Arte delle civiltà mesopotamiche

Veduta dell'antica Persepoli

Veduta dell'area archeologica dell'antica Persepoli. Foto di Amalex5

 

Dal IV millennio avanti Cristo le civiltà mediorientali furono capaci di costruire grandi città, ricche di monumenti. Grazie ad una cultura sempre più raffinata e alle loro ingegnose invenzioni, introdussero nuove tecniche artistiche e opere di raffinata fattura.

Le prime civiltà

 

Area geografica della Mesopotamia
Area geografica della Mesopotamia

 

Nei territori compresi tra il nord-est africano e il Medio Oriente, nel IV Millennio a. C. si svilupparono le prime grandi civiltà della storia. Secondo le ricerche archeologiche, infatti, le civiltà mesopotamiche appaiono le più precoci, le più prontamente evolute e omogenee tra loro nelle strutture essenziali.

Esse derivano da antichi villaggi che dall'epoca preistorica si erano insediati presso grandi fiumi: Il Nilo, per la civiltà Egizia e il Tigri e l'Eufrate per la Mesopotamia. Sfruttando le terre alluvionali, molto fertili e ricche di acqua, durante la fase protostorica (tra il VI e il IV millennio a. C.) i villaggi neolitici si sono via via aggregati, attraverso un succedersi di guerre e alleanze, fino a formare le prime città.
Rispetto ai villaggi, le città erano molto più complesse e strutturate come città-stato: seguivano una forma gerarchica, con a capo un sovrano, un apparato amministrativo di cui faceva parte la classe aristocratica e una potente casta sacerdotale. Anche l'organizzazione sociale ed economica erano profondamente cambiate rispetto all'epoca neolitica. La divisione dei compiti che dapprima era soltanto suddivisa in cacciatori e agricoltori, ora era articolata in diverse specializzazioni: artigianato, commercio, edilizia, amministrazione, e diverse attività professionali.
Le città rispecchiavano la struttura e l'organizzazione sociale, si arricchirono di edifici pubblici: il tempio, il palazzo, gli stabilimenti produttivi, le mura di difesa, canali di irrigazione e porti fluviali. Presso il tempio e il palazzo si trovavano anche le prime scuole, gli archivi e le biblioteche dove si conservavano i primi documenti scritti.
L'invenzione della scrittura, insieme alla geometria, alla matematica, all'astronomia, all'idraulica, determinarono un'importante accelerazione allo sviluppo culturale.

 

I popoli della Mesopotamia

 

Dall'8.000 al 6.000 avanti Cristo, avvenne il processo di trasformazione che portò alla comparsa delle prime civiltà del Medio oriente. Questa rivoluzione culturale si presso con un avvicendarsi di diversi popoli nella vasta regione compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, un territorio chiamato appunto Mesopotamia (dal greco mésos e potàmos: 'terra tra i fiumi') oggi corrispondente in gran parte all'Iraq. 


I primi ad insediarsi tra i due fiumi furono i Sumeri, che tra il IV e il III millennio a. C. costruirono le prime città della storia e inventarono la scrittura cuneiforme.

Verso il 2500 a. C. i Sumeri si scontrarono con gli Accadi, una popolazione semitica che invase il territorio dopo aver attraversato i deserti arabo e libico. Durante la dominazione degli Accadi le due culture si fusero finchè verso il 2300 a. C. i re Sumeri riconquistarono le loro terre.

Nel III millennio a. C. Si sviluppò la civiltà Babilonese, che con il re Hammurabi, espandendo i suoi domini dalla città di Babilonia, fondò il primo grande impero della storia.
La supremazia dei Babilonesi venne interrotta dall'invasione degli Assiri, ma poi riprese tra il VII e il VI secolo, nel cosiddetto periodo Neo-babilonese.

Il popolo guerriero degli Assiri si era insediato nella zona dell'alto Tigri già dal XIII secolo, ma tra il 932 e il 612 a. C. fu impegnato in una espansione territoriale che lo spinse fino alle coste del Mediterraneo e dell'Egitto.

Dal VI al IV secolo a. C. si affermò la civiltà dei Persiani, iniziata con la dinastia degli Alcamenidi.  A partire dalla conquista di Babilonia da parte di Ciro il grande, l'impero persiano si estese comprendendo la Lidia, l'Asia Occidentale, l'Egitto, fino ai confini con la Grecia, con la quale si scontrò più volte.

 

Le principali innovazioni dell'antica Mesopotamia

 

Le popolazioni che si insediarono presso i grandi fiumi, attraverso i secoli idearono sistemi di canali e dighe, per regolare le piene e trasformare la grande quantità di fango depositata presso le rive in concime per il terreno. le acque di scolo vennero incanalate e custodite in bacini e cisterne, in modo da utilizzarla per irrigare i campi anche nei periodi di siccità. Per questo questi popoli vengono chiamati anche civiltà idrauliche.
Di conseguenza il primo settore economico che trasse vantaggio dai sistemi idraulici furono quelli dell'agricoltura e della pastorizia-allevamento. Le coltivazioni praticate in queste zone, rispetto ad altre realtà, garantiva una produzione superiore, con più raccolti durante l'anno e abbondanza di prodotti. Le genti della Mesopotamia raggiunsero quindi un notevole benessere materiale rispetto ai tempi, una alto livello di civiltà, cultura e complessità sociale.


Tra il 3500 e il 3000 avanti Cristo nella Terra tra i fiumi sorsero le prime città-stato. Queste si si conformarono come realtà molto più complesse e ormai nettamente diverse rispetto agli abitati neolitici. La nascita delle città-stato è dovuta non soltanto per far fronte all'aumento della popolazione e trovare un nuovo ordine sociale, ma anche per regolamentare e organizzare il lavoro e amministrare i prodotti del territorio.
Tra i membri delle comunità e anche tra comunità o gruppi diversi, si operò una suddivisione del lavoro. Alcune attività erano infatti specifiche di determinati territori e di conseguenza divennero necessari gli scambi e i commerci dei prodotti appartenenti a generi diversi, come ad esempio le materie prime, i prodotti agricoli, le pelli, i tessuti, le ceramiche, ecc.

Un evento di eccezionale importanza è la scoperta del rame. Grazie all'utilizzo dei primi strumenti in rame fu infatti possibile perfezionare la lavorazione di tutti gli altri oggetti in pietra, osso e legno, ottenendo strumenti e prodotti più perfetti e funzionali. Più avanti, nel 2500 a. C. venne scoperto il bronzo e in seguito, nel 1200 a. C. il ferro.

Anche la scoperta dei metalli ebbe una ripercussione economica di fondamentale importanza. Alle già presenti attività artigianali: della tessitura, della ceramica, del legno, della pietra e della pelle, si aggiunse la metallurgia, che si divise a sua volta in diverse produzioni specializzate.
Lo sviluppo dell'artigianato incrementò la ricchezza e fu di stimolo alla creatività e alla progressione culturale e tecnologica e si inserì nella rete commerciale.

L'aumento dei commerci, agevolato dalle strade e dai porti fluviali, portò alla definizione di un nuovo mestiere: il mercante. Questa era una figura importante nelle società mesopotamiche perché insieme alla circolazione delle merci, faceva circolare anche notizie e conoscenze che hanno agevolato lo scambio culturale tra le diverse città o popoli anche lontani tra loro.

 

 

La società Mesopotamica

 

Nei tempi più antichi al vertice delle comunità che abitavano nelle città-stato si trovava il sacerdote. Al di sopra del sacerdote c'era solo il dio a cui apparteneva la città e che godeva della sua protezione. Il tempio era la casa del dio ma anche il luogo più rappresentativo del potere. Le società dell'antica Mesopotamia erano quindi società teocratiche.
Al tempio venivano portate le offerte dei fedeli che chiedevano aiuto e conforto alle divinità, ma anche i tributi. Questi consistevano in derrate alimentari e bestiame, venivano versati obbligatoriamente dai contadini e dagli allevatori, per mantenere tutto l'apparato dello stato, i sacerdoti, i funzionari e tutti coloro che vivevano nella città e svolgevano attività diverse da quelle agricole.

In un secondo momento l'organizzazione dello stato si trasformò in una forma più articolata. Vennero separati il potere politico da quello religioso. Il potere politico fu assegnato al re, quello religioso assegnato al sacerdote, il quale rimase l'interprete della volontà degli dei. 
Il re nelle sue decisioni e azioni politiche si avvaleva dell'appoggio e dell'approvazione dei sacerdoti. Il sovrano inoltre  aveva la collaborazione dei guerrieri, organizzati in un esercito con diversi gradi, e dei ministri, a loro volta aiutati da funzionari e scribi, anche in questo caso ordinati in modo gerarchico.

Lo scriba: era una professione molto prestigiosa nelle società mesopotamiche e vicina al potere. Era una carriera a cui potevano accedere solo pochi intellettuali particolarmente dotati, che usavano la scrittura e amministravano i beni della città.
Più avanti, con il perfezionarsi della scrittura, gli scribi avevano anche il compito di registrare i fatti e gli avvenimenti, di narrare per iscritto le vicende che fino allora erano solo tramandate a voce.

 

 

Forma e caratteristiche delle città mesopotamiche


Le città mesopotamiche erano città-stato e nelle loro forme urbanistiche rispecchiavano l'organizzazione sociale. Le città più importanti come ad esempio quelle sumere di  Ur e Uruk, quelle assire  di Ninive o Nur-Sarrukin, oppure Babilonia o Persepoli, pur nelle loro rispettive differenze avevano alcune caratteristiche comuni. Si trovavano presso le sponde dei grandi fiumi: il Tigri o l'Eufrate, circondate da ampie zone di terreni coltivati o adibiti a pascolo, molto importanti perché rappresentavano il principale sostentamento di tutta la città. 

Le città dell'antica Mesopotamia erano grandi complessi urbani densamente abitati, estesi in aree di decine di ettari. La forma complessiva era piuttosto regolare, generalmente quadrangolare. 
Al suo interno le costruzioni, le strade e le piazze erano ordinate seguendo i lati del perimetro, secondo una griglia ortogonale. Erano circondate da poderose mura difensive, arricchite di numerose torri. Le mura di solito avevano un profilo a scarpa: più spesse in basso e più sottili in alto, per avere maggiore resistenza e stabilità. Le più antiche erano costruite con mattoni crudi (parallelepipedi di argilla seccati al sole), poi sostituite con mura costruite internamente con mattoni crudi e esternamente con mattoni cotti (la cottura dei mattoni di argilla avveniva in appositi forni).  L'accesso alle città era garantito da imponenti porte di ingresso, spesso ad arco ed affiancate da torri.

 

La porta di Ishtar. VI se. a. C. Berlino, Museo archeologico

La porta di Ishtar. VI se. a. C. Berlino, Museo archeologico.
Foto di Bontenbal

 


All'interno del perimetro delle mura si distribuivano in modo funzionale le diverse zone della città: i quartieri residenziali con le abitazioni, le botteghe e le attività commerciali, le strade, le piazze, i quartieri produttivi con i laboratori artigianali e i magazzini. Questi ultimi, per favorire i commerci e gli scambi, erano collegati con strade e con i porti fluviali, da cui era possibile imbarcare o accogliere le merci.
Una delle città più evolute di questo periodo storico era Babilonia: sotto l'imperatore Nabucodonosor II divenne una vera metropoli dell'antichità, con tessuto stradale e urbanistico molto articolato e complesso.

 

La cittadella

 

Nella parte centrale, il cuore della città, si trovava il centro governativo e religioso: la cittadella. Questa era una vera città nella città, circondata da mura simili a quelle più esterne, ben difesa da torri e una porta d'accesso  controllata da guardie. Spesso le mura e la porta erano riccamente decorate come nell'esempio della splendida Porta di Ishtar, nella città di Babilonia. Grazie all'invenzione della maiolica, i popoli della Mesopotamia potevano rivestire le pareti con piastrelle di maiolica lucide e colorate. All'interno della cittadella si trovavano il palazzo con la reggia del sovrano, gli spazi amministrativi, il tempio, gli ambienti riservati ai sacerdoti e ai funzionari dello stato. Presso il tempio e presso il palazzo alcune costruzioni ospitavano gli archivi e le biblioteche che custodivano i documenti e i testi scritti. Altri spazi erano adibiti alla cultura e alla formazione dei giovani aristocratici.
Ogni città possedeva una ziggurat e almeno un tempio, poiché era sempre dedicata ad una divinità: la città stessa era considerata proprietà di un dio, il quale garantiva protezione e prosperità.

 

 

Le ziggurat

 

Le ziggurat erano imponenti costruzioni composte da enormi piattaforme sovrapposte, dalle dimensioni sempre più piccole andando verso l'alto. Questi edifici di pianta quadrangolare avevano gli angoli orientati secondo i quattro punti cardinali e fungevano anche da osservatori astronomici, poiché le divinità mediorientali erano associate agli astri. Vi si accedeva per mezzo di scalinate monumentali. Le piattaforme contenevano grandi terrazzi in cui si svolgevano riti e cerimonie. Sulla sommità della ziggurat sorgeva il tempio, considerato la casa del dio e in cui poteva recarsi solo il re o i più alti gradi dei sacerdoti. Nei livelli più alti c'erano gli ambienti che ospitavano i sacerdoti e le sacerdotesse. Più sotto si trovavano le stanze amministrative e ai livelli inferiori  si trovavano i magazzini contenenti i raccolti e le risorse che andavano poi ridistribuite nella città, ma anche botteghe e mercati.
Le ziggurat erano costruite in mattoni. Gli esempi più antichi erano realizzati con materiali ancora poco durevoli: mattoni crudi, cioè parallelepipedi di argilla essiccati al sole, o costruzioni rivestite di pietra calcarea come nel Tempio Bianco di Uruk, presso l'odierna Warka, in Iraq. Poi si diffuse l'uso della muratura con mattoni crudi all'interno dello spessore e mattoni cotti all'esterno delle pareti. L'esempio più famoso è quello della Ziggurat di Ur, a Tell-el-Mukayyar.

 


Il tempio

 

Il tempio era una costruzione a pianta rettangolare o quadrata con copertura piana e le pareti esterne solcate verticalmente da nicchie e contrafforti alternati che creavano suggestivi giochi di luci e ombre. Le pareti erano anche decorate con mosaici realizzati con piccoli coni di pietre colorate o rivestimenti in maiolica. All'interno lo schema più diffuso è quello tripartito con una grande sala longitudinale, rettangolare o a "T", detta navata, rispetto alla quale si distribuivano simmetricamente altre sale più piccole. L'altare si trovava in uno dei lati corti della sala principale. Nei templi delle civiltà mesopotamiche erano ospitate numerose opere d'arte come sculture, oggetti votivi o rituali, ceramiche, lavori in bronzo, oro e argento.

 

 

 

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Bibliografia


R. Bossaglia Storia dell'arte. Dall'Antichità al Gotico Internazionale. Principato Editrice, Milano 2003.
AA.VV. Vivere l'arte. libro per il docente. Bruno Mondadori Editore, Milano  2008
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerari nell'arte. Vol.I
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.I
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol I
S. Pernigotti Gli artisti nell'antico Egitto Dossier in Archeo. Attualità del passato. anno XVII n.1 (191) gennaio 2001
AA.VV. La Storia dell'Arte. Le prime civiltà Vol. I Electa 2006
AA.VV. Egitto. Archeologia e storia. Vol. I Folio editrice

 

 

 

 
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