus, che poteva arrivare a 13 metri di lunghezza e il Plesiosaurus di tre metri, uno dei più famosi del suo gruppo.
l gruppo più numeroso degli Arcosauri è quello dei Dinosauri, un termine senza valore sistematico, perchè indica due ordini distinti di Rettili: i Saurischi e gli Ornitischi che si distinguono per la diversa forma delle ossa e disposizione del bacino.
I Saurischi, come ad esempio l'Allosauro del Giurassico, avevano il pube rivolto in avanti e per gli Ornitischi era rivolto all'indietro e saldato all'ischio.
Scheletro fossile di Allosaurus. Fonte: V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
Anche nelle loro abitudini di vita i Dinosauri erano molto diversi tra loro.
I Saurischi potevano essere bipedi e carnivori, rappresentati dal sottordine dei Teropodi, oppure quadrupedi ed erbivori, compresi nel sottordine dei Sauropodi. Gli Ornitischi invece, sia bipedi sia quadrupedi erano tutti erbivori.
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Uno dei più importanti successi evlolutivi degli Arcosauri è rappresentato dall'adattamento al volo degli Pterosauri, vissuti dal Giurassico iniziale al Cretaceo finale. Lo sviluppo delle ali avvenne grazie alla trasformazione anatomica degli arti anteriori. La zampa anteriore di questi rettili era composta di quattro dita e l'ultimo di questi, allungato in maniera esagerata, divenne il sostegno di un'ampia membrana che andava a collegarsi fino alle zampe posteriori dell'Animale.
Pterodactylus. Fonte: L.B. Halstead, G. Caselli. Evoluzione ed ecologia dei dinosauri. Eurobook Londra, 1976; Vallardi Industrie Grafiche per l'edizione in lingua italiana, Lainate (MI) 1976
Gli Pterosauri avevano un corpo molto piccolo e una testa enorme, provvista di ampie cavità. Inoltre sia le ali che le zampe posteriori avevano una modesta muscolatura che non poteva permettere loro nè di volare nè di camminare, bensì di lanciarsi da punti elevati e planare sftuttando le correnti aeree e di aggrapparsi agli alberi o alle rocce con i loro artigli. Tra gli Pterosauri il primo a comparire fu il Dimorphodon, che aveva una grossa testa e una coda lunghissima, mentre il Rhamphorynchus era provvisto di una sorta di timone sulla punta della coda, allrgata a forma di paletta. Questi, insieme al piccolo Pterodactylus, privo di coda, erano di modeste dimensioni, con un'apertura alare che poteva raggiungere al massimo un metro. I rettili volanti più grandi vissero nel Cretaceo, come ad esempio l'enorme Pteranodon, che aveva un'apertura alare di quasi dieci metri, un becco che faceva da contrappeso al prolungamento posteriore del cranio e non aveva denti.
Asaki San
Bibliografia:
V. De Zanche, P. Mietto. Il mondo dei fossili. Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1977
L.B. Halstead, G. Caselli. Evoluzione ed ecologia dei dinosauri. Eurobook Londra, 1976; Vallardi Industrie Grafiche per l'edizione in lingua italiana, Lainate (MI) 1976
L. Cambournac, M.C. Lemayeur, B. Alunni, E. Beaumont. Dinosauri e animali scomparsi. Edizioni Laurus, Bergamo.
P. D'Agostino. Dinosauri dalla A alla Z. De Agostini editore, Novara 2010
D. Meldi, S. Boni, L. Cecchi. Dinosauri dalla A alla Z. Origine, evoluzione, estinzione. Rusconi Libri S.p.a. Santarcangelo di Romagna.
M. La Greca, R. Tomaselli. La natura questa sconosciuta. Vol.3. Istituto Geografico De Agostini. Novara 1968
Enciclopedia Universo. Istituto Geografico De Agostini, Novara. 1971.