Quintino Sella, il Nebbiolo e le miniature

 

Quintino Sella, il Nebbiolo e le miniature.

 

Quintino Sella e il Nebbiolo

Il ritrovamento del Codex Astensis.

Il Nebbiolo di Lessona. Scheda tecnica

 

Quintino Sella alza il bicchiere di cristallo sul quale è inciso lo stemma sabaudo. Il vino è quello della sua terra, il Nebbiolo di Lessona. Il limpido colore granato riflette la luce degli imponenti lampadari che illuminano la sala. Tutti i presenti lo seguono, alzandosi in piedi e brindando all'Italia finalmente unita. Il 18 ottobre 1870, l'illustre politico piemontese severo ministro delle finanze, tiene a battesimo il primo governo Italiano dopo la breccia di Porta Pia a Roma e, con orgoglio offre il vino che la sua famiglia produce da secoli sulle dolci colline di Lessona nei pressi di Biella.
Il cammino verso l'atto finale dell'unità D'Italia era iniziato a Torino il 17 Marzo 1861 con la proclamazione del Regno D'Italia. Camillo Benso Conte di Cavour morirà poco dopo, il 6 Giugno dello stesso anno tra il rimpianto generale. Il Sommo statista, tessitore dell'unità D'Italia non partecipò alla seduta del primo parlamento Italiano a Roma. Avrebbe certamente condiviso il brindisi con il Lessona naturalmente aggiungendo il Barolo prodotto nelle sue tenute di Grinzane presso il famoso castello.
La storia passa anche attraverso il vino in occasione dei 150° anni dell'unità D'Italia si sono voluti ricordare gli eventi storici con una serata dedicata al vino di Lessona, nobile denominazione legata al vitigno Nebbiolo, con l'apertura di una
storica bottiglia di Lessona del 1861.

V. R. Serafini

 

Il ritrovamento del Codex Astensis

 

Federico II di Svevia concede i privilegi alla città 1379.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur.
Asti, Archivio Storico Comunale.

Un altro momento entusiasmante è stato nel 1876, quando Quintino Sella, in veste di ambasciatore, ricevette in dono dal ministro degli esteri austriaco Andrassy per conto dell'imperatore Francesco Giuseppe, il Codex Astensis, una preziosissima raccolta di manoscritti miniati medievali. L'opera era stata ritrovata nel febbraio di quell'anno, dallo stesso Sella, nell'archivio di corte dell'imperatore austriaco ed è una raccolta trecentesca di cronache e documenti che raccontano la storia di Asti dal dal 1065 al 1353. Il Codex Astensis, pubblicato da Quintino Sella nel 1880, dopo averlo presentato alla Reale Accademia dei Lincei, altra memorabile occasione da brindisi, fa parte ancora oggi delle collezioni del Comune di Asti. All'indubbia importanza storica si associa un grande valore artistico per la raffinata qualità delle miniature, gran parte delle quali, secondo gli studi più recenti, sono attribuite alla mano e alla bottega di Giovannino de' Grassi, uno dei massimi esponenti del Tardogotico attivi in Italia settentrionale nella seconda metà del trecento.

 


Castello di Annone. 1379.
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur.
Asti, Archivio Storico Comunale.

 

Giovannino nacque a Milano tra il 1355 e il 1360, si formò nell'ambito della vivace cultura artistica promossa dai Visconti, a contatto con artisti di alto livello, italiani e francesi. Fu pittore, architetto e miniatore, progettò lavori di scultura e oreficeria. Le tavole miniate del Codex Astensis rappresentano solo uno dei numerosi codici realizzati dall'artista milanese. Vanno infatti ricordati il Taccuino dei disegni della Bilioteca Civica di Bergamo, e l'Historia plantarum della Biblioteca Casanatense a Roma. Per le altre tecniche vanno ricordati gli affreschi dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti a Milano e la sua attività alla fabbrica del Duomo di Milano con i progetti relativi all'architettura e alle sculture.
Nelle sue miniature si distingue lo stile naturalistico,il disegno nervoso e decorativo, l'osservazione minuziosa e la resa illusionistica della realtà, la tecnica pittorica a pennellate molto sottili applicate a velature.

 

Quattordio. 1379. Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur.
Asti, Archivio Storico Comunale.


Il De' Grassi divenne il più grande maestro della miniatura lombarda, fece parte degli artisti dell'arte cortese europea della fine del Trecento. Ebbe legami con la miniatura francese, fiamminga e boema. In Italia, accanto ai suoi discendenti più diretti, De Veris e Michelino da Bisozzo, la sua influenza fu fondamentale sulla scuola veronese e su artisti come Stefano da Zevio e Pisanello.

 

A. Cocchi

 

Il Nebbiolo di Lessona. Scheda tecnica.

 

 Vitigni: Nebbiolo 85%, Vespolina 15%

Prima annata di produzione: 1999

Zona di produzione:

in Nord Piemonte, sulle colline del comune di Lessona. Nell'annata 2008 l'uva selezionata proviene dal vigneto “Rivaccia”.

 

CARATTERISTICHE DEI VIGNETI

Età media viti in produzione: 50 anni

Esposizione: Sud-Ovest

Altitudine: 330 metri s.l.m.

Sistema di allevamento: guyot classico

Terreno: suoli con ph acido costituiti da sabbie marine di colore giallo aranciato

Epoca di vendemmia: prima metà di ottobre

 

VINIFICAZIONE

 

Diraspa-pigiatura

Fermentazione classica in vasche in acciaio inox con rimontaggi e delestage

Durata media macerazione: 26 giorni

Fermentazione malolattica durante la primavera successiva in legno

Affinamento: 48 mesi in botti in rovere di Slavonia da 25 hl

Attitudine all'invecchiamento: oltre i 30 anni

 

DATI ANALITICI

Grado alcolico complessivo: 13,4%

Acidità totale: 6,5 g/l

Estratto secco totale: 31,88 g/l

 

 

Bibliografia

 

M. Sennato (a cura di) Dizionario Larousse della pittura italiana. Gremese editore. Roma, 1998 

 

 

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