Fonti storiche custodite in gran parte presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena e ricerche archeologiche, testimoniano la presenza in Cesenatico di un abitato romano. I primi frammenti ceramici ritrovati a Cesenatico hanno stimolato studi e ricerche archeologiche, finchè Bruno Ballerin decise di promuovere presso il Comune e la Soprintendenza Archeologica nuovi scavi. Gli scavi più recenti sono quelli condotti nel 2004 e nel 2008 grazie alla collaborazione tra l’Universita’ di Leicester (School of Archaeology & Ancient History) il Comune di Cesenatico e la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Video sugli scavi condotti da un'equipe della School of Archaeology & Ancient History di Leichester
a cura . Tra i ritrovamenti più importanti di questi ultimi scavi sono da ricordare le fornaci romane, ritrovate in località Ca' Turci, nel podere Fornari, a sinistra del canale di Bonificazione. Le fornaci di Ca' Turci erano usate per produrre costruire anfore con un lungo puntale, in modo che fossero idonee allo stivaggio e di conseguenza al trasporto.
I reperti più antichi riemersi da queste ricerche risalgono al II-I secolo a. C., e sono riferiti a un piccolo centro di età repubblicana, che secondo alcuni storici potrebbero essere le Tabernae Cossutianae. Anche se tale denominazione rimane solo un'ipotesi, la presenza di un piccolo abitato è comunque confermata dai reperti archeologici. Sono stati infatti ritrovati due grossi settori di muratura che grazie alle caratteristiche costruttive e al materiale di cui sono composti (pozzolana e mattoni) hanno permesso di risalire alla datazione del II e I secolo a. C. Un primo cenno sui testi antichi si trova in una lettera scritta nel 44 a.C. da Quinto Tullio Cicerone, fratello del famoso oratore, in occasione della designazione di territori ai consoli.
Un ritratto di Quinto Tullio Cicerone
Con un tono un po' sarcastico, Quinto Tullio assegna le Tabernae Cossutianae, al console Pansa, per il quale non nutriva molta stima. In effetti le antiche Taverne di Cossuzio indicavano un centro minore, di scarsa importanza strategica, una semplice stazione di sosta per il cambio dei cavalli. La posizione esatta della località non è stata ancora individuata con precisione dalle ricerche archeologiche e anche se la presenza della "taverna" indica già una primitiva forma di "accoglienza", antenata dei moderni alberghi, non possiamo sapere con certezza se la tradizione di ospitalità di Cesenatico può risalire a questo periodo.
Altri reperti, che vanno dal I al IV secolo d.C., ci offrono la testimonianza di un insediamento del periodo imperiale, che secondo alcuni studiosi potrebbe corrispondere alla località denominata Ad Novas dalle antiche testimonianze.
Un'interessante menzione di Ad Novas che ha fatto discutere a lungo gli storici è quella che si trova nella famosa Tabula Peutingeriana.
Si tratta di una pergamena del XIII secolo, conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna, (copia di un originale romano) che riproduce un'antica carta stradale in cui sono segnate tutte le vie militari dell'Impero romano.
La mappa Peutingeriana riporta anche la via consolare Popilia, fondata nel 132 a. C. dal console L. Popilius Laenas, e che secondo alcuni studiosi corrisponde alla Via del Confine, secondo altri all'attuale Strada statale Adriatica. Ad Novas è indicata sulla mappa a circa metà strada tra Rimini e Ravenna.
Il toponimo Ad Novas viene mantenuto nel Liber Pontificalis ecclesiae ravennatis del vescovo Andrea Agnello, una importante fonte altomedievale. In questo testo Ad Novas viene menzionata tre volte, la prima Agnello racconta che gli abitanti di Classe andarono incontro a Pietro Seniore, appena nominato vescovo, "da Cervia fino a Nova".
La seconda citazione riporta che la città di Ravenna, nell'VIII secolo, per difendersi dai bizantini ordinò che "Sarsina vigili, Cesena sorvegli il mare in armi da Cervia fino a Nova". La terza indicazione racconta che nel IX secolo il vescovo Martino, in viaggio verso Roma si fermò "presso Nova, dove un tempo c'era una città, adesso distrutta". Dopo queste testimonianze il nome di Ad Novas non è stato più trovato in nessun altro documento.
Ancora oggi non è chiaro se Ad Novas può corrispondere all'odierna Cesenatico o ad un'altra località della zona.
L'Antiquarium di Cesenatico offre un'interessante documentazione di reperti romani rinvenuti nel corso degli scavi archeologici, comprendenti a parecchi oggetti ceramici, ma anche monete, pesi e alcune pregevoli statue.
A. Cocchi
Parco della Rocca with the remains of the fortress from the 14th Century
Historical sources kept in great part in the Biblioteca Malatestiana of Cesena (Cesena's main Library) and archaeological research give evidence of a Roman village in Cesenatico. The first ceramic fragments found in Cesenatico have spurred studies and research, until Bruno Ballerin decided together with the Town Council and the Archaeological Superintendence to promote new excavations. The most recent excavations are the ones from 2004. Among the most important findings there were the Roman kilns, found in Ca' Turci, in the Fornari estate, to the left of the "canale di Bonificazione". The kilns from Ca' Turci were used to make amphorae with a long pointed tip, to make them suitable to stowage and consequently, transport.
Roman kiln from the 1st-2nd Century B.C. found in Ca' Turci
The oldest findings of this research date back to the 2nd-1st Century B.C., and refer to a small centre from the Republican age, which, according to some historians, could be the Tabernae Cossutianae. Even if such denomination remains a hypothesis, the presence of a small village is anyway confirmed by archaeological findings. Big sections of wall have been found, which, thanks to the material building characteristics (pozzolana (1) and bricks) has allowed to identify it dating back to the 2nd and 1st Century B.C.. One first evidence is found in a letter written in 44 B.C. by Quintus Tullius Cicero, brother of the celebrated orator Marcus Tullius Cicero, during the designation of the land to the consuls. With a rather sarcastic tone, Quintus Tullius assigns the Tabernae Cossutianae to the consul Pansa, to whom he was not very fond of. Actually, the old Taverne di Cossuzio indicated a smaller centre, of minor strategic importance, a simple settlement where people stopped to change horses. The exact location of this place hasn't yet been established with accuracy by archaeological research and even if the presence of a "tavern" indicates a primitive way of hospitality preceding modern hotels, it is not possible to say exactly if the hospitality tradition of Cesenatico could date back to this period.
Icarus. Fragment of the Roman fictile statue.
2nd Century A.D. Antiquarian of Cesenatico
Another finding, dated from the 1st to the 4th Century A.D., offers the proof of a settlement of the Imperial period, which, according to some scholars, could correspond to the location called Ad Novas in old testaments.
An interesting mention of Ad Novas that has made scholars debate for a long time is the one found in the famous Tabula Peutingeriana (Peutinger Table). It is a parchment from the 13th Century, kept in the National Library of Vienna (a copy of the Roman original) which replicates an old road map where all the military roads from the Roman Empire are marked.
Tabula Peutingeriana (Peutinger Table) 13th Century, National Library of Vienna
The Peutinger map shows also the Via Consolare Popilia, founded in 132 B.C. by the consul L. Popilus Laenas which is believed by some scholars to be the Via del Confine, and by some others to be the Strada Statale Adriatica. Ad Novas is indicated on the map more or less in the middle of the road between Rimini and Ravenna.
Portrait of Quinto Tullio Cicerone
The name Ad Novas is kept in the Liber Pontificalis of the bishop Andrea Agnello, an important source of the High Middle Ages. In this text, Ad Novas is mentioned three times: in the first, Agnello tells that the inhabitants of Classe went to meet the just appointed bishop Pietro Seniore, "from Cervia to Nova"; the second mention says that in the 8th Century, the city of Ravenna ordered "Sarsina vigilant, Cesena watch the sea for weapons from Cervia to Nova"; and the third indication tells that in the 9th Century the bishop Martino, travelling towards Rome, stopped "near Nova, where it was once a city, now destroyed". After these, the name Ad Novas is not found in any other document.
Still today, it is not clear if Ad Novas corresponds to the current Cesenatico or to another location in the region.
The Antiquarian of Cesenatico offers and interesting documentation of Roman findings from archaeological excavations, including several ceramic objects, coins, weights and some valuable statues.
A. Cocchi.
Trad.: A. Sturmer
Notes
1) A porous variety of volcanic tuff or ash used in making hydraulic cement.
F. Santucci, Cesenatico, da porto di Cesena a Comune Edizioni Il ponte vecchio, Cesena, 1995
D. Gnola, Storia di Cesenatico Edizioni Il ponte vecchio, Cesena, 2001
D. Gnola, Cesenatico nella storia Edizioni Il ponte vecchio Cesena, 2008
M. MARINI CALVANI (a cura di), Schede di Archeologia dell'Emilia-Romagna, Bologna 1995
B. FARFANETI, Cesenatico romana. Archeologia e territorio, Ravenna 2000
C. Dondi Il porto di Cesenatico lo pensò Leonardo? in:www.bper.it/gruppobper/incontri