Mostre e artisti contemporanei

Mostre, eventi e notizie sull'arte contemporanea. Vengono raccolti in questa sezione le segnalazioni su esposizioni imminenti e eventi da ricordare, documentazioni sugli artisti, con recensioni, documenti, fotografie, testimonianze.

 

The Portable Show curated by Stefania Carrozzini. BROADWAY GALLERY, New York.

Artists: NATALIA BERSELLI, ALESSANDRA COCCHI, ADRIANA COLLOVATI, MARCELLO DIOTALLEVI, ANNA GHISLENI, LIVE ART, SILVA NIRONE, ANNALISA PICCHIONI, PAOLA SCIALPI, KARL STENGEL

  

Dove abita l'utopia. Premio Libero Ferretti
Università Politecnica delle Marche. Ancona.
Partecipanti al premio: Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini

 

Il mare delle tue labbra
A cura di  Gianfranco Labrosciano con la collaborazione di Stefania Lecce.
Alt Art creazioni in corso
, Arcavacata.
Opere di Mariano Filippetta.

 

THE FLAG Ideata e curata da Stefania Carrozzini
NY ARTS BEIJING GALLERY  Pechino, Beijng, Cina.
Patrocinio: ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A PECHINO. 
Artisti: Loredana Alfieri, Caterina Arciprete, Daniela Billi, Cristina Cary, Aessandra Cocchi, Adriana Collovati, Irene Diprè, Miriam De Berardis, Ruggero Maggi, Antonio Massari, Vittorio Presepi, Brigitta Rossetti, Eugenio Vignali, Rosita Zagoreo

  

Volumi di luce. Vittorio Presepi.

Forlì, Oratorio san Sebastiano.
Biografia, mostre, recensioni, opere.
Un'arte essenziale, monda cioè da ogni ingrombo sovrastrutturale d'altra natura.

  

Sensational Architecture
a cura di Camilla Boemio.
Opere di:  Isidro Ramirez, Andrea Garuti, Mark Lewis, Spencer Tunick 
Auditorium Parco della Musica – Roma

 

Arte e Scienza
Omaggio a Umberto Prencipe.
Orvieto, Palazzo dei Congressi.
Mostra d'arte contemporanea, seminario, concerto.

 

 

Biennale Giovani a Fabbrica
Progetti di arte urbana e soluzioni per riqualificare la città.

Fabbrica, Gambettola.

 

Onirici realismi.
Galleria del  Loggiato di Cesena. Espongono: Cardinale, Cocchi, Galuppi
Ideazione e organizzazione a cura di Lino Riccardi. Allestimento: Silvana Cardinale.
Recensioni critiche: Johnny Farabegoli.

 

History of Tammam Azzam, Syrian artist in exile

 

 

Pesci d'Aprile.
Cesenatico, Museo della Marineria

 

Action cut

Opere in carta di Stephanie Hame-Grain.
Fabbrica. Gambettola.
Organizzazione di Rosa e Angelo Grassi in collaborazione con  il servizio culturale del comune di Villeneuve-Loubet, a cura di Odette Gelosi e Angelo Grassi.

 

Pittori astrattisti a Cesena. 
L'astrattismo e l'informale nelle sue espressioni artistiche.
A cura di Attilio Bazzani
Galleria Ex Pescheria, Cesena

 

Martha Rosler. AS IF
GAM-GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, Torino

 

  Artinomie
Fabbrica di Angelo Grassi.
Espongono: Francesco Bombardi, Giovanni Fabbri, Davide Frisoni, Mauro Moscatelli

 

Donna Avanguardia: gli anni '70

Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma

 

 

CAMMOVIE: video art a Casoria

CAM Casoria Contemporary Art Museum 

 

 

Digital life: arte polisensoriale

Rassegna sull'arte digitale. Roma, Mattatoio di Testaccio 

 

 

Kurt Schwitters, artista multiforme

Riga 29. Kurt Schwitters. Monografia a cura di Elio Grazioli, edito da Marcos y Marcos 

 

 

 

 

Per pubblicare in questo spazio contattare info@geometriefluide.com indicando nella richiesta: "categoria Eventi"


  

The portable show

 


ll logo della mostra

 

Current Exhibit: The Emotional Guidance System: From Fear to Joy / Dialect
Running From: November 16 - 31, 2008
Opening: Friday, November 20th, 2008

473 Broadway, 7th Floor
New York, NY 10013
(212) 274-8993
Tues - Sat 10 - 6PM

 


La sede della Broadway Gallery a New York

 

The Portable Show curated by Stefania Carrozzini

  

The Portable Show curated by Stefania Carrozzini at the BROADWAY GALLERY. December 1 to December 15, 2008

 Reception: DECEMBER 4th at 6 pm

 PATRONAGE: FONDAZIONE D’ARS OSCAR SIGNORINI ONLUS PRODUCTION AND ORGANIZATION: I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIA) Milano – New York City – Beijing

Artists: NATALIA BERSELLI, ALESSANDRA COCCHI, ADRIANA COLLOVATI, MARCELLO DIOTALLEVI, ANNA GHISLENI, LIVE ART, SILVA NIRONE, ANNALISA PICCHIONI, PAOLA SCIALPI, KARL STENGEL

 


Ingresso al 473 di Boadway

  

Broadway Gallery is pleased to announce the exhibition The Portable Show curated by Stefania Carrozzini and organized by I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIAfrom December 1 to December 15, with an opening reception on December 4, 6 p.m.
The exhibition features ten artists from Italy. For the show the curator contributes a text called Art Travels in Time and the Space of Creation.

 


Una parete della sala

 


Un momento della mostra con i visitatori

 

L’arte viaggia nel tempo e nello spazio della creazione.

 

L’arte viaggia e i suoi vettori sono fisici e mentali. Si espande sulla rete, si de-materializza, ma nello stesso tempo non abbandona il corpo e s’incarna in tutte le forme del vivente, mantiene un involucro, una forma che si può percepire nella reale dimensione spazio temporale. Tutto è in costante movimento, cose, idee, persone. Lasciano tracce d'energie nello spazio. Il tempo, nel gioco della creazione, li unisce in un unico disegno.

 


L'inaugurazione della mostra

 

L’arte digitale ha messo in crisi l’aura tradizionale dell’opera d’arte e la sua immanenza fisica e le categorie percettive a cui siamo stati abituati. Ma una domanda rimane comunque da farsi: perché gli artisti continuano a desiderare l’oggetto sensibile, la materia, perché insistono nel lavorare su tele, su marmi, su carta, sull’ambiente: perché non rifugiarsi tutti sul virtuale, perché non sposare totalmente la causa dell’immateriale? La dimensione temporale in cui siamo immersi c’impone dei limiti, la libertà di movimento anche.

 


Un angolo della mostra, sulla destra tre "rilievi su carta" di Alessandra Cocchi

 

Che l’idea si debba per forza di cose incarnare nella materia cercando il corpo a lei più adatto per manifestarsi nel mondo fisico? Per non trovarsi naufraghi in quest’oceano d’immagini occorre destreggiarsi ed attrezzarsi al meglio. Un po’ come avviene nel film Cast away in cui il protagonista, impersonato da Tom Hanks, Zemeckis, di professione spedizioniere, esperto negli spostamenti su territorio nazionale e globale, cerca di dare un senso alla vita e di resistere al vuoto che lo circonda. Per il naufrago Zemeckis la sopravvivenza dei simboli è più importante di quella materiale, più urgente del mangiare, del dormire e per questo non si costruisce una casa, non dà vita ad un secondo universo che gli ricordi la sua vita normale. Niente di tutto questo. Il suo feticcio, la security blanket sull’isola deserta è un pallone su cui ha disegnato col sangue un volto di donna. E’ quest’oggetto che lo aiuta a non morire. Forse il destino e il senso dell’arte è proprio questo: nutrire di simboli il corpo dell’immaginario, stabilendo un continuo rapporto affettivo con il reale. E’ un tentativo di guarire, un bisogno di riscatto dalla solitudine ontologica interna al soggetto, quella che comunque ci portiamo dentro dalla nascita.

 L’inondazione tecnologica a cui siamo sottoposti non ha fatto sparire il nostro desiderio di stabilire un rapporto concreto con l’oggetto. Anzi lo ha investito ancora di più d’aspettative, di rimandi simbolici, sia che si parli di dimensione estetica che costruttiva delle opere. Al di là dei mezzi con cui si esprime il nostro bisogno di dare voce e corpo all’immaginario, rimane viva la volontà dell’essere umano di testimoniare la potenza del pensiero e ciò che muove la legge dell’Universo e il processo della creazione. 

 Stefania Carrozzini

 

 Titolo: THE PORTABLE SHOW   a cura di STEFANIA CARROZZINI 

Luogo: NEW YORK “BROADWAY GALLERY” 
473 Broadway 10013 NEW YORK, NEW YORK - Dal 1 al 15 dicembre 2008

 Inaugurazione: 4 dicembre, 2008 

Patrocinio: Fondazione Oscar Signorini Onlus 
Produzione e organizzazione: I AM. INTERNATIONAL ART MEDIA Milano – New York City – Pechino

  Artisti:
Natalia Berselli, Alessandra Cocchi, Adriana Collovati, Marcello Diotallevi, Anna Ghisleni, Live Art, Silva Nironi, Annalisa Picchioni, Paola Scialpi, Karl Stengel 

 

 
 

Sensational Architecture

 

Opere di Isidro Ramirez – Andrea Garuti – Mark Lewis - Spencer Tunick. A cura di Camilla Boemio

Auditorium Parco della Musica – Auditorium Arte, V.le P. De Coubertin 30, Roma
Il 10 Giugno al foyer Petrassi proiezione della video - installazione “Newcastle Gateshead,England” di Spencer Tunick
Inaugurazione al pubblico della mostra “Sensational Architecture” mercoledi 16 Giugno 2010 ,ore 18.00
Periodo espositivo : 16 Giugno – 1 Luglio 2010
Orario : da lunedì a venerdì 17.00 – 21.00 sabato e domenica 11.00 – 21.00 ( ingresso libero )

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005 BALTIC Center for Contemporary Art.

 


 

'Less than at any time does a simple reproduction of reality tell us anything about reality. A photograph of the Krupp works or GEC yields almost nothing about these institutions. Therefore something has actually to be constructed, something artificial, something set up'.

Bertolt Brecht


 


Mark Lewis. North Circular. 2000. 35mm cinemascope transferred to High Definition, 4'.
Film still courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris

 

Seconda fase della rassegna “Luce-Forma/Visioni Urbane”, ideata dall’ architetta Daniela Pastore e prodotta dal Laboratorio Architettura Contemporanea, ha come fulcro la mostra “Sensational Architecture”.

 


Isidro Ramirez. Block of Flats 03, Berlin, 30.38 -2007. Courtesy the artist

 


La mostra affronta il tema dell’architettura indagando panoramiche poliedriche di città internazionali in chiave onirica ed artificiale; nelle quali lo spazio delle architetture diventa una visione psichica in grado di rimodellare le città e la sua visione  trasformandola in sensazionale ed eccentrica.
Il taglio di ricerca della mostra é complementare alla precedente mostra , organizzata per la preview della Festa dell’ Architettura , “CITIES – places visionaires” sempre  a cura di Camilla Boemio.

 


Andrea Garuti. "Cardinal Points". Berlin 2009.

 

Alla collettiva partecipano alcuni dei più famosi artisti internazionali che hanno dedicato la propria ricerca artistica al paesaggio industriale e le aree urbane, con accenni e scelte inedite: Mark Lewis , Spencer Tunick, Andrea Garuti e Isidro Ramirez
Saranno esposti : video , video – installazioni e fotografie.

 

Isidro Ramirez

 


Isidro Ramirez. Block of Flats 07, Berlin, 2010.
C- Type, 100 x 120 cm paper size, 80 x 100 cm image size 360° Degrees

 

Sensational Architecture” è la prima mostra italiana del fotografo Isidro Ramirez (U.K.), sarà esposta la serie “360°Degrees” composta da sette inediti lavori.
Il progetto “360°Degrees” è una continuazione di ricerca del lavoro realizzato nel 2005 .
Tutte le serie realizzate, negli ultimi anni, hanno un denominatore comune, analizzano i limiti della rappresentazione fotografica.
La fotografia è un media che limita la visione e la comprensione . 
Le serie raccolta di fotografie sono state realizzata a Berlino Est e gli edifici ritratti sono parte del corpo d’Architettura di epoca comunista; questo tipo di edifici sono prefabbricati e assemblati e si trovano in città nella parte costruita dall’ influenza politica della ex Unione Sovietica . 
Fotografati in questo modo perdono l’omogeneità architettonica rivelandone il lato unico e distintivo.

 

Andrea Garuti

 


Andrea Garuti. Berlin 2009. "Cardinal Points". Courtesy the artist

 


Andrea Garuti. Hong Kong. "Cardinal Points". 2008.

 

Di Andrea Garuti saranno esposte le serie: “Cardinal Points” e “Views .

Le moderne metropoli di tutto il mondo sono le protagoniste delle fotografie di Andrea Garuti (Firenze, 1965). 
Da Berlino , a Barcellona, a Las Svegas, a L'Havana il fotografo fiorentino ha immortalato scorci cittadini, soffermandosi sulle architetture. 
Dal centro di Tokyo alla Piazza Rossa di Mosca, fino al Cairo (serie “Cardinal Point” inedita) con la sua fedele Linhof, Garuti ferma in uno scatto una serie di dettagli ed inquadrature, che vengono poi accostati e sovrapposti nella fase finale, donando all'immagine una dimensione dinamica e diacronica.

 

Mark Lewis


Mark Lewis. 122 Leadenhall Street. 2007.
Duration: 4'14". 35mm transferred to High Definition.

 

Mark Lewis (Canada) vive e lavora a Londra, Inghilterra (è nato ad Hamilton, Ontario, nel 1958) .
Saranno esposti tre suoi lavori video che trattano il tema dell’ architettura : 122 Leadenhall Street (2007) , North Circular (2000) e Isosceles (2007)
Nel 2009 Lewis ha rappresentato il Canada nella 53° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. 

 


Mark Lewis. North Circular, 2000. 35mm cinemascope transferred to High Definition, 4'.
Film still courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris .


Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive nei più prestigiosi Musei internazionali, tra cui: il Kunstverein di Amburgo, il Musée d'art Moderne (Lussemburgo), BFI Southbank (Londra), il Museo Nazionale d'Arte Contemporanea (Bucarest), internazionale e nazionale - PS1 Contemporary Art Center, ( New York) e la Galleria d'Arte di Vancouver.

 


Mark Lewis. Isosceles, Mark Lewis, 2007. Super 35mm transferred to 2K, 3'20".
Courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris.
Duration:3' 20". 35mm transferred to 2k


Mark Lewis film è stato presentato al Film Festival Rotterdam 2010 , il Toronto International Film Festival nel 2009 ,e L'Effetto Film, Forum Expanded, presso l'ambasciata canadese a Berlino, che fa parte del Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2010.

 

 Spencer Tunick

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art

 

Nella Sala Petrassi dell’ Auditorium verrà proiettato due volte nell’arco della giornata, dopo le conferenze degli architetti internazionali: Bernard Tachumi – James Corner -  e Massimiliano Fuksas , la video - installazione di Spencer Tunick : Newcastle Gateshead, England realizzato da BALTIC Center for Contemporary Art . 
La proiezione fa parte del programma prodotto dalla Lac di Daniela Pastore.

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art



Fotografo statunitense, Spencer Tunick cominciò a fotografare uomini e donne nudi nelle vie di New York nel 1992. Dal 1994 ha organizzato oltre 75 opere site-specific negli Stati Uniti e all’estero. Le installazioni di Spencer Tunick coinvolgono centinaia di volontari; le sue fotografie sono la registrazione di tali eventi. Individui in massa, privi dei loro abiti, raggruppati in modo da assumere una nuova forma. 

 

Spencer Tunick. Düsseldorf, Germany. August 6, 2006.
Museum Kunst Palast. August 6, 2006.
Camera- Andrew Einhorn. Project Director- Jonathan V. Porcelli.
Special Thanks- Mattijs Visser. The video running time is 18 min and 54 seconds.

 


Dalle sue immagini scaturisce una tensione e una riflessione sui concetti di pubblico e privato, individuale e collettivo. L'esperimento visivo dell’artista compie un'azione livellatrice che permette di comprendere l'omogeneità umana, tramite una visione democratica del nudo, deprivata di umanità e sensualità. 

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art


Dal 1992 Tunick è stato arrestato cinque volte a New York, predisponendo i partecipanti alle sue opere. In tutti i casi, le accuse contro di lui caddero. Determinato a proseguire sulla sua strada, l’artista si appellò alla Federal Civil Rights. Nel maggio del 2000, la Corte d’Appello riconobbe la conformità delle sue richieste con il Primo Emendamento della Costituzione. Il 3 giugno dello stesso anno, anche la Corte Suprema si pronunciò a favore di Tunick.
Spettacolari le location toccate dalle installazioni di Tunick in Belgio, Australia, Canada, Stati Uniti, Brasile. L’artista ha realizzato opere site-specific, tra le altre, per: XXV Biennale di San Paulo,  Brasile (2002), Istituto di Cultura, Barcelona (2003), The Saatchi Gallery, Londra (2003); MOCA, Cleveland (2004); Vienna Kunsthalle (2008). 
Sponsor VISIONNAIRE .

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art

 

The exhibition “SENSATIONAL ARCHITECTURE” (group show) curated to Camilla Boemio (eg: past exhibitions: “MNEMOSYNE – The Atlas of images” Centro Arti Visive Pescheria in collaboration with the 46° Festival of Cinema 2009 and “CITIES – places visionaries” preview of the Festa of Architecture of Rome 2009) .
The exhibition is the most cool event off of the Festa of architecture of Rome .
It will be in the Auditorium in June (opening the 16 June – period between the 16 June – 1 July) .
One of the artist of the exhibition is the famous Spencer Tunick. 

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art


American Artist Spencer Tunick has been documenting the live nude figure in public, with photography and video, since 1992. Since 1994, he has organized over 95 temporary site-related installations that encompass dozens, hundreds or thousands of volunteers, and his photographs are records of these events. The individuals en masse, without their clothing, grouped together, metamorphose into a new shape. The bodies extend into and upon the landscape like a substance. These group masses, which do not underscore sexuality, become abstractions that challenge or reconfigure one's views of nudity and privacy. The work also refers to the complex issue of presenting art in permanent or temporary public spaces.

 


Spencer Tunick. Düsseldorf, Germany. August 6, 2006.
Museum Kunst Palast. August 6, 2006. Camera- Andrew Einhorn. P
roject Director- Jonathan V. Porcelli. Special Thanks- Mattijs Visser.
The video running time is 18 min and 54 seconds.

 


Spencer Tunick's body of work may come to help define or at least clarify the social, political and legal issues surrounding art in the public sphere. Since 1992, Tunick has been arrested 5 times while attempting to work outdoors in New York City. Soon after his Times Square arrest, as with the previous 4 arrests, all charges were dropped. Determined to create his work on the streets of New York, the artist filed a Federal Civil Rights Law Suit against the city to protect himself and his participants from future arrests. In May 2000, the Second US district court sided with Tunick, recognizing that his work was protected by the First Amendment of the US Constitution. On June 3 of the same year, in response to the city's final appeal made to Justice Ruth Bader Ginsburg and the court at large, the US Supreme Court also ruled in favor of Tunick by remanding the case back down, allowing the lower court decision to stand and the artist to freely organize his work on New York City streets.

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art


His installations around the world have been created in spectacular locations, including Belgium, Australia, Canada, the United States and Brazil, gathering thousands of people at one time. His temporary site-specific installations have been commissioned by the XXV Biennial de Sao Paulo, Brazil (2002);Institut Cultura, Barcelona (2003); The Saatchi Gallery (2003);
MOCA Cleveland (2004) and the Vienna Kunsthalle (2008) among others.

 


Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art

 

 

Supportrd by VISIONNAIRE . 
Telefono : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390 
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Website Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura – Roma

 

Media sponsors : ArsLife – t 
Sponsors : IPE CAVALLI - Moma – Cartechini infissi 
Sponsors tecnici : SIM2 – Estro - Impresa Interni F.ll Grioli - SOUNDREFLECTION .
Ufficio stampa : PESCI

Telefono : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390 
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Website Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura – Roma 


SENSATIONAL ARCHITECTURE 
group show : Isidro Ramirez – Andrea Garuti – Mark Lewis Spencer Tunick

curated Camilla Boemio

Auditorium Parco della Musica – Auditorium Arte

V.le P. De Coubertin 30, Roma
The 10 Jule in the foyer Petrassi showing of the video - installation “Newcastle Gateshead, England”
exhibition : 16 June – 1 July 2010
opening . the 16 June – 18.00

Period : Monday on Friday at 17.00 – 21.00 Saturday and Sunday from 11.00 to 21.00


The exhibition “SENSATIONAL ARCHITECTURE” (group show) curated to Camilla Boemio (eg: past exhibitions: “MNEMOSYNE – The Atlas of images” Centro Arti Visive Pescheria in collaboration with the 46° Festival of Cinema 2009 and “CITIES – places visionaries” preview of the Festa of Architecture of Rome 2009) is one of the show of the Festa of Architecture of Rome  .
The exhibition is the most cool event off of the Festa of Architecture of Rome .
It will be in the Auditorium in June (opening the 16 June – period between the 16 June – 1 July) .
One of the artist of the exhibition is the famous Spencer Tunick . 
For the “Sensational Architecture” exhibition there will be two video – installations :
“Newcastle Gateshead, England2 - BALTIC Center for Contemporary Art (July 17, 2005) and “Düsseldorf, Germany” - Museum Kunst Palast (August 6, 2006) .
American Artist Spencer Tunick has been documenting the live nude figure in public, with photography and video, since 1992. Since 1994, he has organized over 95 temporary site-related installations that encompass dozens, hundreds or thousands of volunteers, and his photographs are records of these events. The individuals en masse, without their clothing, grouped together, metamorphose into a new shape. The bodies extend into and upon the landscape like a substance. These group masses, which do not underscore sexuality, become abstractions that challenge or reconfigure one's views of nudity and privacy. The work also refers to the complex issue of presenting art in permanent or temporary public spaces.
Spencer Tunick's body of work may come to help define or at least clarify the social, political and legal issues surrounding art in the public sphere. Since 1992, Tunick has been arrested 5 times while attempting to work outdoors in New York City. Soon after his Times Square arrest, as with the previous 4 arrests, all charges were dropped. Determined to create his work on the streets of New York, the artist filed a Federal Civil Rights Law Suit against the city to protect himself and his participants from future arrests. In May 2000, the Second US district court sided with Tunick, recognizing that his work was protected by the First Amendment of the US Constitution. On June 3 of the same year, in response to the city's final appeal made to Justice Ruth Bader Ginsburg and the court at large, the US Supreme Court also ruled in favor of Tunick by remanding the case back down, allowing the lower court decision to stand and the artist to freely organize his work on New York City streets.
His installations around the world have been created in spectacular locations, including Belgium, Australia, Canada, the United States and Brazil, gathering thousands of people at one time. His temporary site-specific installations have been commissioned by the XXV Biennial de Sao Paulo, Brazil (2002);Institut Cultura, Barcelona (2003); The Saatchi Gallery (2003);
MOCA Cleveland (2004) and the Vienna Kunsthalle (2008) among others.
This is the first Italian show of the artist Isidro Ramirez (U.K.) and the serie choice is : 360° Degrees .
This project started as a continuation to the work he had been doing since 2005. 
In these last four years he had produced different series of work that are separate and distinctive but conceptually related.
These series have a common denominator – the limits of photographic representation. Photography is a media that limits vision and understanding. 
For the last 10 years he had internationally exhibited and published photographic work in publications/galleries such as (NextLevel magazine, Exit magazine, Hotshoe magazine, Photofusion gallery, Zelda Cheatle Gallery London, Viewfinder Gallery and Hunchentoot Gallery Berlin). 
In addition to photographic practice he also works as a photography lecturer at Havering College – running the third year of a Photography BA - and Kingston University and in other institutions such as The Photographers’ Gallery, Goldsmiths University and Tate Britain. 
The others artists are Mark Lewis and Andrea Garuti .
Mark Lewis lives and works in London, England. He was born in Hamilton, Ontario, in 1958, and attended Harrow College of Art (London) and the Polytechnic of Central London. Starting out as a photographer, Mr. Lewis began making films in the mid-1990s. In 2009 Lewis represented Canada in the 53rd International Art Exhibitiobn, La Bienalle di Venezia. He has had numerous solo exhibitions, including: the Hamburger Kunstverein, Musée d’art Moderne (Luxembourg), BFI Southbank (London),the National Museum of Contemporary Art (Bucharest), International and National Projects - P.S.1 Contemporary Art Center, (New York) and the Vancouver Art Gallery. Mark Lewis films have been shown at the International Film Festival Rotterdam 2010 and Toronto International Film Festival in 2009. Lewis currently has a solo exhibition The Film Effect, Forum Expanded; at the Canadian Embassy in Berlin which is part of the International Film Festival Berlin 2010.
Group exhibitions include The American Effect at the Whitney Museum of American Art (New York) and the 3rdBerlin Biennale of Contemporary Art at the KW Institute for Contemporary Art. His work is part of many museum permanent collections including the Arco Foundation, Madrid, Spain; Arts Council Collection, London, England; CAPC, Bordeaux, France; Centre Pompidou-Musee National d’Art Moderne, Paris, France; Hammer Museum, Los Angeles, USA; Kunstmuseum Bern, Bern, Switzerland; Mamco – Musee d’art moderne et contemporain, Geneva, Switzerland; MUDAM – Musee d’art Moderne Grand-Duc Jean, Luxembourg; MuHKA, Museum of Contemporary Art, Antwerp, Belgium; Musee d’art contemporain, Montreal, Canada; Museum of Modern Art, New York, USA; Museion- Museo d’arte moderna et contemporanea, Bolzano, Italy; National Gallery of Canada, Ottawa, Canada; and Vancouver Art Gallery, Vancouver, Canada
The only Italian artist is Andrea Garuti (Florence – 1965) with two series : Cardinal Points and Views .
He lives in Milan and he works with mainly commercial art for advertising campaigns such as : Etro , fay , Oviesse , Testoni , Vodafone telephone and others .
At the same time he contributed to various magazines , including : Elle , Glamour , Marie Claire , Cosmopolitan , Vogue Pelle , Vogue Sposa , Velvet , Amica and IO Donna .
In recent years he was returned to his love of Architecture and spaces of man , producing reportages in various parts of the world .
He makes a book names’ s “Views” (2008) edit by Damiani .
In this time he made several exhibitions in various cities : New York , Milan , Paris , Bologna and London .


Informations : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390 
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura website – Roma 

 

 

Dove abita l'utopia. Premio Libero Ferretti

 

DOVE ABITA L'UTOPIA

Premio Libero Ferretti.

IX edizione
17-27 gennaio 2009.

 

Università Politecnica delle Marche.

Ancona

Partecipanti al premio:

Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini


 


Un momento dell'inaugurazione: presentazione dell'assessore alla cultura
Pier Luigi Fontana e l'organizzatrice Stefania Fanesi Ferretti.

 

 

Dova abita l'utopia

Geometrie Fluide,

Sonorità,

Stati d'Animo di un avvenente, seducente fiore azzurro,

L'Orchidea Vanda cerulea, collegata ad uno psicogalvanometro,

Tele preparate a cemento,

Cellophane e Colle a caldo si Plexiglas,

Fogli di carta tagliati con forbici e taglierino,

Trasparenze di Acrilici su vetro,

Quadri a olio.

 


I rilievi su carta di Alessandra Cocchi presenti alla mostra.

 

L'arte ha davvero un compito? un obiettivo?
L'arte rappresenta o presenta? 
E' imitazione del reale, o veicolo, cassa di risonanza delle nostre percezioni? 
Arte digitale, immateriale, impalpabile, alla ricerca di un "sublime" tecnologico? 
O arte intesa come ricettacolo materico, palpitante, che fa uso di linguaggi e di materiali tradizionali? 
Può, infine, l'arte approdare ad un dialogo più approfondito, più articolato, ad una condivisione interattiva tra individuo-natura-tecnologia?

 


Alcuni momenti della mostra

 

La IX edizione del Premio Libero Ferretti "dove abita l'utopia" si è lasciata influenzare e travolgere da questi grandi interrogativi e, fedele al suo ruolo di fecondo laboratorio di idee, ha scelto sette giovani artisti che, con le loro lavori, con le loro scelte entrano a far parte di un dibattito aperto che non ricerca soluzioni definitive ma testimonianze attive.


Stefania Fanesi Ferretti

 


Dettaglio di una delle opere esposte

 


Una delle sale espositive

 


Alcune opere esposte

 


 

Premio Libero Ferretti.

IX edizione
17-27 gennaio 2009.

Università Politecnica delle Marche.

Ancona

Partecipanti al premio:

Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini

 

Organizzazione: Stefania Fanesi Ferretti
Allestimento: Stefania Fanesi Ferretti e Luciano Piva

Videocatalogo a cura di Sandro Ferretti.

 

Inaugurazione: sabato 17 gennaio 2009 ore 18.00 
Università Politecnica di Ancona,
Palazzo del Rettorato, piazza Roma 21
tel. 071/2201

orario di apertura: tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle 16,30 alle 19,30


 

Il Premio Libero Ferretti

Il Premio Libero Ferretti è un luogo segreto,

un'appartata, privilegiata dimora,

riservata all'utopia;

è un pungolo critico, una zona franca, un'area protetta,

una preziosa occasione per continuare a vivere, a proporre,

a pensare;

è un fecondo laboratorio d'idee,

influenzato, contaminato, intriso

della vivace e inquieta vitalità di pensiero

che sempre ha ispirato la vita, il lavoro e la personalità di

Libero Ferretti.

E' la perfezione di una piramide sommersa,

custodita in fondio al mare,

è passione, è forte emozione,

è nostalgia d'amore sospeso,

volato via, laccio d'argento,

è nostalgia d'infinito abbagliato di luce.


Stefania Fanesi Ferretti.

 

 
Il manifesto della mostra

 



Il mare delle tue labbra


A cura di  Gianfranco Labrosciano con la collaborazione di Stefania Lecce,  presso la sede dell’associazione Alt Art creazioni in corso, in via Longeni 25/bis, Arcavacata. Inaugurazione 8 marzo 2013.
Opere di Mariano Filippetta.

 


Mariano Filippetta. Lungomare - cm 29 x 23 colore su stampa fotografica – 2013

 

Il cielo immenso, enorme, il cielo che ci sovrasta, che ci copre con i suoi innumerevoli dipinti, che ci parla con il medesimo, intenso blu che Mariano solleva come se fosse il sipario di un immenso teatro per lasciarci gustare il palcoscenico di una dimensione nella quale l’occhio della coscienza penetra negli strati della memoria.

 

 

 


Alcune vedute della mostra

  

Se la volta del cielo non fosse quasi sempre colorata di azzurro, se le diverse sfumature di essa non avessero sempre il medesimo tono, bisognerebbe inventarla così o chiamare Mariano a dipingerla. O forse Mariano è un pezzo di cielo sceso sulla terra sotto forma di artista, o di colore blu, che è la stessa cosa, per cambiare la scena e la coreografia del mondo, e fare in modo che possiamo specchiarci nell’immensità di questo blu che ci sorprende, ci attira, ci assorbe e ci trasforma.


Gianfranco Labrosciano.




L'artista Mariano Filippetta e il critico d'arte Gianfranco Labrosciano

 


Un momento dell'inaugurazione

 

The Flag

 


Logo della mostra The Flag a Pechino

 

Arts Space Beijing
and
 World Art Media

are pleased to announce


 THE FLAG

Ideata  e  curata da Stefania Carrozzini
Date: Dal 3 al 27 marzo 2009

Luogo : NY ARTS BEIJING GALLERY  
 N0 2 INTERNATIONAL ART CAMP  HE GE ZHUANG VILLAGE,
 SHUN BAI ROAD – ART GARDEN 318   CHAO YANG QU, 
PECHINO,  BEIJING, CHINA

PATROCINIO: 
   ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A PECHINO

Artisti:
LOREDANA ALFIERI,
CATERINA ARCIPRETE,
DANIELA BILLI,
CRISTINA CARY,
ALESSANDRA COCCHI,
ADRIANA COLLOVATI,
IRENE DIPRE’,
MIRIAM DE BERARDIS,
RUGGERO MAGGI,
ANTONIO MASSARI, 
VITTORIO PRESEPI,
BRIGITTA ROSSETTI, 
EUGENIO VIGNALI,
ROSITA ZAGOREO

 

Il 5 marzo 2009 s’inaugura presso Nyarts Beijing Gallery a Pechino, nel 318 Art Garden District, la rassegna THE FLAG a cura di Stefania Carrozzini.
Quattordici artisti italiani sono stati coinvolti sul tema della bandiera planetaria, simbolo d’unione del pianeta Terra, di tutti i popoli e continenti. Gli artisti hanno esplorato la simbologia e la storia della bandiera interpretandone il tema con differenti linguaggi espressivi e rappresentando il Pianeta sotto diversi aspetti e angolature: mistiche, geografiche, politiche. Le bandiere hanno una funzione particolare, che è quella di comunicare un’appartenenza e costituiscono una vera e propria lingua internazionale di comprensione immediata. 

 


Alcune opere presenti alla mostra


Attraverso il colore, la geometria e immagini simboliche il messaggio visivo è ridotto all’essenziale, ma l’immagine risulta potente e significativa. Questa mostra vuole essere un momento di consapevolezza per  trascendere il concetto di nazionalità, per immaginare un futuro di un comune destino umano,  all’insegna della libertà dove non esistono differenze, divisioni e barriere. Tutto questo può apparire utopistico, nel momento presente anche perché è forse più semplice creare una bandiera che un’idea d’unione degli esseri umani e una nuova coscienza planetaria. 

 


Alessandra Cocchi. Pianeta. 2009. Inchiostro e acrilico su tela.
Cm. 100X76 (una delle opere presentate alla mostra)

 

 


Vittorio Presepi. Geo-Metrica. 2009. Acrilico su tela. 
Cm. 100X75 (una delle opere presentate alla mostra)

 

Quando gli astronauti nei loro primi viaggi videro la terra dallo spazio, dissero che non vedevano i confini e provarono una sensazione di sacralità rispetto al pianeta Terra. Così gli artisti, con la forza e l’energia della loro immaginazione creativa hanno viaggiato e visto dall’alto il pianeta, oltrepassando i limiti e ne hanno dato libera testimonianza con il loro lavoro su The FLAG.

 


Installazione nella sala centrale

  
La mostra è organizzata da Stefania Carrozzini  ed è composta da quattordici bandiere di grandi dimensioni. Catalogo di prossima pubblicazione.     

 


Una veduta dell'allestimento

 

 

THE FLAG symbolizes all that we have on earth. Utilizing the different visual languages and origins of 14 artists from Italy investigate through, colors, mark making, and form, a common thread, beyond gender and nationality.

 


Invito della mostra



The flag was born in a war contest. It was a vexillum; primitive materials (such as feather and leaves) were tied up with bamboo, then, Chinese people discovered the silk, and the flags were made with this new material and they finally waved in the wind.
Each artist in the exhibition has been asked to create a work based on idea of THE PLANETARY FLAG. Not just a simple flag but something, that represents the entire world, all the continents, the animals, all human beings, and the environment, in one word: the Earth.

 


Una delle sale dell'esposizione

 


It could be an utopistic vision having only one Flag. Officially we have 194 flags, for 194 nations recognize by ONU and it is easier to make a flag more difficult is to create an idea of unity. The artists are invited to think not just globally, but in a planetary way. It seems difficult to put together and realize a thought of unity in a rectangle of fabric: it is a challenge. Many are the meanings the artists interpreted by these 14 artists; from ecological, and geographical, to symbolical aspects, each dealing with the idea of an awareness that we only have one earth.

 This exhibition offers fresh and exciting perspective, a challenge for the future into the manner in which the identity of the earth and all human beings shed light on the most contemporary issue.

  

www.nyartsbeijing.com 

 www.nyartsmagazine.com

www.stefaniacarrozzini.com

 

 

Volumi di luce. Opere di Vittorio Presepi

 

Posted by: geometriefluide on: settembre 9, 2010

Giovedì 16 settembre 2010 alle ore 19 presso l'Oratorio di San Sebastiano a Forlì si inaugura la mostra Volumi di luce, dedicata all'opera di Vittorio Presepi. Presepi, sviluppando una raffinatissima ricerca espressiva, crea forme delicate e perfette, tridimensionali ed eteree che sembrano fatte di luce. I suoi volumi, nella loro chiara geometria, si rendono visibili con una loro naturale armonia, come se fossero generati dalla dimensione stessa del bianco, e sembrano nutrirsi di infinito. Spettacolo raro di sensazioni di una purezza cristallina, è una mostra da non perdere. Alessandra Cocchi Vittorio Presepi. Volumi di luce. A cura di Angelamaria Golfarelli. 16 settembre-28 settembre 2010 Oratorio di San Sebastiano via Pace Bombace- Forlì orari: martedì e giovedì 10.00-19.00; mercoledì e venerdì: 9.00-12.00 e 16.00- 19.00 sabato e domenica: 9.00-12,30 e 15.00-19.00 chiuso lunedì informazioni: 333.493.5893 - 348.950.8631

 

Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere.

Wassily Kandinsky

 


Vittorio Presepi. Omaggio a Minerva. 2003. Cartoncino. cm. 35X40 h. 62

 

Vittorio Presepi, nasce a Cesena nel 1943.

Dopo gli studi tecnici utilizzati nel lavoro, sente il bisogno di conoscenza ed espressione artistica. Esisteva in Presepi un anelito estetico formale che lentamente ha codificato.

 


Vittorio Presepi. Decrescente. 2005. Cartoncino. cm. 75X75


La sua formazione è stata fortemente stimolata dalla conoscenza attraverso letture, visite a mostre e manifestazioni. Questo processo gli ha permesso l'accesso a situazioni più complesse, e favorito la chiarezza delle idee progettuali astratto-geometriche. Da questi sedimenti di base e solo dopo anni, è nato l'impegno a realizzare opere che sempre di più lo hanno caratterizzato.

 


Vittorio Presepi. Fiamma. 2004. Materiale plastico. cm. 30X30 h. 70

 


Notevole importanza hanno avuto le partecipazioni a mostre che hanno ampliato la conoscenza delle poetiche di grandi artisti quali: A. Tasca, W. Valentini, E. Carmi, A. Biasi, Hisiao Chin, Horatio Garcia Rossi, ed altri.
Fondamentale è stato l'approccio e lo studio di Bruno Munari attraverso l'esperienza di collaborazione e allestimento alla grande antologica del maestro nel 2003 a Cesena, che lo ha avvicinato alle sfumature delle poetiche munariane.

 


 

 
Vittorio Presepi. 2005. Fuga dal quadrato. Materiale plastico. cm.75X75

 

L'artista cesenate Vittorio Presepi da qualche tempo spazia fino a determinare eleganti sculture in cartoncino, plastica e legno, veri e propri modelli da traslare in marmo, pietra, ferro o bronzo. Così come si propongono in dimensioni già consistenti, non certo usuali per questo tipo di arte, le opere tridimensionali di Presepi suscitano ammirato stupore per l'elegante raffinatezza del loro candido snodarsi nello spazio, evidenziando le geometriche componenti della loro superficie pieghettata o liscia, curvata e in tensione equilibrata, i cui effetti estetici sono profondamente mediati dall'artista. Questi dando libero corso alla sua passione creativa, sorretta da fervida fantasia, sicura sapienza e grande manualità, gioca a scoprire forme presenti in natura, anche se nascoste o neutralizzate da contorni esuberanti, e a isolarli in una creazione scultorea che rivela lati misteriosi del reale, perché non conosciuti, e rende quindi visibile l'invisibile.

 


Vittorio Presepi. Rigore e casualità. 2004. Carta. cm. 50X50

 

In maggioranza bianche e scultoree, le opere di Presepi producono delicati ed efficaci giochi fra luci e ombre, fra contrasti digradanti di forme e talvolta di sottile opposizione fra bianco e nero. Un vero incanto per gli occhi alimentato dall'amore, dalla maestria di Vittorio Presepi, il quale si è convinto da solo pochi anni su sollecitazioni a divulgare queste stupende composizioni.

Odette Gelosi 

 


 

 
Vittorio Presepi. Marilyn. 2003. Cartoncino cm. 25X50 h. 35

 

Presepi partito da una base più nettamente costruttivista, verso la fine del millennio è approdato ad un nitido e rigoroso strutturalismo di grande fascino, che mi induce a segnalarlo quale indubbio talento ed esempio di un necessario ripensamento stilistico.
Quello che Presepi esprime, è un atto di fiducia nei confronti della potenza, della forma e dell'equilibrio del colore, ed anche un richiamo all'urgenza di un ritorno all'ordine che merita di essere meditato.

 


Vittorio Presepi. Geo. 2004. Materiale plastico cm. 35X35 h.35

 


Egli ha il merito di porsi come una voce di ritrovata saggezza, che richiama all'autosufficienza dell'arte, un'arte essenziale, monda cioè da ogni ingrombo sovrastrutturale d'altra natura.
Da artista, per altro fecondissimo ed immaginoso, verso la fine del secolo scorso, sfruttando laminati di vario materiale e spessore, giunge a creare vere e proprie costruzioni, modulari e non, strutturate in modo da ottenere rilievi armonicamente organizzati, nella forma e nell'accostamento del colore. Prevalentemente eseguite sul piano frontale, tali strutture si sono subito presentate come veri e propri quadri da parete, che subito hanno attratto l'attenzione di curatori di mostre, e l'interessamento di mercanti e collezionisti particolarmente esigenti.

Serafino Babini, 2006

 


Vittorio Presepi. Veduta della mostra "Sculture di carta". Vicolo Cesuola. Cesena, 2004

 


 


Vittorio Presepi. 2005. Percorso. Carta. cm. 75X75

 

La prima volta che ho visto le opere di Vittorio Presepi, sono stata pervasa da una sensazione di lucibellezza e leggerezza.

Le opere di Presepi ti aprono un grande stupore negli occhi ed una curiosità nella mente per come sia stato possibile realizzarle. Non si tratta solo di grande maestria e capacità tecnica, ma nella loro quasi impalpabilità hanno quella densità e forza che sanno parlare all'anima.

Patrizia Della Porta, 2003

 


 


Vittorio Presepi. 2007. Prisma. Materiale plastico. cm.75X75

 

Esposizioni

 

Vittorio Presepi ha iniziato cui esporre su sollecitazioni ed inviti:

2000 - Fatto ad Arte - Mostra collettiva, Magazzini del Sale - Cervia
2001 - Ad Arte - Mostra collettiva, Magazzini del Sale -  Cervia
2002 - Mostra personale, Galleria Karola Kónig, Stoccarda. Italienisches Generalkonsulat Kulturabteilung
2002 - Ad Arte - Mostra collettiva. Magazzini del Sale - Cervia 
2003 - Sculture di carta presso  "Vivi la casa" - Fiera di Forlì. Mostra personale
2003 - "Vernice art-fair" - Fiera di Forlì. Mostra personale
2003 - "Sana" - Fiera di Bologna. Mostra personale
2003 - "Loggetta Lippi" - Mostra personale. Bagno di Romagna
2003 - "Sguardi incrociati". mostra collettiva. Galleria Angelo Grassi Contemporanea - Gambettola
2004 - "Vernice art-fair" -Mostra personale. Fiera di Forlì
2004 - "Sana" - Mostra personale. Fiera di Bologna
2004 - "Sculture di carta" - Mostra personale, "Vicolo del Cesuola" - Cesena
2005 - "Sana" - Mostra personale. Bologna Fiera
2005 - "Confini" - Mostra collettiva. Galleria Angelo Grassi Contemporanea Gambettola
2005 - "Regalati arte" -  Mostra collettiva, Galleria Angelo Grassi Contemporanea Gambettola
2006 - "La Prima-vera" - Mostra personale, Fiera Milano
2006 - "L'Astrattismo e l'informale" - Mostra collettiva. Galleria Comunale Ex Pescheria, Cesena
2006 - Sculture di carta - Mostra presonale. Chiesina ex-Ospedale, Meldola
2006 - Art-Verona - Mostra collettiva.  Galleria "La Pergola", Verona
2006 - Contemporanea - Mostra collettiva.  Forlì , Fiera 
2007 - "Formes" -  Mostra personale. Musée d'Histoire e d'Art, Villeneuve-Loubet (F)
2007 - "Equilibri sospesi" - Mostra collettiva. Chiostro San Giovanni, Orvieto.

 

 
Vittorio Presepi. 2004. In-out. Materiale plastico. cm. 75X75

 

 

 
Vittorio Presepi. Frantumazione. 2008. Carta. cm. 75X75

 

 

 

Arte e Scienza

 

 

Arte e scienza. Omaggio a Umberto Prencipe.
OrvietoPalazzo dei Congressi. Aprile 2008
Mostra d'arte contemporanea.

 


Ingresso alla mostra. Veduta d'insieme.

 

Organizzazione: Associazione culturale Porta Maggiore, Orvieto

La mostra Arte e Scienza è ospitata presso il Palazzo dei Congressi di Orvieto, nello storico Palazzo del Capitano del Popolo.

 


Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto.

 

E' divisa in due sezioni, la prima dedicata al maestro Umbero Prencipe, sensibile interprete di atmosfere e vedute che caratterizzano il paesaggio di Orvieto.

 


La sezione dedicata al maestro Umberto Prencipe.

 

La seconda  è la sezione contemporanea, dedicata ad artisti che operano ad Orvieto o sono legati alla città.

 


Opere di scultura e pittura presenti in mostra.

 

 Espongono:
Valter Ambrosini, Roberto Battella, Alessia Biondi, Aurelio Bruni, Adalberto Caldoro, Maria Carletti, Donato Catamo, Massimo Chioccia/Olga Tsarkova, Santo Ciconte, Alessandra Cocchi, Fiorenza Di Lenna, Katerinha Dilonh, Arianna Lazzeri, Raul Lede, Stefania Liccardo, Corrado Nucci, Orietta Pierassa, Jasmina Rubcic, Russel Sciarpulla, Ernesto Ruzza, Stefano Simoni, Sara Spaccino, Matelda Talarico, Claudio Vermi, Giuditta Vermi, Massimo Musicanti, Jan Macko.

 

 

 


Alcune vedute con i dipinti esposti

 

L'evento è corrredato anche dal seminario e dai concerti.

 


I relatori del seminario

 

L'inaugurazione della mostra Arte e Scienza è stata allietata dal concerto della Scuola di Musica Comunale "Adriano Casasole" di Orvieto.
Rita Graziani al flauto e Elisa Casasoli al pianoforte hanno eseguito i seguenti brani musicali:
Claude Debussy: Syrinx, per flauto solo; Jules Mouquet La Flute de Pan, sonata per flauto e pianoforte, po. 15; I. Pan et les bergers - II Pan et les oiseaux - III Pan et les nymphes

 


Lo spettacolo conclusivo dell'evento con letture di Pino strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri

 

Il 24 aprile, a conclusione del seminario sul tema Arte e Scienza, Angelo Strabioli ha condotto uno spettacolo con letture di Pino Strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri.

Il 24 aprile 2008 nella Sala etrusca del Palazzo dei Congressi di Orvieto si è svolto il Seminario promosso dall'Associazione Porta Maggiore di Orvieto sul tema: Arte e Scienza.
Dopo l'introduzione e i saluti delle autorità, si sono svolti gli interventi seguenti:

  • Curiositas, scienza non esatta?
    di Donato Catamo
  • L'ambiguo confine tra Arte e Scienza
    di Luca Umena
  • Psiche tra Arte e Scienza
    di Elena Liotta

Il seminario si è concluso con letture di Pino Strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri, lo spettacolo è stato condotto da Angelo Strabioli.

 

 

 

Biennale Giovani a Fabbrica

 


Installazione di Bertelli.

 

La seconda Biennale d'arte dei giovani 2008-2009 affronta il tema dell'arte urbana.
I venticinque giovani artisti partecipanti espongono, come proposte per la decorazione delle città elaborati bidimensionali e tridimensionali.

 


Un momento dell'inaugirazione con la presentazione del prof. Renato Barilli.



L'iniziaziva risponde a due principali esigenze. Da un lato l'intervento artistico si propone di reagire all'aspetto anonimo, o spesso sgradevole delle periferie urbane riqualificando l'ambiente pubblico. Dall'altro si sente la necessità di riportare l'arte al suo sostanziale intento "decorativo" e alla fruizione di tutti, facendola uscire dalla sfera elitaria degli intenditori e del collezionismo privato.

 


Un'opera di Lazzaretti

 


Installazione di Pergola

 

La scelta di questi obiettivi è nata in seno al comitato organizzatore della Biennale, composto da Mauro Mazzali, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, Vera Fortunati, direttrice del Dipartimento  di arti visive dell'Università di Bologna, Renato Barilli, Roberto Daolio, Cristina Francucci, docenti dei due istituti accademici.

 


Opere di Tomas e Mazzeo

 


Dettaglio di un'opera di Diaco


Gli artisti partecipanti sono stati selezionati in seguito a un concorso e provengono da Accademie di Belle Arti, e corsi universitari di indirizzo artistico, come il corso DAMS dell'Università di Bologna e altri.

 


Alla parete un'opera di Diaco, in basso, scultura luminosa di Felle e a destra il progetto di installazione urbana di Banfi

 


Paganini: progetto per "La città sottile".



Il luogo scelto per ospitare la Biennale d'arte dei giovani è Fabbrica, a Gambettola, che con i suoi ampi e funzionali ambienti rappresenta un suggestivo e prestigioso contenitore, pensato e realizzato da Angelo Grassi per valorizzare le opere e diffondere l'arte e la cultura sul territorio.
Il catalogo, corredato da foto a colori delle opere esposte, è dell'editrice Bononia University Press.

 


Il Labirinto di carni

 


Progetto di installazione di Cestari

 

Gli artisti partecipanti alla Biennale hanno offerto sia opere di carattere bidimensionale, destinate alla decorazione di pareti interne o esterne di edifici urbani; sia opere di tipo tridimensionale destinate a piazze, incroci, rotonde, eccetera. Ampia libertà è stata data alla scelta delle tecniche e dei mezzi espressivi, che vanno dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, all'animazione video, all'installazione.

 


I progetti di Maro e Pugliese

 

La documentazione fotografica qui pubblicata vuole offrire una panoramica della mostra.

Artisti partecipanti:
Elena Baldelli, Alessandra Banfi, Giovanni Bellavia, Camilla Bertelli, Walter Carnì, Veronica Cestari, Maria Valentina Dario, Antonella Della Lucia, Maria Elena Diaco, Daniela di Mauro, Roberto Pugliese, Giovanni Felle, Andrea Ferri, Viola Marongiu, Fabiana Greco, Cristina Guardino, Lisa Lazzaretti, Ignazio Mazzeo, Mentelocale, Caterina Paganini, Marco Pariani,  Chiara Pergola, Filippo Parini, Francesca Pizzo, Marco Strappato, Ettore Tomas.

 

A. Cocchi

 

 

Onirici Realismi

 


L'ingresso della mostra nel giorno dell'inaugurazione: sabato 5 novembre 2005.

 

Con il patrocinio del Comune di Cesena, si è svolta dal 5 al 20 novembre 2005, presso la Galleria del Loggiato di Cesena, la mostra:

Onirici realismi

Espongono: Silvana Cardinale,  Alessandra Cocchi, Massimo Galuppi. 
L'ideazione e l'organizzazione sono state curate da Lino Riccardi. L'allestimento è stato progettato e realizzato da Silvana Cardinale. La presentazione e recensione critica è opera di Johnny Farabegoli.


E' sicuramente il processo artistico inteso come gioco, diversamente declinato, ad unire i lavori dei tre artisti che espongono alcuni risiultati delle loro rispettive ricerche presso la Galleria del Loggiato di Cesena. Un "gioco" comunque serio, che per tutti e tre nasce da una attenta re-interpretazione "onirico-fantastica" del reale, per renderlo meglio visibile agli occhi dell'osservatore.

Jonny Farabegoli


Questa iniziativa, grazie all'ideazione, all'incoraggiamento e al sostegno di Lino Pasquale Riccardi, ha permesso di far incontrare tre artisti molto diversi tra loro ma accomunati da una simile sensibilità immaginativa.  Questa mostra è stata un'occasione per ragionamenti, scambi di opinioni, riflessioni che ha stimolato nuove idee. Dopo questo evento ne sono nati altri in cui gli artisti hanno collaborato ancora ed esposto insieme in altre occasioni.

 


 L'installazione di Alessandra Cocchi. Alcuni visitatori insieme all'artista presso i suoi "rilievi su carta".
Una tecnica antichissima come quella dello sbalzo su metallo applicata ad un materiale delicato come la carta.

 

 
Silvana Cardinale e la sua installazione. Si tratta di dipinti a olio sui quali l'artista
è intervenuta con inserimenti di materiali diversi come vetro, sabbia e foglia d'oro.

 

 

  
4) Le opere di Massimo Galuppi. L'artista propone immagini di città,
secondo una visione frammentaria e molteplice.

 

 


L'angolo con le miniature di Alessandra Cocchi.
Sul leggìo viene presentata la raccolta originale delle "Storie di vento", 
pubblicate in edizione limitata nel 2005.
Sulla parete di fondo un'opera di Silvana Cardinale.
A sinistra alcuni "rilievi su carta" di Alessandra Cocchi.

 

Gli artisti

 

Silvana Cardinale

Così i lavori di Silvana Cardinale (di Palermo, risiede a Bellaria, dove, accanto all'attività artistica svolge la professione di architetto), reinterpretano paesaggi - vissuti o semplicemente "immaginati" - attraverso una scrittura coloristico-materica che si dispiega nello spazio della tela attraverso una continua e tormentata metamorfosi della sostanza pittorica. Una sostanza fatta di colore ed inseri materici (questi ultimi sempre con funzione coloristica, come ad esempio le sabbie), di cui si libera, quasi come da un'onirica fucina segreta, una profonda e primordiale sorgente di colore-luce che, risalendo con forza sulla superficie della tela, ci restituisce i vivi profili di un'intima geo-grafia dell'anima.Un paesaggio interiore che disvela quindi la sua più intima essenza attraverso molteplici e rapidi passaggi di tonalità materiche, in cui ogni colore si espande e si adagia inquieto sui margini fertili di un limbo cromatico da cui ina luce intensa - e quasi improvvisa - finisce, inevitabilmente, con l'avvolgere lo spazio visivo dell'osservatore.

Alessandra Cocchi

Alessandra Cocchi attraverso i suoi Rilievi ci restituisce, poeticamente, il profilo segreto di un linguaggio onirico che si articola per intimi grafemi che, riemergendo da un subconscio materico-cartaceo, si disvelano in tutta la loro "leggerezza": una leggerezza che si associa, indubbiamente, ad una indiscussa precisione e determinazione del segno creativo. La carta utilizzata dall'artista non è quindi banale supporto, bensì sostanza prima: materia-colore viva resa feconda da una luce sapientemente catturata per additarci così le infinite e raffinate possibilità espressive di uno dei materiali più comuni della nostra quotidianità. Ma diremmo, anche, lavori da ascoltare, oltre che da vedere: che nascono, quasi impercettibilmente, dal silenzio dello spazio-carta, per trasmutarsi in veri e propri "segni-neumatici" di un intimo canto dell'anima.

Massimo Galuppi

Sul tema della complessa e poliedrica forma della città contemporanea lavora invece Massimo Galuppi (organizzatore di varie iniziative culturali, vive e lavora a Cesena) che partendo da una reinterpretazione semantico-coloristica di immagini fotografiche, quali vere e proprie "sinopie virtuali", ci restituisce, in una forma sapientemente sublimata, una serie di sguardi prospettici multipli sulle nostre città. Qui i colori, attraverso un attento processo kenotico, gradualmente si liberano da quella sostanza prima che è il colore nero, per trasformasrsi, quasi per inevitabile "reazione chimica" a contatto con la luce, in tratto colore-luce, forma-luce viva che segna e delimita il profilo mutevole di strade, piazze, edifici e particolari architettonici, gli stessi che abitano lo spazio delle nostre mutevoli percezioni quotidiane. vedute, quindi, oniricamente realistiche, dove il colore-forma attraverso le sue molteplici metamorfosi interne finisce col restituirci non una semplice banale rappresentazione, ma la fonte prima sorgente di una percezione urbana reale.

Johnny Farabegoli

 


Da sinistra: J.Farabegoli, S. Cardinale, P. L. Riccardi, A. Cocchi, M. Galuppi

 

 

 

 

Action cut

 


Stéphanie Hamel-Grain. Installazione. Fabbrica, Gambettola

 

Opere di Stephanie Hame-Grain.

Fabbrica. Gambettola (FC), settembre-ottobre 2008.

 

Il disegno nel volume

Con il foglio bianco come punto di partenza, Stéphanie traduce l'incontro dello strumento - le forbici o il taglierino - con la forma.
Attraverso il taglio del disegno nel foglio, cerca di rivelarci l'atto dello scultore, la poesia della luce e la sua azione sulla nostra percezione della forma.        


Stéphanie Hamel-Grain. Pannelli. Installazione. Fabbrica, Gambettola        


II suo continuo interrogarsi sull'impatto che luce e tempo hanno sulla nostra percezione di un oggetto, potrebbe essere il denominatore comune di tutto il suo lavoro; nelle sue prime opere, nei disegni con le forbici o con lo stampo o negli autoritratti a matita. La sua osservazione dell'azione della luce  in un campo di margherite o sull'ombra di un bollitore nei diversi momenti del giorno ci aiutano a prendere coscienza di una realtà diversa e ci rivelano altre forme possibili.
È a questo viaggio dell'occhio, a questa cessa in discussione delle abitudini percettive che ci invitano le opere di Stéphanie Hamel-Grain, sempre al limite del volume e della scultura.

 


 
Stéphanie Hamel-Grain. Sculture. Installazione. Fabbrica, Gambettola

 

Un anno e mezzo dopo la sua prima esposizione personale, l'artista ha acquisito una grande libertà nell'utilizzo di differenti materiali. Carta, plastica termo plasmata, materiali di recupero (vasetti di yogurth, flaconi di detersivo, contenitori agroalimentari, etc.) la portano verso un campo artistico astratto di grande audacia e maturità.
Permeata dalla musica, la sua riflessione si concentra non solo sull'acquisizione visiva, ma anche sulla percezione sonora dello spazio.

 


 
Stéphanie Hamel-Grain. Sculture. Installazione. Fabbrica, Gambettola

Questo duplice interesse la porta ad approfondire la sua ricerca in un senso in cui scultura e suono tendono ad unirsi in una coesa espressione artistica, un incontro sonoro con lo spazio e la scrittura artistica.
Una « Action Cut ».

Stéphanie si lancia oggi in installazioni realizzate in diretta, performance su fondo di musica elettronica creato in funzione del |suono prodotto dall'azione di taglio delle (forbici sulla materia.
Lartista esce dall'atelier, si espone, si mette in scena rendendo teatrale il proprio gesto.

 



Stéphanie Hamel-Grain. Ritratti. Installazione. Fabbrica, Gambettola

 

La percezione della potenza e dell'energia necessarie all'atto creatore, dell'aspetto fisico del lavoro artistico, apporta una nuova dimensione, per lo spettatore, davanti alle opera di Stéphanie Hamel-Grain.
L'esperienza unica della monumentalità di Fabbrica offre oggi all'artista una sfida che tutti gli scultori sognano senza dubbio un giorno di accettare.


               
Isabelle Meurice

 

Fabbrica e Villeneuve

 


L'ingresso di Fabbrica a Gambettola

 

Angelo Grassi e il servizio culturale del comune di Villeneuve-Loubet (Nizza) hanno intrapreso da due anni una interessante collaborazione franco italiana.
Tutto comincia nel 2006 quando, nel quadro del gemellaggio* con Forlimpopoli, Therese Dartois, assessore alla cultura, scopre la Fabbrica di Gambettola grazie a Odette Gelosi, originaria di Villeneuve Loubet che vive da molti anni in Emilia-Romagna.

 


Una delle sale con le opere di Stéphanie Hamel-Grain.


L'assessore, impressionato dal luogo e dall'iniziativa privata di Rosa e Angelo Grassi, trasmette il proprio entusiasmo al suo gruppo che sa essere particolarmente sensibile alle iniziative artistiche contemporanee.
Il servizio culturale collabora già da qualche tempo con l'associazione Kaleidoscope-Cultures en Jeu di cui la presidente, Sonia Dionisi, è italiana. Il suo aiuto prezioso faciliterà i contatti con la Fabbrica.

 


Le sculture in carta di Stéphanie Hamel-Grain nella sala a pianterreno.


Una telefonata e il progetto di una esposizione a Villeneuve-Loubet si concretizza per l'estate 2007.
Angelo Grassi fa così scoprire in Francia il lavoro notevole di Vittorio Presepi di Cesena.
Un altro gruppo di Villeneuve-Loubet, visiterà ancora la Romagna nel mese di novembre 2007. Sarà conquistato subito dalla Regione: l'accoglienza delle persone, la buona tavola, la bellezza dei luoghi e l'armonia dei paesaggi.

 


Una sala con le installazioni di Stéphanie Hamel-Grain

 


Il desiderio di rinforzare i legami si concretizza rapidamente da questa visita della Fabbrica, opera monumentale che nasce dalla volontà di un solo uomo, vero umanista e mecenate.
La riqualificazione di questo antico cementificio suscita sorpresa e ammirazione in tutti. O, più precisamente, in tutte perché sono cinque donne che Angelo Grassi accoglie.
Due artiste accompagnano la delegazione francese, Stephanie Hamel-Grain e Maria Colonna. Angelo ha potuto vedere ed apprezzare il loro lavoro la scorsa estate e gli da fiducia.
L'appuntamento è quindi preso per due esposizioni in questi luoghi grandiosi in cui tutti gli artisti vorrebbero poter, un giorno, allestire una propria mostra. Maria lo farà nel 2010, Stephanie oggi.
Un problema tecnico rimane da risolvere: le opere da realizzare per Gambettola dovranno essere adattate alle ampie sale « cattedrale » della Fabbrica.
La concessione di un locale della città di Villeneuve-Loubet, in un'antica scuola, permetterà all'artista di accettare la sfida e dare al suo lavoro di « Action Cut » una monumentalità e una forza nuove.

 


Installazione di di Stéphanie Hamel-Grain.

 


Le foto di Alessandra Cocchi documentano la mostra Action Cut, con le opere di Stephanie Hamel-Grain, ospitata da Fabbrica nel settembre-ottobre del 2008



*Gemellaggio nato nel 2000 che riunisce due città natali di due grandi cuochi, Pellegrino Artusi, codificatore della cucina italiana e Auguste Escoffier, maestro indiscusso dei grandi chefs francesi.

 

 

 

Pittori astrattisti a Cesena

 


Un momento dell'inaugurazione

 

Cesena Galleria comunale d'arte Ex Pescheria, 10 giugno-2 luglio 2006
Pittori Astrattisti in mostra a Cesena. L'astrattismo e l'informale nelle sue espressioni artistiche. 
A cura di Attilio Bazzani. Coordinamento di Pasquale Lino Riccardi. Allestimento Johnny Farabegoli

Espongono:
Stefania Albertini, Silvana Cardinale, Laura Ceccarelli, Alessandra Cocchi, Andrea Comandini, Mauro Soave Conti, Simonetta Farnedi, Cinzia Fontanelli, Massimo Galuppi, Giovanni Gurioli, Maurizio Nucci, Roberto, Palazzi, Osvaldo Piraccini, Vittorio Presepi, Pasquale Lino Riccardi, Giovanna Sarti, Paolo Tosi, Licia Tappi, Gianluigi Zamagni.

 

Un evento artistico-culturale per la città di Cesena

 


 Ingresso alla mostra. L'ambiente ora dedicato alle esposizioni, è ricavato dai locali
dell'antica Pescheria situata nel centro storico di Cesena. 



L'esposizione collettiva di un nutrito gruppo di pittori astrattisti a Cesena è un fatto culturale assolutamente nuovo, mai verificatosi in passato nella nostra città. Cesena è un piccolo centro rurale e artigiano, ma possiede una vitlaità martistica e culturale di rilevanza nazionale e internazionale. Gli artristi del nostro territorio, pittori, scultori archiotetti, scrittori, musicistio, quelli di ieri e quelli di oggi, costituiscono una ricchezza inestimabile, che solo pochi grandi centri posseggono. Da Francesco Masini a Giovanni Battista Razzani, da Marco maria lascari a Giuseppe Milani, da Cristoforo savolini a d Anselmo Gianfanti, per citare solo qualche nome, sono numerosi i cesenati che hanno illustrato la storia dell'arte nei secoli scorsi. Una tradizione che ha trovato piena conferma e ulteriore sviluppo nel nostro tempo, ancor più ricco del passato nella creatività e produzione artistica.
Il gruppo degli astrattisti in esposizione alla Galleria ex-Pescheria ne è una conferma. Essi però non esprimono esclusivamente stile astrattistico, praticando anche altre forme di lavoro artistico. Sono invece tutte del genere non naturalistico le opere esposte in questa mostra, che il pubblico cesenate avrà modo, per la prima volta, di osservare e valutare. In ogni caso si deve riconoscere al gruppo il merito di aver offerto a tutti l'opportunità di vedere una tipologia di pittura non molto diffusa in terra di Romagna.

 


Una veduta verso l'ingresso



Il movimento astrattista

 
Tra le correnti artistiche della prima metà del Novecento, l'astrattismo occupa un posto di rilievo. Sorto in Europa intorno al 1910, entra nella storia dell'arte contemporanea con una fisionomia ben precisa, radicalmente nuova rispetto aglia altri indirizzi già esistenti. La sua caratteristica fondamentale, tra i diversi orientamenti di cui si compone, è il superamento del realismo ottocentesco. L'anti-oggettività, che i suoi esponenti attestano di voler attuare, non significa però aderenza a concezioni idealistiche o mistiche, ma costruzione di un mondo che non trova riscontri nella realtà della natura. Dal nuovo universo che si intende edificare sono esclusi gli elementi della materia e dell'esteriorità, ai quali si sostituiscono la spiritualità e l'interiorità. Nè si deve pensare che la corrente astrattista sia senza regole, frutto di estemporaneità ed improvvisazione da parte dell'artista, come se questi fosse colto da folgorazione. L'opera astratta, al contrario, come ben nota il de Micheli, è il prodotto del rigore intellettuale e dell'ordine geometrico. La non-figuratività, che in apparenza lo caratterizza, concerne soltanto l'aspetto esteriore. Il segno didtintivo dell'astrattismo non risiede nella scomparsa degli oggetti reali del quadro, bensì nell'orchestrazione di un complesso di elementi, che vanno dalle oinde dei colori ai brani dei punti luminosi, dai percorsi delle linee alla polivalenza delle forme. ne deriva un'armonia di note musicali e cromatiche, di immagini vive, che costituiscono l'anima della "nuova realtà". In questo universo l'artista infonde la vita, le proprie fantasie, i sogni, le speranze, i desideri, i progetti futiri, che sente dentro di sè e sa comunicare al fruitore d'arte. Dunque, nel suo lavoro, egli non si "astrae", non si distacca dal mondo sensibile. Egli dà, invece, la concretezza alle idee e ai sentimenti umani. tanto è vero che alcuni illustri esponenti del movimento astrattista ritengono improprio il termine "astrattismo" ed hanno proposto di sostituirlo con quello più opportuno di "concretismo". Ma ora la sostituzione incontrerebbe difficoltà, essendo diventata, quella parola, di uso generalizzato.
 



L'astrattismo in Italia e in Europa

 
L'arte astratta sorge e si sviluppa nel secondo decennio del Novecento, in Germania, in Francia e in Russia. Il suo percorso iniziale è faticoso per il rifiuto dei critici e degli amatori di rinunciare all'oggettivo, ma la libertà creativa derivante dall'inoggettività ha preso il sopravvento e l'artista, sciolto ogni legame con il reale, può dare pieno corso alle sue facoltà inventive, fantastiche e immaginative. Può creare la forma non figurativa, purificata, spiritualizzata, che rappresenta l'anima del cosmo.
I centri maggiori, dove si coltiva la spiritualità dell'arte sono Monaco, Parigi, Mosca, Vienna, che negli anni 1907-1914 vedono la formazione di vari gruppi e associazioni (Die Brücke , Blaue Reiter, Fauves, De Stijl) intesi ad avviare l'avanguardia artistica dell'astrattismo. I fondatori del nuovo indirizzo sono da considerare Vasilij Kandiskij e Piet Mondrian, attivi fino al 1944.
Kandinskij, di origine russa, dopo aver frequentato gli ambienti artistici di Monaco e di Parigi, comincia aprodurre opere che destano l'attenzione di tutti. Il tratto caratteristico del suo stile è quello delle forme scomposte e semplificate, un elemento che ha qualche affinità con il cubismo. Mondrian, olandese, si forma nella frequentazione degli stessi ambienti culturali di Kandinskij, studia l'arte cubista, ma si orienta presto verso la non figuratività, che stilisticamente esprime, più che sulle forme, sull'orchestrazione delle luci e dei colori.

In italia l'astrattismo si sviluppa in forma più ridotta e contenuta rispetto agli altri paesi europei. Altra differenza è che da noi si sviluppa alcuni lustri più tardi, e cioè attorno al 1935. Nel clima culturale italiano degli anni trenta, l'arte astratta costituisce una rottura e, per gli ambienti ufficiali della politica e della filosofia, addirittura uno scandalo offensivo alle nostre tradizioni. Il gruppo, non molto numeroso, è formato da artisti assai differenti tra di loro. Alcuni provenienti da esperienze espressioniste, altri dal cubismo e dal surrealismo hanno in comune la volontà di costruire con la fantasia le nuove realtà del mondo. Tra i maggiori esponmenti dell'astrattismo italiano sono da ricordare M. Reggiani, A. Magnelli, O. Licini, e A. Soldati. Insieme ad altri artisti aderirono all'Associazione " Abstraction Crèation" che operava nei centri di Milano e Parigi. Notevole attività nel dopoguerra del gruppo degli astrattisti di Forma 1 di P.Dorazio, A. Perilli, C. Accardi, P. Consagra, M. Guerini, C. Maugeri, A. Sanfilippo e G. Turcato. da ricordare inol,tre anche l'attività culturale del caffè Giamaica a Milano di cui facevano parte, nello stesso periodo, con notevole evidenza tra gli altri, gli artisti astrattisti G. Dorfless, R. Crippa, G. Mazzon, F. Somaini, A. Chigine, Regina e L. Veronesi.




Gli astrattisti dell'esposizione cesenate

 

Sono sedici gli artisti che hanno aderito all'iniziativa di fare un'esposizione collettiva nella città di Cesena.



Silvana Cardinale

 


Due opere di Silvana Cardinale esposte alla mostra.

 

I volumi, le sagomature e soprattutto gli impasti della materia cromatica sono gli elementi di base coi quali Silvana Cardinale compone l'opera d'arte. il processo di ideazione e realizzazione della figura artistica non è un gesto improivviso e impulsivo, ma il frutto pensato e ponderato di una elaborazione che implica razionalità e fantasia, meditazione e spirito creativo, calcolo e abilità operativa, tutte doti che la nostra giovane artista è portata ad impiegare ogni giorno anche nella sua attività professionale di architetto. Arte materica, dunque, non della fisicità e dell'oggettivismo espressione delle idee personali del soggetto pensante, le quali si materializzano attraverso indagini e progetti, dicegni geometrici, calcoli e misurazioni. Arte concettuale più che astratta, animata dalla luce e dal colore, effusori di sensazioni vitali.
 



Laura Ceccarelli

 


Laura Ceccarelli fotografata davanti alla sua installazione.
Caratteristici del suo stile sono la scomposizione dalla forma e
la linea curva organizzati in insiemi piacevolmente dinamici.

A parte il breve periodo iniziale fatto di prove e sperimentazioni, la pittura di Laura Ceccarelli è caratterizzata dalla non-figuratività, ma il suo non-figurativo si differenzia da quelli che sono gli attributi specifici della corrente artistica a noi tutti nota. Si tratta di un astrattismo particolare, o meglio di un surrealismo onirico, misterico. Gli elementi che compongono il dipinto, numerosi e complessi, orchestrati con abilità magistrale, sono esaltati principalmente dalle vibrazioni luminose e cromatiche. Altro aspetto di grande rilevanza è il movimento delle linee e delle forme, che dànvita e armonia all'inttreccio dei volumi e degli spazi. Ondeggi e avvolgimenti variegati di luci e colori offrono alla vista panorami incantevoli.



Alessandra Cocchi


L'installazione di Alessandra Cocchi è strutturata su 12 Arcani, miniature in tecnica mista e alcuni disegni a china.
Intesi come "frammenti ritrovati", gli Arcani  rinviano ai segni misteriosi dei popoli preistorici,
ma sono anche brani di un racconto perduto.

 

Alessandra Cocchi è un'artista dotata di molteplici capacità creative, in grado di esprimersi con una straordinaria varietà di stili e di tecniche. Ha iniziato giovanissima, sui banchi della scuola elementare ad esternare i suoi sogni e le sue fantasie disegnando immagini elaborate dentro di sè, non tolte dalla realtà oggettiva. Il percorso artistico di Alessandra Cocchi, frutto di studio e di sperimentazione, è passato attraverso tappe diverse, dal figurativo all'astratto. ma l'astratto a cui l'artista è giunta, non ha le consuete caratteristiche finalizzate a realizzare immagini informali o irreali. Il suo obiettivo e ben più difficile da raggiungere, essendo quello di cogliere l'essenza delle cose, o meglio ancora, di tradurre nel quadro gli stati d'animo, i sentimenti, che le cose sanno suscitare in chi guarda col pensiero libero da ogni condizionamento. Allora bastano pochi segni per creare un'opera d'arte. Si può fare anche tracciando una semplice impronta su carta con una punta metallica, senza disegni, colori e altro. E' questo l'insegnamento che viene da molte opere di Alessandra Cocchi.

Per saperne di più visitare il sito ufficiale dell'artista.
 

Andrea Comandini

Lo stile di Andrea Comandini è unico nel suo genere. Singolarissimi sono, poi, i materiali e le tecniche che usa nella produzione delle opere. Una tipologia artistica di assai difficile interpretazione e catalogazione, perchè esula dagli schemi consueti.
Arte materica, informale, astratta, surreale? Forse una sintesi felice di tutti questi elementi. Sta di fatto che l'arte di Andrea Comandini, per alcuni versi e senza uguali, un assemblaggio di colori e materiali di scarto, come stracci, residuidi carta, metalli, plastica. Con l'impasto di questi materiali arricchito da numerose tonalità cromatiche, il Comandini, che è pittore e scultore ad un tempo, modella le sue opere, usando talvolta anche la combustione e la fiamma ossidrica. Nwe vengono fuori lavori di inconsueta rilevanza estetica. Creare il "bello" con scarti e rifiuti non è un merito di poco conto.
 

Mauro Soave Conti

Di norma ogni artista ha un suo stile con pochi connotati e attributi. Quello di mauro Soave Conti, per le caratteristiche che lo distinguono, potremmo indicarlo come "polistilismo" per la molteplicità di stili con cui abitualmente si esprime. Un impasto che va dall'art brut alla materica, dall'informale all'arte povera. Un tal modo di lavoro artistico, raramente si riscontra nel grande e variegato mondo dell'arte. C'è comunque alla base di questo genere "polistilico" di attività l'elemento costante dell'inoggettività e della non-figuratività. Le immagini create da Mauro Conti sono irreali o surreali, ma piene di movimento, di sospensioni, equilibri, armonie, che danno all'osservatore sensazioni di corpi animati, viventi.

Simonetta Farnedi

E' un'artista molto originale. Inizia il suo lavoro nel 2004, svolgendo un tipo di attività particolare e cioè la "grafica creativa": al computer crea immagini, che poi, con macchine speciali, trasferisce su supporti diversi. Sono figure di un effetto coinvolgente per l'osservatore. Tradotte su carta, tela, ferro, lamine e legno il loro effetto aerografato non cambia, restando singolarmente vivo e nuovo. Affermare che sono forme "astratte" non basta a definirle. L'astrattismo e l'informale qui diventano qualcosa di significato preciso, di limpido e pulito. Simonetta Farnedi è una ragazza spontanea, solare ed esprime in modo nativo quel che sente nel cuore. Non c'è, nelle sue creazioni, calcolo razionale, ma libera manifestazione del suo essere naturale, un'anima sensibile che, nonostante la giovane età, è di una straordinaria ricchezza spirituale. ha la capacità di far parlare la materia, una dote dell'artista autentico. le sabbie, gli stucchi, le colle e i mordenti, le vernici e i colori, posti da Simonetta sulla tela o sul legno, acquistano la parola, l'eloquenza dell'arte vera.


Cinzia Fontanelli

E' straordinaria la ricchezza delle tecniche e dei matieriali di cui si serve Cinzia Fontanelli per esprimere il suo mondo artistico. Mosaico, grafica digitale, web, pittura, design, arti visive: in ciascuno di questi campi aperti alla creatività, Cinzia si muove con abilità e destrezza, per la solida formazione conseguita nel centro di Ravenna, dove ha frequentato numerosi corsi di specializzazione. Altri settori di suo interesse sono le Discipline dello Spettacolo, l'installazione, la decorazione e la fotografia digitale. Le sue opere nella molteplicità dei loro aspetti fantastici, cangianti, stimolano, per i loro lavori estetici, l'immaginazione e la riflessione interiore dell'osservatore, che è portato ad andare oltre la visione delle figurazioni.

 

Massimo Galuppi


Le opere di Massimo Galuppi sono realizzate in acrilico su carta telata.
Tema centrale è la struttura architettonica, scomposta e ricomposta
in vedute dinamiche e colori sviluppati su una dominante tonale.

 

Il colore, il pennello e la tela sono, da sempre, gli strumenti più semplici per svolgere l'attività pittorica. Massimo galuppi è, invece, un artista che, come pochi altri, impiega mezzi espressivi diversi. Le immagini, ideate nella sua fantasia creatrice, le costruisce con la grafica digitale. A questo primo atto fa seguire un complesso lavoro di manipolazione, disgregazione e ricostruzione. Il terzo momento è rappresentato dalla campitura dei colori, usati e dosati con attenta cura e parsimonia. un altro tratto non comune, anzi singolare, del Galuppi, è il modo con cui si serve del bianco e del nero, in particolare di quest'ultimo, vera "pietra filosofale" della ricerca galuppiana, che sa dare forma vitale all'informale.

 

Giovanni Gurioli

Il mondo della natura, la realtà fisica, il dato oggettivo, sono i punti di riferimento, gli elementi basilari dai quali ogni artista prende spunto per la creazione delle sue opere. Giovanni Gurioli va oltre quei segni percettivi, ne crea altri trasformasndone gli aspetti, le forme, i colori, ossia dando vita ad una "nuova realtà". E' questa l'arte di Gurioli, una pittura che sarebbe riduttivo qualificare semplicemente "astrata". C'è in esso un concretismo che difficilmente sfugge all'osservatore attento e al critico d'arte. Le evoluzioni delle linee, la corposità dei volumi, l'armonia delle figure e dei contorni, il concerto-cromatico, fanno dei dipinti del Gurioli opere di sicura valenza estetica.

 

Maurizio Nucci


 La macchia, il segno a vortice e il dripping caratterizzano la pittura "gestuale" Maurizio Nucci.
Il colore si esprime con forte vitalità in composizioni cariche tensione.

 

Un pittore "istintivo" spinto all'attività artistica da un impilso intreriore, dal bisogno di esprimere le sue sensazioni di fronte al multiforme universio dell'uomo e dlla natura. Maurizio Nucci sa dare forma, col pennello, ai sentimenti e alle emozioni che prova dentro di sè. Anche il colore è utilizzato a questo fine primario. ne viene fuori una tavolozza policroma, con volumi, linee, punti luminosi, che l'osservatore, stimolato nella sua fantasia, può interpretare liberamente in mille modi diversi. Non sarebbe esatto definire astratta la pittur di Nucci, perchè in essa la realtà non è assente, ma trasformata. Dunque ci troviamo di fronte ad un genere d'arte che ha riscontri e affinità con l'espressionismo, il movimento artistico europeo al quale spetta il merito di aver superato la tradizione accademica, affermando il principio basilare della libertà espressiva dell'artista.



Roberto Palazzi

Il discorso pittorico di Roberto Palazzi appare, a prima vista, un linguaggio misterico, enigmatico, la cui lettura risulta estremamente difficile. Ad una più attenta riflessione si intuisce però il significato recondito del suo stile così inconsueto. la tematica di fondo del Palazzi è quella di interpretare la realtà storica del nostro tempo, gli avvenimenti, le tragedie e le vicende che la caratterizzano; la realtà che, nel bene e nel male, viviamo ogni giorno. un diario singolare, in cui si descrivono le paure, le violenze, le emozioni, i sentimenti insiti nella società e nel cuore di ogni essere umano. I punti neri, i percorsi tortuosi delle linee, degli incroci, le tonalità dei colori, sono le parole di questo straordinario racconto.



Osvaldo Piraccini

Il naturalismo e iul, classicismo sono le due componenti fondamentali della tematica di Osvaldo Piraccini, un artista cesenate di rilevanza nazionale. Pittura, scultura, disegno, tutta la sua ricca produzione trae ispirazione dall'arte classica e dalla natura. Le figure umane che fanno pensare alle sculture antiche di Roma o di Pompei, i paesaggi della nostra terra di Romagna, le colline, le spiagge, le architetture e i monumenti dei centri storici sono i temi preferenziali che il Piraccini assume come oggetti di studio e di ricerca e che poi fa rivivere, rigenerandoli, sulla tela, nel bronzo e nell'argilla. Quello che viene fuori è un mondo nuovo, un universo animato di vita propria, che sa parlare a chi lo guarda con la dovuta atrtenzione. Osvaldo Piraccini può essere definito anche un artista informale? Sarebbe una definizione limitativa. Eglim opera da oltre cinquant'anni ed è vero che nel suo lungo percorso c'è stata anche una stagione segnata da quel genere di arte, come di altri generi, tutti personalizzati nella creatività inventiva dell'artista.



Vittorio Presepi


Di grande suggestione le poetiche composizioni di Vittorio Presepi.
L'artista opera con carta o pirex, crea strutture in cui il bianco dei materiali
è esaltato dai giochi di luce e ombra.

 

Scienza, tecnica e tecnologia costituiscono le basi culturali di Vittorio Presepi, un fondamento, dunque, in cui la razionalità guida l'attività e il comportamento dell'uomo. Ma il bisogno interiore, nativo, del Presepi era d'altro genere. Il suo desiderio più vivo era quello di conoscere ed esplorare il mondo libero dell'arte, dove le regole matematiche e scientifiche non possonopiù condizionare l'agire umano, perchè nell'universo artistico imperano le forze della fantasia, dell'immaginazione e della creatività. Vittorio Presepi vi si trova a suo agio, essendo un artista "inventivo". Si resta perplessi ed ammirati davanti alle sue opere. Sono costruzioni genieli, originali, dove le forme, i volumi, le linee i colori danno corpo e vita a figure che, a prima vista, sembravano astratte o senz'anima.


Pasquale Lino Riccardi


Di grande ricchezza espressiva le opere di Pasquale Lino Riccardi.
In questa mostra ha esposto quadri appartenenti a fasi diverse della sua lunga carriera artistica.

 

Il Riccardi è un artista dotato di una complessa personalità, un ricercatore instancabile, sperimentatore di stili, tecniche e materiali più svariati. E' partito, all'inizio degli anni Settanta, interpretando i motivi salienti della Pop-Art, un movimento che perseguiva l'obiettivo di demistificare la realtà sociale del momento, edonistica e consumistica, con fini ironici e contestativi. Dall'esperienza della Pop-Art, che resta nell'ambito figurativo, Il Riccardi si apre ad aree diverse, non figurative, quelle dell'astrattismo e dell'arte informale. E' da questi campi che nasce la sua più ricca produzione, dipinti incantevoli, immagini che assumono valori simbolici. Sono opere di straordinario impatto visivo, che attestano la forza creativa del Riccardi. In ciascuna si sprigiona un mondo nuovo di volumi e di forme luminose, di linee e di colori. Un cosmo inimitabile, in cui circola la vita.

Riccardi è anche un personaggio chiave dell'ambiente artistico cesenate, A lui si deve anche la creazione del "gruppo" degli "astrattisti di Cesena".(ndr)


Giovanna Sarti

Non si è lontani dal vero, definendo il genere stilistico di Giovanna Sarti, arte concettuale, perchè la sua ricerca si muove sulla base della razionalità. Qui non si fa riferimento al figurativo e nemmeno all'astratto, ma piuttosto alla costruzione razionale di una nuova realtà. Un mondo a cui la Sarti dà vita traducendo sulla tela le emozioni e le iompressioni elaborate nella mente creativa dell'artista. Non ci sono, nei suoi dipinti, immagini di oggetti narurali e figure umane. Le masse di colore, sulla campitura, formano volumi cromatici variegati, complessi, che destano alla vista sensazioni di profondo appagamento spirituale. E' il segreto misterico dell'arte, difficilmente traducibile in parole, perchè simile al canto e alla musica. Si può soltanto gustare.


Licia Tappi

Si autodefinisce una pittrice di estrazione astratto-informale, ma certamente è qualcosa di più e anche di diverso. Il segno didtintivo dell'astrattismo è quello di rifiutare l'arte come imitazione della realtà, mentre l'informale è caratterizzato dal rifiuto dei mezzi espressivi tradizionali come le forme, i volumi, i colori e altro.
L'arte della Tappu, invece, è poesia, canto lirico della realtà, non solo della realtà fisica e materiale, ma soprattutto di quella psicologica, interiore, dell'uomo e della società.
Un'altra esperienza singolare della nostra giovane artista è quella sdel disegno infantile in una scuola della suua città. Un lavoro didattico che offre occasioni quotidiane di riflessione e di arricchimento spirituale. Sarà, forse, anche per questo che le opere di Licia Tappi ci appaiono così fresche, spontanee e naturali.
 
Attilio Bazzani
 
 
 
 
 
 
 

Artinomie

 

   
Francesco Bombardi, Giovanni Fabbri, Davide Frisoni, Mauro Moscatelli

Sede esposizione:

FABBRICA, viale Carducci 119, Gambettola (FC)
19 Febbraio – 12 Marzo 2011
Apertura tutti i giorni dalle 15 alle 19 (da lunedì a giovedì occorre presentarsi in ufficio)
INAUGURAZIONE SABATO 19 Febbraio ore 17,00

 

 

 


Quando il 6 Agosto del 1945 la città di Hiroshima venne cancellata in un soffio dalla bomba atomica, il mondo dell’arte conobbe il suo “ ground zero “ a livello mondiale e forse per la prima volta si ebbe una sorta di comunione del sentire che unì in un assordante silenzio artisti, filosofi, scienziati, musicisti, scrittori oltre a un infinito numero di persone che potevano soltanto semplicemente manifestare un orrore che si univa a quello non ancora metabolizzato della fine del secondo conflitto mondiale. Nel mondo dell’arte cominciarono a prendere forma ricerche e sperimentalismi di ogni tipo non veicolati da movimenti veri e propri canonizzati in qualche “ ismo” come era stata consuetudine fino agli anni quaranta.
Quindi dopo l’espressionismo, il cubismo, il futurismo e il surrealismo, per citare i più conosciuti, cominciò l’era delle avanguardie sperimentali che non intendevano scientemente lasciare nulla ai posteri non volendo rappresentare in alcun modo la società del tempo anzi rifiutandone quasi l’appartenenza.
Se l’uomo aveva rischiato di distruggere con l’umanità ancheGiottoMichelangelo e Leonardo cosa potevano mai inventare gli artisti del dopoguerra?
Come novelli alchimisti e nel rifiuto totale dello “status quo” culturale antecedente, personaggi come Fautrier Burri diedero vita alla pittura informale cosiddetta “materica” mentre Hartung e Vedova fondarono sul segno la loro espressività ieratica o viscerale che fosse.
Negli Stati Uniti invece si affermarono “l’ action painting”, tra automatismi che danzavano ipnoticamente sulla tela, come nei lavori di Jackson Pollock, e una nuova forma di espressionismo che venne definito perciò “astratto” di cui fu sicuramente il maggiore interprete Willem De Kooning.
Il punto focale di questi nuovi linguaggi espressivi era comunque il guardare oltre la razionalità e la conoscenza per manifestare l’incertezza e la sfiducia nei confronti del circostante attraverso linguaggi che privilegiassero l’istinto o il caso.
La nascita dell’arte informale, di questo stiamo parlando, mise al primo posto tutto ciò che veniva dall’inconscio e si fondava sull’immediatezza, sul gesto, sull’istinto anche violento purchè privo di ancore figurative anche a livello di retaggio culturale.
Ma in un luogo come il nostro paese, culla del Rinascimento, prima o poi la storia avrebbe presentato il conto. L’arte della non-forma pose nuovi quesiti.
Poteva l’artista fare a meno di rappresentare, per un tempo indefinito, la natura e la bellezza nelle sue forme più classiche del paesaggio e della figura?
Io penso assolutamente e categoricamente di no.
Eccoci arrivati alla cifra poetica di questa manifestazione che vede coinvolti quattro artisti romagnoli accomunati dal senso di appartenenza alla terra d’origine e dal profondo rispetto per il proprio lavoro. Lavoro basato su una conoscenza profonda e critica delle avanguardie del dopoguerra ma anche su quelli che sono i fondamenti imprescindibili della nostra cultura, cioè l’Umanesimo e il Rinascimento che possiamo respirare, toccare ed osservare nei loro lavori.
L’amicizia che mi lega a Bombardi, Fabbri, Frisoni e Moscatelli mi ha permesso di sognare un “dove” poterli esporre che si è materializzato in quel luogo denso di fascino e dal sapore di archeologia industriale che è rappresentato da “ Fabbrica” di Angelo Grassi.
I pittori hanno scelto personalmente il proprio spazio lasciandosi contaminare dalle sculture di Bombardi che, fungendo da sutura tra un linguaggio pittorico e l’altro, sfociano in una sala a loro interamente dedicata.
La mostra parte dal naturalismo rarefatto di Giovanni Fabbri, denso di concrezioni terrigne alternate a una visione poetica del segno, inteso come sottrazione del superfluo, il cui risultato finale è una sintesi che rimanda spesso ai toni e alle cromie della pittura primitiva del trecento.
Le sue sono architetture della natura sospese nel tempo e nello spazio, filtrate da uno sguardo sempre a metà strada tra il disincanto e la meraviglia.
Si prosegue con le opere di Davide Frisoni che, in continuo divenire, ha accentuato negli ultimi anni una deriva materica di natura informale, affinata nello sperimentale ciclo degli “asfalti”.
Il risultato è quello di percepire aspetti di espressionismo astratto-concreto all’interno di una figurazione della realtà dalla resa coloristica sempre avvincente.
Nella poetica di Davide il punto nodale non è più soltanto l’orizzonte, quindi lo spazio infinito, ma è diventato più intimo: gli occhi sul circostante assumono un’importanza fondamentale delimitando la visuale in uno spazio circoscritto di bellezza interiorizzata e perciò percepita come “momentum”.
In punta di pennello arriviamo agli “Instabili“ di Mauro Moscatelli, volti senza tempo caratterizzati da una raffinata introspezione psicologica.
Attratti da un’impercettibile smorfia oppure incalzati dagli sguardi complici delle persone raffigurate è possibile immaginare intimamente aspetti reconditi del carattere di queste.
Moti dell’anima quindi e non personaggi in quanto la rappresentazione non è fisiognomica ma piuttosto ancorata a un aspetto di silente svagamento oltremondano dell’immaginazione. Insomma non guardano noi ma noi oltre di noi. E se stesse insieme a noi. Presenti per la prima volta alcuni lavori del ciclo delle “sabbie”. I segni sulla sabbia testimoniano un passaggio che evoca un ricordo o semplicemente sono pensieri che invocano esistenza.
Intervallano e chiudono la rassegna le sculture di Francesco Bombardi che mi piace definire “mitologie”, in quanto rappresentano una sorta di omaggio alchemico a divinità sconosciute dedicato al mondo d’oggi ma contemporaneamente proiettato a quello di domani.
I materiali che usa sono duri a piegarsi ma il demiurgo non si lascia condizionare dalla fatica e sottopone il ferro alla legge del braccio che altro non è che lo strumento della mente.
Il passato e il futuro sono per lui pieghe di un unico presente, una grinza nell’infinito e verso l’infinito le sue opere sono poesie in cammino.

L.S. Interverranno:
Gianfranco Lauretano, Angelo Grassi, Luca Schiavetti.
L’evento è promosso e organizzato da SCHIAVETTI ARTE di Luca Schiavetti

Info e contatti
Cell. 3356352185 - Schiavettiarte@gmail.com - Facebook: Schiavetti Arte

 

FABBRICA di Angelo Grassi
Viale Carducci 119 47035 Gambettola ( FC )
Tel. 0547/52115 fax 0547/59302
www.angelograssi.it
mail: fabbrica@angelograssi.it
 
 
 
 
 

Martha Rosler. As if.

 



Dal 24 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 la GAM di Torino presenta all’interno del GAM Underground Project la prima mostra in un museo italiano dedicata al lavoro di Martha Rosler, figura fondamentale dell'attivismo artistico e politico negli ultimi anni. L’esposizione raccoglierà le più importanti opere dell’artista dal 1965 ad oggi, dagli storici collage delle serie Body Beautiful e Bringing the War Home, alle più recenti opere installative, offrendo un’ampia panoramica delle serie fotografiche dedicate agli aeroporti e alle metropolitane.

La mostra sarà preceduta da un Incontro con Martha Rosler
con Martha Roslerche si terrà il 22 ottobre 2010 in Sala Conferenze GAM Corso Galileo Ferraris 30 alle ore 18.

L'incontro con Martha Rosler inaugura un nuovo ciclo di conferenze alla GAM, curato da Luigi Fassi.
Il calendario prevede sette incontri, da ottobre fino a febbraio 2011, incentrati sul tema della partecipazione come strategia artistica e politica.
Per il calendario completo, consultare il sito www.gamtorino.it.

Martha Rosler. AS IF
Dal 24 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011

GAM-GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Via Magenta, 31 10128 Torino – Italy
+39 011 4429518 centralino
+39 011 4429595 segreteria
gam@fondazionetorinomusei.it

ORARI DI APERTURA
Collezioni e mostre
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima.

INGRESSO
Intero € 7,50
Ridotto € 6,00
Gratuito il primo martedì del mese.
Ingresso libero per i possessori di Abbonamento Musei e Torino Card
 
 
 
 

History of Tammam Azzam, Syrian artist in exile

 


Tammam Azzam. Mediterranean – 2015

 
 

Last Tuesday in the article "Men spitting revenge" I referred to Syria and an artist Tammam Azzam who,by his works undertakes to help his country at war.

Regarding this I wondered and I also asked you if art can change and get a better world. 
According Tammam: "I believe that art cannot save the country. ... But I think at the same time that all types of culture, art or writing, film or photograph, can rebuild something in the future. "

A balanced message of hope, then.

 


Tammam Azzam

 


To think that art literally can change the world is too much, but can draw and influence the consciences and sensitivities of people, coming to a gradual improvement of Society.

In fact, art produces images that have an educational function, critical and subversive, they are direct and incisive and can therefore significantly contribute to a change, especially if it has a new and different way to express, to interact with people, to get out of the usual dedicated spaces and is not limited, exclusive and available only to certain people.

Tammam Azzam was born in Damascus in 1980. He graduated at the Faculty of Fine Arts and has devoted himself, for several years, to his first specialization: the oil painting. The success he collects in Syria as a painter does not prevent him from engaging in another passion: graphic design, an experience that will be useful when he has to leave Syria.

 


Tammam Azzam. The Truth-Passport

 

In 2008, Tammam enters the Ayyam Gallery, a major arts organization founded in Damascus in 2006 and accredited internationally, with offices in London, Dubai and Beirut. 
Tammam started to exhibit in various cities of the Middle East but the outbreak of the Syrian civil war, in 2011, forced him to flee the 
country with his family and took refuge in Dubai, where he lives and works now.

 


Tammam Azzam. London - Bon Voyage series - 2013

 

His life changes dramatically. He succeeded in escaping but lost everything. He finds a new way to express his feelings and to tell the events happening in Syria. He passes from painting to digital art and his work, always within Ayyam Gallery becomes a form of protest, a way to show to the world the real situation in Syria, to denounce the violence of the conflict taking place there and contribute to the reconstruction of his country. He profits from his previous experience and starts using digital manipulation techniques, those of Street Art and innovatively combines them with traditional art techniques.

 


Tammam Azzam. Freedom Graffiti – Syrian Museum 2013

 

 

In 2013, Tamman arrives in London with his first solo exhibition "The Syrian", in the Ayyam Gallery. The exhibition includes three series of works, carried out in Dubai in the previous two years and so very intense and showing sensations, feelings and emotions.
The Series "Syrian Museum", 10 works dedicated to world-famous paintings, are compositions made by special computer programs and digital photographs, combining images of famous paintings with those of the Syrian rubble. These compositions seem real murals but they will really become such when Tamman returns to Syria and they represent his plan to Street Art, whichis “a great tool of dissidence and protest, difficult to censor”, as himself affirm.

 


Tammam Azzam. Matisse – Syrian Museum 2013

 

By the works of the great art masters within the Syrian context, the author wants to contrast the achievements obtained by Humanity with the destruction that she is able of inflicting. They are strong images, of big emotional impact of love against hatred, of good against evil, intense images that want to shock the viewer, and make him reflect.
One of the most famous works of this series is "Freedom Graffiti" (2012) which reproduces "The Kiss" by Gustav Klimt on a partially destroyed wall and riddled with bullets. But there is also the "Dance" by Henri Matisse where the characters in the painting are dancing on the rubble of a building, the work entitled "May 3, 1808" by Francisco Goya, in which the author represented the massacre of innocent civilians on that day during the Peninsular war. 

 


Tammam Azzam. Goya – Syrian Museum 2013

 

 

Tammam puts the figures in a Syrian road to bring out all that on may 3 years occur daily in Syria. In the Series "United Russia, United Nations and United States" Tammam openly denounces these three great powers, to fight each other for supremacy, conquest of power, money and prestige without the slightest regard for the Syrian people.

 


Tammam Azzam. London - Bon Voyage series - 2013

 

 

 


Tammam Azzam. New York – Bon voyage series – 2013

 

 

Link video da you tubehttps://www.youtube.com/watch?v=368bEew1FpI 
Azzamhas recently gone back to painting and has exhibited "The Road".

 


Tammam Azzam. Untitled - Storyes series- The-Road 2015-2016 - 200 x 250 cm - acrylic on canvas

 

 


Tammam Azzam. Untitled - Storyes series - The-Road 2015-2016 –180 x 235 cm - acrylic on canvas

 

These new works are part of the "Storeys" Series, large, acrylic painting on canvas from photos of the Reuters News; they represent devastated and desolate cities with no human being and life, the feeling of emptiness and alienation experienced by millions of people fled to unknown countries, seeking asylum.

 


Tammam Assam. The Stairway to Heaven – The Road 2015-2016

 

 


Tammam Azzam. We were there - 2013

 

Tammam has recently also received a scholarship for artists from Hanse-Wissenschaftskolleg Institute for Advanced Study in Delmenhorst, Germany.

 


Tammam Azzam. Statue of Liberty – digital collage – 2014

 

Over the last three years he has gained great success in Europe and the United States, presenting his works in numerous exhibitions including:

in 2013: 30th Biennial of Graphic Arts, Ljubljana.
in 2014: Biennial of Vancouver, Houston, Boston, New York, Dakar, Berlin, Budapest, Seoul e New Delhi.
in 2015: Sarajevo, Amsterdam, United Kingdomatthe Banksy’s Dismaland, Giorgio CiniFondation in Venice-Italy.

 

Luz Marina Aguzzoli – libertaearte@gmail.com

 

All pictures here published have been personally authorized by Tammam Azzam.
Sources: ayyamgallery.com
facebook.com/tammam.azzam

 
 
 
 

Donna Avanguardia: gli anni '70

 

Ana Mendieta, Untitled 1972
 
 

Posted by: geometriefluide on: marzo 16, 2010

Le donne nelle avanguardie artistiche internazionali degli anni Settanta nella mostra proposta dallo GNAM di Roma fino al 16 maggio. Nata dalla collaborazione della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, e la Sammlung Verbund di Vienna, la mostra Donna: avanguardia femminista degli anni '70, riunisce duecento opere di diciassette artiste. In una rigorosa documentazione, si presentano opere nelle quali le autrici affrontano da pioniere temi come il corpo,l'identità femminile e la differenza uomo-donna, oltre ad aver messo in discussione il proprio ruolo attraverso la ricerca di nuovi linguaggi o, anche, utilizzando riferimenti surrealisti e concettuali. Artiste in mostra: Helena Almeida, Eleanor Antin, Renate Bertlmann, Valie Export, Birgit Jürgenssen, Ketty La Rocca, Suzanne Lacy / Leslie Labowitz, Suzy Lake, Ana Mendieta, Martha Rosler, Cindy Sherman, Annegret Soltau, Hannah Wilke, Martha Wilson, Francesca Woodman, Nil Yalter DONNA Avanguardia femminista negli anni 70 dalla Sammlung Verbund di Vienna Roma – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea viale delle Belle Arti 131 - Ingresso per disabili: via Gramsci 73 19 febbraio – 16 maggio 2010 Orari di apertura martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45) Chiusura il lunedì Biglietti Intero 10 euro, ridotto 8 euro, Ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni; Gratuità per i cittadini UE sotto i 18 e over 65 anni Ai visitatori di Stati non facenti parte dell’UE si applicano le disposizioni sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità Informazioni tel. 06 32298221 - fax 06 3221579 www.gnam.beniculturali.it - www.sammlung.verbund.at Visite guidate 06 32298451 www.pierreci.it Catalogo Electa

 

 

 

CAMMOVIE : video art a Casoria

 


Locandina della mostra



Il 17 aprile alle ore 18.30 il CAM apre le sue porte alla video arte. Già noto per l’attenzione al linguaggio visivo, il museo di Casoria, si trasforma in un recipiente multimediale, una piattaforma su cui passa la video arte di tutto il mondo. CAMMOVIE è il nome dell’annuale evento/contenitore che ospiterà quattro sezioni GLANCES, CENSURED, MAGMART, VIDEO LOOP. La prima edizione di CAMMOVIE (17 aprile/30 maggio 2010) a cura di Antonio Manfredi apre con un focus sull’Iran, con uno sguardo (sezione GLANCES) sulla produzione della video arte persiana. Le metafore visive, presenti in Iranian glances, si trasformano in veicolo di messaggi di protesta contro il potere oppressivo del governo e lanciano forti spunti di riflessione sulla società iraniana: dalla condizione subalterna della donna, ai giochi economici con le nazioni confinanti, dalla guerra vissuta, alle teorie legate alle torri gemelle. Il fluire delle immagini spazia dal linguaggio documentaristico a quello finemente onirico ed estraniante per 22 video, alcuni dei quali hanno partecipato ad importanti eventi occidentali (come Documenta 11), mentre altri sono il prodotto di artisti dissidenti costretti a fuggire in Europa. Accompagnerà la visione dei video d’arte un’installazione dedicata a Neda Aqa-Soltan, una delle ragazze uccise durante gli scontri a Teheran contro il governo iraniano, la cui immagine ha fatto il giro del mondo divenendo simbolo dell’onda verde persiana. Faranno da cornice ironica le sagaci vignette di Simona Bassano di Tufillo che rivelano le difficoltà delle donne che indossano il burka. Interverrà con una performance Rokhshad Nourdeh, artista iraniana che vive a Parigi. Durante la mattinata del 17 aprile, l’artista camminerà per le strade di Napoli distribuendo volantini con testi da lei prodotti, portando successivamente sul Vesuvio una bandiera colorata, simbolo dell’unità. Il camminare di Rokhshad Nourdeh è come riproporre in un altro luogo l’incedere della fiumana di persone che ha popolato le strade dell’Iran negli ultimi mesi. La performance continuerà in serata (17 aprile ore 19.30) presso il CAM durante l’inaugurazione di CAMMOVIE. L’approfondimento culturale tocca anche un’altra sezione della piattaforma, CENSURED, con la visione dei film di Jafar Panahi vietati in Iran. Il regista iraniano è stato arrestato il primo marzo 2010 per la sua attività di opposizione al regime iraniano, per il progetto di un film sugli scontri. Non manca una strizzatina d’occhio anche alla censura di casa nostra, ai format scomparsi dalla televisione e riapparsi in rete (Raiperunanotte). Le altre due sezioni sono un’altra porta aperta verso la produzione artistica nel campo video, un’ennesima indagine esplorativa del museo di Casoria. La sezione VIDEO LOOP presenta una selezione di video provenienti da alcuni dei più importanti festival internazionali di video arte: Optica Festival_Spagna, Streaming Video Festival_Olanda, Video Play Festival_Argentina, Videoholica Festival_Bulgaria, NamaTRE.BaProject_Bosnia Herzegovina, VideoChannel_Germania e AllArtNow New Media Art Festival_Siria in collaborazione con Visualcontainer_Italia. Mentre la sezione MAGMART riconferma la presenza al CAM, che ne è partner, del noto festival internazionale alla sua 5° edizione. Saranno presentati i 30 video vincitori del festival che entreranno a far parte della collezione permanente del CAM.

Uffico stampa & PR: Graziella Melania Geraci +39 3349399870 cam.pr@hotmail.it

CAM Casoria Contemporary Art Museum Via Duca D’Aosta 63/A 80026 Casoria/Napoli/Italia Tel/Fax: +39 0817576167
Orari: martedì- mercoledì- giovedì- domenica 10.00/13.00 sabato 17.00/20.00
http://www.casoriacontemporaryartmuseum.com/ casoriacontemporaryartmuseum@hotmail.com

 

 

 

 

Digital life: arte polisensoriale

 

 

 


Una immagine della mostra

 

Roma, presso il Mattatoio di Testaccio è stato aperto il nuovo spazio

pubblico per l'arte contemporanea La Pelanda. La rassegna di inaugurazione Digital Life
del centro propone l'arte digitale con le contaminazioni tra tecnologia, nuovi
media e arte contemporanea.
In questa occasione Jean Michel Bruyère presenta in prima mondiale La dispersion du Fils mediante una proiezione su supporto tridimensionale di oltre cinquecento video, realizzato dal gruppo performativo teatrale LFKs negli ultimi dieci anni.
Sempre basato sulla tecnologia AVIE, il lavoro di Ulf Langheinrich, a Roma in anteprima mondiale, immerge il visitatore in un'esperienza acquatica polisensoriale sfruttando le
contaminazioni sonore e visive.
Julien Maire, sfruttando un sistema di proiezione sperimentale a bassissima risoluzione, presenta tre installazioni sospese tra video, fotografia e macchine come sculture.
Christian Partos utilizza per creare un'immagine i riflessi prodotti da cinquemila specchi rifrangenti opportunamente illuminati.
Con l'utilizzo di laser rossi e specchi, Li Hui disegna un corridoio luminoso che conduce a una porta illuminata.
Thomas McIntoshEmmanuel Madan, Mikko Hynninen collaborano alla realizzazione di un'installazione scultorea, Ondulation, che utilizza il suono per produrre immagini tramite l'acqua e la luce.
Tra le altre opere esposte, le architetture costruite con la luce Matrix di Erwin
Redl
, le composizioni stereofoniche del giapponese Ryuchi Sakamoto e del
videoartista Shiro Takatani, leader del gruppo artistico Dumb Type.

Informazioni:
La Pelanda - Centro di produzione culturale MACRO (ex Macelli) piazza Orazio Giustiniani 4, Roma
infoline 060608 dalle 9.00 alle 21.00

Orari: da martedi' a domenica, ore 16 - 24 chiusura tutti i lunedi' e il 1 maggio Biglietto d'ingresso intero 6 euro ridotto 4 euro
 
 
 
 

Kurt Schwitters, artista multiforme

 


La copertina del libro "Riga 29. Kurt Schwitters" a cura di Elio Grazioli

 

 

Posted by: geometriefluide on: febbraio 11, 2010

Il tedesco Kurt Schwitters, nonostante l'originalità e qualità delle sue opere, è stato a lungo ignorato da critici e mostre, troppo spesso inclini ad assecondare mode e tendenze momentanee. Kurt Schwitters, nato nel 1887 e morto nel 1948 è uno dei primi artisti "multimendiali", che ha sperimentato l'opera d'arte "globale" attraversando le diverse espressioni delle arti "visive" (pittura, scultura, collage, architettura) e coinvolgendo anche la poesia e la musica. Uno degli esempi più noti dei suoi lavori è il Merzbau. A questo multiforme e sorprendente artista è dedicata la monografia Riga 29. Kurt Schwitters a cura di Elio Grazioli, edito da Marcos y Marcos con interventi critici e testimonianze dell'autore mai tradotti opoco diffusi.

 

 

 

 

 

 

 
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