Amico Aspertini è un artista dallo stile eccentrico, vivace e ricco di invenzione, dove immaginazione e dettagli realistici si intrecciano con risultati originali e sorprendenti.
Amico Aspertini. Trasporto del Volto Santo a Lucca e Sant'Ambrogio che battezza sant'Agostino.
1508-09. Affresco. Lucca, San Frediano, Cappella di Sant'Agostino. Foto di Sailko
Una delle più interessanti deviazioni sbocciate in seno allo stile rinascimentale è rappresentata dall'opera di Amico Aspertini. Per tutta la sua vita Aspertini mantenne una visione autonoma e anticipò molti aspetti che saranno propri del Manierismo.
Facendo parte di una famiglia di artisti bolognesi, iniziò giovanissimo la sua formazione presso la bottega paterna e fu sempre molto produttivo. Particolarmente versatile nelle tecniche artistiche, Aspertini è stato pittore, scultore, decoratore e miniatore. Ci rimane un consistente numero dei suoi lavori, anche se molti di essi sono andati perduti.
Come pittore ha realizzato pale d'altare, ritratti, affreschi, numerose decorazioni di facciate dei palazzi bolognesi.
Partecipò come scultore alla decorazione della Basilica di San Petronio a Bologna, lavorando sia ai rilievi che alle sculture, tra le quali il gruppo del Cristo sorretto da Nicodemo, che si trova nella lunetta sul portale di destra.
Si dedicò perfino alle miniature, come quelle raffinatissime per il Libro d'ore di Bonaparte Ghislieri, del 1502-03. Fortunatamente si sono conservati i suoi taccuini e i suoi disegni, che documentano l'intensa attività grafica di Amico, la capacità di disegnare con entrambe le mani (era ambidestro) e la sua straordinaria fantasia.
Sostenuto da uno spirito curioso e attento, Amico viaggiò per tutta l'Italia, disegnando e dipingendo continuamente e venendo in contatto con i maggiori protagonisti dell'arte a lui contemporanea. Accanto ai maestri italiani come Raffaello, Michelangelo, Filippino Lippi, Perugino, Pintoricchio.
Interessato anche all'arte europea, Aspertini studiò le opere dei maestri tedeschi, primo tra tutti Albrecht Dürer, che soggiornò a Bologna per studiare prospettiva nel primo decennio del '500. Altri maestri nordeuropei che influenzarono lo stile di Aspertini furono Lucas Cranach, Luca di Leida e Matthias Grünewald.
A Roma, tra il 1500 e il 1503, si fermò per studiare i monumenti dell'antichità, che vennero da lui analizzati in modo meticoloso, per poi diventare spunti per le sue straordinarie invenzioni grafiche. Ma Aspertini non si legò all'ideale classico, si aprì anche ad altre suggestioni, osservando con grande curiosità anche le soluzioni dello stile gotico e della cultura figurativa nord-europea.
Il talento moderno e prolifico di Aspertini è stato definito "bizzarro", "capriccioso", "lunatico", "geniale", ma è soprattutto libero da condizionamenti, perchè non si piegò mai a mode o correnti, mantenendo sempre un percorso autonomo e personale, "eccentrico" e inconfondibile.
Rispetto alle regole della cultura figurativa classica e alla sostanziale armonia tipicamente rinascimentale, Aspertini contrappose uno stile eclettico ed espressionistico, dove fantasia e immaginazione rappresentano le componenti più forti.
Sviluppando tale linguaggio anticlassico, nei suoi lavori riesce a cogliere le sfumature espressive più diverse, passando da composizioni altamente drammatiche, come la Pietà di San Petronio, a scene di grande dolcezza come nello Sposalizio mistico di Santa Caterina, dall'attenzione analitica del Presepe di Berlino, all'essenzialità del Martirio di San Sebastiano, dalle scene spettacolari degli affreschi di Lucca al dialogo silenzioso dei suoi ritratti.
L'opera di questo artista è stata molto apprezzata anche durante la sua esistenza: egli ha infatti lavorato per committenze prestigiose, sia a Bologna che nelle altre città dove si è fermato.
Amico Aspertini nacque a Bologna nel 1474. Il padre, Giovanni Antonio, aveva una bottega di pittura presso la quale si sono formati i figli Amico e Guido, anche lui pittore. In questa prima fase va collocato il primo spostamento a Roma che Amico compì insieme al padre, nel 1496. A Roma venne in contatto con Filippino Lippi e Pinturicchio e fu probabilmente in questa occasione che scoprì la sua passione per il mondo antico. Durante il soggiorno romano Amico iniziò a raccogliere appunti e disegni su taccuini, chiamati "vacchette", molti dei quali sono tutt'ora conservati e documentano la ricchezza dei suoi interessi culturali e la fantasia delle sue realizzazioni.
Amico Aspertini studiò anche a Firenze la pittura di Filippino Lippi, molto vicina al suo gusto. Dal Lippi apprese molto, ma mantenne sempre una sua visione personale e autonoma. Tra il 1500 e il 1503 la presenza di Amico Aspertini è documentata nuovamente a Roma, dove lavorò per il papa Alessandro VI. L'opera più importante di questa fase è il Presepe di Berlino.
Tornato a Bologna proseguì la sua formazione, dapprima presso Francesco Francia, poi presso la bottega di Lorenzo Costa: due artisti che orientaronoo la pittura bolognese del XVI secolo verso una linea decisamente classicheggiante. Aspertini inizialemente sembrò accostarsi ai modi del Costa e del Francia, ma la sua particolare vena vivace, fantasiosa e bizzarra, si manifestò molto presto, minando la visione equilibrata del classicismo dei maestri. Conclusa la sua formazione, Amico Albertini sviluppò uno stile molto libero e personale, superando tradizioni e mode, con venature ora satiriche ora tenere. Nel suo atteggiamento quasi di sfida alle regole rinascimentali, il suo stile rivela una particolare sensibilità nel descrivere emozioni, affetti e sentimenti, spezzando l'ideale compostezza classica.
Realizzò opere sempre vivaci, forti nell'impatto visivo, piene di vitalità, con un gusto "divertito" ed espressivo.
Amico Aspertini si inserisce con successo nell'ambiente bolognese, entra in stretti rapporti con la famiglia Bentivoglio e ottiene incarichi importanti. Sono gli anni in cui realizza alcuni splendidi ritratti, i pregevoli affreschi della piccola Chiesa bolognese di Santa Cecilia, e la Pala del Tirocinio, oggi alla Pinacoteca di Bologna.
Nel 1506, in seguito all'esilio della famiglia Bentivoglio da Bologna, Aspertini soggiorna a Lucca. Esegue gli affreschi di San Frediano, del 1508, e quelli nella cappella voluta da Pasquale Cenami, nella chiesa di Sant'Agostino.
Nel secondo decennio del Cinquecento, Amico Aspertini diventa uno dei maggiori esponenti dell'arte bolognese. La città è ora sotto il dominio della Chiesa e la sua opera è molto richiesta anche dal governo ecclesiastico. Aspertini dipinge la Pala di San Martino, del 1510-12 e gli affreschi (ora perduti) di San Michele in Bosco, risalenti al 1514. Nel 1510 viene chiamato, insieme ad altri maestri, per realizzare le decorazioni scultoree per San Petronio, che lo occuperanno per oltre dieci anni. Il prezioso dipinto della Pietà di San Petronio risale al 1519. Nel 1529 viene incaricato di progettare gli apparati celebrativi per l'ingresso di Carlo V e Clemente VII. Negli anni Trenta realizza una serie di affreschi di carattere mitologico nella Rocca di Minerbio.
Negli ultimi anni della sua vita non ci sono più opere documnetate, probabilmente una grave malattia gli ha impedito di lavorare. Amico Aspertini muore a Bologna nel 1552.
Amico Aspertini viaggiò continuamente e lavorò in diverse città d'Italia, ma gran parte dei suoi lavori si trovano a Bologna, sua città natale.
Tra le opere giovanili si può ricordare il Presepe di Berlino, appartenente al suo primo soggiorno romano, nei primissimi del '500 e alcuni ritratti, realizzati intorno al 1504.
Tra i più importanti lavori da lui eseguiti a Bologna vanno ricordati i cicli di affreschi dipinti nel 1505-06 sulle pareti dell'Oratorio di Santa Cecilia, vicino alla Chiesa di San Giacomo Maggiore. Sono stati richiesti da Giovanni II Bentivoglio, ed illustrano le storie della Vita di Santa Cecilia e il Martirio dei Santi Valeriano e Tiburzio.
Appartiene probabilente allo stesso periodo degli affreschi la Pala del Tirocinio, conservata alla Pinacoteca di Bologna.
Fuori dal capoluogo emiliano, un importante capolavoro è la serie di affreschi nella Cappella di Sant'Agostino nella chiesa di San Frediano a Lucca.
Tra le opere su tavola lignea, la drammatica Pietà di San Petronio a Bologna, del 1524 e la Pala della Chiesa di San Martino di Bologna, del 1515-18: una Madonna col Bambino e Santi.
L'Adorazione dei pastori, ora conservata Firenze, agli Uffizi, risalente al 1524-25 rappresenta un tema scelto dall'artista in altre versioni e riproposto anche nelle miniature. Numerose le sue sacre conversazioni e Madonne col Bambino.
Appartengono alla maturità del pittore gli affreschi nella Rocca Isolani di Minerbio, di soggetto mitologico, dipinti negli anni '30 del XVI secolo.
Alle opere pittoriche vanno aggiunte le sculture, come i rilievi e le statue eseguite per la facciata di San Petronio a Bologna, le raffinatissime miniature e i lavori di decorazione.
A. Cocchi
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