Giovanni Boldini

Giovanni Boldini. Ritratto della principessa Marthe-Lucile Bibesco, 1911, olio su tela, 183 × 120 cm, collezione privata.
Giovanni Boldini. Ritratto della principessa Marthe-Lucile Bibesco, 1911, olio su tela, 183 × 120 cm, collezione privata.

 

I ritratti di Boldini ci mostrano uno spaccato della Belle epoque attraverso una carrellata di personaggi, ma per l'artista rappresentano l'occasione di sperimentare un nuovo tipo di pittura.

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Approfondimenti / Opere

Cenni biografici e produzione artistica

 

Giovanni Boldini nasce a Ferrara il 31 dicembre 1842 dal pittore Antonio e da Benvenuta Caleffi. Già da bambino mostra una particolare predisposizione alla pittura e al disegno e nel 1858, dopo aver studiato come autodidatta, e soprattutto con il primo insegnamento del padre, inizia a frequentare lo studio dei fratelli Domenichini, pittori e decoratori ferraresi.
Nel 1862 si trasferisce a Firenze dove studia all' Accademia delle Belle Arti. Nello stesso anno conosce i pittori Cristiano Banti e Michele Gordigiani, inizia a frequentare il Caffè Michelangelo e i pittori macchiaioli. Boldini, però, si renderà conto molto presto che quel genere di pittura basato sulla staticità e su lunghe pose non è fatto per il suo carattere. La pittura seguita dai macchiaioli predilige i paesaggi e una tecnica basata sulla luce e sulle variazioni di tono, rese attraverso le macchie di colore. Boldini, che non condivide questo stile e preferisce dedicarsi allo studio di figura, si distacca subito dal gruppo, per intraprendere la sua ricerca personale.
Nel 1867 si reca a Parigi all'Esposizione Universale, qui incontra Degas, Manet e Sisley e ammira le opere di Corot.
Tre anni dopo fa un viaggio a Londra e studia la ritrattistica inglese del Settecento, in particolare le opere di Reynolds, Gainsborough e Romney.
Nel 1871 si stabilisce definitivamente a Parigi e inizia a lavorare per Goupil, uno dei mercanti più alla moda, espone con successo al Salon parigino e dipinge molti ritratti di esponenti dell'alta società.
Boldini vive intensamente la vita della capitale francese, è attirato dai Caffè, sia perché rappresentano il fulcro della vita contemporanea sia perché, vista la loro posizione sugli incroci nelle nuove vie, offrono ll'opportunità di incontrare non solo persone di bassa estrazione sociale ma anche l'élite parigina.
Negli anni a seguire viaggia in Germania, Olanda e Spagna, nel 1878 esegue alcuni ritratti e frequenta assiduamente Degas, dal quale trarrà ispirazione per le sue opere.
Nel periodo successivo si dedica alla ritrattistica e viene nominato commissario per la sezione dÂ’arte italiana all'Esposizione Universale di Parigi.
I ritratti di Boldini ci mostrano uno spaccato della Belle epoque attraverso una carrellata di personaggi, mentre per l'artista rappresentano l'occasione di sperimentare un nuovo tipo di pittura. Sono ritratti che con la loro leggerezza, la loro ricchezza di sete, di piume e di eleganza ci mostrano uomini e donne dell'alta società parigina. Il pittore studia a lungo la sua tecnica fino ad arrivare a dei tratti costanti che ci rendono riconoscibili i suoi lavori. Lo sfondo grigio del quadro mette in contrapposizione una figura colorata e leggera che sarà in continuo movimento nei quadri di Boldini, perché tutta costruita da pennellate dinamiche e guizzanti.  Questo processo viene sviluppato ulteriormente, con sempre maggiore libertà e dinamismo, fino ad arrivare a linee lunghe di colore e contorni appena accennati che tracciano figure che si allungano, si torcono.
Nel 1892 torna a Firenze dove stabilisce una relazione amorosa con Alaide, figlia delll'amico pittore Banti.
Soggiorna a lungo in Italia e continua a dipingere diversi ritratti, da quello di Madame Charles Max a quello di Donna Franca Florio; ottenendo sempre maggiore apprezzamento, fino a raggiungere la fama di pittore "alla moda" e nelle aste parigine i suoi dipinti  raggiungono quotazioni sempre più alte.
Torna a Londra e poi in Toscana dove propone ad Alaide Banti di sposarlo, ma il matrimonio sfuma causando così anche la rottura dell'amicizia con il padre di lei, Cristiano Banti.
Si dedica ancora alle sue opere, in particolare ai ritratti femminili, per i quali avrà come modelle Eugenie Legrip  e Lina. Quest'ultima sarà la sua modella fino alla fine della prima guerra mondiale.
Nel 1914 dopo diversi soggiorni in Italia e a Londra trascorre il periodo della prima guerra mondiale a Nizza dove ritrae ripetutamente Lina.
Nel 1921 riprende ad esporre al salon parigino e alcuni anni dopo conosce la giovane giornalista Emilia Cardona che sposerà nel 1929 all'età di 87 anni mentre lei era, invece, solo trentenne.
Boldini muore a Parigi l'11 Gennaio 1931 a causa di una broncopolmonite, sarà sepolto alla Certosa di Ferrara.

C. Facciani

 

 

 

Bibliografia

 

Stefano Zuffi, "La pittura moderna: gli impressionisti e le avanguardie del 900", ed. Electa
Alessandra Borgogelli, "Boldini", Art dossier ed. Giunti
Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, "Itinerario nell'arte, dal Barocco al Postimpressionismo", Zanichelli

 

 

 
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