Mostre, eventi e notizie sull'arte contemporanea. Vengono raccolti in questa sezione le segnalazioni su esposizioni imminenti e eventi da ricordare, documentazioni sugli artisti, con recensioni, documenti, fotografie, testimonianze.
The Portable Show curated by Stefania Carrozzini. BROADWAY GALLERY, New York. Artists: NATALIA BERSELLI, ALESSANDRA COCCHI, ADRIANA COLLOVATI, MARCELLO DIOTALLEVI, ANNA GHISLENI, LIVE ART, SILVA NIRONE, ANNALISA PICCHIONI, PAOLA SCIALPI, KARL STENGEL |
Dove abita l'utopia. Premio Libero Ferretti Università Politecnica delle Marche. Ancona. Partecipanti al premio: Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini |
Il mare delle tue labbra A cura di Gianfranco Labrosciano con la collaborazione di Stefania Lecce. Alt Art creazioni in corso, Arcavacata. Opere di Mariano Filippetta. |
THE FLAG Ideata e curata da Stefania Carrozzini |
Volumi di luce. Vittorio Presepi. Forlì, Oratorio san Sebastiano. |
Sensational Architecture a cura di Camilla Boemio. Opere di: Isidro Ramirez, Andrea Garuti, Mark Lewis, Spencer Tunick Auditorium Parco della Musica – Roma |
Arte e Scienza Omaggio a Umberto Prencipe. Orvieto, Palazzo dei Congressi. Mostra d'arte contemporanea, seminario, concerto. |
Biennale Giovani a Fabbrica Fabbrica, Gambettola. |
Onirici realismi. |
History of Tammam Azzam, Syrian artist in exile
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Pesci d'Aprile. Cesenatico, Museo della Marineria |
Action cut Opere in carta di Stephanie Hame-Grain. |
Pittori astrattisti a Cesena. L'astrattismo e l'informale nelle sue espressioni artistiche. A cura di Attilio Bazzani Galleria Ex Pescheria, Cesena |
Martha Rosler. AS IF GAM-GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, Torino |
Artinomie Fabbrica di Angelo Grassi. Espongono: Francesco Bombardi, Giovanni Fabbri, Davide Frisoni, Mauro Moscatelli |
Donna Avanguardia: gli anni '70 Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma |
CAM Casoria Contemporary Art Museum |
Digital life: arte polisensoriale Rassegna sull'arte digitale. Roma, Mattatoio di Testaccio |
Kurt Schwitters, artista multiforme Riga 29. Kurt Schwitters. Monografia a cura di Elio Grazioli, edito da Marcos y Marcos |
Per pubblicare in questo spazio contattare info@geometriefluide.com indicando nella richiesta: "categoria Eventi"
ll logo della mostra
Current Exhibit: The Emotional Guidance System: From Fear to Joy / Dialect
Running From: November 16 - 31, 2008
Opening: Friday, November 20th, 2008
473 Broadway, 7th Floor
New York, NY 10013
(212) 274-8993
Tues - Sat 10 - 6PM
La sede della Broadway Gallery a New York
The Portable Show curated by Stefania Carrozzini
The Portable Show curated by Stefania Carrozzini at the BROADWAY GALLERY. December 1 to December 15, 2008
Reception: DECEMBER 4th at 6 pm
PATRONAGE: FONDAZIONE D’ARS OSCAR SIGNORINI ONLUS PRODUCTION AND ORGANIZATION: I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIA) Milano – New York City – Beijing
Artists: NATALIA BERSELLI, ALESSANDRA COCCHI, ADRIANA COLLOVATI, MARCELLO DIOTALLEVI, ANNA GHISLENI, LIVE ART, SILVA NIRONE, ANNALISA PICCHIONI, PAOLA SCIALPI, KARL STENGEL
Ingresso al 473 di Boadway
Broadway Gallery is pleased to announce the exhibition The Portable Show curated by Stefania Carrozzini and organized by I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIA) from December 1 to December 15, with an opening reception on December 4, 6 p.m.
The exhibition features ten artists from Italy. For the show the curator contributes a text called Art Travels in Time and the Space of Creation.
Una parete della sala
Un momento della mostra con i visitatori
L’arte viaggia e i suoi vettori sono fisici e mentali. Si espande sulla rete, si de-materializza, ma nello stesso tempo non abbandona il corpo e s’incarna in tutte le forme del vivente, mantiene un involucro, una forma che si può percepire nella reale dimensione spazio temporale. Tutto è in costante movimento, cose, idee, persone. Lasciano tracce d'energie nello spazio. Il tempo, nel gioco della creazione, li unisce in un unico disegno.
L'inaugurazione della mostra
L’arte digitale ha messo in crisi l’aura tradizionale dell’opera d’arte e la sua immanenza fisica e le categorie percettive a cui siamo stati abituati. Ma una domanda rimane comunque da farsi: perché gli artisti continuano a desiderare l’oggetto sensibile, la materia, perché insistono nel lavorare su tele, su marmi, su carta, sull’ambiente: perché non rifugiarsi tutti sul virtuale, perché non sposare totalmente la causa dell’immateriale? La dimensione temporale in cui siamo immersi c’impone dei limiti, la libertà di movimento anche.
Un angolo della mostra, sulla destra tre "rilievi su carta" di Alessandra Cocchi
Che l’idea si debba per forza di cose incarnare nella materia cercando il corpo a lei più adatto per manifestarsi nel mondo fisico? Per non trovarsi naufraghi in quest’oceano d’immagini occorre destreggiarsi ed attrezzarsi al meglio. Un po’ come avviene nel film Cast away in cui il protagonista, impersonato da Tom Hanks, Zemeckis, di professione spedizioniere, esperto negli spostamenti su territorio nazionale e globale, cerca di dare un senso alla vita e di resistere al vuoto che lo circonda. Per il naufrago Zemeckis la sopravvivenza dei simboli è più importante di quella materiale, più urgente del mangiare, del dormire e per questo non si costruisce una casa, non dà vita ad un secondo universo che gli ricordi la sua vita normale. Niente di tutto questo. Il suo feticcio, la security blanket sull’isola deserta è un pallone su cui ha disegnato col sangue un volto di donna. E’ quest’oggetto che lo aiuta a non morire. Forse il destino e il senso dell’arte è proprio questo: nutrire di simboli il corpo dell’immaginario, stabilendo un continuo rapporto affettivo con il reale. E’ un tentativo di guarire, un bisogno di riscatto dalla solitudine ontologica interna al soggetto, quella che comunque ci portiamo dentro dalla nascita.
L’inondazione tecnologica a cui siamo sottoposti non ha fatto sparire il nostro desiderio di stabilire un rapporto concreto con l’oggetto. Anzi lo ha investito ancora di più d’aspettative, di rimandi simbolici, sia che si parli di dimensione estetica che costruttiva delle opere. Al di là dei mezzi con cui si esprime il nostro bisogno di dare voce e corpo all’immaginario, rimane viva la volontà dell’essere umano di testimoniare la potenza del pensiero e ciò che muove la legge dell’Universo e il processo della creazione.
Stefania Carrozzini
Titolo: THE PORTABLE SHOW a cura di STEFANIA CARROZZINI
Luogo: NEW YORK “BROADWAY GALLERY”
473 Broadway 10013 NEW YORK, NEW YORK - Dal 1 al 15 dicembre 2008
Inaugurazione: 4 dicembre, 2008
Patrocinio: Fondazione Oscar Signorini Onlus
Produzione e organizzazione: I AM. INTERNATIONAL ART MEDIA Milano – New York City – Pechino
Artisti:
Natalia Berselli, Alessandra Cocchi, Adriana Collovati, Marcello Diotallevi, Anna Ghisleni, Live Art, Silva Nironi, Annalisa Picchioni, Paola Scialpi, Karl Stengel
Opere di Isidro Ramirez – Andrea Garuti – Mark Lewis - Spencer Tunick. A cura di Camilla Boemio
Auditorium Parco della Musica – Auditorium Arte, V.le P. De Coubertin 30, Roma
Il 10 Giugno al foyer Petrassi proiezione della video - installazione “Newcastle Gateshead,England” di Spencer Tunick
Inaugurazione al pubblico della mostra “Sensational Architecture” mercoledi 16 Giugno 2010 ,ore 18.00
Periodo espositivo : 16 Giugno – 1 Luglio 2010
Orario : da lunedì a venerdì 17.00 – 21.00 sabato e domenica 11.00 – 21.00 ( ingresso libero )
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005 BALTIC Center for Contemporary Art.
'Less than at any time does a simple reproduction of reality tell us anything about reality. A photograph of the Krupp works or GEC yields almost nothing about these institutions. Therefore something has actually to be constructed, something artificial, something set up'.
Bertolt Brecht
Mark Lewis. North Circular. 2000. 35mm cinemascope transferred to High Definition, 4'.
Film still courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris
Seconda fase della rassegna “Luce-Forma/Visioni Urbane”, ideata dall’ architetta Daniela Pastore e prodotta dal Laboratorio Architettura Contemporanea, ha come fulcro la mostra “Sensational Architecture”.
Isidro Ramirez. Block of Flats 03, Berlin, 30.38 -2007. Courtesy the artist
La mostra affronta il tema dell’architettura indagando panoramiche poliedriche di città internazionali in chiave onirica ed artificiale; nelle quali lo spazio delle architetture diventa una visione psichica in grado di rimodellare le città e la sua visione trasformandola in sensazionale ed eccentrica.
Il taglio di ricerca della mostra é complementare alla precedente mostra , organizzata per la preview della Festa dell’ Architettura , “CITIES – places visionaires” sempre a cura di Camilla Boemio.
Andrea Garuti. "Cardinal Points". Berlin 2009.
Alla collettiva partecipano alcuni dei più famosi artisti internazionali che hanno dedicato la propria ricerca artistica al paesaggio industriale e le aree urbane, con accenni e scelte inedite: Mark Lewis , Spencer Tunick, Andrea Garuti e Isidro Ramirez.
Saranno esposti : video , video – installazioni e fotografie.
Isidro Ramirez. Block of Flats 07, Berlin, 2010.
C- Type, 100 x 120 cm paper size, 80 x 100 cm image size 360° Degrees
“Sensational Architecture” è la prima mostra italiana del fotografo Isidro Ramirez (U.K.), sarà esposta la serie “360°Degrees” composta da sette inediti lavori.
Il progetto “360°Degrees” è una continuazione di ricerca del lavoro realizzato nel 2005 .
Tutte le serie realizzate, negli ultimi anni, hanno un denominatore comune, analizzano i limiti della rappresentazione fotografica.
La fotografia è un media che limita la visione e la comprensione .
Le serie raccolta di fotografie sono state realizzata a Berlino Est e gli edifici ritratti sono parte del corpo d’Architettura di epoca comunista; questo tipo di edifici sono prefabbricati e assemblati e si trovano in città nella parte costruita dall’ influenza politica della ex Unione Sovietica .
Fotografati in questo modo perdono l’omogeneità architettonica rivelandone il lato unico e distintivo.
Andrea Garuti. Berlin 2009. "Cardinal Points". Courtesy the artist
Andrea Garuti. Hong Kong. "Cardinal Points". 2008.
Di Andrea Garuti saranno esposte le serie: “Cardinal Points” e “Views .
Le moderne metropoli di tutto il mondo sono le protagoniste delle fotografie di Andrea Garuti (Firenze, 1965).
Da Berlino , a Barcellona, a Las Svegas, a L'Havana il fotografo fiorentino ha immortalato scorci cittadini, soffermandosi sulle architetture.
Dal centro di Tokyo alla Piazza Rossa di Mosca, fino al Cairo (serie “Cardinal Point” inedita) con la sua fedele Linhof, Garuti ferma in uno scatto una serie di dettagli ed inquadrature, che vengono poi accostati e sovrapposti nella fase finale, donando all'immagine una dimensione dinamica e diacronica.
Mark Lewis. 122 Leadenhall Street. 2007.
Duration: 4'14". 35mm transferred to High Definition.
Mark Lewis (Canada) vive e lavora a Londra, Inghilterra (è nato ad Hamilton, Ontario, nel 1958) .
Saranno esposti tre suoi lavori video che trattano il tema dell’ architettura : 122 Leadenhall Street (2007) , North Circular (2000) e Isosceles (2007)
Nel 2009 Lewis ha rappresentato il Canada nella 53° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia.
Mark Lewis. North Circular, 2000. 35mm cinemascope transferred to High Definition, 4'.
Film still courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris .
Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive nei più prestigiosi Musei internazionali, tra cui: il Kunstverein di Amburgo, il Musée d'art Moderne (Lussemburgo), BFI Southbank (Londra), il Museo Nazionale d'Arte Contemporanea (Bucarest), internazionale e nazionale - PS1 Contemporary Art Center, ( New York) e la Galleria d'Arte di Vancouver.
Mark Lewis. Isosceles, Mark Lewis, 2007. Super 35mm transferred to 2K, 3'20".
Courtesy and copyright the artist and galerie serge le borgne, Paris.
Duration:3' 20". 35mm transferred to 2k
Mark Lewis film è stato presentato al Film Festival Rotterdam 2010 , il Toronto International Film Festival nel 2009 ,e L'Effetto Film, Forum Expanded, presso l'ambasciata canadese a Berlino, che fa parte del Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2010.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
Nella Sala Petrassi dell’ Auditorium verrà proiettato due volte nell’arco della giornata, dopo le conferenze degli architetti internazionali: Bernard Tachumi – James Corner - e Massimiliano Fuksas , la video - installazione di Spencer Tunick : Newcastle Gateshead, England realizzato da BALTIC Center for Contemporary Art .
La proiezione fa parte del programma prodotto dalla Lac di Daniela Pastore.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
Fotografo statunitense, Spencer Tunick cominciò a fotografare uomini e donne nudi nelle vie di New York nel 1992. Dal 1994 ha organizzato oltre 75 opere site-specific negli Stati Uniti e all’estero. Le installazioni di Spencer Tunick coinvolgono centinaia di volontari; le sue fotografie sono la registrazione di tali eventi. Individui in massa, privi dei loro abiti, raggruppati in modo da assumere una nuova forma.
Spencer Tunick. Düsseldorf, Germany. August 6, 2006.
Museum Kunst Palast. August 6, 2006.
Camera- Andrew Einhorn. Project Director- Jonathan V. Porcelli.
Special Thanks- Mattijs Visser. The video running time is 18 min and 54 seconds.
Dalle sue immagini scaturisce una tensione e una riflessione sui concetti di pubblico e privato, individuale e collettivo. L'esperimento visivo dell’artista compie un'azione livellatrice che permette di comprendere l'omogeneità umana, tramite una visione democratica del nudo, deprivata di umanità e sensualità.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
Dal 1992 Tunick è stato arrestato cinque volte a New York, predisponendo i partecipanti alle sue opere. In tutti i casi, le accuse contro di lui caddero. Determinato a proseguire sulla sua strada, l’artista si appellò alla Federal Civil Rights. Nel maggio del 2000, la Corte d’Appello riconobbe la conformità delle sue richieste con il Primo Emendamento della Costituzione. Il 3 giugno dello stesso anno, anche la Corte Suprema si pronunciò a favore di Tunick.
Spettacolari le location toccate dalle installazioni di Tunick in Belgio, Australia, Canada, Stati Uniti, Brasile. L’artista ha realizzato opere site-specific, tra le altre, per: XXV Biennale di San Paulo, Brasile (2002), Istituto di Cultura, Barcelona (2003), The Saatchi Gallery, Londra (2003); MOCA, Cleveland (2004); Vienna Kunsthalle (2008).
Sponsor VISIONNAIRE .
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
The exhibition “SENSATIONAL ARCHITECTURE” (group show) curated to Camilla Boemio (eg: past exhibitions: “MNEMOSYNE – The Atlas of images” Centro Arti Visive Pescheria in collaboration with the 46° Festival of Cinema 2009 and “CITIES – places visionaries” preview of the Festa of Architecture of Rome 2009) .
The exhibition is the most cool event off of the Festa of architecture of Rome .
It will be in the Auditorium in June (opening the 16 June – period between the 16 June – 1 July) .
One of the artist of the exhibition is the famous Spencer Tunick.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
American Artist Spencer Tunick has been documenting the live nude figure in public, with photography and video, since 1992. Since 1994, he has organized over 95 temporary site-related installations that encompass dozens, hundreds or thousands of volunteers, and his photographs are records of these events. The individuals en masse, without their clothing, grouped together, metamorphose into a new shape. The bodies extend into and upon the landscape like a substance. These group masses, which do not underscore sexuality, become abstractions that challenge or reconfigure one's views of nudity and privacy. The work also refers to the complex issue of presenting art in permanent or temporary public spaces.
Spencer Tunick. Düsseldorf, Germany. August 6, 2006.
Museum Kunst Palast. August 6, 2006. Camera- Andrew Einhorn. P
roject Director- Jonathan V. Porcelli. Special Thanks- Mattijs Visser.
The video running time is 18 min and 54 seconds.
Spencer Tunick's body of work may come to help define or at least clarify the social, political and legal issues surrounding art in the public sphere. Since 1992, Tunick has been arrested 5 times while attempting to work outdoors in New York City. Soon after his Times Square arrest, as with the previous 4 arrests, all charges were dropped. Determined to create his work on the streets of New York, the artist filed a Federal Civil Rights Law Suit against the city to protect himself and his participants from future arrests. In May 2000, the Second US district court sided with Tunick, recognizing that his work was protected by the First Amendment of the US Constitution. On June 3 of the same year, in response to the city's final appeal made to Justice Ruth Bader Ginsburg and the court at large, the US Supreme Court also ruled in favor of Tunick by remanding the case back down, allowing the lower court decision to stand and the artist to freely organize his work on New York City streets.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
His installations around the world have been created in spectacular locations, including Belgium, Australia, Canada, the United States and Brazil, gathering thousands of people at one time. His temporary site-specific installations have been commissioned by the XXV Biennial de Sao Paulo, Brazil (2002);Institut Cultura, Barcelona (2003); The Saatchi Gallery (2003);
MOCA Cleveland (2004) and the Vienna Kunsthalle (2008) among others.
Spencer Tunick. Newcastle Gateshead, England. July 17, 2005.
Video-installazione. BALTIC Center for Contemporary Art
Supportrd by VISIONNAIRE .
Telefono : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Website Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura – Roma
Media sponsors : ArsLife – t
Sponsors : IPE CAVALLI - Moma – Cartechini infissi
Sponsors tecnici : SIM2 – Estro - Impresa Interni F.ll Grioli - SOUNDREFLECTION .
Ufficio stampa : PESCI
Telefono : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Website Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura – Roma
SENSATIONAL ARCHITECTURE
group show : Isidro Ramirez – Andrea Garuti – Mark Lewis Spencer Tunick
curated Camilla Boemio
Auditorium Parco della Musica – Auditorium Arte
V.le P. De Coubertin 30, Roma
The 10 Jule in the foyer Petrassi showing of the video - installation “Newcastle Gateshead, England”
exhibition : 16 June – 1 July 2010
opening . the 16 June – 18.00
Period : Monday on Friday at 17.00 – 21.00 Saturday and Sunday from 11.00 to 21.00
The exhibition “SENSATIONAL ARCHITECTURE” (group show) curated to Camilla Boemio (eg: past exhibitions: “MNEMOSYNE – The Atlas of images” Centro Arti Visive Pescheria in collaboration with the 46° Festival of Cinema 2009 and “CITIES – places visionaries” preview of the Festa of Architecture of Rome 2009) is one of the show of the Festa of Architecture of Rome .
The exhibition is the most cool event off of the Festa of Architecture of Rome .
It will be in the Auditorium in June (opening the 16 June – period between the 16 June – 1 July) .
One of the artist of the exhibition is the famous Spencer Tunick .
For the “Sensational Architecture” exhibition there will be two video – installations :
“Newcastle Gateshead, England2 - BALTIC Center for Contemporary Art (July 17, 2005) and “Düsseldorf, Germany” - Museum Kunst Palast (August 6, 2006) .
American Artist Spencer Tunick has been documenting the live nude figure in public, with photography and video, since 1992. Since 1994, he has organized over 95 temporary site-related installations that encompass dozens, hundreds or thousands of volunteers, and his photographs are records of these events. The individuals en masse, without their clothing, grouped together, metamorphose into a new shape. The bodies extend into and upon the landscape like a substance. These group masses, which do not underscore sexuality, become abstractions that challenge or reconfigure one's views of nudity and privacy. The work also refers to the complex issue of presenting art in permanent or temporary public spaces.
Spencer Tunick's body of work may come to help define or at least clarify the social, political and legal issues surrounding art in the public sphere. Since 1992, Tunick has been arrested 5 times while attempting to work outdoors in New York City. Soon after his Times Square arrest, as with the previous 4 arrests, all charges were dropped. Determined to create his work on the streets of New York, the artist filed a Federal Civil Rights Law Suit against the city to protect himself and his participants from future arrests. In May 2000, the Second US district court sided with Tunick, recognizing that his work was protected by the First Amendment of the US Constitution. On June 3 of the same year, in response to the city's final appeal made to Justice Ruth Bader Ginsburg and the court at large, the US Supreme Court also ruled in favor of Tunick by remanding the case back down, allowing the lower court decision to stand and the artist to freely organize his work on New York City streets.
His installations around the world have been created in spectacular locations, including Belgium, Australia, Canada, the United States and Brazil, gathering thousands of people at one time. His temporary site-specific installations have been commissioned by the XXV Biennial de Sao Paulo, Brazil (2002);Institut Cultura, Barcelona (2003); The Saatchi Gallery (2003);
MOCA Cleveland (2004) and the Vienna Kunsthalle (2008) among others.
This is the first Italian show of the artist Isidro Ramirez (U.K.) and the serie choice is : 360° Degrees .
This project started as a continuation to the work he had been doing since 2005.
In these last four years he had produced different series of work that are separate and distinctive but conceptually related.
These series have a common denominator – the limits of photographic representation. Photography is a media that limits vision and understanding.
For the last 10 years he had internationally exhibited and published photographic work in publications/galleries such as (NextLevel magazine, Exit magazine, Hotshoe magazine, Photofusion gallery, Zelda Cheatle Gallery London, Viewfinder Gallery and Hunchentoot Gallery Berlin).
In addition to photographic practice he also works as a photography lecturer at Havering College – running the third year of a Photography BA - and Kingston University and in other institutions such as The Photographers’ Gallery, Goldsmiths University and Tate Britain.
The others artists are Mark Lewis and Andrea Garuti .
Mark Lewis lives and works in London, England. He was born in Hamilton, Ontario, in 1958, and attended Harrow College of Art (London) and the Polytechnic of Central London. Starting out as a photographer, Mr. Lewis began making films in the mid-1990s. In 2009 Lewis represented Canada in the 53rd International Art Exhibitiobn, La Bienalle di Venezia. He has had numerous solo exhibitions, including: the Hamburger Kunstverein, Musée d’art Moderne (Luxembourg), BFI Southbank (London),the National Museum of Contemporary Art (Bucharest), International and National Projects - P.S.1 Contemporary Art Center, (New York) and the Vancouver Art Gallery. Mark Lewis films have been shown at the International Film Festival Rotterdam 2010 and Toronto International Film Festival in 2009. Lewis currently has a solo exhibition The Film Effect, Forum Expanded; at the Canadian Embassy in Berlin which is part of the International Film Festival Berlin 2010.
Group exhibitions include The American Effect at the Whitney Museum of American Art (New York) and the 3rdBerlin Biennale of Contemporary Art at the KW Institute for Contemporary Art. His work is part of many museum permanent collections including the Arco Foundation, Madrid, Spain; Arts Council Collection, London, England; CAPC, Bordeaux, France; Centre Pompidou-Musee National d’Art Moderne, Paris, France; Hammer Museum, Los Angeles, USA; Kunstmuseum Bern, Bern, Switzerland; Mamco – Musee d’art moderne et contemporain, Geneva, Switzerland; MUDAM – Musee d’art Moderne Grand-Duc Jean, Luxembourg; MuHKA, Museum of Contemporary Art, Antwerp, Belgium; Musee d’art contemporain, Montreal, Canada; Museum of Modern Art, New York, USA; Museion- Museo d’arte moderna et contemporanea, Bolzano, Italy; National Gallery of Canada, Ottawa, Canada; and Vancouver Art Gallery, Vancouver, Canada
The only Italian artist is Andrea Garuti (Florence – 1965) with two series : Cardinal Points and Views .
He lives in Milan and he works with mainly commercial art for advertising campaigns such as : Etro , fay , Oviesse , Testoni , Vodafone telephone and others .
At the same time he contributed to various magazines , including : Elle , Glamour , Marie Claire , Cosmopolitan , Vogue Pelle , Vogue Sposa , Velvet , Amica and IO Donna .
In recent years he was returned to his love of Architecture and spaces of man , producing reportages in various parts of the world .
He makes a book names’ s “Views” (2008) edit by Damiani .
In this time he made several exhibitions in various cities : New York , Milan , Paris , Bologna and London .
Informations : Auditorium 06.80241436 - LAC 06.3333390
Associazione Arte Contemporanea Fabrizio Orsini 328.7187678
Eventi Collaterali Festa dell’ Architettura website – Roma
DOVE ABITA L'UTOPIA
Premio Libero Ferretti.
IX edizione
17-27 gennaio 2009.
Università Politecnica delle Marche.
Ancona
Partecipanti al premio:
Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini
Un momento dell'inaugurazione: presentazione dell'assessore alla cultura
Pier Luigi Fontana e l'organizzatrice Stefania Fanesi Ferretti.
Dova abita l'utopia
Geometrie Fluide,
Sonorità,
Stati d'Animo di un avvenente, seducente fiore azzurro,
L'Orchidea Vanda cerulea, collegata ad uno psicogalvanometro,
Tele preparate a cemento,
Cellophane e Colle a caldo si Plexiglas,
Fogli di carta tagliati con forbici e taglierino,
Trasparenze di Acrilici su vetro,
Quadri a olio.
I rilievi su carta di Alessandra Cocchi presenti alla mostra.
L'arte ha davvero un compito? un obiettivo?
L'arte rappresenta o presenta?
E' imitazione del reale, o veicolo, cassa di risonanza delle nostre percezioni?
Arte digitale, immateriale, impalpabile, alla ricerca di un "sublime" tecnologico?
O arte intesa come ricettacolo materico, palpitante, che fa uso di linguaggi e di materiali tradizionali?
Può, infine, l'arte approdare ad un dialogo più approfondito, più articolato, ad una condivisione interattiva tra individuo-natura-tecnologia?
Alcuni momenti della mostra
La IX edizione del Premio Libero Ferretti "dove abita l'utopia" si è lasciata influenzare e travolgere da questi grandi interrogativi e, fedele al suo ruolo di fecondo laboratorio di idee, ha scelto sette giovani artisti che, con le loro lavori, con le loro scelte entrano a far parte di un dibattito aperto che non ricerca soluzioni definitive ma testimonianze attive.
Stefania Fanesi Ferretti
Dettaglio di una delle opere esposte
Una delle sale espositive
Alcune opere esposte
Premio Libero Ferretti.
IX edizione
17-27 gennaio 2009.
Università Politecnica delle Marche.
Ancona
Partecipanti al premio:
Alberto Battaglioli, Alessandra Cocchi, Annalisa di Meo, Gabriele Iannone, Francesco Monico, Claudio Onorato, Andrea Salvadorini
Organizzazione: Stefania Fanesi Ferretti
Allestimento: Stefania Fanesi Ferretti e Luciano Piva
Videocatalogo a cura di Sandro Ferretti.
Inaugurazione: sabato 17 gennaio 2009 ore 18.00
Università Politecnica di Ancona,
Palazzo del Rettorato, piazza Roma 21
tel. 071/2201
orario di apertura: tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle 16,30 alle 19,30
Il Premio Libero Ferretti
Il Premio Libero Ferretti è un luogo segreto,
un'appartata, privilegiata dimora,
riservata all'utopia;
è un pungolo critico, una zona franca, un'area protetta,
una preziosa occasione per continuare a vivere, a proporre,
a pensare;
è un fecondo laboratorio d'idee,
influenzato, contaminato, intriso
della vivace e inquieta vitalità di pensiero
che sempre ha ispirato la vita, il lavoro e la personalità di
Libero Ferretti.
E' la perfezione di una piramide sommersa,
custodita in fondio al mare,
è passione, è forte emozione,
è nostalgia d'amore sospeso,
volato via, laccio d'argento,
è nostalgia d'infinito abbagliato di luce.
Stefania Fanesi Ferretti.
Il manifesto della mostra
A cura di Gianfranco Labrosciano con la collaborazione di Stefania Lecce, presso la sede dell’associazione Alt Art creazioni in corso, in via Longeni 25/bis, Arcavacata. Inaugurazione 8 marzo 2013.
Opere di Mariano Filippetta.
Mariano Filippetta. Lungomare - cm 29 x 23 colore su stampa fotografica – 2013
Il cielo immenso, enorme, il cielo che ci sovrasta, che ci copre con i suoi innumerevoli dipinti, che ci parla con il medesimo, intenso blu che Mariano solleva come se fosse il sipario di un immenso teatro per lasciarci gustare il palcoscenico di una dimensione nella quale l’occhio della coscienza penetra negli strati della memoria.
Alcune vedute della mostra
Se la volta del cielo non fosse quasi sempre colorata di azzurro, se le diverse sfumature di essa non avessero sempre il medesimo tono, bisognerebbe inventarla così o chiamare Mariano a dipingerla. O forse Mariano è un pezzo di cielo sceso sulla terra sotto forma di artista, o di colore blu, che è la stessa cosa, per cambiare la scena e la coreografia del mondo, e fare in modo che possiamo specchiarci nell’immensità di questo blu che ci sorprende, ci attira, ci assorbe e ci trasforma.
Gianfranco Labrosciano.
L'artista Mariano Filippetta e il critico d'arte Gianfranco Labrosciano
Un momento dell'inaugurazione
Logo della mostra The Flag a Pechino
Arts Space Beijing
and
World Art Media
are pleased to announce
THE FLAG
Ideata e curata da Stefania Carrozzini
Date: Dal 3 al 27 marzo 2009
Luogo : NY ARTS BEIJING GALLERY
N0 2 INTERNATIONAL ART CAMP HE GE ZHUANG VILLAGE,
SHUN BAI ROAD – ART GARDEN 318 CHAO YANG QU,
PECHINO, BEIJING, CHINA
PATROCINIO:
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A PECHINO
Artisti:
LOREDANA ALFIERI,
CATERINA ARCIPRETE,
DANIELA BILLI,
CRISTINA CARY,
ALESSANDRA COCCHI,
ADRIANA COLLOVATI,
IRENE DIPRE’,
MIRIAM DE BERARDIS,
RUGGERO MAGGI,
ANTONIO MASSARI,
VITTORIO PRESEPI,
BRIGITTA ROSSETTI,
EUGENIO VIGNALI,
ROSITA ZAGOREO
Il 5 marzo 2009 s’inaugura presso Nyarts Beijing Gallery a Pechino, nel 318 Art Garden District, la rassegna THE FLAG a cura di Stefania Carrozzini.
Quattordici artisti italiani sono stati coinvolti sul tema della bandiera planetaria, simbolo d’unione del pianeta Terra, di tutti i popoli e continenti. Gli artisti hanno esplorato la simbologia e la storia della bandiera interpretandone il tema con differenti linguaggi espressivi e rappresentando il Pianeta sotto diversi aspetti e angolature: mistiche, geografiche, politiche. Le bandiere hanno una funzione particolare, che è quella di comunicare un’appartenenza e costituiscono una vera e propria lingua internazionale di comprensione immediata.
Alcune opere presenti alla mostra
Attraverso il colore, la geometria e immagini simboliche il messaggio visivo è ridotto all’essenziale, ma l’immagine risulta potente e significativa. Questa mostra vuole essere un momento di consapevolezza per trascendere il concetto di nazionalità, per immaginare un futuro di un comune destino umano, all’insegna della libertà dove non esistono differenze, divisioni e barriere. Tutto questo può apparire utopistico, nel momento presente anche perché è forse più semplice creare una bandiera che un’idea d’unione degli esseri umani e una nuova coscienza planetaria.
Alessandra Cocchi. Pianeta. 2009. Inchiostro e acrilico su tela.
Cm. 100X76 (una delle opere presentate alla mostra)
Vittorio Presepi. Geo-Metrica. 2009. Acrilico su tela.
Cm. 100X75 (una delle opere presentate alla mostra)
Quando gli astronauti nei loro primi viaggi videro la terra dallo spazio, dissero che non vedevano i confini e provarono una sensazione di sacralità rispetto al pianeta Terra. Così gli artisti, con la forza e l’energia della loro immaginazione creativa hanno viaggiato e visto dall’alto il pianeta, oltrepassando i limiti e ne hanno dato libera testimonianza con il loro lavoro su The FLAG.
Installazione nella sala centrale
La mostra è organizzata da Stefania Carrozzini ed è composta da quattordici bandiere di grandi dimensioni. Catalogo di prossima pubblicazione.
Una veduta dell'allestimento
THE FLAG symbolizes all that we have on earth. Utilizing the different visual languages and origins of 14 artists from Italy investigate through, colors, mark making, and form, a common thread, beyond gender and nationality.
Invito della mostra
The flag was born in a war contest. It was a vexillum; primitive materials (such as feather and leaves) were tied up with bamboo, then, Chinese people discovered the silk, and the flags were made with this new material and they finally waved in the wind.
Each artist in the exhibition has been asked to create a work based on idea of THE PLANETARY FLAG. Not just a simple flag but something, that represents the entire world, all the continents, the animals, all human beings, and the environment, in one word: the Earth.
Una delle sale dell'esposizione
It could be an utopistic vision having only one Flag. Officially we have 194 flags, for 194 nations recognize by ONU and it is easier to make a flag more difficult is to create an idea of unity. The artists are invited to think not just globally, but in a planetary way. It seems difficult to put together and realize a thought of unity in a rectangle of fabric: it is a challenge. Many are the meanings the artists interpreted by these 14 artists; from ecological, and geographical, to symbolical aspects, each dealing with the idea of an awareness that we only have one earth.
This exhibition offers fresh and exciting perspective, a challenge for the future into the manner in which the identity of the earth and all human beings shed light on the most contemporary issue.
Posted by: geometriefluide on: settembre 9, 2010
Giovedì 16 settembre 2010 alle ore 19 presso l'Oratorio di San Sebastiano a Forlì si inaugura la mostra Volumi di luce, dedicata all'opera di Vittorio Presepi. Presepi, sviluppando una raffinatissima ricerca espressiva, crea forme delicate e perfette, tridimensionali ed eteree che sembrano fatte di luce. I suoi volumi, nella loro chiara geometria, si rendono visibili con una loro naturale armonia, come se fossero generati dalla dimensione stessa del bianco, e sembrano nutrirsi di infinito. Spettacolo raro di sensazioni di una purezza cristallina, è una mostra da non perdere. Alessandra Cocchi Vittorio Presepi. Volumi di luce. A cura di Angelamaria Golfarelli. 16 settembre-28 settembre 2010 Oratorio di San Sebastiano via Pace Bombace- Forlì orari: martedì e giovedì 10.00-19.00; mercoledì e venerdì: 9.00-12.00 e 16.00- 19.00 sabato e domenica: 9.00-12,30 e 15.00-19.00 chiuso lunedì informazioni: 333.493.5893 - 348.950.8631
Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere.
Wassily Kandinsky
Vittorio Presepi. Omaggio a Minerva. 2003. Cartoncino. cm. 35X40 h. 62
Vittorio Presepi, nasce a Cesena nel 1943.
Dopo gli studi tecnici utilizzati nel lavoro, sente il bisogno di conoscenza ed espressione artistica. Esisteva in Presepi un anelito estetico formale che lentamente ha codificato.
Vittorio Presepi. Decrescente. 2005. Cartoncino. cm. 75X75
La sua formazione è stata fortemente stimolata dalla conoscenza attraverso letture, visite a mostre e manifestazioni. Questo processo gli ha permesso l'accesso a situazioni più complesse, e favorito la chiarezza delle idee progettuali astratto-geometriche. Da questi sedimenti di base e solo dopo anni, è nato l'impegno a realizzare opere che sempre di più lo hanno caratterizzato.
Vittorio Presepi. Fiamma. 2004. Materiale plastico. cm. 30X30 h. 70
Notevole importanza hanno avuto le partecipazioni a mostre che hanno ampliato la conoscenza delle poetiche di grandi artisti quali: A. Tasca, W. Valentini, E. Carmi, A. Biasi, Hisiao Chin, Horatio Garcia Rossi, ed altri.
Fondamentale è stato l'approccio e lo studio di Bruno Munari attraverso l'esperienza di collaborazione e allestimento alla grande antologica del maestro nel 2003 a Cesena, che lo ha avvicinato alle sfumature delle poetiche munariane.
Vittorio Presepi. 2005. Fuga dal quadrato. Materiale plastico. cm.75X75
L'artista cesenate Vittorio Presepi da qualche tempo spazia fino a determinare eleganti sculture in cartoncino, plastica e legno, veri e propri modelli da traslare in marmo, pietra, ferro o bronzo. Così come si propongono in dimensioni già consistenti, non certo usuali per questo tipo di arte, le opere tridimensionali di Presepi suscitano ammirato stupore per l'elegante raffinatezza del loro candido snodarsi nello spazio, evidenziando le geometriche componenti della loro superficie pieghettata o liscia, curvata e in tensione equilibrata, i cui effetti estetici sono profondamente mediati dall'artista. Questi dando libero corso alla sua passione creativa, sorretta da fervida fantasia, sicura sapienza e grande manualità, gioca a scoprire forme presenti in natura, anche se nascoste o neutralizzate da contorni esuberanti, e a isolarli in una creazione scultorea che rivela lati misteriosi del reale, perché non conosciuti, e rende quindi visibile l'invisibile.
Vittorio Presepi. Rigore e casualità. 2004. Carta. cm. 50X50
In maggioranza bianche e scultoree, le opere di Presepi producono delicati ed efficaci giochi fra luci e ombre, fra contrasti digradanti di forme e talvolta di sottile opposizione fra bianco e nero. Un vero incanto per gli occhi alimentato dall'amore, dalla maestria di Vittorio Presepi, il quale si è convinto da solo pochi anni su sollecitazioni a divulgare queste stupende composizioni.
Odette Gelosi
Vittorio Presepi. Marilyn. 2003. Cartoncino cm. 25X50 h. 35
Presepi partito da una base più nettamente costruttivista, verso la fine del millennio è approdato ad un nitido e rigoroso strutturalismo di grande fascino, che mi induce a segnalarlo quale indubbio talento ed esempio di un necessario ripensamento stilistico.
Quello che Presepi esprime, è un atto di fiducia nei confronti della potenza, della forma e dell'equilibrio del colore, ed anche un richiamo all'urgenza di un ritorno all'ordine che merita di essere meditato.
Vittorio Presepi. Geo. 2004. Materiale plastico cm. 35X35 h.35
Egli ha il merito di porsi come una voce di ritrovata saggezza, che richiama all'autosufficienza dell'arte, un'arte essenziale, monda cioè da ogni ingrombo sovrastrutturale d'altra natura.
Da artista, per altro fecondissimo ed immaginoso, verso la fine del secolo scorso, sfruttando laminati di vario materiale e spessore, giunge a creare vere e proprie costruzioni, modulari e non, strutturate in modo da ottenere rilievi armonicamente organizzati, nella forma e nell'accostamento del colore. Prevalentemente eseguite sul piano frontale, tali strutture si sono subito presentate come veri e propri quadri da parete, che subito hanno attratto l'attenzione di curatori di mostre, e l'interessamento di mercanti e collezionisti particolarmente esigenti.
Serafino Babini, 2006
Vittorio Presepi. Veduta della mostra "Sculture di carta". Vicolo Cesuola. Cesena, 2004
Vittorio Presepi. 2005. Percorso. Carta. cm. 75X75
La prima volta che ho visto le opere di Vittorio Presepi, sono stata pervasa da una sensazione di luci, bellezza e leggerezza.
Le opere di Presepi ti aprono un grande stupore negli occhi ed una curiosità nella mente per come sia stato possibile realizzarle. Non si tratta solo di grande maestria e capacità tecnica, ma nella loro quasi impalpabilità hanno quella densità e forza che sanno parlare all'anima.
Patrizia Della Porta, 2003
Vittorio Presepi. 2007. Prisma. Materiale plastico. cm.75X75
Esposizioni
Vittorio Presepi ha iniziato cui esporre su sollecitazioni ed inviti:
2000 - Fatto ad Arte - Mostra collettiva, Magazzini del Sale - Cervia
2001 - Ad Arte - Mostra collettiva, Magazzini del Sale - Cervia
2002 - Mostra personale, Galleria Karola Kónig, Stoccarda. Italienisches Generalkonsulat Kulturabteilung
2002 - Ad Arte - Mostra collettiva. Magazzini del Sale - Cervia
2003 - Sculture di carta presso "Vivi la casa" - Fiera di Forlì. Mostra personale
2003 - "Vernice art-fair" - Fiera di Forlì. Mostra personale
2003 - "Sana" - Fiera di Bologna. Mostra personale
2003 - "Loggetta Lippi" - Mostra personale. Bagno di Romagna
2003 - "Sguardi incrociati". mostra collettiva. Galleria Angelo Grassi Contemporanea - Gambettola
2004 - "Vernice art-fair" -Mostra personale. Fiera di Forlì
2004 - "Sana" - Mostra personale. Fiera di Bologna
2004 - "Sculture di carta" - Mostra personale, "Vicolo del Cesuola" - Cesena
2005 - "Sana" - Mostra personale. Bologna Fiera
2005 - "Confini" - Mostra collettiva. Galleria Angelo Grassi Contemporanea Gambettola
2005 - "Regalati arte" - Mostra collettiva, Galleria Angelo Grassi Contemporanea Gambettola
2006 - "La Prima-vera" - Mostra personale, Fiera Milano
2006 - "L'Astrattismo e l'informale" - Mostra collettiva. Galleria Comunale Ex Pescheria, Cesena
2006 - Sculture di carta - Mostra presonale. Chiesina ex-Ospedale, Meldola
2006 - Art-Verona - Mostra collettiva. Galleria "La Pergola", Verona
2006 - Contemporanea - Mostra collettiva. Forlì , Fiera
2007 - "Formes" - Mostra personale. Musée d'Histoire e d'Art, Villeneuve-Loubet (F)
2007 - "Equilibri sospesi" - Mostra collettiva. Chiostro San Giovanni, Orvieto.
Vittorio Presepi. 2004. In-out. Materiale plastico. cm. 75X75
Vittorio Presepi. Frantumazione. 2008. Carta. cm. 75X75
Arte e scienza. Omaggio a Umberto Prencipe.
Orvieto, Palazzo dei Congressi. Aprile 2008
Mostra d'arte contemporanea.
Ingresso alla mostra. Veduta d'insieme.
Organizzazione: Associazione culturale Porta Maggiore, Orvieto
La mostra Arte e Scienza è ospitata presso il Palazzo dei Congressi di Orvieto, nello storico Palazzo del Capitano del Popolo.
Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto.
E' divisa in due sezioni, la prima dedicata al maestro Umbero Prencipe, sensibile interprete di atmosfere e vedute che caratterizzano il paesaggio di Orvieto.
La sezione dedicata al maestro Umberto Prencipe.
La seconda è la sezione contemporanea, dedicata ad artisti che operano ad Orvieto o sono legati alla città.
Opere di scultura e pittura presenti in mostra.
Espongono:
Valter Ambrosini, Roberto Battella, Alessia Biondi, Aurelio Bruni, Adalberto Caldoro, Maria Carletti, Donato Catamo, Massimo Chioccia/Olga Tsarkova, Santo Ciconte, Alessandra Cocchi, Fiorenza Di Lenna, Katerinha Dilonh, Arianna Lazzeri, Raul Lede, Stefania Liccardo, Corrado Nucci, Orietta Pierassa, Jasmina Rubcic, Russel Sciarpulla, Ernesto Ruzza, Stefano Simoni, Sara Spaccino, Matelda Talarico, Claudio Vermi, Giuditta Vermi, Massimo Musicanti, Jan Macko.
Alcune vedute con i dipinti esposti
L'evento è corrredato anche dal seminario e dai concerti.
I relatori del seminario
L'inaugurazione della mostra Arte e Scienza è stata allietata dal concerto della Scuola di Musica Comunale "Adriano Casasole" di Orvieto.
Rita Graziani al flauto e Elisa Casasoli al pianoforte hanno eseguito i seguenti brani musicali:
Claude Debussy: Syrinx, per flauto solo; Jules Mouquet La Flute de Pan, sonata per flauto e pianoforte, po. 15; I. Pan et les bergers - II Pan et les oiseaux - III Pan et les nymphes
Lo spettacolo conclusivo dell'evento con letture di Pino strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri
Il 24 aprile, a conclusione del seminario sul tema Arte e Scienza, Angelo Strabioli ha condotto uno spettacolo con letture di Pino Strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri.
Il 24 aprile 2008 nella Sala etrusca del Palazzo dei Congressi di Orvieto si è svolto il Seminario promosso dall'Associazione Porta Maggiore di Orvieto sul tema: Arte e Scienza.
Dopo l'introduzione e i saluti delle autorità, si sono svolti gli interventi seguenti:
Il seminario si è concluso con letture di Pino Strabioli e musiche al pianoforte di Riccardo Cambri, lo spettacolo è stato condotto da Angelo Strabioli.
Installazione di Bertelli.
La seconda Biennale d'arte dei giovani 2008-2009 affronta il tema dell'arte urbana.
I venticinque giovani artisti partecipanti espongono, come proposte per la decorazione delle città elaborati bidimensionali e tridimensionali.
Un momento dell'inaugirazione con la presentazione del prof. Renato Barilli.
L'iniziaziva risponde a due principali esigenze. Da un lato l'intervento artistico si propone di reagire all'aspetto anonimo, o spesso sgradevole delle periferie urbane riqualificando l'ambiente pubblico. Dall'altro si sente la necessità di riportare l'arte al suo sostanziale intento "decorativo" e alla fruizione di tutti, facendola uscire dalla sfera elitaria degli intenditori e del collezionismo privato.
Un'opera di Lazzaretti
Installazione di Pergola
La scelta di questi obiettivi è nata in seno al comitato organizzatore della Biennale, composto da Mauro Mazzali, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, Vera Fortunati, direttrice del Dipartimento di arti visive dell'Università di Bologna, Renato Barilli, Roberto Daolio, Cristina Francucci, docenti dei due istituti accademici.
Opere di Tomas e Mazzeo
Dettaglio di un'opera di Diaco
Gli artisti partecipanti sono stati selezionati in seguito a un concorso e provengono da Accademie di Belle Arti, e corsi universitari di indirizzo artistico, come il corso DAMS dell'Università di Bologna e altri.
Alla parete un'opera di Diaco, in basso, scultura luminosa di Felle e a destra il progetto di installazione urbana di Banfi
Paganini: progetto per "La città sottile".
Il luogo scelto per ospitare la Biennale d'arte dei giovani è Fabbrica, a Gambettola, che con i suoi ampi e funzionali ambienti rappresenta un suggestivo e prestigioso contenitore, pensato e realizzato da Angelo Grassi per valorizzare le opere e diffondere l'arte e la cultura sul territorio.
Il catalogo, corredato da foto a colori delle opere esposte, è dell'editrice Bononia University Press.
Il Labirinto di carni
Progetto di installazione di Cestari
Gli artisti partecipanti alla Biennale hanno offerto sia opere di carattere bidimensionale, destinate alla decorazione di pareti interne o esterne di edifici urbani; sia opere di tipo tridimensionale destinate a piazze, incroci, rotonde, eccetera. Ampia libertà è stata data alla scelta delle tecniche e dei mezzi espressivi, che vanno dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, all'animazione video, all'installazione.
I progetti di Maro e Pugliese
La documentazione fotografica qui pubblicata vuole offrire una panoramica della mostra.
Artisti partecipanti:
Elena Baldelli, Alessandra Banfi, Giovanni Bellavia, Camilla Bertelli, Walter Carnì, Veronica Cestari, Maria Valentina Dario, Antonella Della Lucia, Maria Elena Diaco, Daniela di Mauro, Roberto Pugliese, Giovanni Felle, Andrea Ferri, Viola Marongiu, Fabiana Greco, Cristina Guardino, Lisa Lazzaretti, Ignazio Mazzeo, Mentelocale, Caterina Paganini, Marco Pariani, Chiara Pergola, Filippo Parini, Francesca Pizzo, Marco Strappato, Ettore Tomas.
A. Cocchi
L'ingresso della mostra nel giorno dell'inaugurazione: sabato 5 novembre 2005.
Con il patrocinio del Comune di Cesena, si è svolta dal 5 al 20 novembre 2005, presso la Galleria del Loggiato di Cesena, la mostra:
Onirici realismi
Espongono: Silvana Cardinale, Alessandra Cocchi, Massimo Galuppi.
L'ideazione e l'organizzazione sono state curate da Lino Riccardi. L'allestimento è stato progettato e realizzato da Silvana Cardinale. La presentazione e recensione critica è opera di Johnny Farabegoli.
E' sicuramente il processo artistico inteso come gioco, diversamente declinato, ad unire i lavori dei tre artisti che espongono alcuni risiultati delle loro rispettive ricerche presso la Galleria del Loggiato di Cesena. Un "gioco" comunque serio, che per tutti e tre nasce da una attenta re-interpretazione "onirico-fantastica" del reale, per renderlo meglio visibile agli occhi dell'osservatore.
Jonny Farabegoli
Questa iniziativa, grazie all'ideazione, all'incoraggiamento e al sostegno di Lino Pasquale Riccardi, ha permesso di far incontrare tre artisti molto diversi tra loro ma accomunati da una simile sensibilità immaginativa. Questa mostra è stata un'occasione per ragionamenti, scambi di opinioni, riflessioni che ha stimolato nuove idee. Dopo questo evento ne sono nati altri in cui gli artisti hanno collaborato ancora ed esposto insieme in altre occasioni.
L'installazione di Alessandra Cocchi. Alcuni visitatori insieme all'artista presso i suoi "rilievi su carta".
Una tecnica antichissima come quella dello sbalzo su metallo applicata ad un materiale delicato come la carta.
Silvana Cardinale e la sua installazione. Si tratta di dipinti a olio sui quali l'artista
è intervenuta con inserimenti di materiali diversi come vetro, sabbia e foglia d'oro.
4) Le opere di Massimo Galuppi. L'artista propone immagini di città,
secondo una visione frammentaria e molteplice.
L'angolo con le miniature di Alessandra Cocchi.
Sul leggìo viene presentata la raccolta originale delle "Storie di vento",
pubblicate in edizione limitata nel 2005.
Sulla parete di fondo un'opera di Silvana Cardinale.
A sinistra alcuni "rilievi su carta" di Alessandra Cocchi.
Silvana Cardinale
Così i lavori di Silvana Cardinale (di Palermo, risiede a Bellaria, dove, accanto all'attività artistica svolge la professione di architetto), reinterpretano paesaggi - vissuti o semplicemente "immaginati" - attraverso una scrittura coloristico-materica che si dispiega nello spazio della tela attraverso una continua e tormentata metamorfosi della sostanza pittorica. Una sostanza fatta di colore ed inseri materici (questi ultimi sempre con funzione coloristica, come ad esempio le sabbie), di cui si libera, quasi come da un'onirica fucina segreta, una profonda e primordiale sorgente di colore-luce che, risalendo con forza sulla superficie della tela, ci restituisce i vivi profili di un'intima geo-grafia dell'anima.Un paesaggio interiore che disvela quindi la sua più intima essenza attraverso molteplici e rapidi passaggi di tonalità materiche, in cui ogni colore si espande e si adagia inquieto sui margini fertili di un limbo cromatico da cui ina luce intensa - e quasi improvvisa - finisce, inevitabilmente, con l'avvolgere lo spazio visivo dell'osservatore.
Alessandra Cocchi
Alessandra Cocchi attraverso i suoi Rilievi ci restituisce, poeticamente, il profilo segreto di un linguaggio onirico che si articola per intimi grafemi che, riemergendo da un subconscio materico-cartaceo, si disvelano in tutta la loro "leggerezza": una leggerezza che si associa, indubbiamente, ad una indiscussa precisione e determinazione del segno creativo. La carta utilizzata dall'artista non è quindi banale supporto, bensì sostanza prima: materia-colore viva resa feconda da una luce sapientemente catturata per additarci così le infinite e raffinate possibilità espressive di uno dei materiali più comuni della nostra quotidianità. Ma diremmo, anche, lavori da ascoltare, oltre che da vedere: che nascono, quasi impercettibilmente, dal silenzio dello spazio-carta, per trasmutarsi in veri e propri "segni-neumatici" di un intimo canto dell'anima.
Massimo Galuppi
Sul tema della complessa e poliedrica forma della città contemporanea lavora invece Massimo Galuppi (organizzatore di varie iniziative culturali, vive e lavora a Cesena) che partendo da una reinterpretazione semantico-coloristica di immagini fotografiche, quali vere e proprie "sinopie virtuali", ci restituisce, in una forma sapientemente sublimata, una serie di sguardi prospettici multipli sulle nostre città. Qui i colori, attraverso un attento processo kenotico, gradualmente si liberano da quella sostanza prima che è il colore nero, per trasformasrsi, quasi per inevitabile "reazione chimica" a contatto con la luce, in tratto colore-luce, forma-luce viva che segna e delimita il profilo mutevole di strade, piazze, edifici e particolari architettonici, gli stessi che abitano lo spazio delle nostre mutevoli percezioni quotidiane. vedute, quindi, oniricamente realistiche, dove il colore-forma attraverso le sue molteplici metamorfosi interne finisce col restituirci non una semplice banale rappresentazione, ma la fonte prima sorgente di una percezione urbana reale.
Johnny Farabegoli
Da sinistra: J.Farabegoli, S. Cardinale, P. L. Riccardi, A. Cocchi, M. Galuppi
Stéphanie Hamel-Grain. Installazione. Fabbrica, Gambettola
Opere di Stephanie Hame-Grain.
Fabbrica. Gambettola (FC), settembre-ottobre 2008.
Il disegno nel volume
Con il foglio bianco come punto di partenza, Stéphanie traduce l'incontro dello strumento - le forbici o il taglierino - con la forma.
Attraverso il taglio del disegno nel foglio, cerca di rivelarci l'atto dello scultore, la poesia della luce e la sua azione sulla nostra percezione della forma.
Stéphanie Hamel-Grain. Pannelli. Installazione. Fabbrica, Gambettola
II suo continuo interrogarsi sull'impatto che luce e tempo hanno sulla nostra percezione di un oggetto, potrebbe essere il denominatore comune di tutto il suo lavoro; nelle sue prime opere, nei disegni con le forbici o con lo stampo o negli autoritratti a matita. La sua osservazione dell'azione della luce in un campo di margherite o sull'ombra di un bollitore nei diversi momenti del giorno ci aiutano a prendere coscienza di una realtà diversa e ci rivelano altre forme possibili.
È a questo viaggio dell'occhio, a questa cessa in discussione delle abitudini percettive che ci invitano le opere di Stéphanie Hamel-Grain, sempre al limite del volume e della scultura.
Stéphanie Hamel-Grain. Sculture. Installazione. Fabbrica, Gambettola
Un anno e mezzo dopo la sua prima esposizione personale, l'artista ha acquisito una grande libertà nell'utilizzo di differenti materiali. Carta, plastica termo plasmata, materiali di recupero (vasetti di yogurth, flaconi di detersivo, contenitori agroalimentari, etc.) la portano verso un campo artistico astratto di grande audacia e maturità.
Permeata dalla musica, la sua riflessione si concentra non solo sull'acquisizione visiva, ma anche sulla percezione sonora dello spazio.
Stéphanie Hamel-Grain. Sculture. Installazione. Fabbrica, Gambettola
Questo duplice interesse la porta ad approfondire la sua ricerca in un senso in cui scultura e suono tendono ad unirsi in una coesa espressione artistica, un incontro sonoro con lo spazio e la scrittura artistica.
Una « Action Cut ».
Stéphanie si lancia oggi in installazioni realizzate in diretta, performance su fondo di musica elettronica creato in funzione del |suono prodotto dall'azione di taglio delle (forbici sulla materia.
Lartista esce dall'atelier, si espone, si mette in scena rendendo teatrale il proprio gesto.
Stéphanie Hamel-Grain. Ritratti. Installazione. Fabbrica, Gambettola
La percezione della potenza e dell'energia necessarie all'atto creatore, dell'aspetto fisico del lavoro artistico, apporta una nuova dimensione, per lo spettatore, davanti alle opera di Stéphanie Hamel-Grain.
L'esperienza unica della monumentalità di Fabbrica offre oggi all'artista una sfida che tutti gli scultori sognano senza dubbio un giorno di accettare.
Isabelle Meurice
L'ingresso di Fabbrica a Gambettola
Angelo Grassi e il servizio culturale del comune di Villeneuve-Loubet (Nizza) hanno intrapreso da due anni una interessante collaborazione franco italiana.
Tutto comincia nel 2006 quando, nel quadro del gemellaggio* con Forlimpopoli, Therese Dartois, assessore alla cultura, scopre la Fabbrica di Gambettola grazie a Odette Gelosi, originaria di Villeneuve Loubet che vive da molti anni in Emilia-Romagna.
Una delle sale con le opere di Stéphanie Hamel-Grain.
L'assessore, impressionato dal luogo e dall'iniziativa privata di Rosa e Angelo Grassi, trasmette il proprio entusiasmo al suo gruppo che sa essere particolarmente sensibile alle iniziative artistiche contemporanee.
Il servizio culturale collabora già da qualche tempo con l'associazione Kaleidoscope-Cultures en Jeu di cui la presidente, Sonia Dionisi, è italiana. Il suo aiuto prezioso faciliterà i contatti con la Fabbrica.
Le sculture in carta di Stéphanie Hamel-Grain nella sala a pianterreno.
Una telefonata e il progetto di una esposizione a Villeneuve-Loubet si concretizza per l'estate 2007.
Angelo Grassi fa così scoprire in Francia il lavoro notevole di Vittorio Presepi di Cesena.
Un altro gruppo di Villeneuve-Loubet, visiterà ancora la Romagna nel mese di novembre 2007. Sarà conquistato subito dalla Regione: l'accoglienza delle persone, la buona tavola, la bellezza dei luoghi e l'armonia dei paesaggi.
Una sala con le installazioni di Stéphanie Hamel-Grain
Il desiderio di rinforzare i legami si concretizza rapidamente da questa visita della Fabbrica, opera monumentale che nasce dalla volontà di un solo uomo, vero umanista e mecenate.
La riqualificazione di questo antico cementificio suscita sorpresa e ammirazione in tutti. O, più precisamente, in tutte perché sono cinque donne che Angelo Grassi accoglie.
Due artiste accompagnano la delegazione francese, Stephanie Hamel-Grain e Maria Colonna. Angelo ha potuto vedere ed apprezzare il loro lavoro la scorsa estate e gli da fiducia.
L'appuntamento è quindi preso per due esposizioni in questi luoghi grandiosi in cui tutti gli artisti vorrebbero poter, un giorno, allestire una propria mostra. Maria lo farà nel 2010, Stephanie oggi.
Un problema tecnico rimane da risolvere: le opere da realizzare per Gambettola dovranno essere adattate alle ampie sale « cattedrale » della Fabbrica.
La concessione di un locale della città di Villeneuve-Loubet, in un'antica scuola, permetterà all'artista di accettare la sfida e dare al suo lavoro di « Action Cut » una monumentalità e una forza nuove.
Installazione di di Stéphanie Hamel-Grain.
Le foto di Alessandra Cocchi documentano la mostra Action Cut, con le opere di Stephanie Hamel-Grain, ospitata da Fabbrica nel settembre-ottobre del 2008
*Gemellaggio nato nel 2000 che riunisce due città natali di due grandi cuochi, Pellegrino Artusi, codificatore della cucina italiana e Auguste Escoffier, maestro indiscusso dei grandi chefs francesi.
Un momento dell'inaugurazione
Cesena Galleria comunale d'arte Ex Pescheria, 10 giugno-2 luglio 2006
Pittori Astrattisti in mostra a Cesena. L'astrattismo e l'informale nelle sue espressioni artistiche.
A cura di Attilio Bazzani. Coordinamento di Pasquale Lino Riccardi. Allestimento Johnny Farabegoli
Espongono:
Stefania Albertini, Silvana Cardinale, Laura Ceccarelli, Alessandra Cocchi, Andrea Comandini, Mauro Soave Conti, Simonetta Farnedi, Cinzia Fontanelli, Massimo Galuppi, Giovanni Gurioli, Maurizio Nucci, Roberto, Palazzi, Osvaldo Piraccini, Vittorio Presepi, Pasquale Lino Riccardi, Giovanna Sarti, Paolo Tosi, Licia Tappi, Gianluigi Zamagni.
Ingresso alla mostra. L'ambiente ora dedicato alle esposizioni, è ricavato dai locali
dell'antica Pescheria situata nel centro storico di Cesena.
Una veduta verso l'ingresso
Due opere di Silvana Cardinale esposte alla mostra.
Laura Ceccarelli fotografata davanti alla sua installazione.
Caratteristici del suo stile sono la scomposizione dalla forma e
la linea curva organizzati in insiemi piacevolmente dinamici.
A parte il breve periodo iniziale fatto di prove e sperimentazioni, la pittura di Laura Ceccarelli è caratterizzata dalla non-figuratività, ma il suo non-figurativo si differenzia da quelli che sono gli attributi specifici della corrente artistica a noi tutti nota. Si tratta di un astrattismo particolare, o meglio di un surrealismo onirico, misterico. Gli elementi che compongono il dipinto, numerosi e complessi, orchestrati con abilità magistrale, sono esaltati principalmente dalle vibrazioni luminose e cromatiche. Altro aspetto di grande rilevanza è il movimento delle linee e delle forme, che dànvita e armonia all'inttreccio dei volumi e degli spazi. Ondeggi e avvolgimenti variegati di luci e colori offrono alla vista panorami incantevoli.
L'installazione di Alessandra Cocchi è strutturata su 12 Arcani, miniature in tecnica mista e alcuni disegni a china.
Intesi come "frammenti ritrovati", gli Arcani rinviano ai segni misteriosi dei popoli preistorici,
ma sono anche brani di un racconto perduto.
E' straordinaria la ricchezza delle tecniche e dei matieriali di cui si serve Cinzia Fontanelli per esprimere il suo mondo artistico. Mosaico, grafica digitale, web, pittura, design, arti visive: in ciascuno di questi campi aperti alla creatività, Cinzia si muove con abilità e destrezza, per la solida formazione conseguita nel centro di Ravenna, dove ha frequentato numerosi corsi di specializzazione. Altri settori di suo interesse sono le Discipline dello Spettacolo, l'installazione, la decorazione e la fotografia digitale. Le sue opere nella molteplicità dei loro aspetti fantastici, cangianti, stimolano, per i loro lavori estetici, l'immaginazione e la riflessione interiore dell'osservatore, che è portato ad andare oltre la visione delle figurazioni.
Le opere di Massimo Galuppi sono realizzate in acrilico su carta telata.
Tema centrale è la struttura architettonica, scomposta e ricomposta
in vedute dinamiche e colori sviluppati su una dominante tonale.
Il colore, il pennello e la tela sono, da sempre, gli strumenti più semplici per svolgere l'attività pittorica. Massimo galuppi è, invece, un artista che, come pochi altri, impiega mezzi espressivi diversi. Le immagini, ideate nella sua fantasia creatrice, le costruisce con la grafica digitale. A questo primo atto fa seguire un complesso lavoro di manipolazione, disgregazione e ricostruzione. Il terzo momento è rappresentato dalla campitura dei colori, usati e dosati con attenta cura e parsimonia. un altro tratto non comune, anzi singolare, del Galuppi, è il modo con cui si serve del bianco e del nero, in particolare di quest'ultimo, vera "pietra filosofale" della ricerca galuppiana, che sa dare forma vitale all'informale.
Il mondo della natura, la realtà fisica, il dato oggettivo, sono i punti di riferimento, gli elementi basilari dai quali ogni artista prende spunto per la creazione delle sue opere. Giovanni Gurioli va oltre quei segni percettivi, ne crea altri trasformasndone gli aspetti, le forme, i colori, ossia dando vita ad una "nuova realtà". E' questa l'arte di Gurioli, una pittura che sarebbe riduttivo qualificare semplicemente "astrata". C'è in esso un concretismo che difficilmente sfugge all'osservatore attento e al critico d'arte. Le evoluzioni delle linee, la corposità dei volumi, l'armonia delle figure e dei contorni, il concerto-cromatico, fanno dei dipinti del Gurioli opere di sicura valenza estetica.
La macchia, il segno a vortice e il dripping caratterizzano la pittura "gestuale" Maurizio Nucci.
Il colore si esprime con forte vitalità in composizioni cariche tensione.
Un pittore "istintivo" spinto all'attività artistica da un impilso intreriore, dal bisogno di esprimere le sue sensazioni di fronte al multiforme universio dell'uomo e dlla natura. Maurizio Nucci sa dare forma, col pennello, ai sentimenti e alle emozioni che prova dentro di sè. Anche il colore è utilizzato a questo fine primario. ne viene fuori una tavolozza policroma, con volumi, linee, punti luminosi, che l'osservatore, stimolato nella sua fantasia, può interpretare liberamente in mille modi diversi. Non sarebbe esatto definire astratta la pittur di Nucci, perchè in essa la realtà non è assente, ma trasformata. Dunque ci troviamo di fronte ad un genere d'arte che ha riscontri e affinità con l'espressionismo, il movimento artistico europeo al quale spetta il merito di aver superato la tradizione accademica, affermando il principio basilare della libertà espressiva dell'artista.
Il discorso pittorico di Roberto Palazzi appare, a prima vista, un linguaggio misterico, enigmatico, la cui lettura risulta estremamente difficile. Ad una più attenta riflessione si intuisce però il significato recondito del suo stile così inconsueto. la tematica di fondo del Palazzi è quella di interpretare la realtà storica del nostro tempo, gli avvenimenti, le tragedie e le vicende che la caratterizzano; la realtà che, nel bene e nel male, viviamo ogni giorno. un diario singolare, in cui si descrivono le paure, le violenze, le emozioni, i sentimenti insiti nella società e nel cuore di ogni essere umano. I punti neri, i percorsi tortuosi delle linee, degli incroci, le tonalità dei colori, sono le parole di questo straordinario racconto.
Il naturalismo e iul, classicismo sono le due componenti fondamentali della tematica di Osvaldo Piraccini, un artista cesenate di rilevanza nazionale. Pittura, scultura, disegno, tutta la sua ricca produzione trae ispirazione dall'arte classica e dalla natura. Le figure umane che fanno pensare alle sculture antiche di Roma o di Pompei, i paesaggi della nostra terra di Romagna, le colline, le spiagge, le architetture e i monumenti dei centri storici sono i temi preferenziali che il Piraccini assume come oggetti di studio e di ricerca e che poi fa rivivere, rigenerandoli, sulla tela, nel bronzo e nell'argilla. Quello che viene fuori è un mondo nuovo, un universo animato di vita propria, che sa parlare a chi lo guarda con la dovuta atrtenzione. Osvaldo Piraccini può essere definito anche un artista informale? Sarebbe una definizione limitativa. Eglim opera da oltre cinquant'anni ed è vero che nel suo lungo percorso c'è stata anche una stagione segnata da quel genere di arte, come di altri generi, tutti personalizzati nella creatività inventiva dell'artista.
Di grande suggestione le poetiche composizioni di Vittorio Presepi.
L'artista opera con carta o pirex, crea strutture in cui il bianco dei materiali
è esaltato dai giochi di luce e ombra.
Scienza, tecnica e tecnologia costituiscono le basi culturali di Vittorio Presepi, un fondamento, dunque, in cui la razionalità guida l'attività e il comportamento dell'uomo. Ma il bisogno interiore, nativo, del Presepi era d'altro genere. Il suo desiderio più vivo era quello di conoscere ed esplorare il mondo libero dell'arte, dove le regole matematiche e scientifiche non possonopiù condizionare l'agire umano, perchè nell'universo artistico imperano le forze della fantasia, dell'immaginazione e della creatività. Vittorio Presepi vi si trova a suo agio, essendo un artista "inventivo". Si resta perplessi ed ammirati davanti alle sue opere. Sono costruzioni genieli, originali, dove le forme, i volumi, le linee i colori danno corpo e vita a figure che, a prima vista, sembravano astratte o senz'anima.
Di grande ricchezza espressiva le opere di Pasquale Lino Riccardi.
In questa mostra ha esposto quadri appartenenti a fasi diverse della sua lunga carriera artistica.
Il Riccardi è un artista dotato di una complessa personalità, un ricercatore instancabile, sperimentatore di stili, tecniche e materiali più svariati. E' partito, all'inizio degli anni Settanta, interpretando i motivi salienti della Pop-Art, un movimento che perseguiva l'obiettivo di demistificare la realtà sociale del momento, edonistica e consumistica, con fini ironici e contestativi. Dall'esperienza della Pop-Art, che resta nell'ambito figurativo, Il Riccardi si apre ad aree diverse, non figurative, quelle dell'astrattismo e dell'arte informale. E' da questi campi che nasce la sua più ricca produzione, dipinti incantevoli, immagini che assumono valori simbolici. Sono opere di straordinario impatto visivo, che attestano la forza creativa del Riccardi. In ciascuna si sprigiona un mondo nuovo di volumi e di forme luminose, di linee e di colori. Un cosmo inimitabile, in cui circola la vita.
Riccardi è anche un personaggio chiave dell'ambiente artistico cesenate, A lui si deve anche la creazione del "gruppo" degli "astrattisti di Cesena".(ndr)
Non si è lontani dal vero, definendo il genere stilistico di Giovanna Sarti, arte concettuale, perchè la sua ricerca si muove sulla base della razionalità. Qui non si fa riferimento al figurativo e nemmeno all'astratto, ma piuttosto alla costruzione razionale di una nuova realtà. Un mondo a cui la Sarti dà vita traducendo sulla tela le emozioni e le iompressioni elaborate nella mente creativa dell'artista. Non ci sono, nei suoi dipinti, immagini di oggetti narurali e figure umane. Le masse di colore, sulla campitura, formano volumi cromatici variegati, complessi, che destano alla vista sensazioni di profondo appagamento spirituale. E' il segreto misterico dell'arte, difficilmente traducibile in parole, perchè simile al canto e alla musica. Si può soltanto gustare.
Tammam Azzam. Mediterranean – 2015
Last Tuesday in the article "Men spitting revenge" I referred to Syria and an artist Tammam Azzam who,by his works undertakes to help his country at war.
Regarding this I wondered and I also asked you if art can change and get a better world.
According Tammam: "I believe that art cannot save the country. ... But I think at the same time that all types of culture, art or writing, film or photograph, can rebuild something in the future. "
A balanced message of hope, then.
Tammam Azzam
To think that art literally can change the world is too much, but can draw and influence the consciences and sensitivities of people, coming to a gradual improvement of Society.
In fact, art produces images that have an educational function, critical and subversive, they are direct and incisive and can therefore significantly contribute to a change, especially if it has a new and different way to express, to interact with people, to get out of the usual dedicated spaces and is not limited, exclusive and available only to certain people.
Tammam Azzam was born in Damascus in 1980. He graduated at the Faculty of Fine Arts and has devoted himself, for several years, to his first specialization: the oil painting. The success he collects in Syria as a painter does not prevent him from engaging in another passion: graphic design, an experience that will be useful when he has to leave Syria.
Tammam Azzam. The Truth-Passport
In 2008, Tammam enters the Ayyam Gallery, a major arts organization founded in Damascus in 2006 and accredited internationally, with offices in London, Dubai and Beirut.
Tammam started to exhibit in various cities of the Middle East but the outbreak of the Syrian civil war, in 2011, forced him to flee the
country with his family and took refuge in Dubai, where he lives and works now.
Tammam Azzam. London - Bon Voyage series - 2013
His life changes dramatically. He succeeded in escaping but lost everything. He finds a new way to express his feelings and to tell the events happening in Syria. He passes from painting to digital art and his work, always within Ayyam Gallery becomes a form of protest, a way to show to the world the real situation in Syria, to denounce the violence of the conflict taking place there and contribute to the reconstruction of his country. He profits from his previous experience and starts using digital manipulation techniques, those of Street Art and innovatively combines them with traditional art techniques.
Tammam Azzam. Freedom Graffiti – Syrian Museum 2013
In 2013, Tamman arrives in London with his first solo exhibition "The Syrian", in the Ayyam Gallery. The exhibition includes three series of works, carried out in Dubai in the previous two years and so very intense and showing sensations, feelings and emotions.
The Series "Syrian Museum", 10 works dedicated to world-famous paintings, are compositions made by special computer programs and digital photographs, combining images of famous paintings with those of the Syrian rubble. These compositions seem real murals but they will really become such when Tamman returns to Syria and they represent his plan to Street Art, whichis “a great tool of dissidence and protest, difficult to censor”, as himself affirm.
Tammam Azzam. Matisse – Syrian Museum 2013
By the works of the great art masters within the Syrian context, the author wants to contrast the achievements obtained by Humanity with the destruction that she is able of inflicting. They are strong images, of big emotional impact of love against hatred, of good against evil, intense images that want to shock the viewer, and make him reflect.
One of the most famous works of this series is "Freedom Graffiti" (2012) which reproduces "The Kiss" by Gustav Klimt on a partially destroyed wall and riddled with bullets. But there is also the "Dance" by Henri Matisse where the characters in the painting are dancing on the rubble of a building, the work entitled "May 3, 1808" by Francisco Goya, in which the author represented the massacre of innocent civilians on that day during the Peninsular war.
Tammam Azzam. Goya – Syrian Museum 2013
Tammam puts the figures in a Syrian road to bring out all that on may 3 years occur daily in Syria. In the Series "United Russia, United Nations and United States" Tammam openly denounces these three great powers, to fight each other for supremacy, conquest of power, money and prestige without the slightest regard for the Syrian people.
Tammam Azzam. London - Bon Voyage series - 2013
Tammam Azzam. New York – Bon voyage series – 2013
Link video da you tubehttps://www.youtube.com/watch?v=368bEew1FpI
Azzamhas recently gone back to painting and has exhibited "The Road".
Tammam Azzam. Untitled - Storyes series- The-Road 2015-2016 - 200 x 250 cm - acrylic on canvas
Tammam Azzam. Untitled - Storyes series - The-Road 2015-2016 –180 x 235 cm - acrylic on canvas
These new works are part of the "Storeys" Series, large, acrylic painting on canvas from photos of the Reuters News; they represent devastated and desolate cities with no human being and life, the feeling of emptiness and alienation experienced by millions of people fled to unknown countries, seeking asylum.
Tammam Assam. The Stairway to Heaven – The Road 2015-2016
Tammam Azzam. We were there - 2013
Tammam has recently also received a scholarship for artists from Hanse-Wissenschaftskolleg Institute for Advanced Study in Delmenhorst, Germany.
Tammam Azzam. Statue of Liberty – digital collage – 2014
Over the last three years he has gained great success in Europe and the United States, presenting his works in numerous exhibitions including:
in 2013: 30th Biennial of Graphic Arts, Ljubljana.
in 2014: Biennial of Vancouver, Houston, Boston, New York, Dakar, Berlin, Budapest, Seoul e New Delhi.
in 2015: Sarajevo, Amsterdam, United Kingdomatthe Banksy’s Dismaland, Giorgio CiniFondation in Venice-Italy.
Luz Marina Aguzzoli – libertaearte@gmail.com
All pictures here published have been personally authorized by Tammam Azzam.
Sources: ayyamgallery.com
facebook.com/tammam.azzam
Posted by: geometriefluide on: marzo 16, 2010
Le donne nelle avanguardie artistiche internazionali degli anni Settanta nella mostra proposta dallo GNAM di Roma fino al 16 maggio. Nata dalla collaborazione della Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, e la Sammlung Verbund di Vienna, la mostra Donna: avanguardia femminista degli anni '70, riunisce duecento opere di diciassette artiste. In una rigorosa documentazione, si presentano opere nelle quali le autrici affrontano da pioniere temi come il corpo,l'identità femminile e la differenza uomo-donna, oltre ad aver messo in discussione il proprio ruolo attraverso la ricerca di nuovi linguaggi o, anche, utilizzando riferimenti surrealisti e concettuali. Artiste in mostra: Helena Almeida, Eleanor Antin, Renate Bertlmann, Valie Export, Birgit Jürgenssen, Ketty La Rocca, Suzanne Lacy / Leslie Labowitz, Suzy Lake, Ana Mendieta, Martha Rosler, Cindy Sherman, Annegret Soltau, Hannah Wilke, Martha Wilson, Francesca Woodman, Nil Yalter DONNA Avanguardia femminista negli anni 70 dalla Sammlung Verbund di Vienna Roma – Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea viale delle Belle Arti 131 - Ingresso per disabili: via Gramsci 73 19 febbraio – 16 maggio 2010 Orari di apertura martedì - domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45) Chiusura il lunedì Biglietti Intero 10 euro, ridotto 8 euro, Ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni; Gratuità per i cittadini UE sotto i 18 e over 65 anni Ai visitatori di Stati non facenti parte dell’UE si applicano le disposizioni sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità Informazioni tel. 06 32298221 - fax 06 3221579 www.gnam.beniculturali.it - www.sammlung.verbund.at Visite guidate 06 32298451 www.pierreci.it Catalogo Electa
Locandina della mostra
A Roma, presso il Mattatoio di Testaccio è stato aperto il nuovo spazio
La copertina del libro "Riga 29. Kurt Schwitters" a cura di Elio Grazioli
Posted by: geometriefluide on: febbraio 11, 2010
Il tedesco Kurt Schwitters, nonostante l'originalità e qualità delle sue opere, è stato a lungo ignorato da critici e mostre, troppo spesso inclini ad assecondare mode e tendenze momentanee. Kurt Schwitters, nato nel 1887 e morto nel 1948 è uno dei primi artisti "multimendiali", che ha sperimentato l'opera d'arte "globale" attraversando le diverse espressioni delle arti "visive" (pittura, scultura, collage, architettura) e coinvolgendo anche la poesia e la musica. Uno degli esempi più noti dei suoi lavori è il Merzbau. A questo multiforme e sorprendente artista è dedicata la monografia Riga 29. Kurt Schwitters a cura di Elio Grazioli, edito da Marcos y Marcos con interventi critici e testimonianze dell'autore mai tradotti opoco diffusi.