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La Trinità

L'affresco è stato dipinto nel 1427-28, poco prima della partenza per Roma, nella Chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Si trova nella parete della terza campata, nella navata sinistra.
E', probabilmente, l'ultima opera di Masaccio e rappresenta uno dei massimi capolavori del Rinascimento e quasi un manifesto della nuova pittura. In essa si trovano tutti i principali contenuti della cultura umanistica e offre una perfetta sintesi tra pittura, scultura e architettura.
La composizone è originalissima e solenne, impostata sulle forme architettoniche in scorcio prospettico. E' anche il più antico esempio di pittura parietale a sfondi architettonici in prospettiva da cui discenderà  il Quadratiurismo, che avrà  larga diffusione dal tardo Rinascimento e soprattutto nel Barocco. L'illusionismo è perfetto, la pittura dà  il senso dello spazio come se si aprisse una nicchia nella parete della navata.
Sarà  la fonte d'ispirazione più diretta per i monumenti funerari con arco trionfale e pilastri che saranno realizzati da Antonio Rossellino e Desiderio da Settignano nella stessa Chiesa di Santa croce a Firenze.

Lo schema della composizione è piramidale e culmina con la figura di Dio Padre. Tutti i personaggi si inseriscono in questo schema geometrico con monumentalità  e compostezza e sono piene di riferimenti umani, molto veri. Si inseriscono armonicamente nell'architettura e seguono proporzioni perfette. Nonostante si dispongono secondo un ordine gerarchico, i personaggi sacri non sono più grandi, ma hanno le stesse dimensioni di quelli umani, rappresentati dai committenti, ritratti con grande fedeltà  da Masaccio.
La prospettiva degli elementi architettonici sembra sia stata disegnata dallo stesso Brunelleschi, l'opera comunque segna il culmine della collaborazione tra Masaccio e il grande architetto.
In quest'opera l'interrelazione tra architettura umanistica e figura umana è completa, le figure sono in prospettiva come le architetture, seguono le stesse regole.
La sintesi spaziale rispecchia anche la sintesi dei diversi gradi dell'essere: si passa dalla morte (lo scheletro sul sarcofago in basso) all'uomo (i due committenti) ai personaggi santi (Madonna e San Giovanni), a Cristo, a Dio Padre, che è opposto alla morte.
Inoltre la scena è il risultato di due costruzioni prospettiche sovrapposte:

-una per l'architettura, disegnata con un punto di vista dal basso , 
-una per le figure, sono impostate su un punto di vista più rialzato, sia per evitare una deformazione eccessiva, sia per coerenza con l'ideale umanistico della superiorità  dell'uomo. Questo secondo punto di vista prospettico corrisponde all'altezza dei committetti, che allundono al tempo attuale e alla vita, le figure sacre sono in un livello un po' più alto, perchè appartengono alla sfera del divino, ma rientrano nella stessa prospettiva.

Il crocifisso si riferisce a quello ligneo eseguito dal Brunelleschi.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia

AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
S. Borsi Masaccio. Dossier Art Giunti, Firenze 1996
P. Volponi, L. Berti L'opera completa di Masaccio. Classici dell'arte Rizzoli, Milano 1966
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
L. H. Heydenreich Il Primo Rinascimento. Arte italiana 1400-1460. Rizzoli Editore, Milano 1979
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006

 

 
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