Duomo di Orvieto. Facciata. XIII-XVI sec. Foto di Hans Peter Schaefer, http://www.reserv-a-rt.de
Uno dei più belli e importanti esempi del gotico italiano è il Duomo di Orvieto. la sua slpemndida facciata è concepita come un grandioso trittico decorato con sculture e mosaici
Il Duomo di Orvieto ha una lunga storia costruttiva.
Iniziato nel 1290 in forme romaniche da fra' Bevignate da Perugia, viene continuato in stile gotico da Giovanni di Uguccione da Orvieto nel 1300, e poi dal senese Lorenzo Maitani, che è anche orafo e scultore, che ha progettato la trasformazione della chiesa e la facciata.
Maitani ha modificato radicalmente la chiesa, che prima era a pianta basilicale e con difficili problemi statici. Maitani ha risolto la stabilità della chiesa sistemando le mura pericolanti e aggiungendo archi rampanti e contrafforti all'esterno, ha aggiunto il transetto, rifatto l'abside quadrata con all'interno volte ogivali e ha iniziato la facciata. Ha lavorato anche ai rilievi dell'ordine inferiore e ad alcune sculture in bronzo, che conferiscono leggerezza ed eleganza.
Del Maitani rimane anche il progetto originario che è il più antico progetto medievale ritrovato. Maitani lavora alla fabbrica del Duomo dal 1310 fino alla morte, verso il 1330.
Poi la costruzione prosegue con vari altri architetti, scultori e mosaicisti, per molti secoli, fino alle porte in bronzo del 1970 di Emilio Greco. Tra gli architetti troviamo il Federighi, che apporta modifiche rinascimentali alla facciata, il Sanmicheli e il Sangallo il Giovane, nel XVI sec.
All'interno si avverte un contrasto piuttosto forte tra forme vecchie e nuove. Ha un aspetto severo e maestoso, è diviso in tre navate da pilastri cilindrici enormi. à illuminato dalle grandi vetrate, alcune delle quali policrome e figurate (abside) e dal grande rosone di facciata.
La facciata è uno dei massimi capolavori del '300 italiano, e nonostante sia stata realizzata da tante mani diverse è perfettamente armonizzata e rispetta abbastanza il disegno del Maitani.
Sia le strutture che le decorazioni (sculture, cornici, portali, rosone, loggette) hanno forme gotiche, dominate da un ordine compositivo sereno ed equilibrato, del miglior gusto italiano.
Ha fronte ampia, a trittico, e l'idea del trittico prezioso trecentesco è dovuta anche ai mosaici, che rivestono tutte le parti infrastrutturali. Anche i mosaici sono stati realizzati in tempi diversi, i più antichi sono del 1355-66 e gli ultimi sono del XIX sec.
Mentre nel primo ordine troviamo la decorazione scultorea degli splendidi rilievi in marmo del Maitani, con scene tratte dalla Bibbia e dal Vangelo, su tutto il resto della facciata predomina il cromatismo acceso, su fondo oro della decorazione musiva.
Dal punto di vista compositivo, predomina lo slancio verticale, che ricorda il gotico europeo, ma tutto rimane in perfetto equilibrio, perché questa facciata si compone sulla forma base del quadrato, indicato al centro, dove campeggia il rosone circolare. Lo stesso equilibrio è seguito in tutte le parti, secondo rapporti costanti di corrispondenza tra strutture e spazi geometrici. Ad esempio: il portale centrale a tutto sesto è accordato al triangolo equilatero del timpano superiore; i due portali laterali a sesto acuto corrispondono ai timpani a triangolo isoscele.
Tutto è perfettament ordinato e coerente, secondo un criterio di serena compostezza.
Il Duomo di Orvieto rimane un caso isolato, sia per la sua altissima qualità , sia per la sua ricchezza e originalità .
A. Cocchi
Le caratteristiche dello stile gotico in Italia nei principali esempi di architettura, pittura e scultura. Il linguaggio chiaro e gli esempi, accompagnati dalle immagini facilitano la comprensione e l'apprendimento.
La scultura gotica è spiegata nelle caratteristiche dello stile e attraverso i maggiori protagonisti. La mappa offre esempi e immagini di opere con indicazioni chiare, sintetiche e complete.
AA.VV. Lezioni di arte vol. I Electa -Bruno Mondadori, Milano 1999
L. Grodecki Architettura gotica Electa
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte Zanichelli vol. 2
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte Fabbri, vol. 2
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