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Donna con cappello

La Donna col cappello del 1905 è uno dei primi traguardi in direzione della libertà espressiva di Matisse. Ha già eliminato dalla tela ogni elemento che non sia colore puro.
Puntando verso "una maggiore concentrazione e a un'espressività più intensa nelle linee e nei colori" (Matisse 1919), valori come "materia, tridimensionalità e ricchezza dei dettagli" (ibidem) vengono eliminati o tradotti in termini cromatici.
Nella figura di tre quarti i volumi e i piani spaziali non sono più resi con il chiaroscuro e il disegno prospettico, questi valori vengono superati sfruttando soltanto la spazialità propria dei colori; con i gialli, e rossi che avanzano, i blu e i verdi che arretrano.
Questo dipinto, esposto al salone d'Autunno del 1905, scatenò un putiferio davanti al quale Matisse rimase stupito: i critici si divisero tra chi si espresse in termini violenti e chi invece lo sostenne e ne colse la portata innovativa. Il suo intento non era quello di suscitare scandalo e tale reazione fu per lui inaspettata.

L'opera è un ritratto della moglie dell'artista, rappresentata mentre si volge verso lo spettatore. Gli abiti alla moda e soprattutto il monumentale cappello, ornato da frutti e fiori, offrono lo spunto per una composizione basata sull'espressività del colore.
Matisse libera ogni valore cromatico dalla sua somiglianza oggettiva e ne aumenta l'intensità, cercando di recuperarne la purezza essenziale. Inoltre accosta le macchie di colore in base alla loro specifica funzione luminosa, fa emergere le masse illuminate con i colori più caldi e chiari, come le gote gialle e arancio, mentre inserisce le ombre e i piani retrostanti utilizzando i colori freddi.
La grande energia del dipinto è infatti il risultato di una costruzione tutta impostata sul bilanciamento dei colori complementari: i gialli si accostano ai viola, i rossi ai verdi, i blu ai toni arancio. Gli occhi, il naso, i tratti del viso e dell'abito si traducono in arabeschi e macchie colorate.
Per dare 'respiro' alle zone di colore così saturo, Matisse lascia dei margini e dei piccoli spazi di tela non dipinti, in questo modo ogni campo cromatico appare in espansione, ed evita l'effetto di eccessivo affollamento visivo.
Anche le pennellate, apparentemente casuali, sono direzionate secondo i movimenti delle masse cromatiche che sembrano aggregarsi e muoversi dall'esterno, dove sono più leggere e trasparenti, verso il centro del quadro, dove invece sembrano concentrarsi e aumentare di densità.

A. Cocchi


 

M. Luzi, M. Carrà. L'opera di Matisse dalla rivolta 'fauve' all'intimismo. 1904-1928. Classici dell'arte Rizzoli, Milano 1966
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E. Bernini, R. Rota. Figura 2. Profili di storia dell'Arte. Laterza Editori, Bari 2002G. Dorfles, A. Vettese Arti visive. Protagonisti e movimenti. Il Novecento. Edizioni Atlas, Begamo, 2004
G. Dorfles, A. Vettese Storia dell'Arte.  Vol. 4. Novecento e oltre. Edizioni Atlas, Begamo, 2009
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La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986

 


 

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