Taurocatapsia. XVII secolo a. C. ca. Affresco. Palazzo di Cnosso. Creta
Dopo un terribile cataclisma naturale, la Civiltà Cretese risorse con un nuovo splendore con un grande sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica e capolavori in tutte le arti.
Il Minoico Recente , o Periodo dei Secondi Palazzi (detto anche Neopalaziale)è il periodo meglio documentato della storia dell'antica Creta, perché ad esso risalgono la maggior parte dei resti e le più alte ed originali manifestazioni dell'arte cretese. E' compreso tra il XVII e il XV secolo a. C.
Palazzo di Cnosso, corte dell'ala est.Minoico Recente. Creta
In questa fase si assiste ad un grandioso sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica, a testimonianza della ripresa delle attività economiche, della vita sociale e della produzione artistica che segue il disastroso terremoto che distrusse i maggiori centri dell'isola alla fine del Minoico Medio.
Sull'isola vengono ricostruiti o sorgono nuovi capitali, come Cnosso, Haghia Triada, Mallia e altri centri importanti non ancora del tutto dissepolti. Vengono notevolmente sviluppate le infrastrutture: le città dell'entroterra sono collegate da lunghe strade lastricate e da ponti, le città costiere si ampliano e vengono dotate di importanti ed efficienti porti.
Palazzo di Cnosso, Corridoio di ingresso nord e propolei. Creta.
L'architettura sviluppa ed evolve le forme precedenti articolando strutture e tipologie secondo soluzioni più funzionali ed evolute. Le costruzioni del Minoico Recente presentano ricche decorazioni e sono abbondanti depositi di materiali e oggetti, ci testimoniano la piena ripresa della vita economica e dell'attività artistica delle città. la grande complessità raggiunta dai palazzi viene associata all'immagine del labirinto. L'effetto scenografico di questi grandiosi complessi è molto accresciuta dal colore e dalle decorazioni interne ed esterne.
Il principe dei gigli. 1500-1450 ca. a. C. Dal palazzo di Cnosso.
Heraklion, Museo Archeologico Nazionale. Creta.
La pittura prosegue il suo sviluppo stilistico mantenendo livelli altissimi di qualità, con i suoi colori brillanti si manifesta in tutte le sue possibilità, dai grandi cicli murali alle raffinate decorazioni vascolari ai particolari miniaturistici.
Grande importanza per qualità artistica e per quantità di forme e soluzioni rivestono anche la ceramica, l'oreficeria, la scultura e la glittica.
Palazzo di Cnosso. Veduta aerea. Creta
Nel Minoico Recente l'architettura evolve le soluzioni precedenti, sviluppa numerose tipologie edilizie. A questo periodo a Creta si definiscono le caratteristiche e le forme del palazzo, delle tombe, del teatro, delle case d'abitazione, dei magazzini, dei luoghi produttivi, delle botteghe.
Mantenendo una fondamentale continuità culturale con il periodo precedente (Minoico Medio), nell'epoca Neopalaziale la Civiltà Cretese attraversa una svolta radicale. Il grande rigoglio culturale e artistico accompagna un cambiamento storico: si assiste all'ascesa di Cnosso che domina su altre città dell'isola, diventando guida politica e religiosa.
In ogni città inoltre tutte le funzioni dello stato si concentrano all'interno del palazzo reale, determinando un nuovo sviluppo delle costruzioni.
Pianta del Palazzo di Cnosso
Seguendo un principio di funzionalità, l'architettura del palazzo si arricchisce e si amplia sia nelle piante che negli alzati, aumentando il numero dei locali e costruendo su più piani. Ogni ambiente viene conformato nelle sue dimensioni, forme, posizione e carattristiche in base alla funzione che svolge ed è collegato agli altri con precisi ambienti di raccordo, come scale, logge, corridoi, cortili.
Rispetto ai palazzi precedenti aumenta la monumentalità, man mano che si costruisce i nuovi corpi di fabbrica si integrano con le altre strutture già costruite con scale e propilei monumentali, ottenendo spettacolari effetti scenografici a cui contribuisce anche la pittura, molto presente con colori caldi e vivaci sia negli interni che negli esterni.
Palazzo di Cnosso. Sala del trono. Creta
La luce è un elemento molto importante, gli abili architetti cretesi sapevano sfruttare molto bene gli effetti luminosi, creando lucernari, finestre, cortili e pareti esposte per far entrare la luce e illuminare le pareti colorate.
Fondamentale, per l'urbanistica e l'architettura minoica è il rapporto con l'ambiente, la natura viene assecondata e concepita come parametro e fonte di ispirazione per la costruzione. La città prende forma seguendo la conformazione del terreno secondo una volontà di compenetrazione tra architettura e paesaggio. Così, seguendo il principio di varietà e diversità delle forme naturali, i prospetti delle costruzioni disegnano un profilo dentellato, pieno di variazioni; i volumi geometrici, nella loro diversità, offrono giochi di luci e ombre sempre diversi in ogni momento della giornata e alternano corpi pieni ai vuoti delle terrazze, dei giardini pensili, delle corti, delle logge e dei porticati.
Veduta dei magazzini di Cnosso. Creta.
L'architettura minoica è molto ariosa, articolata e dinamica, grazie anche ad un attento utilizzo degli elementi portanti. Colonne e pilastri sono utilizzati sempre con grande razionalità sia per offrire solidi sostegni ai diversi livelli delle costruzioni sia per poter ottenere un insieme vivace e armonioso dove gli ambienti chiusi si alternano a spazi aperti. Anche l'uso della colonna rastremata verso il basso contribuisce al senso di leggerezza di questi complessi.
Portico con colonne a rastrematura inversa. Palazzo di Cnosso. Creta.
Le funzioni di raccordo sono svolte dalle scalinate, a volte d'uso soprattutto pratico, a volte anche monumentali e dai numerosi corridoi che disegnano percorsi lunghi, articolati e complessi, collegando i diversi ingressi del palazzo con la grande corte centrale.
Veduta dei magazzini del Palazzo di Festo. Creta.
La corte, grande piazza centrale e fulcro della città, oltre a svolgere funzione dei raccordo con il palazzo e tutte le altre vie del centro abitato è uno spazio adibito per le riunioni e celebrazioni pubbliche in cui si riunivano tutti i cittadini. La sua funzione ufficiale è sottolineata dalle grandi dimensioni, dalla sua centralità nel nucleo urbano e dal fatto che su di essa solitamente si volge la facciata occidentale dei palazzi reali. Una delle corti più belle dell'antica Creta è quella di Festo: la grande corte rettangolare si apre davanti alla facciata del palazzo, introdotta da un monumentale propileo e si allarga verso ovest delimitata da un'ampia gradinata.
Modellino in terracotta di casa cretese rinvenuto ad Archanes. XVIII-XVII secolo a. C.
Heraklion, Museo archeologico, Creta.
Intorno alle corti, i quartieri di rappresentanza, le aree abitative, i quartieri destinati ai servizi e alla produzione, i magazzini si distribuiscono in maniera diversa per ogni città.
La predilezione tipicamente cretese per un'architettura lineare e coloristica è testimoniata anche dalle tecniche e dai materiali usati per costruire. Il basamento dei muri era realizzato con lastre di calcare giallo chiaro. I muri, i supporti verticali e le cornici delle porte e delle finestre erano costruiti con un'armatura in legno rivestita con impasti di pietrisco e argilla.
Le abitazioni comuni sono conosciute dall'archeologia attraverso le rovine, numerosi modellini e piastre in ceramica e avorio che ne riportano le caratteristiche.
Si trattava solitamente di case a più piani costruite con un'ossatura lignea di travi orizzontali e pali verticali rivestite con argilla. Secondo alcuni archeologi la struttura in legno, per la sua elasticità e resistenza aveva funzione antisismica, perché i terremoti erano molto frequenti sull'isola.
Il piano terra oltre alla porta di ingresso non aveva altre aperture, e forse era privo di finestre per motivi di sicurezza, come precauzione contro i furti. In alcuni esempi l'ingresso poteva essere preceduto da un portico.
Le finestre sono invece presenti al primo piano, mentre sul tetto piatto delle case si trovava spesso una stanza comunicante con una loggia e una terrazza, probabilmente una camera da letto per le calde sere d'estate, similmente ad alcuni esempi di abitazioni egizie.
Palazzo di Cnosso. Scorcio dell'interno. Creta
Sulle rovine dei Primi palazzi, risalenti al Minoico Medio, nelle città dell'isola di Creta sorgono nuovi e più grandi Palazzi reali.
Si tratta di complessi architettonici molto articolati e sviluppati a diversi livelli. Per la complessità delle piante e il numero di ambienti sembrano dei veri "labirinti", come raccontano le antiche leggende.
Palazzo di Gurnià. Scalinata di ingresso. 1700-1450 a. C. Creta
Numerosi ambienti si distribuiscono intorno a corridoi, giardini, cortili e ampi piazzali e si collegano mediante passaggi, logge, scalinate. La disposizione segue un disegno irregolare ma risponde sempre ad un criterio di funzionalità. I locali della reggia adibiti alle funzioni sacre sono aule e cripte, ambienti sotterranei in cui si trovano altari e oggetti di culto. Il Palazzo minoico è infatti reggia e santuario, poiché il re è anche sommo sacerdote.
Palazzo di Cnosso. Veduta aerea. Creta
La complicata pianta del Palazzo si articola quindi per un'area molto vasta, maggiore rispetto alle costruzioni precedenti. Viene però mantenuto il criterio di collegamento tra il palazzo reale e il resto della città e la sua conformazione, tipicamente minoica, di palazzo-città.
Cortile centrale del Palazzo di Cnosso. Creta
Il Palazzo continua ad affacciarsi sul grande cortile centrale, punto d'incontro della collettività e fulcro della città, dal quale si diramano tutte le vie e i collegamenti con i quartieri. Il palazzo, come anche la città, è una struttura aperta, priva di mura o costruzioni difensive.
Palazzo di Zakros. 190-1400 a.C. Creta
L'aspetto d'insieme è molto vario, offre scorci e soluzioni continuamente diverse dai vari punti e per chi poteva aggirarsi là dentro. Le parti costruite si inseriscono e si integrano armoniosamente con la spettacolare natura del luogo, adattandosi alle forme e alle asperità del terreno.
Ogni costruzione sembra quindi studiata per stabilire un rapporto di continuità non solo tra i diversi livelli sociali, ma anche tra architettura e paesaggio, opera dell'uomo e opera della natura.
Cortile adiacente alla sala del trono. Palazzo di Cnosso. Creta.
A questo principio di armonia con l'ordine naturale mira anche la policromia vivace delle strutture e l'uso frequente di cortili, giardini e aperture verso l'esterno come logge e porticati. A proposito di questi si può notare che le colonne dei portici presentano una caratteristica forma con la rastrematura inversa, cioè il fusto si allarga verso l'alto, secondo un principio che sembra derivare dalle forme vegetali.
Cortile teatrale. Palazzo di Cnosso. Creta
La tomba minoica ad Apodolou-1500-1100 a.C.
Museo Archeologico di Heraklion. Creta.
Altra importante tipologia edilizia del Minoico Recente è quella delle tombe.
Oltre a proseguire nella costruzione dei tipi precedenti, in questo periodo è molto più frequente la tomba a tholos che diventerà un modello anche per la Civiltà Micenea.
Si tratta di una sala ipogea, solitamente scavata sul fianco di una collina, con pianta circolare e copertura cupoliforme, composta con filari di blocchi di pietra disposti a giri concentrici. Vi si accede per mezzo di un lungo corridoio, il dromos.
Pithos con sepoltura di un bambino come ritrovato nella necropoli di Kritsà.
Museo Archeologico di Heraklion. Creta.
Brocca dipinta in stile vegetale. Proveniente da Festo,
h. 29cm. 1550-1500. Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
I reperti ceramici del Minoico Recente presentano stili diversi e si distinguono tra vasellame e ryta.
Il repertorio decorativo del periodo comprende ancora motivi astratti, ma prevalgono i temi naturalistici: soggetti vegetali stilizzati e animali marini, molto più frequenti rispetto agli esempi precedenti. Pesci, conchiglie, delfini, polipi, sono rappresentati in scene anche complesse, ma con grande spontaneità e libertà espressive.
Sono rappresentati anche soggetti simbolici come bucrani e bipenni in composizioni raffinate ed eleganti.
Le composizioni, soprattutto nei soggetti naturalistici, assecondano la forma del vaso adattandosi alla rotondità della superficie. Esempi che mostrano questa tendenza sono la celebre Brocchetta di Gurnià o il bellissimo Pithos di Oxford con il polipo. In entrambi questi esempi le forme dell'animale e i tentacoli sono sviluppati in modo da avvolgere armoniosamente il vaso.
Dal punto di vista tecnico i procedimenti di modellatura e cottura raggiunge una perfezione elevatissima, gli abili vasai cretesi realizzano vasi dalle pareti sottilissime, forme eleganti e raffinate, imitando esempi metallici.
La gamma cromatica risulta invertita rispetto alle fasi precedenti: Al fondo scuro viene sostituito un fondo chiaro con figurazioni scure o colori vivaci a contrasto.
Verso la fine del Minoico Recente la vivacità creativa che aveva caratterizzato fin dall'inizio la ceramografia cretese si attenua fino a evolversi verso soluzioni ripetitive e convenzionali.
Tra i vasi del Minoico Recente si possono identificare due filoni principali: il Filone naturalistico e il Filone geometrico, entro i quali si distribuiscono diversi stili.
Vaso, stile marino, 1500 a.C. (periodo palaziale nuovo).
Heraklion, Museo Archeologico. Creta
L'ampio corpus di ceramiche appartenenti al filone naturalistico del Periodo Neopalaziale è rappresentato dallo Stile Nuovo, che presenta soggetti ispirati alla natura locale e composizioni che si adattano alla forma del vaso.
Viene ripresa la tecnica bicolore con figure scure su fondo chiaro e viceversa. I motivi sono gli stessi della pittura murale: vengono rappresentati soprattutto fiori, piante, animali. Il gusto naturalistico è orientato alla sintesi e segue schemi geometrizzanti e linee curve.
In base ai soggetti rappresentati, le ceramiche dello Stile nuovo si dividono in:
Stile vegetale, particolarmente elegante, con prodotti di grande raffinatezza come ad esempio la Brocca proveniente da Paleokastro, dalla superficie interamente rivestita da steli ricchi di foglie di piante palustri;
e lo Stile marino, molto diffuso in diversi centri dell'isola. Le decorazioni sono ispirate al mare, con pesci, coralli, conchiglie e molluschi. Uno degli esempi più famosi di questo stile è la Brocchetta di Gurnià.
Pithos dipinto con asce bipenni e canne palustri. Proveniente da Cnosso.
Stile di Palazzo. 1450-1400 a. C. Altezza 97 cm.
Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Un altro importante gruppo di oggetti ceramici realizzati nel Periodo Neopalaziale è lo Stile di di palazzo.
Si tratta di uno stile esclusivo, che costituisce una produzione di lusso con oggetti di gusto raffinato, ritrovati negli ambienti di corte e negli edifici sacri. Presenta un maggiore schematismo, eleganti forme stilizzate, motivi astratti e tecnica a rilievo.
Una produzione a parte è rappresentata dai ryta: vasi o idoletti rituali realizzati in ceramica dipinta o smaltata. Sono spesso statuette con figure di animali, conchiglie e figurine femminili con destinazione votiva o ornamentale. Tra gli esempi più celebri dei ryta si può ricordare la Dea dei serpenti.
Brocchetta di Gurnià. Terracotta dipinta. 1500a. C.
h. ca. 20 cm. Iraklion, Museo Archeologico.
Tra i degli reperti ceramici più belli risalenti al Periodo Neopalaziale è la nota Brocchetta di Gurnià, un vasetto (1700-1400 a.C.) alto 20 centimetri conservato nell'importante Museo Archeologico di Heraklion.
L'oggetto proviene da Gurnià (Gournia), una località situata nell'area nord-orientale dell'Isola di Creta, presso il Golfo di Mirabello. In epoca minoica, Gurnià è stata una delle poche città di una certa importanza lontano dai grandi centri dell'isola.
L'abitato di Gurnià, unica città cretese ritrovata completa, venne riportato alla luce dall'archeologa americana Harriet Boyd-Hawes, durante una campagna di scavi iniziati nel 1901. Da questo industrioso centro artigianale e commerciale provengono moltissimi oggetti, tra i quali le pregiate ceramiche in Stile Nuovo, di cui fa parte la Brocchetta di Gurnià.
Il vaso, di raffinata fattura, è stato realizzato con il tornio girevole, uno strumento usato dagli artisti cretesi fin dall'epoca dei Primi Palazzi e presenta una forma globulare, che ricorda una cipolla, con una pancia molto sviluppata e due piccole anse rotonde unite ad un piccolo collo.
I colori della pittura si riducono a due sole tinte: il fondo coccio e le figure dipinte in bruno.
La decorazione naturalistica segue una composizione asimmetrica, si basa sull'uso delle linee curve e si adatta alla forma del vaso, seguendo un disegno molto dinamico e avvolgente.
Viene rappresentato un polipo che nuota immerso nel fondale marino e allarga i suoi tentacoli tra alghe, coralli, conchiglie e animaletti acquatici.
Le forme si dispongono in modo molto libero, spostandosi fuori dagli assi di simmetria del vaso. Non c'è una rappresentazione realistica, la natura è stilizzata nelle forme e ripresa nei suoi aspetti essenziali, ma vengono trasmessi con grande sensibilità il senso del movimento e di vita, l'effetto di trasparenza e fluidità dell'acqua, la spontaneità dell'animale. I tentacoli sembrano muoversi seguendo l'oscillazione delle onde, la capacità prensile è evidenziata dalle ventose rappresentate con tanti piccoli cerchietti, sulla testa stilizzata, gli occhi, ingranditi quasi come in un fumetto, suggeriscono la vivacità naturale del polipo, che sembra vivere perfettamente in sintonia con il suo ambiente.
Anche se le forme seguono un criterio sostanzialmente bidimensionale e sono realizzate con un solo colore, l'immagine suggerisce anche un senso di spazialità, attraverso accorgimenti come le sovrapposizioni di alcune parti, l'inclinazione della testa del polipo, la visione dal basso che mostra l'attaccatura dei tentacoli, quasi come uno scorcio.
La capacità di cogliere la bellezza della natura rendendo la sua spontanea armonia in modo così semplice e immediato fa di questo oggetto uno dei capolavori più affascinanti dell'antichità.
Brocca con polipo. Ceramica dipinta in stile marino. 1550-1500 a. C.
h 28 cm. Da Paleokastro. Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Il tema e la composizione ha avuto grande diffusione e si trova riprodotto in numerosi esemplari di vasi dipinti fino all'età più tarda.
Ciondolo con api d'oro. Dalla Necropoli reale di Mallia. XVII-XVI sec. a. C.
Heraklion, Museo Archeologico. Creta
Il gusto decorativo e la raffinata tecnologia nell'arte dei metalli e nella lavorazione di pietre e materiali preziosi raggiunti dalla civiltà cretese hanno trovato grande spazio nella realizzazione di gioielli e manufatti di oreficeria. Questo tipo di reperti provengono per la maggior parte da corredi funerari.
I materiali più utilizzati in questo settore sono l'oro, avorio, cristallo di rocca e pietre pregiate e le tecniche più diffuse sono il rilievo, lo sbalzo, l'incisione e la granulazione.
Nella lavorazione dell'oro la Civiltà Micenea ha realizzato numerosi oggetti e capolavori assoluti, come ad esempio il Ciondolo con api d'oro proveniente dalla necropoli di Mallia.
Durante il Minoico recente si affina un originale gusto naturalistico, caratterizzato da sintesi compositiva associata ad un'attenta cura del particolare che offre una visione d'insieme ricca e armoniosa.
Sigillo d'oro con taurokatapsia. XVI sec. a. C.
Oxford, Ashmolean Museum
Importante corpus della produzione artistica minoica è rappresentato dalla glittica dove il rilievo e l'incisione sono portate a livelli di qualità altissimi. La tradizionale produzione di sigilli, in oro e pietre pregiate, presente fin dall'epoca prepalaziale, si evolve notevolmente, grazie all'introduzione di un nuovo strumento di incisione che consente una lavorazione più precisa anche su materiali più duri. Si tratta di una specie di trapano che veniva utilizzato dopo aver tagliato e trattato la pietra con abrasivo. Di conseguenza, mentre nei periodi più antichi si lavoravano materiali più morbidi e facili da lavorare come la steatite, il serpentino, l'avorio, l'osso, durante il Minoico Recente si utilizzano anche le pietre dure come l'onice, il cristallo di rocca, l'ametista e il diaspro.
Riguardo allo stile, le scene diventano più complesse e vengono resi con minuzia e precisione anche i particolari più piccoli.
Prevale il gusto naturalistico e i soggetti rappresentati vanno dal mondo della natura, con animali e piante, a scene figurate di vita quotidiana, cerimonie, giochi sportivi, rituali a soggetti di carattere sacro.
Tra gli esempi più belli di glittica del Minoico recente sono il Sigillo con taurokatapsia di Oxford, del XVI secolo a. C., e gli esemplari in pietre dure provenienti da Cnosso.
Uccello azzurro. Affresco. 1500 a. C. ca. Palazzo di Cnosso. Creta
La pittura del Minoico Recente è rappresentata da una produzione ricchissima e di elevata qualità. Si sviluppa sia nel campo della decorazione ceramica sia nella tecnica murale. Anche lo stile si apre in diversi filoni, da quello naturalistico a quello astratto, arricchendosi anche di influssi provenienti da altre civiltà. I soggetti sono ripresi principalmente dal mondo della natura e dai temi appartenenti alla vita quotidiana e ai momenti più belli della vita sociale.
La pittura murale riveste sia l'interno che l'esterno delle strutture, gli accostamenti a contrasto e l'uso di colori accesi e primari esaltano e ravvivano le forme architettoniche. Seguendo un principio di sintesi tra spazio luce e colore, pittura e architettura si completano a vicenda: la pittura qualifica le forme e gli spazi dell'architettura; le strutture (colonne, pilastri, stipiti, travature e architravi) dipinte diventano cornici dei grandi cicli decorativi.
Scimmie. Affresco. Palazzo di Cnosso, Sala delle scimmie azzurre. Creta
I dipinti presentano spesso scene naturalistiche con piante e animali rappresentati in movimento o in atteggiamenti vivaci, alternati a motivi astratti, fantasiosi e dinamici, basati su forme geometriche o tratte da un repertorio naturalistico molto stilizzato, come cerchi, spirali, trecce con colori sempre brillanti, caldi, solari.
Tra i temi delle rappresentazioni si trovano sfondi architettonici e paesaggistici, animali, piante, fiori. E' molto frequente l'ispirazione alla natura del luogo: si vedono fiori di loto, gigli, palmette, tori, scimmie, pernici, pesci, conchiglie, ecc.
Frequenti sono le scene di vita sociale con personaggi, figure eleganti e stilizzate, con grande attenzione per gli aspetti folcloristici e di costume, come cerimonie, giochi, feste. Le scene figurate sono spesso riferite a giochi atletici, danze, cerimonie religiose e singoli personaggi, spesso rappresentati di profilo, come la cosiddetta Parigina.
La Parigina. Affresco. Palazzo di Cnosso. XVII-XV sec. a. C. Creta
Nella tecnica della pittura murale gli artisti minoici mostrano una forte conoscenza della pittura egizia sia nella preparazione delle pareti, sia nell'uso dei pigmenti che nell'abitudine di stendere a volte la pittura su un leggero rilievo in stucco. Un esempio eseguito con questa tecnica è il famoso Principe dei gigli: frammento di decorazione pittorica in cui è rappresentato un danzatore con copricapo piumato.
Il principe dei gigli. 1500-1450 ca. a. C. Dal palazzo di Cnosso.
Heraklion, Museo Archeologico Nazionale. Creta.
Per eseguire un dipinto murale la parete veniva preparata con uno strato di intonaco a calce (cioè a base di carbonato di calcio) e i colori venivano stesi sull'intonaco ancora fresco. I pigmenti non portano tracce di leganti organici, l'essiccazione dell'intonaco a calce permetteva il fissaggio dei colori, con un processo chimico di cristallizzazione, simile a quello del più moderno affresco.
Lo stile, improntato al linearismo, denota una certa influenza dell'arte egizia anche per la disposizione delle figure, ma mantiene una forte originalità.
Caratteristiche della pittura minoica sono la vivacità cromatica, l'interesse per i dettagli di costume e di moda, il gusto decorativo ed elegante a cui si conformano colori linee e forme. Numerose le opere che appartengono a questa fase, come ad esempio il Sarcofago dipinto proveniente da Haghia Triada.
Tra i prodotti artistici della civiltà minoica sono presenti numerose opere in cui l'arte della pietra raggiunge livelli di qualità molto alta.
Continua la produzione di piccole sculture in pietra, avorio, bronzo, in cui non mancano esempi di grande pregio.Tra questi va ricordato l'Acrobata del Museo dell'Heraklion, risalente al XVII-XV secolo a. C., realizzato in avorio. La piccola figura è colta nel momento del salto sopra il toro in corsa, secondo il rituale della taurokatapsia. L'artista ha saputo raggiungere un perfetto equilibrio tra l'energia dell'azione ginnica e l'elegante sintesi della forma.
L'acrobata. XVII-XV sec. a. C. Avorio. Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Alla scultura di carattere sacro o votivo appartengono numerose figurine umane e di animali, realizzate in pietra, avorio, bronzo, ceramica e i numerosi rhyta, pregiati vasi rituali. Le due piccole dee dei serpenti del Museo dell'Heraklion rappresentano gli esempi più noti della prima categoria.
Dea dei serpenti. Proveniente dal santuario del Palazzo di Cnosso. 1500ca.a. C.
Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Anche se non è ancora accertato se si tratti di immagini riferite ad una divinità ctonia, la funzione di oggetti di culto è ribadita anche dalla ieraticità delle figure e dalla composizione simmetrica. Sono figure dalle forme molto aggraziate e curate nei dettagli e nelle decorazioni.
Tridente in steatite. Scultura del Periodo dei Secondi Palazzi.
Heraklion, Museo Archeologico.
L'arte del rilievo rappresenta una tecnica particolarmente diffusa ed è presente sia nella decorazione parietale, associato alla pittura, sia sulle superfici di oggetti in ceramica, in pietra e in metallo.
I rilievi parietali, solitamente venivano realizzati in stucco e poi dipinti e spesso facevano parte di grandi cicli decorativi, come quelli dei Palazzi reali. Appartiene a questa tecnica il celebre Principe dei gigli, proveniente dal Palazzo di Cnosso e ora esposto al Museo Archeologico di Heraklion.
Ryton. Proveniente da Haghia Triada. Steatite, h. 50 cm.
Heraklion, Museo Archeologico.
Nel Minoico Recente vengono realizzati recipienti, vasi e rhyta in pietre come steatite, porfido, basalto, marmo, alabastro, cristallo di rocca. Si tratta di oggetti raffinati, spesso con destinazione religiosa o votiva, presentano motivi astratti o figurazioni a rilievo. Tra i materiali lapidei più utilizzati è la steatite, una pietra morbida, dal colore verde scuro che permette una lavorazione precisa, adatta alla definizione dei particolari. Un bellissimo bicchiere con piede, chiamato Vaso del capo, è un esempio scolpito in steatite, decorato con figurazione a rilievo di una scena di soggetto militare. Uno dei capolavori appartenenti a questa categoria è il Vaso di steatite con teoria di mietitori, un rhyton dove la scena figurata presenta grande vivacità e dinamismo.
Altri esempi di grande pregio sono la Testa di toro in stucco proveniente dall'ingresso settentrionale dello stesso palazzo e il Rhyton a testa di leonessa.
Rython con testa di leonessa proveniente dalla Camera del Tesoro di Knossos.
Museo Archeologico di Heraklion. Creta
Tra i reperti del Minoico recente provenienti soprattutto dai palazzi, sono stati ritrovati numerosi sigilli, prodotti in pietre dure e pregiate, come ematite, onice, cornalina, ecc. le figurazioni sono spesso ispirate a modelli stranieri e riportano divinità e figure mostruose, animali isolati o in lotta.
Vaso dei mietitori. 1500 a. C. Steatite nera. Heraklion Museo Archeologico.
Il vaso dei mietitori è uno degli esempi più celebri della scultura minoica neopalaziale.
E' un capolavoro realizzato in steatite nera nel XVI secolo avanti Cristo, oggi conservato al Museo Archeologico di Heraklion.
La scelta del materiale non è casuale. La steatite, una pietra presente in una gamma di colori dal verde al nero, morbida e saponosa, era molto conosciuta dagli artisti minoici che seppero sfruttare bene le sue proprietà per ottenere rilievi anche molto accurati.
Vaso dei mietitori. 1500 a. C. Steatite nera. part dei cantanti. Heraklion Museo Archeologico.
Nonostante non provenga da un santuario, ma dalla Villa presso Haghia Triada, il Vaso dei mietitori è un'opera di carattere religioso, poiché si tratta di un Rhyton, un contenitore usato durante le cerimonie religiose per libagioni rituali.
Il vaso, a forma di uovo di struzzo, è stato modificato: la parte originale è quella superiore (che misura 13 cm di altezza) mentre la parte inferiore è stata aggiunta in seguito, il rilievo al centro è quindi frammentario, manca la parte inferiore delle figure che risultano tagliate all'altezza del ginocchio.
Sotto ad una modanatura incisa che separa il collo e l'orlo dal resto del vaso, si sviluppa la decorazione a bassorilievo che in origine copriva tutta la pancia del vaso.
Vaso dei mietitori. 1500 a. C. Steatite nera. Dett. del fregio. Heraklion Museo Archeologico.
In un fregio continuo è rappresentato un festoso corteo di contadini reso con grande dinamismo e spontaneità. Probabilmente si riferisce ad una festa agreste che prevedeva una processione e canti in occasione della mietitura o della semina.
Nonostante alcune soluzioni convenzionali tipiche dell'arte minoica e lo spazio limitato, la rappresentazione segue un ritmo incalzante e gioioso, si arricchisce di dettagli anche umoristici che animano e vivacizzano la scena.
Vaso dei mietitori. 1500 a. C. Steatite nera. Dett. del fregio. Heraklion Museo Archeologico.
Guida il corteo un uomo anziano, con la barba e i capelli lunghi, che indossa una tunica e sostiene un pastorale.
I contadini che lo seguono numerosi, indossano un perizoma con alte cinture in vita, e portano un copricapo. Forconi, falcetti e rastrelli portati dai mietitori creano una selva di linee che dinamizzano la scena e suggeriscono lo spazio.
La resa della profondità è ottenuta anche dalla disposizione dei personaggi che marciano in fila, attraverso la successione di piani paralleli. In mezzo ai contadini si nota anche un gruppo di musicisti e cantanti, rappresentati con la bocca spalancata, il torace teso e le costole evidenziate, alcuni hanno la testa rovesciata all'insù a rappresentare il trasporto del canto. Uno di loro tiene uno strumento a percussione che assomiglia al sistro egiziano.
La tecnica è impeccabile, con grande accuratezza vengono resi a rilievo bassissimo e con sottili incisioni i dettagli della muscolatura, degli abiti, degli attrezzi.
Tra il 1400 e il 1100 circa a. C. la Civiltà Minoica attraversa un periodo di decadenza. Avviene anche la seconda e totale distruzione dei palazzi e dei centri cretesi, forse per l'invasione delle popolazioni achee e la produzione artistica prosegue in tono minore rispetto alla quantità e qualità che aveva caratterizzato i periodi precedenti, per questo è detto anche periodo postpalaziale.
Vaso a triplo culto Postpalazziale ed uccelli in rilievo
provenienti dalla necropoli di Myrsini. Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
Nelle nuove architetture inizia l'influenza dell'arte Micenea, nelle arti figurative rimane costante l'ispirazione alla natura e il gusto decorativo. Tra i soggetti più diffusi di questa fase si possono trovare soprattutto animali simbolici come leoni, grifoni, sfingi, spesso non appartenenti all'iconografia cretese tradizionale ma d'influenza mesopotamica ed egizia.
Coppa Postpalazziale in pietra proveniente da Makrìgialos.
Heraklion, Museo Archeologico. Creta.
La pittura murale e vascolare presenta un ritorno alla stilizzazione geometrica con motivi decorativi astratti e ripetizione in serie delle figure. Nella ceramica si nota l'introduzione di forme provenienti dalla Grecia e decorazioni più schematiche e convenzionali. Scompare la fantasia e il vigore espressivo dei periodi precedenti e anche l'esecuzione tecnica appare più trascurata.
La lavorazione dei metalli e l'oreficeria presenta sempre grande abilità tecnica ma minore varietà di forme e motivi, meno eleganza e meno vitalità e fantasia.
A. Cocchi
Arte Minoica.
Mappa concettuale con riferimenti ai periodi ed esempi della produzione artistica.
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Perchè l'Arte Minoica è così originale nel panorama delle manifestazioni artistiche dell'antichità? In quali periodi si distingue? Quali sono le opere più importanti? A questi e ad altri interrogativi risponde questa mappa illustrata proposta da Geometrie fluide, con esempi e spiegazioni chiari e sintetici, di facile assimilazione per lo studio.
AA.VV. La Storia dell'Arte. Le prime civiltà. Electa editore. Milano, 2006
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