La Basilica di San Vitale a Ravenna

Basilica di San Vitale a Ravenna. VI sec. Veduta dell'interno.
Basilica di San Vitale a Ravenna. VI sec. Veduta dell'interno.

 

La Basilica di San Vitale a Ravenna, capolavoro dell'arte bizantina, è uno dei più straordinari monumenti altomedievali, modello di architettura e custode di preziosi mosaici

La Basilica di San Vitale. Architettura e mosaici

  

La Basilica di San Vitale a Ravenna risale al VI sec., iniziata sotto il regno dei Goti, e proseguì sotto quello del Bizantini che avevano conquistato Ravenna nel 540 e fu terminata durante l'impero di Giustiniano.   Venne fondata dal Vescovo Ecclesio, tra 525 e 532, appena arrivato da Costantinopoli dove si era recato per una missione.
La chiesa sorge nel luogo in cui secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, è stato ucciso San Vitale, ed è dedicata a lui. I lavori sono stati finanziati da Giuliano l'argentario (banchiere greco arricchitosi nella guerra greco-gotica) si pensa che fosse un agente di Giustiniano, incaricato di promuovere grandi imprese costruttive per affermare il dominio bizantino anche culturale in Italia.
E' stata consacrata dal Vescovo Massimiano nel 547-48.
Nelle sue forme, San Vitale si richiama soprattutto ai grandi edifici paleocristiani, come il San Lorenzo di Milano, ma mostra anche spunti di ispirazione rispetto alla Chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Nonostante la ripresa dai modelli, è comunque un monumento originale, unico nel suo genere.

 

Architettura. Esterno

 


Basilica di San Vitale. Esterno. VI sec. Ravenna

 

Ha una forma complessa: è formato da un corpo ottagonale più largo e più basso che racchiude una torre ottagonale (tiburio) più alta.
Il corpo più esterno è su due ordini, presenta finestre e lesene molto sporgenti. Poi si aggiungono due torri scalarie, il nartece sulla facciata, e l'abside con due corpi cilindrici (diaconicon e protesis) sul retro. Da notare i pilastri angolari che salgono fino al tetto e i timpani in cima.
La muratura è con mattoni a vista, realizzata con i mattoni sottili tipici dell'epoca di Giustiniano, con uno strato di calce di spessore uguale.
Il chiostro benedettino fu costruito da Andrea da Valle nel secolo XVI, e ha sostituito l'originario quadriportico. Uno dei lati del chiostro è occupato dal nartece, una specie di vestibolo addossato alla facciata delle chiese.
Il campanile, aggiunto sopra una delle due torri scalarie, risale al X secolo ca., ma è stato ricostruito dopo il terremoto del 1688. I contrafforti che contrastano le spinte delle volte interne risalgono al IX secolo ca.

 

Pianta e funzione dei percorsi

 

 


Pianta della Basilica di san Vitale a Ravenna



La pianta ottagonale, originariamente era preceduta da un quadriportico, oggi perduto. Di esso rimane l'ardica a tenaglia, insolitamente disposta non in asse con l'ottagono, ma tangente a uno spigolo della pianta centrale.
Sia la forma sia la disposizione del nartece di San Vitale rappresenta una soluzione funzionale e simbolica insieme. Funge  da accesso monumentale alla chiesa, da filtro tra esterno (mondo terreno) e interno (mondo divino), ma denota anche una chiara funzione psicologica sul visitatore che entra.
Gli ingressi infatti, sono diversi e accompagnano differenti percorsi. I primi due percorsi sono quelli corrispondenti agli intercolumni più estremi e presso le due absidiole: due porte laterali non portano direttamente nella chiesa, ma conducono nelle torri scalarie, gli accessi che anticamente erano riservati alle donne per salire ai matronei.
Nella parte più centrale del portico si aprono altri due ingressi: entrando in quello di destra ci si trova nel deambulatorio. Qui si ha la percezione di uno spazio circolare e si è portati a girare nella galleria anulare.
Entrando nell'ingresso di sinistra ci si trova in asse rispetto al corpo della chiesa e direttamente davanti al presbiterio. Qui si ha la percezione di uno spazio longitudinale.
Avanzando verso il centro della chiesa si avverte infine la disposizione radiale e centralizzata dello spazio.
Tutto concorre a creare un'impressione di spaesamento e disorientamento nel fedele che entra. Non si riesce ad afferrare subito la forma e le direzioni di questo monumento.

 

Architettura. Interno


L'ampio interno è caratterizzato da dai ritmi articolati delle masse e dei numerosi archi che rendono meno chiara la forma geometrica e fanno apparire indeterminato lo spazio.

 


Cupola. Basilica di San Vitale. Ravenna

 


Il grande ambiente centrale  è coperto da cupola emisferica sorretta da otto grandi arcate su giganteschi pilastri a ventaglio. Un'arcata si apre verso il presbiterio.  Le altre sette formano grandi esedre, divise in due ordini di archetti su colonne.
All’ordine superiore corrisponde il matroneo, all’ordine inferiore l’ambulacro ottagonale, che gira tutto intorno e si interrompe in corrispondenza al presbiterio.

 


Basilica di San Vitale a Ravenna. Veduta verso il presbiterio


Queste forme danno un’impressione molto particolare: le architetture e la loro disposizione creano un effetto di espansione dal centro verso l’esterno. E’ come se le esedre si gonfiassero per via di un’energia misteriosa, lo spazio centrale vuoto tende a dilatarsi. Si avverte anche un ripetersi di onde concentriche e di ritmi, per via di tutti questi archi. Queste esedre non hanno una funzione strutturale, ma una funzione estetica e simbolica, appartengono a una concezione metafisica dello spazio. Rinviano al concetto di Dio come potenza infinita, che si espande ovunque, in tutte le direzioni.

 


Basilica di san Vitale a Ravenna. Le esedre e i matronei.


In origine la decorazione era molto più ricca: il pavimento era in mosaico, ma di esso rimangono pochi frammenti. I capitelli delle colonne, finemente scolpiti a rilievo e a traforo, presentano il pulvino. Sono  lavori di importazione, di gusto orientale, lavorati a trapano per aumentare l'effetto di leggerezza. Sui pulvini sovrapposti ai capitelli ricorre il monogramma del vescovo Vittore, predecessore di Massimiano.

 


Capitello con pulvino. Basilica di san Vitale, Ravenna.

 


Tutto l'interno presenta una ricchissima decorazione di marmi pregiati e mosaici.

 

 

 

 

 

I mosaici di San Vitale

 

I Mosaici di san Vitale  sono di epoche diverse ma complessivamente appartengono al VI sec. I più antichi, del tempo di Ecclesio, sono quelli del catino absidale con la Teofania.
Nelle pareti ai laterali dell'abside si trovano i due mosaici con il Corteo di Giustiniano e il Corteo di Teodora. In tutti gli spazi disponibili (lunette, estradossi degli archi, pareti,ecc.) sono ospitati mosaici con scene tratte dalle Sacre scritture.

 

Teofania

 


Teofania. Mosaico VI sec. Basilica di San Vitale. Ravenna 

 

Teofania= manifestazione di Dio. E' un'immagine simbolica, astratta, piena di significati religiosi
Al centro Cristo del tipo giovanile, senza barba, tra due angeli. E' seduto su una sfera azzurra, simbolo dell'universo.
A sinistra San Vitale che riceve da Cristo la corona del martirio con le mani coperte dal mantello.
Da notare i costumi dei personaggi, che sono molto eleganti. San Vitale ha la veste militare, ma non è la tenuta ordinaria, è in alta uniforme (veste bianca, ricami in oro, spalline con i gradi, mantello ricamato).
A destra, il Vescovo Ecclesio che consegna il modellino della chiesa da lui fondata.
Sullo sfondo elementi di paesaggio stilizzati: un prato con fiori, rose e gigli che hanno una simbologia religiosa particolare (rosa selvatica=sangue di Cristo, giglio=verità e fede).
Le quattro fonti ai piedi di Cristo sono i simboli dei quattro Vangeli.
E' un'immagine metaforica e concettuale, presenta una situazione tutta immaginaria, non allude alla realtà. L'astrazione dello stile quindi è perfettamente adeguato a questo concetto.

 

Corteo di Giustiniano

 


Corteo di Teodora.Mosaico VI sec. Basilica di San Vitale. Ravenna 

 

Il corteo dell'imperatore si presenta con tanti personaggi schierati. Però i personaggi al centro sono molto diversi rispetto ai soldati. I soldati sono tutti uguali, si somigliano. Gli altri invece hanno dei tratti e fisionomie molto caratterizzati. Infatti sono dei ritratti. Questi personaggi sono stati ritratti da alcuni artisti di Costantinopoli, i disegni sono stati riportati su cartoni, e poi i cartoni sono stati inviati a Ravenna direttamente da Costantinopoli. 
L'imperatore spicca di più perché è al centro, ha un abbigliamento ricco e appariscente, è davanti a tutti, non è coperto da nessun altro, e ha l'aureola (editto di Costantino). Ha una patera d'oro in mano da portare in offerta per la messa.
Poi si riconosce il vescovo Massimiano, indicato dalla scritta. Tra lui e l'imperatore, in secondo piano c'è Giuliano l'Argentario. Il generale con la barba è Belisario, il conquistatore di Ravenna.
In questo mosaico il processo di astrazione è molto forte. La profondità è completamente eliminata, le figure sono immobili e prive di rilievo, sembrano sagome ritagliate. Le forme tendono alla geometria.
Non c'è una narrazione, non c'è una storia, è una scena celebrativa, una cerimonia tutta simbolica.

 


Corteo di Teodora

 


Corteo di Teodora.Mosaico VI sec. Basilica di San Vitale. Ravenna 

 

La disposizione delle figure è la stessa dell'altro corteo. Queste due scene rappresentano le offerte imperiali alla città di Ravenna. Si tratta di cerimonie simboliche, mai avvenute nella realtà.
Questa scena è più vivace dell'altra perché i costumi femminili sono più variati nelle fogge e nei colori. L'imperatrice si riconosce perché è più alta, ha le vesti e gioielli più ricchi, ha l'aureola. In mano porta il calice d'oro per la messa
Sull'orlo della veste si vede un ricamo con i re magi: è un rinvio alla chiesa di Sant'Apollinare nuovo, dove si trova un mosaico con tema analogo a questo.
Vicino a lei le due dame sono Antonina e Giovannina, la moglie e la figlia di Belisario.
Le altre dame che entrano in scena sembrano essere molte e continuare anche oltre la tenda.


A. Cocchi

 

Storia e protagonisti

 

San Vitale sorse nel VI secolo presso il Mausoleo di Galla Placidia, con la sua mole domina l'estensione settentrionale della città, realizzata già dall'imperatore Onorio in seguito al suo trasferimento a Ravenna. La sua pianta ottagonale, l'aspetto orientaleggiante e il suo splendore sanciva la sacralità e la potenza dell'impero bizantino.
La costruzione della basilica venne richiesta dal vescovo Ecclesio Celio nel 526, ritornato a Ravenna da una delicata e tragica missione a Costantinopoli. Il progetto venne avviato da Ecclesio dopo la morte del re Teodorico, durante la reggenza di Amalasunta.

 

 

 
Amalasuntha. 1493. Xilografia dalla Cronaca di Norimberga

 


La fondazione viene collocata intorno al 540 e la basilica venne consacrata nel 547 o '48 dal terzo successore di Ecclesio: il vescovo Massimiano, la cui importanza va messa in relazione al nuovo riordinamento territoriale e sociale voluto dall'imperatore d'Oriente Giustiniano.

 


Ritratto del Vescovo Massimiano. Part. dei mosaici dell'abside.
Basilica San Vitale, Ravenna.

 


A Ravenna il maggiore rappresentante del potere imperiale era Belisario, il generale vincitore dei vandali, comandante supremo delle forze armate bizantine e conquistatore della capitale. Ma l'autorità religiosa rappresentava un altro importante caposaldo del nuovo assetto imperiale, poichè Giustiniano investì sulla Chiesa di Roma il ruolo di fedele collaboratrice sia attraverso il governo cattolico, sia attraverso la facoltà di scegliere i pretori, governatori civili delle province.

 


Ritratto di Belisario. Part. dei mosaici dell'abside.
Basilica di san Vitale, Ravenna.

 

 

La basilica ravennate fu titolare di un considerevole patrimonio che venne gestito dalla Chiesa fino alle soppressioni napoleoniche degli inizi del XIX secolo. Divenuta abbazia benedettina intorno al Mille, fu centro di attività culturali, economiche e commerciali, acquisì grandi estensioni di terreni, tra i quali la pineta litoranea che si sviluppa verso Classe fino a Cervia.

La costruzione del celebre monumento ravennate, appartenente al complesso momento storico compreso tra il 493 e la prima metà del VI secolo, riflette gli intrecci di potere e il coinvolgimento dei protagonisti di quel tempo, i cui volti ci osservano ancora dai mosaici della basilica.

Non è arrivato fino a noi il nome dell'architetto che ha progettato la chiesa: non è stato trovato alcun cenno sugli antichi documenti, ciò che appare chiaro è però che si è trattato di un artista di grande cultura e sensibilità, con notevoli competenze dal punto di vista tecnico. Il vuoto intorno a questo importante maestro è una delle più grandi lacune nella conoscenza della Basilica di San Vitale.

 

Il fondatore della basilica: il Vescovo Ecclesio Celio

 


Ritratto del vescovo Ecclesio Celio. Mosaico dell'abside. 
Basilica di san Vitale. Ravenna

 

La costruzione della basilica venne richiesta dal vescovo Ecclesio Celio nel 526, ritornato a Ravenna da una delicata e tragica missione a Costantinopoli. Ecclesio era stato inviato dal re dei Goti Teodorico insieme ad altri ecclesiastici e illustri senatori romani, in una ambasciata mirante a convincere l'imperatore bizantino Giustino I ad interrompere la sua repressione contro gli ariani d'oriente.
La convivenza delle due fedi cristiane: ariana per i Goti e cattolica per i romani, era stata attuata da Teodorico in Occidente con un'abile politica di divisione e controllo dei poteri - destinando i Conti Goti all'esercito e mantenendo per i romani gli uffici del Senato - e aveva garantito un periodo di stabilità e di pace di oltre trent'anni. Lui stesso si indicava come Flavius Theodericus rex, un soprannome che includeva un dualismo goto-romano e che sottolineava come la forza militare germanica si esplicava su un piano governativo e amministrativo romano. Ma la convivenza tra Goti e Romani nel suo regno non si risolse con l'assimilazione sociale piochè i due gruppi vennero mantenuti nettamente separati, non solo attraverso incarichi distinti ma anche impedendo matrimoni tra le due etnie. Si generò un clima di tensione e di sospetti nel quale le dispute teologiche rappresentavano solo l'aspetto più appariscente di una contrapposizione molto forte. Per questo il vecchio re Teodorico, costrinse papa Giovanni I a recarsi a Costantinopoli assumendosi la responsabilità dell'ambasciata. Ma la grande accoglienza ricevuta dal papa e gli accordi presi dai senatori con l'impero di Costantinopoli alimentarono la diffidenza del re e vennero interpretati come un atto di tradimento. Teodorico attese il ritorno in Ravenna della delegazione, fece giustiziare i senatori romani Boezio e Simmaco e fece imprigionare il papa, che morì in carcere poco dopo. Il suo corpo venne trasportato a Roma e sepolto nella Basilica di San Pietro.
Il vescovo Ecclesio, che pure faceva parte della stessa ambasciata e accompagnava il papa al suo ritorno, venne risparmiato, insieme agli altri vescovi, dalle condanne del re. Probabilmente Teodorico aveva affidato a lui un ruolo di spia. A Ravenna Ecclesio mantenne il pieno le sue facoltà mettendo in atto per il resto della sua vita un'aggressiva affermazione del potere vescovile sull'ambiente cattolico ravennate. All'interno della provincia si generarono forti contrasti con una parte del suo clero che si opponeva all'imposizione della disciplina ecclesiastica e alla suddivisione delle proprietà.

Secondo alcuni studiosi, l'idea della chiesa di ravennate a pianta centrale venne forse maturata da Ecclesio dopo aver visitato le chiese dei Santi Apostoli e di Santa Sofia a Costantinopoli, magari durante la traversata di ritorno a Ravenna.
La costruzione venne promossa nel 526, quando, morto Teodorico, Ravenna passò per otto anni sotto la reggenza della figlia Amalasunta, di raffinata cultura classica. Durante il governo di Amalasunta Ravenna vide avviarsi i cantieri di due importanti monumenti: la Basilica di san Vitale e Sant'Apollinare in Classe.
Il luogo su cui sorse la basilica di San Vitale era di proprietà del vescovo e comprendeva anche il pozzo dove secondo la tradizione venne ucciso San Vitale ai tempi di Nerone. Ecclesio seguì lo sviluppo del progetto ma non potè vedere terminata la basilica, poichè morì nel 532. Venne santificato sulla base delle notizie tramandate dal Liber pontificalis di Agnello e secondo la stessa fonte il vescovo Elcclesio venne sepolto in San Vitale, nella cappella di san Nazario davanti all'altare tra i corpi del beato vescovo Ursicino e del beato Vittore. La sepoltura originaria è andata distrutta insieme alle altre nel XVIII secolo, resta solo l'iscrizione sul pavimento.

 


Sarcofago detto di Sant'Ecclesio. VI sec. Santa Maria Maggiore. Ravenna


Un altro sarcofago marmoreo detto di Sant'Ecclesio si trova all'inizio della navata destra, nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Ravenna. Si tratta di un "sarcofago simbolico", non destinato a contenere i resti del defunto, ma a ricordarne la memoria. Il frontale, realizzato in bassorilievo presenta un'iconografia molto particolare: la scena, inquadrata da una cornice con tralci stilizzati di fiori e uccelli, rinvia alla simbologia cristiana tipica dell'arte bizantina. Due cervi, due pavoni e due palme sono disposti simmetricamente rispetto ad una croce gemmata centrale. Il cervo che guarda verso la croce si riferisce al Salmo 41, dove si legge: «Come la cerva assetata anela ai rivi delle acque, così l’anima mia anela a te, o Dio. Ha sete di Te l’anima mia; ha sete del Dio vivente». Il pavone è simbolo dell'immortalità dell'anima cristiana; la palma è una pianta solitamente associata al tema del martirio.

La tradizione ravennate celebra Sant'Ecclesio il 27 luglio.

 

Il finanziatore: Giuliano Argentario

 


Ritratto di Giuliano Argentario. Part. dei mosaici dell'abside.
Basilica din San Vitale, Ravenna.


L'impresa costruttiva si potè avviare grazie alla favolosa cifra di 26.000 soldi d'oro, investita da Giuliano Argentario, un banchiere di origine bizantina o greca, probabilmente conosciuto da Ecclesio nel suo soggiorno a Costantinopoli. Nella capitale d'Oriente Giuliano riuscì a conquistare la stima della corte imperiale e divenne un personaggio di spicco del nuovo Imperatore: Giustiniano I, che salì al trono nel 527, promotore di grandi interventi di restaurazione imperiale.

L'identità di questo personaggio, che sostenne anche le spese di altre chiese di Ravenna, non è ancora chiara: sappiamo che è vissuto nella prima metà del VI secolo e che si arricchì durante la guerra greco-gotica (535-553). In un documento del 539 che porta la sua firma lui stesso definisce la sua professione come argentarius, inteso come banchiere finanziario e dichiara anche di essere parente di un pigmentarius, un commerciante di colori per tessuti. Il nome di Giuliano Argentarius, compare anche nelle notizie tramandate dal Vescovo Agnello. Forse era arrivato a Ravenna come imprenditore e commerciante e il legame che seppe costruirsi con l'amministrazione bizantina gli permise in qualche modo di formarsi un ingente capitale. Secondo qualche studioso Giuliano poteva essere un agente segreto di Giustiniano inviato a Ravenna. La sua cooperazione con i vescovi di Ravenna comprese anche Vittore e Massimiano, finanziando anche le chiese di sant'Apollinare in Classe e San Michele in Africisco. Non conosciamo la data della morte, ma i restauri del 2015 hanno rivelato che i suoi resti erano contenuti in una capsella posta nella nicchia sotto la finestra nella Cappella del Sancta Sanctorum in San Vitale, dove ora si trova il Tabernacolo.

 

A. Cocchi

 

 

Basilica of San Vitale - Architecture and mosaics 

 

The church of San Vitale in Ravenna dates back to the 6th Century and was begun by Bishop Ecclesius under the Empire of Justinian, who had arrived from Constantinople between 525 and 532.

The church is dedicated to Saint Vitalis, and rises in the place where he was killed, according to the Golden Legend of Jacobus de Varagine. The construction of the church was financed by Julius Argentarius (a Greek banker who made fortune in the Greek-Gothic war). It is thought that he was an agent for Justinian, in charge of promoting big construction companies to assert the Bizantine cultural power in Italy.
Bishop Maximian consecrated the church in 547-48.
In its shape, San Vitale refers mainly to the big early Christian buildings, like San Lorenzo in Milan, but also takes inspiration from Santa Sophia church in Constantinople. Despite using the same models, it is anyway an original monument, unique in its kind.


Exterior

 


San Vitale Church. Ravenna, Italy. Exterior.

 

The church has a complex shape: it has an octagonal body, wide and short containing a higher octagonal tower (tiburio, or crossing tower).
The external body is on two orders showing very prominent windows and pillars. Then two stepped towers are added, the porch on the façade and the apse with two cylindrical bodies (Diaconicon and Prothesis) at the rear. Noteworthy corner pillars go up to the roof and carry a pediment on their tops.
The walls are made with bare soft bricks from the time of Justinian, covered with a layer of lime of the same thickness.
The bell, added on the top of one of the two stepped towers, dates back to around the 10th Century, but was reconstructed after the 1688 earthquake. The buttresses that contrast with the thrust of the internal vaults date back to the 9th Century.

 

 

Plan and Route’s Function


San Vitale Church. Ravenna, Italy 



Originally, the octagonal plan was preceded by a quadriporch, lost over time. The forceps-shaped narthex remained, and is placed tangentially to an edge of the central plan, instead of being placed in axis with the octagon as usual. The shape and the positioning of San Vitale’s porch, represent both a functional and symbolic solution. It acts like a monumental access to the church and like a filter between the external (earthly world) and internal (divine world), indicating also a clear psychological function to the visitor on arrival.
Actually, there are several entrances and they follow different routes. The first two routes are the ones correspondent to the intercolumniation and which are near the two small apses: two lateral doors lead to the stepped towers and not directly into the church. In the past, these accesses were reserved to the women to go up the matroneum.
Two other entrances open from the porch’s central part: on to the right and another to the left. The deambulatory is found going through right entrance, where one can perceive a circular space and turn around the round gallery. Through the left entrance one is found in axis regarding to the body of the church and directly in front of the presbytery, and here one perceives a longitudinal space.
Going towards the centre of the church one perceives finally the radial and centralized positioning of the space.
Everything contributes for the faithful entering the church to get an impression of being lost and disorientated. It is hard to grasp immediately the shape and directions of this monument.

 

 

Interior

 



The spacious interior is characterized by the articulated rhythm of the mass and the many arches that make the geometrical shape less clear and make the space seem indefinite.

 


The dome of San Vitale Church. Ravenna, Italy 

 


hemispheric dome supported by eight big arches that stand on gigantic fan shaped pillars covers the broad central room. An arch opens towards the presbytery. The other seven arches form big exedras, divided in two orders of arches over columns.
The matroneum corresponds to the superior order and the octagonal ambulatory to the inferior, which turns around and breaks up at the presbytery.

 


The presbitery of San Vitale Church. Ravenna, Italy 

 


These shapes give a very particular impression: the architecture and their positioning create an expansion effect from the centre towards the exterior. It’s as if the exedras were inflated by a mysterious energy and the central empty space cause to expand. A repetition of concentric waves and rhythm can also be felt because of these arches. These exedras don’t have a structural function, but aesthetic and symbolic, and belong to a metaphysics idea of space. It refers to the concept of God as infinite power, expanding in all directions.

 


The exedras of San Vitale Church. Ravenna, Italy 

  


Originally the decoration was much richer: the floor was made by mosaics, but only a few fragments remained. The capitals of the columns, delicately sculpted in relief and fretwork, present the dosseret (1).

 


Capital with dosseret of a column in San Vitale Church. Ravenna, Italy 


The whole interior has a rich decoration of precious marble and mosaic.

 

 A. Cocchi

 Trad. A. Sturmer

 

Notes:

 1) Block of stone above the capitals in a Byzantine church, used to carry the arches and vault

 

 

 

 

The mosaics

 

San Vitale’s mosaics are from different times but altogether belong to the 6th Century. The oldest, from Bishops Ecclesius’ time, is the one depicting the Theophany in the apsidal semi-dome.

Two mosaics can be found on the apse sidewalls: one depicting the Justinian Procession and another the Theodora Procession. Mosaics can be seen in all available spaces (lunettes, extrados of arches, walls, etc.) with scenes of the Holy Scriptures.

 


Theophany

 

Theophany. Mosaic. 6th Century. San Vitale Church. Ravenna, Italy 

 

Theophany = appearance of God. It is a symbolic image, abstract and full of religious meanings.
At the centre, a young Christ, beardless, is sitting between two angels on a blue globe, symbol of the universe.
To the left, San Vitale is receiving the martyr’s crown from Christ, his hands covered by a mantel.
It’s worth noticing the figure’s elegant clothes. San Vitale is dressed in military garments, in fact in dress uniform (white garb, gold embroidery, shoulder pads with ranking and embroidered mantel) instead of the ordinary one.

To the right, Bishop Ecclesius is offering a model of the church that he founded.
On the background, stylised landscape aspects can be seen: a flowery meadow, with roses and lilies, which have particular religious meanings (wild rose = blood of Christ; lily = truth and faith). The four springs by the feet of Christ symbolise the four Gospels.
It is a metaphorical and conceptual image and shows an altogether imaginary situation. It doesn’t refer to the reality. The abstraction of this style is therefore totally suitable to this concept.
 

 


 
Justinian Procession

 

Justinian Procession. Mosaic. 6th Century. San Vitale Church. Ravenna, Italy 

 

The emperor procession shows several aligned figures. However, the figures in the centre are very different from the soldiers. The soldiers all look the same, they look like each other. The others instead, have very distinguished features and are in fact portraits. These characters were portrayed by artists from Constantinople. The drawings were transferred to cardboard and then sent directly from Constantinople to Ravenna.

Being in the centre, the emperor stands out. He wears striking, rich clothes. He is in front of everybody, nothing is hiding him and he has a halo (edict of Constantine). He is carrying a gold patera (1)  as an offering for the mass.
From the inscription we can also identify Bishop Maximian
Julius Argentarius can be seen on the background, between the bishop and the emperor.
The bearded general is Belisarius, Ravenna’s conqueror.

The abstract process in this mosaic is very strong. The depth is completely eliminated; the figures are motionless and lacking relief, like cut out profiles; the shapes have a tendency to geometry.
It is not a narration or a story, but a celebratory scene, a symbolic ceremony.

 


Theodora Procession

 

Theodora Procession. Mosaic. 6th Century. San Vitale Church. Ravenna, Italy 

 

The positioning of the figures is the same as in the other procession. These two scenes represent the imperial offer to the city of Ravenna. It is about symbolic ceremonies that never happened in real life.
This scene is livelier than the other because the female clothes are more varied in style and colour.
The empress can be identified for being taller, for wearing richer clothes and jewellery and for having a halo. She is carrying a gold chalice for the mass. The hems of her clothes are embroidered with images of the Wise Men: it is a reference to the church of Sant’Apollinare Nuovo, where a similar mosaic can be found.

The two ladies near the empress are Antonina and Joannina, Belisarius wife and daughter respectively. 
There is an idea of several other ladies arriving in the scene, as if they were coming from beyond the curtains.

 

 

 A. Cocchi

 Trad. A. Sturmer

 

 

Notes

 

 1) A saucer like vessel used by the Greeks and Romans in libations and sacrifices.

 

 

Bibliography

 

N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984
G. Bustacchini Ravenna. I mosaici, i monumenti, l'ambiente. Edizioni Italcards, Bologna 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008

 

 

 

 

 Video

 

Video sull'arte bizantina nei suoi rapporti tra Oriente e Occidente:

 


Istambul-Ravenna- Basilica di san Vitale. Aachen (8,37 min.)

 

3 Video  con una dettagliata analisi sulla basilica di San Vitale:


Basilica di san Vitale 1-Grand Tour Project

  

 


Basilica di san Vitale 2-Grand Tour Project

 

 


Basilica di san Vitale 3-Grand Tour Project

 

 

Breve video con sintesi didattica sui Mosaici di san Vitale:

 


I mosaici di san Vitale. Storia dell'arte in Pillole. Artesplorando

 

 

 

Libri consigliati

 

 

  

La Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna.
A
 cura di G. Malafarina

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Tecnica, procedimenti, fasi e organizzazione del lavoro. Materiali, caratteristiche. Autore: A. Cocchi

I meravigliosi mosaici bizantini erano il frutto del lavoro collettivo di squadre specializzate di artisti. La mappa di Geometrie fluide spiega le fasi del lavoro, i ruoli dei diversi artisti, la scelta dei materiali, mettendo in evidenza gli aspetti essenziali e ricorrendo ad esempi pratici per agevolare una chiara comprensione.

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Arte Romana. Mappa sintetica

 Arte Romana.

Mappa concettuale  con periodi ed esempi dei principali monumenti. Autore: A. Cocchi
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L'arte romana si è definita nel corso della sua evoluzione. Concentrata essenzialmente su opere di pubblica utilità, architettoniche e ingegneristiche nel periodo Regio, raggiunse gli esiti più alti con i periodi Repubblicano e soprattutto Imperiale. La Mappa illustrata proposta da Geometrie fluide spiega con schemi semplici e chiari gli aspetti fondamentali dell'Arte dell'antica Roma.

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Le croci dipinte

Le croci dipinte

Mappa sintetica con indicazioni sulle caratteristiche, sulla tecnica e sulle tipologie del Christus triumphans e Christus patiens. Autore: A. Cocchi

Le croci dipinte, uno dei prodotti artistici più importanti dell'arte medievale, erano realizzate da artisti specializzati con una tecnica raffinata e complessa. A partire dalla seconda metà del XII secolo si diffusero dalle botteghe umbre e toscane con grande successo in tutta Italia. La mappa  facilita la comprensione dei concetti  e dei significati di questi preziosi oggetti artistici.

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Mappa concettuale Stile Romanico

Mappa concettuale Stile Romanico

Mappa illustrata con caratteristiche generali, urbanistica, pittura, scultura, architettura. Esempi e brevi spiegazioni. Autore: A. Cocchi
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Uno degli stili artistici più completi dell'età medievale è il Romanico, espressione di una cultura affascinante, concreta e ingegnosa. In Italia ha caratterizzato la forma delle città e tutte le arti. La mappa di Geometrie fluide mette in evidenza gli aspetti che contraddistinguono lo Stile Romanico, con esempi di facile comprensione e immagini di riferimento.

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Arte medievale. Mappa concettuale

Arte medievale.
Mappa concettuale sulle correnti e gli stili artistici del Medioevo. Esempi e caratteristiche. Autore: A. Cocchi
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Durante il Medioevo si sono avvicendati stili e correnti artistiche in una situazione ricca di importanti novità. La Mappa concettuale di geometrie fluide mette a fuoco il panorama artistico del Medioevo evidenziando i passaggi e le caratteristiche principali, offrendo una visione facilmente comprensibile.

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Arte gotica. Mappa concettuale

Le caratteristiche dello stile gotico in Italia nei principali esempi di architettura, pittura e scultura. Il linguaggio chiaro e gli esempi, accompagnati dalle immagini facilitano la comprensione e l'apprendimento. 

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Affresco

Affresco

Mappa concettuale sulla tecnica dell'affresco con una sintesi sulle fasi esecutive e i materiali. Autore: A. Cocchi. 

L'affresco è una delle principali tecniche pittoriche della storia dell'arte e richiede una buona padronanza dei mezzi e delle fasi di realizzazione. La mappa proposta da Geometrie fluide offre uno schema chiaro per comprendere il procedimento esecutivo nei suoi principali passaggi. 

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Mappa Scultura Gotica

La scultura gotica è spiegata nelle caratteristiche dello stile e attraverso i maggiori protagonisti. La mappa offre esempi e immagini di opere con indicazioni chiare, sintetiche e complete.

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La Bottega d'Arte Medievale. Mappa concettuale

La Bottega d'Arte Medievale. Mappa concettuale

Mappa concettuale con caratteristiche, organizzazione, funzioni, ruoli della bottega d'arte medievale. Autore A. Cocchi
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Come funzionavano le botteghe d'arte nel Medioevo? Quali erano i risvolti economici e sociali di queste antiche officine artistiche? La mappa concettuale di Geometrie fluide spiega in modo semplice e chiaro l'organizzazione, le funzioni e i ruoli di queste importanti realtà produttive e artistiche.

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Bibliografia

 

N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984

G. Bustacchini Ravenna. I mosaici, i monumenti, l'ambiente. Edizioni Italcards, Bologna 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008

 

 

 

 

 
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