Villa Reale a Monza

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Bibliografia

 

Il complesso di Villa Reale a Monza fu voluto dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria come residenza estiva per il figlio Ferdinando, che si era trasferito a Milano fin dal 1771 con il titolo di Governatore della Lombardia. Alla residenza urbana del palazzo Ducale di Milano, già in corso di realizzazione, venne associata la nuova villa concepita come luogo di svaghi per la corte e centro di rappresentanza del potere che doveva sorgere fuori città, nelle campagne presso Monza.

 



Giuseppe Piermarini. Villa Reale. 1777-80. Facciata verso i giardini. Monza.

 

L'incarico venne conferito a Piermarini, architetto ufficiale del governo asburgico, che realizzò la reggia tra il 1777 e il 1780. Lo stile rigoroso e sobrio di Piermarini era particolarmente adatto ad interpretare la volontà politica della corte viennese che voleva evitare, in un paese occupato, di ostentare eccessivo sfarzo e ricchezza. Il grande complesso è infatti concepito in maniera molto chiara e razionale, con ambienti funzionali e forme essenziali. Anche la decorazione è molto contenuta. L'immagine nell'insieme segue un criterio di grande semplicità e armonia pienamente neoclassiche.

 

 


Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. 1777-80. Pianta.

 

La simmetria assiale sottolineata dal lungo viale d'ingresso e la perfetta integrazione tra edificio e paesaggio, si ricollegano alla Reggia di Caserta del suo maestro Vanvitelli, mentre la sobrietà dell'insieme si discosta nettamente dalla ricchezza della reggia borbonica. 

 



Luigi Vanvitelli. Reggia di Caserta. Iniziata nel1751. Pianta.

 

Allo schema chiuso del Vanvivitelli, Piermarini contrappone una pianta aperta con tre corpi principali di forma parallelepipeda disposti a U e due grandi ali, con i diversi ambienti di servizio, sviluppati lateralmente. Il complesso è studiato per inserirsi nel modo più armonioso nel contesto ambientale, formato dal giardino, sul lato occidentale, e dal parco verso est.

 

 
Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. 1777-80. 

 

I diversi fabbricati si collegano tra loro come un insieme continuo, ma si distinguono per l'altezza decrescente e la disposizione, secondo un razionale riferimento alla funzione che devono svolgere. Al centro, il grande corpo centrale è il più alto e disposto orizzontalmente, affacciato su un'ampia corte d'onore di forma rettangolare.

 

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Corpo centrale e cortile d'onore. 1777-80. 

  

Il corpo principale è il luogo simbolo del potere e fa da fondale prospettico dell'intero complesso. Si sviluppa su due ordini, separati dalla cornice marcapiano che sottolinea lo sviluppo orizzontale. Le numerose campate ripetono sempre lo stesso ritmo, scandito da lesene alternate a grandi finestre rettangolari.  Si distingue soltanto il settore centrale, appena più sporgente e rialzato dall'attico, evidenziato da un'elegante scalinata a due rampe e un terrazzo che conduce all'ingresso. Le facciate sono molto sobrie e rigorose, prive di ornamenti,  prevalgono le superfici lisce, giocate su lievi avanzamenti e arretramenti.  Sono presenti pochi rilievi, perchè le superfici sono appena scalfite dal disegno netto delle paraste e delle cornici. Nel corpo centrale si trovano tutti i locali di rappresentanza e gli appartamenti granducali.

Il pianterreno ha la funzione di basamento per sostenere il grande edificio, ma nello stesso tempo veniva utilizzato per contenere diversi ambienti di servizio, gli alloggi dei domestici e quelli delle guardie.

Le ali laterali ospitano diversi ambienti, come il Teatro di corte, le stanze, più due sezioni destinate alla servitù e alle stalle. nei due angoli del cortile d'onore si trovano due avancorpi di forma cubica:

  • a destra si trovano la Cavallerizza e  le scuderie, con i diversi locali per i cavalli e gli esercizi di equitazione.
  • a sinistra è posta la Cappella di corte.

Anche l'interno, che ospita gli ambienti della residenza granducale e della corte è strutturato evitando lo sfarzo eccessivo e privilegiando la funzionalità.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Scalone d'onore. 1777-80.

 

Nel settore centrale, il pianterreno è collegato con il piano nobile mediante lo Scalone d'onore, molto luminoso per via delle grandi finestre ad arco e di un'eleganza essenziale, caratterizzato da forme semplici e lineari. La scalinata di marmo bianco, per agevolare la salita e la discesa, è ampia,  interrotta con un pianerottolo a metà percorso e composta da gradini bassi.

 

 



Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Veduta del corridioio
dagli appartamenti degli imperatori di Germania. 1777-80.

 

Al piano nobile sono concentrate il salone e le sale di rappresentanza, mentre gli appartamenti della corte si distribuiscono sui due lati. I corridoi sono disposti per accedere alle diverse stanze in modo indipendente.

Un altro scalone in marmo bianco conduce al secondo piano dove gli ambienti vennero decorati successivamente, quando Villa Reale divenne la residenza di caccia dei Savoia.

 

Gli ambienti più importanti oltre ai saloni con funzioni di rappresentanza sono:

  • il Vestibolo,
     
  • il Salone da ballo,
     
  • la Cappella di corte,
     
  • il Teatro,
     
  • la Rotonda.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Vestibolo. 1777-80.

 

Il Vestibolo, o atrio, è il primo ambiente a cui si accede appena varcato l'ingresso della Villa. Ha una funzione di accoglienza, passaggio e smistamento verso tutti gli altri ambienti della residenza. E' di forma ottagonale con pilastri e porta allo Scalone d'onore, che permette di salire al piano nobile.

 

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Salone da ballo. 1777-80.

 

Il Salone da Ballo è l'ambiente più grande e alto della Reggia perchè copre due piani. E' illuminato da numerose e grandi finestre e in alto si trova una loggia con balaustra riservata ai musicisti, che non dovevano mescolarsi con i nobili.

  

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Cappella di corte. 1777-80.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Cupola della Cappella di corte. 1777-80.

 

La Cappella di Corte è una chiesa dedicata all'Immacolata. Si trova all'esterno, nel punto di snodo tra l'ala settentrionale e il blocco delle cucine. Ha una pianta centrale, a croce greca con una cupola circolare al centro. La decorazione dell'interno con stucchi, rosoni e fregi è attribuita all'Albertolli.

 

  

Luigi Canonica. Teatro di corte. 1808. Villa Reale di Monza.

 

Il Teatro di corte, progettato da Luigi Canonica, è l'unica parte del complesso che risale all'età napoleonica: venne costruito nel 1807. Si trova nell'ala sinistra ed è composto di diverse salette. E' un piccolo teatro con solo 120 posti, il soffitto a volta ribassata e il palcoscenico di legno. La scena è stata dipinta da Andrea Appiani con un soggetto mitologico. Pareti e soffitto sono decorate con colori vivaci.

 

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Rotonda. 1777-80.

 

 

La Rotonda è una costruzione che è stata aggiunta alla villa da l Piermarini nel 1790. Venne richiesta da Ferdinando come dono alla consorte, per celebrare il ventesimo anno di matrimonio. E' l'unico elemento circolare di tutto il complesso basato su forme squadrate e lineari. la Rotonda rappresenta un'eccezione e un po' una disgressione rispetto a tutto il resto: Piermarini la progettò come luogo di sorpresa e intrattenimento per l'arciduca e i suoi ospiti inserendo porte che scomparivano, nascoste da specchi, fontane che zampillavano a suon di musica o camini girevoli azionati da meccanismi di ingegneria meccanica. Le pareti e il soffitto sono decorate con i dipinti di Andrea Appiani con le Storie di Amore e Psiche. La Rotonda è collegata  agli appartamenti reali tramite due porte nascoste dagli specchi e al Serrone.

 Per la realizzazione del complesso architettonico fu importante anche la collaborazione di Giocondo Albertolli, che affiancò il Piermarini per progettare un'insieme coerente di architettura, decorazione e arredo. Albertolli disegnò mobili, camini, candelabri e dettagli che contribuirono a diffondere il gusto neoclassico in Italia.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza.
Veduta dall'alto del Giardino all'italiana. 1777-90.

 

Molta attenzione è stata riservata dal Piermarini alla progettazione dei giardini con una curata distribuzione delle piante nelle rispettive aree verdi. Dal Cortile d'onore, caratterizzato dalla vasca circolare con la fontana, si può accedere al Serrone, la cui progettazione risale al 1790.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Serrone. 1777-90.

 

Il Serrone è una sorta di orto botanico con agrumi e piante esotiche e rare.

Verso occidente si apre il Giardino all'italiana, con la distribuzione delle aree verdi secondo uno schema simmetrico e una geometrie rigorosa, con prati, aiuole, vialetti e fontane.

 

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Giardino all'inglese. 1777-90.

 

Sul versante orientale si distribuisce il Giardino all'Inglese, un parco con una distribuzione più libera delle piante, alternando prati, poggi rocciosi viali sinuosi, il lago e il tempietto, ottenendo vedute pittoresche. Nel parco si trovavano camosci e cervi, che venivano allevati in semilibertà.

 

Giuseppe Piermarini. Villa Reale di Monza. Tempietto nel Giardino all'inglese. 1777-90.

 

Successivamente Villa Reale divenne la residenza di caccia dei Savoia e subì modifiche ed ampliamenti per opera di altri architetti.

 

A. Cocchi.

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Giuseppe Piermarini e il Teatro alla Scala. Mappa concettuale

Giuseppe Piermarini è il primo architetto neoclassico in Italia, esponente della potenza degli Asburgo a Milano e in Lombardia.
La mappa concettuale introduce lo stile architettonico con brevi descrizioni sulle opere principali e cenni biografici sull'artista. Particolare attenzione è riservata al Teatro alla Scala, capolavoro dell'architetto umbro e insuperabile modello di edificio destinato allo spettacolo.

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Video

La Villa Reale di Monza su Bell'Italia Rai 3- Da You Tube. 

  

 

 

Bibliografia

 

AA. VV. La nuova enciclopedia dell'arte. Garzanti editore 1886.
R. Middleton D. Watkins Architettura dell'Ottocento/I. Electa Editrice. Milano 1980
P. Adorno, A: Mastrangelo. Arte,. Correnti e artisti. Volume secondo. Dal Rinascimento medio ai nostri giorni. Casa editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1998
AA.VV. Moduli di arte. Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa-B. Mondadori 2003
R. Bossaglia. Storia dell'Arte. Vol. 3 Dal Neoclassico all'arte del nostro tempo. Cas Editrice Principato. Milano 2008.
G. Cricco. F. P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol. 3. Dall'età dei Lumi ai giorni nostri. Zanichelli Editore. Bologna 2000

 

 

 
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