Il Pulpito del Duomo di Pisa, eseguito tra il 1302 e il 1310 è il più grande e il più complesso tra quelli realizzati da Giovanni Pisano.
L'energia dinamica giÃÂ manifestata nel precedente Pulpito di Pistoia, qui giunge al limite dell'esasperazione formale.
All'esuberanza della decorazione scultorea si aggiunge anche quella delle forme architettoniche.
I riquadri della cassa hanno forma convessa e sembrano gonfiarsi verso l'esterno. Le colonne di sostegno sono sostituite da cariatidi, agli archi dell'esempio di Pistoia si sostituiscono le mensole a ricciolo.
Tutta la struttura è caratterizzata da una sorta di espansione dinamica.
Le singole scene sono composizioni complesse, affollatissime da figure concitate, e sono sviluppate in rapide successioni di pieni e di vuoti con effetto di ritmo convulso e forte tensione drammatica.
Le figure emergono improvvisamente da cavitÃÂ e ombre profonde, si agitano con movimenti energici ed espressioni forti, esprimono ciascuna un proprio dramma individuale, senza mai confondersi nel ritmo d'insieme.
A. Cocchi
A. Martindale, Arte gotica. Rusconi, Milano 1990
La Nuova Enciclopedia dell'Arte. Garzanti 1986
F. Negri Arnoldi.Storia dell'Arte. Vol. I. Gruppo editoriale Fabbri. Milano 1985
G.C. Argan. Storia dell'arte italiana. Vol. 1. Sansoni Editore, Milano 1982