Giudizio universale

Il Giudizio Universale è stato iniziato da Michelangelo nel 1535, su incarico di Clemente VII, ma venne realizzato per papa Paolo III Farnese.

Nella rappresentazione si possono vedere:
- In alto, nelle lunette gli angeli con i simboli della passione,
- sotto a questi, le schiere dei santi e beati, con al centro Cristo giudice e la Madonna;
- ancora sotto, nella zona centrale,  al centro, gli angeli tubicini che annunciano il Giudizio, a sinistra gli eletti che volano in Paradiso e a destra i dannati che cadono nell'inferno.
- in basso: a sinistra è rappresentata la Resurrezione della carne e a destra Caronte che raccoglie i dannati sulla barca.

Il Giudizio di Michelangelo ha suscitato molte polemiche quando è stato scoperto, nel 1541, per diversi motivi:
-   Per l'interpretazione troppo libera, non ha rispettato le regole della prospettiva tradizionale, perché ogni figura ha una sua "prospettiva personale",
- perché manca un'armonia spaziale complessiva: ci sono contrapposizioni di gruppi isolati di figure, con arretramenti e avanzamenti.
- per i cambi di dimensioni: per esempio Cristo giudice gigantesco rispetto  alle figure più basse che dovrebbero essere più vicine a noi e apparire più grandi.
- per la troppa agitazione, troppi movimenti, scorci, posizioni difficili, figure giudicate goffe.
Insomma, si è rimproverata a Michelangelo proprio la sua enorme potenza creativa, la sua capacità  eccezionale di superare i tradizionali canoni rappresentativi.
A questo si aggiunge lo scandalo per l'esibizione del nudo. Quest'ultimo motivo di critica e di incomprensione,  ha portato alla copertura delle figure con i panneggi eseguiti da Daniele da Volterra.

Michelangelo nel Giudizio universale, sceglie di rompere completamente con la tradizione. La prospettiva non serve più, perchè lo spazio, inteso come ambiente esterno della figura, viene eliminato. Sono le figure stesse che creano lo spazio, con i loro corpi si espandono, riempiono l'ambiente.
 L'umanità  di fronte al giudizio divino è nuda, perchè non può più nascondere nulla. E il nudo viene scelto da Michelangelo perchè è inteso come l'anima umana che si fa "corpo", diventa concreta, visibile, è "messa a nudo" di fronte a Dio.

Cristo giudice, gigantesco, atletico,  al centro, in una nuvola luminosa, è l'immagine della giustizia divina, superiore ed estranea a quella umana.
Forma il centro di un immenso vortice, come una centrifuga, intorno al quale ruota tutto l'insieme di queste masse umane, che si muovono a grappoli, a gorghi.
Compie questo gesto fatale che dà  l'avvio al movimento di rotazione, indicato dalla salita faticosa degli eletti e dalla caduta frenata dei dannati. E' una circolazione lenta, ma inesorabile e continua.

Al centro, la Madonna, tutta rannicchiata, chiusa in sè stessa, sembra ritrarsi, spaventata, di fronte a questa scena terribile.
Le figure hanno perso la bellezza fisica di quelle della volta, affrescata dallo stesso Michelangelo più di vent'anni prima, perchè esprimono la condizione tragica dell'esistenza umana.
L'umanità  che risorge, in basso a sisistra, ha un aspetto sinistro: i morti escono dalle tombe ancora scheletri e si incarnano via via, rappresentati con corpi pesanti e goffi, effetti macabri e impastati nel fango. Il ritorno alla vita è visto in modo tutt'altro che trionfale, ma come una riconquista faticosa e difficile.
I dannati sono personaggi disperati e terrorizzati, che si agitano inutilmente, tentano di salire al cielo e vengono fatti precipitare o trascinati via malamente, sia dagli angeli che dai demoni.
I demoni sono figure grottesche e volgari, hanno una connotazione fortemente negativa.
I santi sono figure più atletiche ed eroiche, si veda per esempio il san Sebastiano, ma hanno espressioni spaventate e sconvolte. Davanti all'evento terribile hanno gesti di sconcerto, di stupore.
L'unica figura impassibile è quella di Cristo giudice.

A. Cocchi


Bibliografia

Enciclopedia dell'arte Garzanti, 1986
E. Bernini, R. Rota Figura 1 Editori Laterza, Bari 2002
G. Cricco, F. Di teodoro Itinerario nell'arte. Vol 2, 2000
G.C. Argan, B. Contardi in: Michelangelo Dossier Art n. 9 Giunti, Firenze
F. Mancinelli, G. Colalucci, N. Gabrielli, Michelangelo. Il Giudizio universale Dossier Art n. 88 Giunti, Firenze

 

 
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