Orazio in Inghilterra

All'età  di sessantasei anni Orazio Gentileschi giunse a Londra, nel 1626, presso il re Carlo I e rimase qui per dodici anni, fino alla morte, avvenuta nel 1639. In breve tempo, divenne il pittore al servizio della regina Henrietta Maria. Stando ad alcune testimonianze, sembra che il pittore sia stato coinvolto dalla regina per svolgere alcune missioni diplomatiche. Che un artista potesse avere compiti diplomatici era una consuetudine all'inizio del '600. Proprio per via della loro professione, gli artisti viaggiavano frequentemente all'estero, venendo in contatto spesso con personaggli potenti. Inoltre lo scambio di opere d'arte come dono di stato era molto importante per i rapporti internazionali. Ciò spiegherebbe anche perchè in dodici anni Orazio abbia dipinto meno di trenta opere. Ma questi anni non furono sempre sereni per il pittore. Il trasferimento a Londra era stato suggerito a Orazio da George Villiers, duca di Buckingham, conosciuto a Parigi in occasione del matrimonio fra carlo I e Henrietta Maria nel 1625. Il duca era ministro e uomo di fiducia del re. Prima del suo arrivo Orazio aveva già  inviato al duca di Buckingham la Maddalena penitente di Vienna e il Riposo nella fuga in Egitto di Birmingham. Orazio venne ospitato dal duca con i suoi tre figli, Francesco Giulio e Marco, come persona al suo servizio.
Ma il clima favorevole di quei primi anni durò poco, poichè il duca di Buckingham fu assassinato nel 1629, e in seguito a ciò Orazio si trovò in conflitto con Balthazar Gerbier, artista e braccio destro del duca. Il dissidio degenerò coinvolgendo anche i figli del Gentileschi che in seguito a un raggiro furono imprigionati. Orazio attraversò un periodo piuttosto difficile.
Nonostante questa vicenda, comunque continuò il suo servizio presso la regina Henrietta Maria. Tra le opere da lui eseguite per lei in Inghilterra c'è la decorazione del grande salone della Queen's House, mentre già  altre opere di Orazio erano state trasferite nella residenza di Greenwich.

Lo stile della fase finale di Orazio diventa sempre più raffinato, adatto al gusto e alla cultura internazionale dell'ambiente aristocratico inglese.
Nelle due versioni del Mosè salvato dalle acque, la gestualità  ricercata, i colori saturi e luminosi, i ricchi drappeggi delle vesti e le figure aggraziate rispecchiavano gli ideali di bellezza aristocratica della corte inglese.
All'inizio del 1639 Orazio si ammalò gravemente e morì.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia

A. Lapierre Artemisia Mondadori 1999
AA.VV. Caravaggisti Dossier Art n. 109, Giunti,  Firenze 1996
Keith Christiansen, L'arte di Orazio Gentileschi. in: Keith Christiansen e Judith Mann (a cura di) Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano 2001
J. W. Mann, Artemisia e Orazio Gentileschi in: Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano, 2001
B. R. Benjamin, P. De Montebello, C. Strinati. Premessa in: Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano, 2001
La Nuova Enciclopedia dell'arte, Garzanti, 1986


 

 
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