Jacques Louis David. Il giuramento degli Orazi. Dett. 1784. Olio su tela. Parigi, Louvre
Definito come "Il più bel quadro del secolo", il Giuramento degli Orazi di David è tutt'ora ritenuto un'opera manifesto del Neoclassicismo.
Il Giuramento degli Orazi di Jaques Louis David è un quadro a olio su tela, di grandi dimensioni. Firmato e datato 1784, risale al secondo soggiorno romano dell'artista, ed è stato commissionato dal re di Francia Luigi XVI.
L'anno seguente venne esposto al Salon parigino (la più importante esposizione d'arte organizzata ogni anno a Parigi) con grande successo, fu definito come "Il più bel quadro del secolo".
Jacques Louis David. Il giuramento degli Orazi. 1784. Olio su tela. cm. 330X425. Parigi, Louvre
E' tutt'ora ritenuta una delle opere di livello più alto della pittura di soggetto storico del Neoclassicismo. Già intorno alla metà del Settecento si è diffusa nell'arte la tendenza a rappresentare episodi della storia, della mitologia, della Bibbia o della letteratura per un fine educativo e moraleggiante. Con il Neoclassicismo tale scopo morale viene sottolineato anche da uno stile di radicale rigore e semplicità.
Il soggetto del dipinto si riferisce alla storia antica di Roma nel periodo monarchico. David si è ispirato alla narrazione dello storico antico Tito Livio per ricostruire l'episodio in maniera plausibile. Ma per dare enfasi alla scena ha raccolto le suggestioni della tragedia Horace del drammaturgo francese Pierre Corneille, molto rappresentato in quegli anni nei teatri di Parigi. Tito Livio racconta che sotto il re Tullio Ostilio, venne decisa la sorte della guerra tra Roma e Alba Longa con un duello fra tre fratelli Orazi, Romani, e tre fratelli Curiazi, Albani. Dopo la vittoria, il romano Orazio, unico superstite, uccide la sorella Camilla, colpevole di aver pianto per la morte di uno dei Curiazi, di cui era fidanzata. Si tratta di un episodio di eroismo e sacrificio per la patria che viene assunto come modello di virtù civiche.
Nel quadro la scena si allontana dalla sua componente tragica, presenta il momento solenne che precede la battaglia: i tre Orazi, davanti al padre, giurano di vincere o morire per Roma.
Per suscitare l'immagine ideale dell'eroismo, e in conformità all'estetica neoclassica, David non mostra il momento cruento del combattimento, ma quello del giuramento, che precede l'azione.
David, per sottolineare la verità del racconto storico, ha ricreato con precisione archeologica l'interno di un'antica domus, vista dall'atrio: si vede il pavimento con i mattoni a spina di pesce, il portico sullo sfondo, con le colonne di ordine tuscanico. Per creare tale ambientazione, David è tornato per la seconda volta a Roma, in modo da poter studiare direttamente le vestigia del passato in cui si svolge la vicenda.
Jacques Louis David. Il giuramento degli Orazi. Dett. 1784. Olio su tela. Parigi, Louvre
Anche la composizione è molto studiata. Il punto centrale del quadro coincide con la mano sinistra del vecchio padre che solleva in alto le tre spade. Verso quel punto convergono tutti gli sguardi dei quattro personaggi maschili, ma anche le linee di fuga della prospettiva centrale sulla quale è disegnato lo spazio. Anche lo sguardo dello spettatore è guidato in quel punto.
Il quadro è impostato su una rigorosa scansione geometrica: le linee di fuga del pavimento corrispondono alle diagonali del del quadro e formano un triangolo con il vertice corrispondente al pugno con le spade. Tutte le figure maschili riprendono la figura del triangolo.
Gli archi dello sfondo inquadrano e dividono la scena in tre gruppi: gli Orazi. il padre e le donne. La forma semicircolare dell'arco è ripresa nei gruppi delle donne, disposti a semicerchio.
Jacques Louis David. Il giuramento degli Orazi. Dett. 1784. Olio su tela. Parigi, Louvre
La contrapposizione tra le figure maschili e quelle femminili non è sottolineata solo dalla geometria compositiva, ma anche dalla disposizione separata dei due gruppi e dal disegno: più rettilineo e rigido per gli uomini, più morbido, curvilineo per le donne. Anche nelle luci: più spezzate, contrastate e "tormentate" quelle degli uomini, più sfumate quelle delle donne.
La scena sembra svolgersi come in un palcoscenico, David fa risaltare l'azione dei suoi personaggi in uno spazio essenziale e disadorno. I colori uniformi delle pareti nude, la geometria perfetta degli elementi architettonici sono in perfetta corrispondenza con la solennità dell'avvenimento: il momento del giuramento è presentato come il momento culminante di una tragedia teatrale.
Come un regista, usa sapientemente le luci e le ombre. Lo sfondo è in ombra, per sottolineare il dramma ma anche per far risaltare il primo piano. Nel primo piano la luce è brillante, fredda, concentrata, definisce con precisione i corpi e sottolinea la semplicità e razionalità dello spazio.
Mette in posa tutti i personaggi con gesti teatrali e molto comunicativi: gli uomini abbracciati, con le gambe divaricate e il braccio disteso, sguardi e gesti molto decisi e "marziali", comunicano il senso di nervosismo che precede la battaglia. Le donne in pose abbandonate, sembrano rassegnate e tristi. La madre più indietro è avvolta nell'ombra, e con il suo mantello scuro, copre i bambini, in segno di lutto e come per consolarli. Il padre degli Orazi, al centro, fa da perno alla scena, alza le spade e allarga una mano come per dare una benedizione o un augurio.
Il senso di tensione è sottolineato anche dall'uso dei colori. David usa pochi colori, ma distribuiti con molta efficacia espressiva. Prevalgono i bruni e i grigi che riempiono la scena, su questi si accendono alcune note squillanti: rossi, bianchi, azzurri, gialli.
L'impressione generale è quella di una messa in scena, le pose sono statiche, sembra che il tempo sia congelato, come per eternizzare questo momento.
E' evidente quindi che tutta l'opera è finalizzata a trasmettere un preciso messaggio morale.
Viene inoltre interpretata in chiave politica, come una specie di inno agli ideali della Rivoluzione, e vi si rintracciano anche diversi elementi simbolici. Ad esempio Gli Orazi sono vestiti con i colori della Francia, e nell'insieme rappresentano il motto "libertà(il giuramento: "o Roma o morte") , fraternità (i fratelli Orazi e l'abbraccio che li unisce), uguaglianza (sono tutti della stessa altezza, compiono gli stessi gesti)".
A. Cocchi
Michelangelo Moggia
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G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte. Vol.3. Zanichelli Seconda ed. Bologna, 2005
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