L'affresco, conservato nella chiesa di Sant'agostino di Narni, è stato realizzato da Piermatteo d'Amelia nel 1482.
In quegli anni l'artista amerino era impegnato a Roma. Stava lavorando, dapprima a fianco di Filippo Lippi, poi insieme al Pinturicchio, alla decorazione della Cappella Sistina.
Il dipinto, capolavoro dell'affresco italiano per l'ecdcezionale perfezione tecnica e per la perfezione del disegno, si trova in un'edicola ricavata nella controfacciata a sinistra rispetto all'ingresso della chiesa, sotto la cantoria settecentesca.
La scena si apre con una visione prospettica, all'interno di una volta a botte, ornata di semplicissimi lacunari quadrati.
Al centro, su un trono figura la Madonna col Bambino, tenuto in piedi sul grembo, in atto di benedizione. A Sinistra santa Lucia con i simboli del martirio e a destra Sant'Apollonia.
Dietro al trono un pannello, sostenuto da due ganci sull'estradosso dell'arco, chiude alla vista il settore centrale della veduta. Ma la scena si apre ai due lati su un delicato paesaggio primaverile, con vallate, colline e rocce.
Sulla volta dell'edicola, entro un medaglione, è rappresentato Dio Padre, che, con un gesto di accoglienza, sembra osservare la scena in basso.
Nella stessa chiesa di Sant'Agostino si può ancora scorgere un altro affresco, molto rovinato dello stesso artista. Si tratta della scena con San Sebastiano e i flagellanti dipinta nell'omonima cappella. La chiesa di Sant'Agostino a Narni racchiude anche altri importanti tesori d'arte, tra cui i dipinti rinascimentali del Torresani, di Antoniazzo Romano e altre opere del '600 e del '700.
A. Cocchi