carta

Carta è il lat. charta(m), dal gr. chártes (di etim. incerta);

cartaceo è vc. dotta che si rifà al lat. tardo chartaceu(m), mentre cartaio s. piuttosto che una continuazione del lat. tardo chartariu(m) ‘mercante di carta’, sarà una forma it. da carta col suff. -aio, così come cartario è form. mod. anal. a oleario, dolciario ecc.; la serie cartolaio, cartolare, cartolina trova il suo punto di partenza nel lat. chartula, che già il lat. class. conosce nel sign. di ‘piccola carta, scritterello’ e il lat. tardo e mediev. adoperano largamente nel sign. di ‘documento, atto notarile ecc.’ (il lat. tardo chartularius aveva il sign. di ‘archivista’).

Cartoleria è formata su cartolaio, secondo il rapporto macellaio-macelleria.

Cartagloria è comp. di carta e gloria (in senso liturgico), cartamodello di carta e modello (“formazione pessima” la definisce Migl. App. 1963), cartapecora deriva da carta di pecora (che è la forma più anticamente attest.), cartapesta è comp. di carta e pesta ‘pestata’, cartastraccia era la carta senza colla fatta con gli stracci, cartevalori è comp. col pl. di carta e di valore.

Cartografia, cartografico, cartografo, cartogramma, cartotecnica, sono comp. coi suffissoidi -grafia, -grafico, -grafo, -gramma, -tecnica, mentre cartomante e cartomanzia sono comp. coi suffissoidi -mante e manzia, ma trovano il loro modello nel fr. cartomancien (1803) e cartomancie (1803).

Cartolibreria è comp. di carto(leria) e libreria.

Cartonaggio e cartonare sono il fr. cartonnage (1785) e cartonner (1751).
Anche cartuccia nel sign. milit. è il fr. cartouche (sec. XVI), che a sua volta derivava dall'it. cartuccia, dim. di carta; per comprendere l'evoluz. semantica della vc. si veda la defin. che ne dà il Carena: “la cartuccia consta di una palla, di un culaccio di grossa carta contenente la materia dell'esca e finalmente della carica di polvere, il tutto racchiuso in un istesso involto di carta incollata” (cit. in Batt.).

Le cartoline postali “proposte (1865) da Heinrich Stephan, direttore supremo delle Poste tedesche furono, prima, introdotte nell'Austria-Ungheria (1869)” (Gar. 1892); in Italia furono adottate nel 1874 (Enc. it. IX 250).

La loc. carta bianca (dar ecc.) “oggi è metafora, ma in antico non era, e la carta, bianca e sottoscritta, correva realmente. Datosi a Firenze Sangimignano nel 1353, i Rettori fiorentini mandarono a' Sangimignanesi foglio bianco, perché questi a loro piacere vi scrivessero i patti della dedizione. E quel foglio a' tempi dell'annalista Gian Vincenzo Coppi si conservava tuttavia a grande onore nel Cassone della Cancelleria nuova di Sangimignano, rinvolto in altro foglio, scrittovi sopra: Foglio prezioso” (Rez., s. v. bianco § V).

Carta carbone è un calco sull'ingl. carbon paper (Klajn 128); carta velina sul fr. papier vélin (V. velìna); carta moneta sul fr. papier-monnaie (inizio sec. XVIII; a sua volta calco sull'ingl. paper money, 1691)

 

A. Severi

 

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