Il Polittico dei Francescani è un dipinto su tavola, realizzato da Piermatteo d'Amelia tra il 1483 e il 1485. Dopo un recente restauro, ora è conservato al centro Arti Opificio di Terni.
L'opera, di notevoli dimensioni, era stato richiesto dai frati francescani all'artista umbro per essere collocato sull'altare maggiore della Chiesa di San Francesco di Terni, una delle chiese più importanti e rappresentative della città.
L'attribuzione a Piermatteo è sicura, poiché risulta documentata dal contratto che i frati i hanno stipulato con l'artista. Quest'opera appresenta un'importante testimonianza dell'attività svolta da Piermatteo in Umbria.
Il polittico è organizzato in una ricca cornice in legno scolpito e dipinto, che per l'altissima qualità è un capolavoro del suo genere e risulta anch'essa opera di Piermatteo. é ornata con motivi classicheggianti e inserti in pittura, si compone di diverse parti.
La scena d'insieme propone il tema tradizionale della sacra conversazione con la Madonna in trono e santi.
Il pannello centrale è inquadrato da un portico a tre archi su colonnine tortili realizzato in legno dorato. Il Bambino in piedi sulle ginocchia di Maria sorride e guarda lo spettatore mentrealza la mano destra in segno di benedizione. Al collo porta una collana di corallo: è un particolare riferito ad una abitudine molto diffusa, secondo la quale si donava un gioiello di corallo ai neonati come protezione contro i malefici. Maria coperta da un mantello nero indossato su un abito rosso osserva il Bambino con una espressione serena e un atteggiamento dolce che ricorda le madonne del Perugino.
Ai lati della Madonna si trovano quattro santi , di qualità superba. A destra di Maria è rappresentato San Francesco, fondatore dell'ordine dei francescani e patrono della chiesa a cui era destinato il polittico. A sinistra del trono è posto San Ludovico da Tolosa, il santo che abbandonò gli agi della famiglia reale D'Angiò, a cui apparteneva, per dedicarsi alla preghiera e vivere come frate francescano.
Le figure, dalle proporzioni allungate, sono delineate da un disegno accurato e preciso, che risente della formazione fiorentina di Piermatteo. La linea sottile e ondeggiante definisce ogni dettaglio e suggerisce i volumi. Lo stile risente dell'influenza di Pinturicchio e di Antoniazzo Romano. I colori smaglianti, sotto l'azione di una luce fredda e astratta creano effetti di lucentezza e durezza, come si può notare sugli incarnati e soprattutto sul panneggio del san Giovanni Battista.
Sopra un fregio ornato di cherubini e cespi d'acanto, poggia una cimasa a lunetta. Questa presenta un medaglione centrale con la figura di Dio padre benedicente, affiancato da due angeli in atteggiamento di preghiera. La cornice presenta motivi vegetali classici e due cornucopie alle estremità. Sui pilastrini laterali della pala si inseriscono figure di santi su tre livelli.
Nella predella sono inseriti cinque piccoli pannelli con scene della Passione di Cristo, separate da pilastrini con candelabre.
A. Cocchi