Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio. Trionfo di Galatea. 1511-12. Affresco. Villa Farnesina, Roma.Raffaello Sanzio. Trionfo di Galatea. 1511-12. Affresco. Villa Farnesina, Roma.

 

In uno stile inconfondibile, dal linguaggio chiaro e disteso, Raffaello è il più grande interprete della civiltà rinascimentale. Seppe fondere la più alta tradizione quattrocentesca con gli apporti più innovativi del cinquecento in una visione completa, personale e perfettamente unitaria. 

 

Cenni  biografici e attività artistica

 

Raffaello è stato il pittore più completo e più amato del Rinascimento, non soltanto per  la grandezza assoluta della sua pittura, ma anche per il carattere dolce, affabile e per i modi cortesi, come viene ricordato dai suoi contemporanei. La sua morte precoce,  a 37 anni, addolorò tutti.
Dal punto di vista artistico seppe fondere la più alta tradizione quattrocentesca con gli apporti più innovativi del cinquecento in una visione completa, personale e perfettamente unitaria. Aveva una grande padronanza dei mezzi espressivi e un linguaggio chiaro, preciso e disteso. Il suo stile è inconfondibile: le sue opere sono ammirate soprattutto perchè piene di grazia e naturalezza.

 

 

Raffaello Sanzio. Psiche ricevuta da Olimpo. 1513-14. Affreschi. Roma, Villa Farnesina.

Raffaello Sanzio. Psiche ricevuta da Olimpo. 1513-14. Affreschi. Roma, Villa Farnesina.

Come Michelangelo, mostra uno straordinario talento fin da bambino, insieme ad un innato senso dell'ordine, dell'armonia e dell'equilibrio. Dotato di eccezionale apertura mentale, Raffaello apprese in continuazione dagli altri artisti, non soltanto durante la sua formazione, ma fino all'età matura. Si interessa alla cultura contemporanea, entrò in contatto con i protagonisti del pensiero neoplatonico e strinse amicizia con letterati e intellettuali. Sostenuto da una incrollabile curiosità culturale, osservava e studiava tutto ciò che riteneva interessante per arricchire la sua personalità, per rielaborare e reinventare seguendo una spinta creativa personalissima.

Raffaello nacque ad Urbino nel 1483. Era il figlio del pittore e letterato Giovanni Santi, che è stato il suo primo maestro. Il padre Giovanni era un colto umanista e un artista molto apprezzato, attivo presso le corti dei Monfefeltro a Urbino e dei Gonzaga a Mantova. Raffaello venne introdotto alla pittura molto presto, apprendendo dal padre i primi rudimenti e accompagnandolo nei suoi lavori. Avendo già perso la madre che morì nel 1491, con la morte del padre nel 1494, Raffaello rimase orfano molto presto e venne allevato dagli zii. Trascorse la sua infanzia nello stimolante ambiente  del palazzo Ducale, accolto da Federico e poi da Guidubaldo da Montefeltro. Qui si trovò a contatto con artisti e intellettuali di altissimo livello, come Piero della Francesca, Luca Signorelli, Bramante, Francesco di Giorgio Martini, e altri.
Nonostante la formazione di Raffaello sia difficilmente ricostruibile, dalla fonti (soprattutto Vasari),  si deduce il suo apprendistato presso Perugino, probabilmente tra l'ultimo decennio del '400 e gli inizi del '500, e, negli stessi anni, la collaborazione con il Pinturicchio. Nel 1491 muore la madre e solo due anni dopo muore il padre. Da alcune testimonianze sembra che ancora undicenne sia stato accolto in palazzo Ducale da Guidubaldo da Montefeltro, secondo il Vasari invece doveva essere presso il Perugino, che aveva una bottega a Perugia e un'altra a Firenze.

Secondo il contratto per una pala d'altare per la Cappella Baronci nella chiesa di Sant'Agostino a Città di Castello, datato 10 dicembre 1500, Raffaello diciassettenne è gia nominato 'magister', cioè risulta già un pittore autonomo.

 

 

Raffaello Sanzio. Crocifissione. Olio su tavola. 1503. Londra, National Gallery
Raffaello Sanzio. Crocifissione. Olio su tavola. 1503. Londra, National Gallery

 


Tra il 1505 e il 1508 Raffaello è documentato a Firenze, ma si spostò anche a Periugia e a Urbino, dove ritornò spesso, mantenendo i contatti con i Montefeltro.

Le opere eseguite tra il 1504 e il 1508 riflettono i nuovi contatti con gli artisti operativi a Firenze, e soprattutto con Michelangelo e Leonardo. In quei fervidi quattro anni, conosciuti come "periodo fiorentino", nacquero capolavori come  le numerose Madonne con Bambino, e i ritratti, eseguiti per le più importanti famiglie fiorentine.

Lasciando incompiuta la Madonna del baldacchino, alla fine del 1508 Raffaello partì per Roma, chiamato dal papa Giulio II ad affrescare le Stanze vaticane. Attraversò quindi il cosiddetto "periodo romano", durante il quale, gradualmente, il suo stile si evolse verso forme più monumentali e drammatiche, proseguendo i suoi sviluppi anche sotto Leone X.
Al lavoro degli affreschi vaticani si affiancarono altre importanti commissioni, tra cui gli affreschi alla Farnesina per Agostino Chigi, con il Trionfo di Galatea,  prestigiose pale d'altare (Madonna sistina; Madonna di Foligno; Santa Cecilia) e ritratti che divennero celeberrimi (Ritratto di Giulio II; Ritratto di Baldassar Castiglione).

Al tempo di Leone X, dopo la morte di Bramante, l'attività di Raffaello si intensificò e si estese anche nei campi della scenografia teatrale, dei progetti per sculture (mai realizzate) e dell'architettura. Nominato Architetto della Fabbrica di San Pietro, Raffaello diresse fino alla morte i lavori della Basilica, fu occupato in interventi nei Palazzi Vaticani, progettò la Cappella funeraria di Agostino Chigi in Santa Maria del Popolo e diversi palazzi e ville privati. Come Sovrintendente alle Antichità, Raffaello si dedicò allo studio di Vitruvio e si applicò in un enorme lavoro di rilevazione di tutti i monumenti della Roma antica.
Morì il 6 aprile 1520, dopo una breve malattia.

 

 

La formazione di Raffaello e la sua prima attività

 

La fase formativa di Raffaello si può ricostruire in modo  approssimativo, a causa della scarsa documentazione e della mancanza di testimonianze sicure. Certamente il piccolo Raffaello viene introdotto alla pittura dal padre, Giovanni Santi. Giovanni Santi, colto umanista, autore di una famosa Cronaca, scritta in rima, è un artista a capo di una fiorente bottega a Urbino. Fin dal 1482 è attivo presso la corte urbinate di Guidubaldo da Montefeltro e della moglie Elisabetta Gonzaga. Attraverso Elisabetta, verrà  introdotto anche nella corte di Mantova, dove lavora soprattutto come ritrattista. Poi sarà  una figura di spicco presso Federico da Montefeltro, oltre che molto occupato anche per commissioni provenienti dai numerosi ordini monastici tra Marche e Umbria, in particolare pale d'altare.
Raffaello molto probabilmente da bambino lavora nella bottega del padre, e lo segue insieme agli altri allievi, nei suoi spostamenti, da lui deve aver appreso i primi rudimenti della pittura. Il padre muore nel 1494, quando lui ha 11 anni. Dello stile del padre si possono ravvisare pochi elementi dalle opere che gli storici riferiscono agli inizi di Raffaello, mentre sono stati sicuramente fondamentali i suoi insegnamenti sulla tecnica pittorica.
Secondo alcuni studiosi, subito dopo la morte del padre, sembra che Raffaello abbia frequentato la bottega di Timoteo della Vite o di Evangelista di Pian di Meleto. Ma si tratta di ipotesi difficilmente documentabili.

Fondamentale per la cultura e la visione estetica di Raffaello è la sua origine urbinate e i rapporti con la corte di Guidubaldo da Montefeltro. Raffaello è cresciuto ad Urbino, frequentando gli intellettuali neoplanonici del Palazzo Ducale. Ha potuto conoscere da vicino le opere e gli studi sulla prospettiva e sulla matematica condotti dalla "scuola dei Prospettici" capeggiata da Piero della Francesca. L'architettura di Luciano Laurana e di Francesco di Giorgio Martini, ma anche gli insegnamenti di Bramante, anch'egli urbinate, hanno avuto un peso decisivo sul formarsi di quella particolare e serena armonia tra volumi e spazio che caratterizza tutte le opere di Raffaello.

Come Michelangelo, Raffaello fin da bambino mostra uno straordinario talento. Nella prima testimonianza sicura che lo riguarda è denominato già  "magister" all'età  di appena 17 anni. Si tratta di un contratto, stipulato il 10 dicembre 1500, per una pala d'altare per la cappella di Andrea Baronci nella chiesa di Sant'Agostino a Città  di Castello. Dell'opera: L'incoronazione del beato Nicola da Tolentino vincitore di Satana, rimangono solo alcuni frammenti. Ma sono brani preziosi che ci rendono un'idea precisa dell'alto livello del giovanissimo pittore. Si può inoltre ammirare nella locale Pinacoteca lo Stendardo di Città  di Castello, dipinto sulle due facce  con la  Madonna della Misericordia  e la retrostante Crocifissione. L
Tipico di Raffaello giovanissimo, come per tutti i giovani artisti è l'ossequio alle tradizioni, eppure il livello così alto e personale della pala con San Nicola da Tolentino mostrano un naturale spirito creativo che fin dall'inizio rivela uno stile inconfondibile.
Si notano le caratteristiche che resteranno immutate per tutta la sua carriera: grande precisione nel disegno del volto per costruire immagini intimamente delicate e sensibili.  A questo si aggiunge un grande senso dell'ordine, di armonia e di equilibrio nelle composizioni.

Sempre a Città  di Castello, Raffaello ebbe altri incarichi. Nel 1503 venne chiamato a lavorare alla Crocifissione per la Cappella Gavari in San Domenico. L'opera è oggi conservata alla National Gallery di Londra. In questo lavoro il giovane artista sostituì Luca Signorelli, che si era spostato ad Orvieto, per dipingere la Cappella di San Brizio.

Anche l'apprendistato dal Perugino, presso il quale il Vasari dice di essere stato condotto dal padre, non è così ovvio e scontato.
Pietro Vannucci detto il Perugino, nell'ultimo decennio del  '400 è un artista conosciutissimo e molto richiesto che ha stabilito modelli e criteri rappresentativi piuttosto apprezzati.
Raffaello sarebbe divenuto suo allievo intorno ai 10 anni di età , ma in nessuno dei lavori eseguiti dal Perugino prima del 1500 si trovano tracce (tra quelle inevitabili delle mani dei suoi collaboratori) di Raffaello. Il problema degli esordi e dell'influsso della bottega di Perugino in questa fase è difficilmente risolvibile.
Altro dubbio mai risolto è il rapporto tra Raffaello e il Pinturicchio negli stessi primissimi anni del 1500. Secondo il Vasari il Pinturicchio all'incirca cinquantenne, trovandosi in una fase di declino artistico, avrebbe fatto eseguire a Raffaello i disegni preliminari per un affresco della Libreria Piccolomini con La partenza di Enea Silvio Piccolomini per il concilio di Basilea. Il bellissimo cartone, ora agli Uffizi, mostra una grazia e una finezza incomparabili rispetto alla estenuata e aspra esecuzione pittorica del Pinturicchio.

 

 

Raffaello Sanzio. San Sebastiano. 1501-2. Olio su tavola. Bergamo, Accademia Carrara
Raffaello Sanzio. San Sebastiano. 1501-2. Olio su tavola. Bergamo, Accademia Carrara

 


Comunque, intorno al 1500 entra nella bottega del Perugino presso il quale completa la sua formazione e sviluppa la sua tendenza all'armonia compositiva e alla semplificazione formale. Nonostante i dubbi riguardanti le date, la piena adesione di Raffaello al dettato di Perugino è confermato dal primo capolavoro assoluto, lo Sposalizio della Vergine, realizzato nel 1504. La celebre pala era stata dipinta per la Cappella Albizzini della chiesa di San Francesco a Città  di Castello, ora si trova a Milano, alla Pinacoteca di Brera.
Tra le opere di questi anni, famose le pale d’altare, come l’Incoronazione della Vergine per la Cappella Oddi in San Francesco a Perugia del 1502-1504; ora nella Pinacoteca Vaticana. In questo dipinto si può notare l'afflusso di componenti diverse, provenienti dall'opera di Melozzo, del Signorelli e soprattutto del Perugino.

 

 

Raffaello Sanzio. San Michele e il drago. 1505. Olio su tavola. Parigi, Louvre
Raffaello Sanzio. San Michele e il drago. 1505. Olio su tavola. Parigi, Louvre

 


Le prime opere di Raffaello risentono molto dell'insegnamento del Perugino, e sono anche espressioni sincere, molto limpide, di una visione ancora fanciullesca. Risentono dell'ingenuità  e della freschezza della sua giovane età .
A Urbino Raffaello è subito accolto presso la corte di Federico da Montefeltro. L'ambiente già  lo conosceva. Fin da giovanissimo subisce le impressioni di Piero della Francesca e della scuola dei "prospettici". Ha modo di conoscere gli architetti Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, che lavorano per l'ampliamento del palazzo del duca Federico, nonché, sicuramente, il suo celebre conterraneo Donato Bramante.  Il rapporto con Bramante è dimostrato dalla conoscenza de l progetto bramantesco del Tempietto di San Pietro in Montorio a Roma, a cui Raffaello si è ispirato per la pala dello Sposalizio.  Nonostante la scarsità  di documenti, la rapida evoluzione stilistica lascia facilmente immaginare alcuni possibili viaggi di Raffaello. Secondo gli storici Raffaello tra il 1500 e il 1504 è presente sicuramente a Siena e a Orvieto. Ma sembrano probabili anche i viaggi a Venezia, Padova, Roma e Firenze.
La svolta decisiva, rispetto a questa prima fase avviene nel 1505, quando Raffaello si stabilisce a Firenze. Qui si apre una nuovo periodo della sua esperienza creativa.

 

Il periodo fiorentino

 

Il periodo fiorentino di Raffaello va dal 1505 al 1508, quando parte per Roma. Si tratta di una fase importante del suo percorso artistico e corrisponde anche alla sua affermazione personale.

Nel 1504, già autonomo e raccomandato dalla duchessa di Urbino, Raffaello si trasferisce a Firenze, pur, continuando a spostarsi e a lavorare ancora a Perugia, Urbino e forse anche Roma, dove è presente nel 1503 e forse anche nel 1506.

 

 

Raffaello Sanzio. Madonna col Bambino e San Giovannino. La bella giardiniera. 1507 Olio su tavola. Parigi Louvre
Raffaello Sanzio. Madonna col Bambino e San GiovanninoLa bella giardiniera. 1507
Olio su tavola. cm. 122X80 Parigi Louvre

 


A Firenze, stimolato dalla cultura pittorica locale, supera lo stile aggraziato ereditato dal Perugino e si avvicina a forme più monumentali, che seppe fondere alla sua straordinaria capacità  inventiva. Ma sono fondamentali per la sua evoluzione stilistica le presenze di Leonardo e Michelangelo:

- da Leonardo Raffaello assimila una particolare attenzione per la resa delicata dei moti dell'animo e del paesaggio, e il senso di vitalità . Apprende la tecnica dello sfumato, ma non usa i tratti circolari per far svaporare i contorni, usa le velature per dare alle cose una maggiore morbidezza, mantenendo sempre l’effetto di consistenza tattile.

- da Michelangelo deriva un maggiore plasticismo e dinamismo compositivo. Apprende la costruzione dei volumi, i movimenti e le torsioni nello spazio delle figure.
Ma non ne riprende l’espressione di forza e di energia potente, il senso di tensione drammatica, lascia che le sue figure si muovano con naturalezza, inserendosi armonicamente nello spazio.

Da entrambi sviluppa la capacità  del disegno: Raffaello fu uno dei più grandi disegnatori dell'epoca (ci restano di lui oltre quattrocento disegni): utilizzò sia le tradizionali punta d'argento e penna, sia la matita rossa (introdotta da Leonardo), oltre al carboncino.

 

 

Raffaello Sanzio. Sacra famiglia Canigiani. 1507.  Olio su tavola. Monaco, Alte Pinakothek
Raffaello Sanzio. Sacra famiglia Canigiani. 1507. cm. 132X98. Olio su tavola. Monaco, Alte Pinakothek

 

 

Raffaello presta sempre grande attenzione alle ambientazioni naturalistiche dei suoi dipinti. Il paesaggio si manifesta sempre come uno spazio aperto e lirico, che comunica e partecipa della situazione umana. Nell'ambiente naturale si diffonde una luce diversa a seconda della situazione metereologica e dell’ora del giorno che entra sempre in rapporto con i suoi personaggi, in una particolare dimensione psicologica.

A Firenze Raffaello realizzò anche alcuni ritratti, iniziando a perfezionare la resa delle psicologie, qualità  che ne avrebbe fatto il ritrattista più apprezzato della corte papale di primo Cinquecento.
L'influsso di Leonardo in questo periodo è visibile soprattutto nella produzione di Madonne con Bambino.

 

 

Le madonne del periodo fiorentino.

 

 

Raffaello Sanzio. Madonna del prato, o Del Belvedere. 1506. Olio su tavola. Vienna, Kunsthistoriches Museum
Raffaello Sanzio. Madonna del prato, o Del Belvedere. 1506. Olio su tavola. Vienna, Kunsthistoriches Museum

 

Raffaello nelle sue madonne crea un tipo di bellezza femminile pieno di grazia, di dolcezza e calore umano che diventa un punto di riferimento per tutti gli altri artisti fino all’800.
Le sue madonne hanno un aspetto devoto, umano e soave. La madonna raffaellesca è una madre dolce e protettiva.
Crea composizioni in cui gli  sguardi e i gesti dei personaggi esprimono il mondo degli affetti che li lega. I bambini sono molto veri, naturali, spontanei, si muovono e giocano con atteggiamenti ed espressioni tipicamente infantili.
Questi elementi si possono cogliere nella Madonna del Granduca, del museo Pitti  a Firenze e in altri quadri famosissimi.
Uno degli esempi più armoniosi è la cosiddetta Bella giardiniera del Louvre, eseguita nel 1507, che rappresenta l'incontro fra la Vergine, Gesù Bambino e san Giovannino.

 

 

 

Raffaello Sanzio. Madonna del cardellino. 1506. Olio su tavola. Firenze, Uffizi
Raffaello Sanzio. Madonna del cardellino. 1506. Olio su tavola. Firenze, Uffizi

 


Lo stesso tema è ripreso nella splendida Madonna del cardellino degli Uffizi, dello stesso anno e la Madonna del prato di Vienna.
Gli atteggiamenti, gli scambi di sguardi e la fusione delle figure con il paesaggio sono di chiara impronta leonardesca, anche se l'insieme è più placido e meno ambiguo, mentre la plastica composizione piramidale, il volume dei panneggi e il modellato risentono dell'insegnamento di Michelangelo.
Al tema della sacra famiglia, nello stesso periodo, dedica la la Sacra Famiglia Canigiani di Monaco.

 

I ritratti di Raffaello

 

I ritratti del periodo giovanile

 

Nella produzione pittorica di Raffaello è dedicato ampio spazio al genere dei ritratti. La straordinaria abilità nella resa realistica, nell'analisi del carattere individuale dei personaggi effigiati, e nella realizzazione di un dialogo con lo spettatore, si fondono con tagli ed effetti illusionistici spaziali particolarmente innovativi.

 

 

Raffaello Sanzio. La Muta. 1507. Olio su tavola. cm. 64X48. Urbino, Galleria Nazionale delle Marche.
Raffaello Sanzio. La Muta. 1507. Olio su tavola. cm. 64X48. Urbino, Galleria Nazionale delle Marche.

 


Raffaello si dedica al ritratto fin negli anni giovanili, e oltre agli esempi leonardeschi, da lui molto ammirati e sicuri modelli, devono aver avuto qualche peso anche i ricordi infantili del padre Giovanni Santi, affermato ritrattista della corte dei Gonzaga a Mantova, nonché per quella urbinate dei Montefeltro.
A Firenze l'opera di Raffaello è richiesta dall'aristocrazia mercantile fiorentina; in queste opere giovanili il pittore raggiunge una sintesi armoniosa tra la definizione "tattile" delle cose e l'illusionismo spaziale degli sfondi.
I ritratti di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi appartengono a questa fase. Sono  databili intorno al 1506 e sono conservati alla Galleria Palatina di Firenze. Inquadrati a mezzo busto, gli sposi guardano lo spettatore in atteggiamenti composti e sereni, sullo sfondo di distesi paesaggi toscani.
Molto accurati nella loro "perfezione ottica", questa coppia di ritratti rivela il legame di Raffaello con la tradizione dell'encomio pittorico fiorentino, caratterizzato da ricchezza di particolari minuziosi e rivolto ad evidenziare lo status sociale. Tra gli esempi più celebri di questo genere di ritratti si possono ricordare le opere di Ghirlandaio e di Botticelli.

 


L'evoluzione dei ritratti raffaelleschi

 

Nei dipinti degli anni successivi, la ritrattistica di Raffaello si spinge verso una più attenta ricerca di penetrazione psicologica, sul modello di quelli leonardeschi.  I risultati di questa evoluzione si possono osservare nei ritratti del periodo romano, come quello del papa Giulio II, che lo renderanno celebre e al pari di Tiziano verrà considerato l'inventore del "ritratto ufficiale di stato". Uno degli esempi di questo gruppo è stato realizzato tra il 1514 e il 1515: il Ritratto di Baldassar Castiglione, elegante letterato e appassionato intenditore d'arte tra i personaggi più noti nelle colte e raffinate cerchie aristocratiche. A questo gruppo di dipinti vanno aggiunti anche alcuni autoritratti tra cui L'autoritratto con un amico del 1512, conservato al Louvre.
Per Raffaello non posano solo personaggi potenti o illustri, il pittore si dedica anche agli amici e alle donne. Molto particolari sono anche i ritratti femminili di Raffaello: seppure più idealizzati di quelli maschili, secondo la tradizione fiorentina, possiedono un calore umano e una presenza sensibilissime. Tra i più famosi si possono ricordare quelli della Velata, la MutaLa Fornarina, nei quali si concentra sull'espressività della luce resa con raffinate gamme cromatiche.

 

 

Raffaello Sanzio. Autoritratto con un amico. 1518. Olio su tela. cm. 99X83. Parigi, Louvre
Raffaello Sanzio. Autoritratto con un amico. 1518. Olio su tela. cm. 99X83. Parigi, Louvre



Altro interesse che Raffaello sviluppa attraverso i ritratti è la ricerca della resa tattile delle cose ottenuta mediante l'accostamento e il dosaggio dei colori caldi e dei colori freddi. Con questa particolare attenzione riesce a utilizzare i valori cromatici per trasmettere valori materici. Nel Ritratto di Maddalena Doni Raffaello si sofferma sulla sofficità dei capelli, il fruscio delle sete, la consistenza dei veli e dei diversi tessuti.  Il Ritratto di Leone X con due cardinali, è uno dei suoi ultimi ritratti e si può notare cime sia giocato soprattutto su questi valori: i colori caldi sono esaltati e con essi e le superfici delle cose vengono fortemente valorizzate. Raffaello riesce a far sentire visivamente il calore e la morbidezza dei velluti, degli incarnati d e dei corpi organici in contrasto con la durezza più fredda dei corpi inorganici, come ad esempio i metalli e i vetri. 

 

 

Il periodo romano

 

Il trasferimento a Roma di Raffaello dovrebbe essere avvenuto verso la fine del 1508, quando su segnalazione di Donato Bramante presso il papa, viene incaricato di eseguire la decorazione della residenza di Giulio II. Gli affreschi nelle Stanze degli appartamenti Vaticani erano già  in corso per opera di altri artisti, tra i quali Perugino, Bramantino e Sodoma. Ma iniziato il lavoro, il pontefice decise di lasciare soltanto a Raffaello il compimento dell'opera. L'artista urbinate inizia a dipingere gli affreschi della Stanza della Segnatura, che fungeva da biblioteca privata del papa.  Nel 1511 inizia ad affrescare la Stanza di Eliodoro.

 

 

Raffaello Sanzio. La Scuola di Atene. 1509. Affresco. Stanza della Segnatura. Roma, Musei Vaticani.
Raffaello Sanzio. La Scuola di Atene. 1509. Affresco. Stanza della Segnatura. Roma, Musei Vaticani.

 

 

Dopo la morte di Giulio II, avvenuta nel 1513, Raffaello è impegnato anche in altri incarichi importanti, e  nella Stanza dell'incendio di Borgo dovette limitare il suo intervento prevalentemente alla progettazione e al coordinamento, facendo ricorso ad aiuti ed allievi per l'esecuzione.

 

 

Raffaello Sanzio. Loggia di Psiche. 1513-14. Affreschi. Roma, Villa Farnesina.
Raffaello Sanzio. Loggia di Psiche. 1513-14. Affreschi. Roma, Villa Farnesina.

 

 

Intanto, nello stesso periodo, realizza capolavori come la Madonna Aldobrandini della National Gallery di Londra,  la Madonna della Seggiola, conservata in Palazzo Pitti a Firenze, ed esegue per Agostino Chigi gli affreschi nella Loggia di Psiche nella villa della Farnesina.  Dopo la morte di Bramante, avvenuta nel 1514, l'attività  di Raffaello si fa ancora più intensa. Si dedica a invenzioni, progetti teatrali, progetta opere di scultura (testimoniati da alcuni disegni per un monumento equestre a Francesco Gonzaga) e si concentra soprattutto sull'architettura e sullo studio dell'archeologia. Viene nominato da Leone X Architetto della Fabbrica di San Pietro e segue i lavori della nuova basilica fino alla fine della sua vita. Riceve anche l'incarico di Soprintendente all'Antichità , ed eseguì rilievi e studi su tutti i monumenti romani.  Come architetto inoltre Raffaello si è impegnato in interventi nei Palazzi Vaticani e progetti come Villa Madama e la Cappella Chigi  in Santa Maria del Popolo.
Agli ultimi anni della sua breve vita  risalgono alcuni celebri ritratti come Leone X tra due cardinali degli Uffizi , l’Autoritratto con un amico del Louvre e la pala della Trasfigurazione della Pinacoteca Vaticana.

 

 

A. Cocchi

 

 

 

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Raffaello. Mappa concettuale

Raffaello.

Mappa concettuale con cenni sulla vita e sintesi sulle opere principali. Autore: A. Cocchi
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Raffaello è il più grande interprete della società dei suoi tempi, modello di armonia e naturalezza. La mappa di Geometrie fluide chiarisce i principali passaggi dello stile del maestro urbinate attraverso gli esempi delle opere più famose. Le spiegazioni chiare e sintetiche della mappa di Geometrie fluide facilitano la comprensione e lo studio.

 

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Bibliografia

 

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C. Strinati Raffaello Dossier Art n. 97 Giunti, Firenze 1995
G. Cricco, F. P. Di Teodoro Itinerario mnell'arte. Vol. 3 Dal Rinascimento al Manierismo. Zanichelli Editore, Ozzano Emilia  2006
Vivere l'arte. A cura di C. Fumarco e L. Beltrame. Vol. 2 Dal Rinascimento al Rococò. Bruno Mondadori Editore, Verona 2008
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
R. Bossaglia Storia dell'arte. Vol 2 Dal Rinascimento al Barocco al Rococò. Principato Editrice, Milano 2003.
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Begamo 2006
 

 

 

 

 
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