Giovanni Bellini. Allegoria sacra. 1490-1500. Olio su tavola. Firenze, Uffizi
Grande protagonista della pittura veneziana del Quattrocento, Giovanni Bellini immerge le sue figure in vasti e silenziosi paesaggi in un poetico rapporto emozionale tra uomo e natura e tra realtà terrena e dimensione divina.
Giovanni Bellini. Presunto autoritratto. Dett. della Presentazione nel Tempio. 1459. Tempera su tavola.
cm. 80X105. Fondazione Querini Stampalia, Venezia
Giovanni Bellini, detto il Giambellino è uno dei principali esponenti della pittura veneziana del Quattrocento.
Nacque nel 1429 ca a Venezia, in una famiglia di artisti. Insieme al fratello Gentile, anch'egli pittore, si è formato nella bottega del padre
Jacopo, un pittore che seguiva uno stile tardogotico.
Il Giambellino ha lavorato soprattutto a Venezia, spostandosi poco, tranne un periodo di attività a Padova e qualche breve viaggio nelle Marche.
Giovanni Bellini. Trasfigurazione. 1478-79. Olio su tavola. cm. 116X154. Napoli, Museo di Capodimonte.
L'opera di Giovanni Bellini è significativa anche per la sua intensa evoluzione stilistica che lo vede passare dal minuzioso disegno tardogotico alla pittura tonale e atmosferica cinquecentesca. Ebbe occasione di conoscere alcuni tra i più importanti protagonisti dell'arte rinascimentale e da ognuno di essi riuscì a trarre importanti insegnamenti ma senza perdere mai la propria autonomia, sviluppando soprattutto la sua particolare sensibilità per il colore e i valori atmosferici.
Giovanni Bellini. Crocifissione. Olio su tavola. 1465-70 ca. cm 73X51. Pesaro, Museo Civico.
Nei dipinti dalla fase giovanile, ancora vicini ai modi di Jacopo, avvenne già un rinnovamento umanistico maturato grazie all'amicizia con Andrea Mantegna, che sposò sua sorella Nicosia nel 1451. La Trasfigurazione del Museo Correr di Venezia e la Crocifissione del Museo di Pesaro appartengono a questa fase. Rispetto alla visione monumentale di Mantegna, Giovanni però esprime una dimensione più intima, immerge le sue figure in vasti e silenziosi paesaggi in un poetico rapporto emozionale tra uomo e natura.
Giovanni Bellini. Orazione nell'orto. 1465-70. Tempera su tavola. Londra, National Gallery
Nella sua Orazione nell'orto, confrontata con quella di Mantegna, all'asprezza drammatica dell'altro maestro veneto, si contrappone una visione più malinconica, i colori sono più morbidi e i passaggi cromatici sono più ricchi di toni.
Giovanni Bellini. Pietà. 1465.Tempera su tavola. 86×107 cm Milano Pinacoteca di Brera
Nel corso degli anni '60 Giovanni raggiunge una piena autonomia stilistica, come si vede nel susseguirsi delle opere di questo periodo: il Cristo sul sarcofago del Museo Poldi Pezzoli di Milano, il Salvatore benedicente del Louvre, la Pietà di Brera e il Polittico di San Vincenzo Ferrer della chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo.
Giovanni Bellini. Incoronazione della Vergine (Pala Pesaro). 1471-74.
Olio su tavola. Pesaro, Musei Civici.
La celebre Incoronazione della Vergine, nota come Pala di Pesaro, dipinta tra il 1471 e il '74 (Pesaro, Museo Civico) mostra la
conoscenza dell'opera di Piero della Francesca e dei maestri fiamminghi.
Un'altra esperienza essenziale fu il rapporto con Antonello da Messina che nel suo soggiorno a Venezia nel 1475-76 suggerì a Giovanni le soluzioni plastiche e la corposità dei colori. da queste conoscenze derivarono poi capolavori come il Ritratto del Doge Loredan, oggi alla National Gallery di Londra, la splendida Sacra allegoria degli Uffizi e il Trittico dei Frari di Venezia.
Giovanni Bellini. Sacra allegoria. 1490-1500. Olio su tavola.
73×119 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.
Dal 1483 Giovanni Bellini divenne il pittore ufficiale della signoria di Venezia e diresse una fiorente bottega, molto frequentata da seguaci e collaboratori. E' il momento in cui Giovanni si dedicò ai temi della Madonna col Bambino e della Sacra conversazione, realizzando numerose variazioni e concentrandosi su un ideale tipo di bellezza. Nacquero anche numerosi ritratti.
Giovanni Bellini. Sacra conversazione dell'Accademia. 1490 ca.
Olio su tavola. 58×107 cm Venezia, Gallerie dell'Accademia.
Con i primi anni del Cinquecento la pittura di Giovanni Bellini mostra un nuovo rinnovamento, si apre soprattutto verso le ricerche espressive che caratterizzano la pittura delle regioni del nord Italia, da quelle di Lorenzo Lotto a Sebastiano del Piombo a Giorgione e Tiziano. La Pala di san Zaccaria della Chiesa di San Zaccaria a Venezia raggiunge un equilibrio perfetto tra l'impianto monumentale e la fusione atmosferica dei colori, le nuove immagini della Madonna col Bambino vengono immerse in ampi paesaggi dove il sentimento della natura si fonde con una sincera religiosità. Compaiono anche temi profani, come il Festino degli dei di Washington e la Venere allo specchio di Vienna dove lo spazio e la composizione distesa si integra perfettamente con l'ambiente naturalistico.
Giovanni Bellini. Venere allo specchio. 1 gennaio 1515.
Olio su tavola. 62×79 cm. Kunsthistorisches Museum, Vienna
Giovanni Bellini visse e lavorò fino a tarda età, accompagnando con la sua pittura l'evoluzione del Rinascimento veneto, dal suo primo comparire fino alla sua massima fioritura. Essendo sempre aperto a nuove possibilità non conobbe mai declino delle proprie capacità creative né della fama che aveva raggiunto.
Morì a Venezia nel 1516.
A. Cocchi.
Stefano Zuffi (a cura di) Il Quattrocento. Mondadori Electa editore, Milano 2005
AA.VV. La nuova enciclopedia dell'arte. Garzanti Editore 1986
AA.VV. Tesori d'Italia. Selezione dal Reader's Digest S.p.A. Milano 1975