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Testa d'angelo nel Battesimo del Verrocchio

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Leonardo

Biblografia

 

Si tratta di un intervento pittorico eseguito nel 1473 dal giovane Leonardo durante il suo apprendistato presso la bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
La tavola viene dipinta tra il 1473 e il 1478, per la chiesa di San Salvi a Firenze ed è attribuita ad Andrea del Verrocchio già dalle fonti quattrocentesche.
Nel 1810 il dipinto entra nelle collezioni dell'Accademia di Belle Arti e nel 1914 in quelle della Galleria degli Uffizi. L'intervento di Leonardo, limitatamente alla testa dell'angelo sulla sinistra è ricordato dall'Albertini (1510) e poi è ripreso dalle Vite di Vasari.
Più recente è l'attribuzione del paesaggio sullo sfondo: la valle con il fiume. Tale intervento è stato messo in evidenza anche da analisi tecniche. Va segnalata anche l'attribuzione proposta dal Raggianti. Sul dipinto sarebbero intervenuti anche altri allievi di Verrocchio: Domenico di Michelino, Sandro Botticelli, e Francesco Botticini.
Nel brano di Leonardo si può notare che la figura dell'angelo possiede qualcosa che la rende viva. Innanzitutto il dimamismo. Leonardo sceglie una costruzione "su più direzioni di movimento", veduto da punti di vista diversi, in modo da suggerire il movimento di rotazione della testa. Su questo disegno è impostato il modellato in morbidi toni di ombra, con il quale riesce a creare quel particolare effetto di morbidezza e di calore che suscita l'impressione di un essere palpitante, vivente.
E' un effetto dovuto allo sfumato: una tecnica inventata da Leonardo che ha destato molta ammirazione nell'ambiente artistico fiorentino. La testa è modellata con un chiaroscuro pittorico morbidissimo, costruito con tratti di pennello sottili e trasparenti, sovrapposti con più direzioni di movimento. Così i contorni diventano indefiniti, l'incarnato luminoso e delicato, i capelli una massa soffice, arieggiata, sono molto vaporosi. Sempre con lo sfumato, disteso a velature trasparenti e calibrando bene i colori, Leonardo ottiene una luce calda, dorata e diffusa. E' una luce atmosferica che crea dei riflessi sui capelli, sugli abiti, sulle decorazioni, e proviene dallo sfondo.
Fin da questo primo saggio si trovano in germe i principali elementi di stile che Leonardo svilupperà nella sua pittura e che verranno indicati da lui stesso nel suo Trattato della pittura. Le definizioni che vi si leggono sono molto chiare: "La pittura è composizione di luce e di tenebre insieme mista colle diverse qualità di tutti i colori semplici e composti", o altri passi famosi: "pon mente...sul fare della sera ai visi...quanta grazia e dolcezza si vede in essi", o che " i dolci lumi finiscano insensibilmente nelle piacevoli e dilettevoli ombre", e che "la carne tiene un poco del trasparente" e che "il lume che scende da alto priva di sè tutte quelle parti alle quali è fatto scudo dai rilievi del volto, come le ciglia che sottraggono il lume all'incassatura degli occhi, e il naso a gran parte della bocca e il mento alla gola". Oppure, spostandosi sul discorso dei colori si trova: "Nessun colore che rifletta nella superficie d'un altro corpo tinge essa superficie del suo proprio colore, ma sarà misto con i concorsi degli altri colori riflessi che risaltano nel medesimo luogo".
Per quanto riguarda la tecnica dei esecuzione, dagli esami radiografici risulta che la testa dell'angelo è stata eseguita a olio sopra ad una preparazione a tempera. L'opera è  preceduta da studi preparatori e da un disegno, conservato alla Biblioteca Reale di Torino.
Il paesaggio con la grande vallata dietro la figura è realizzato a olio molto diluito, con velature trasparenti. E' tutto immerso in un'atmosfera densa dove sembra che l'aria sia carica di umidità, non è trasparente, ha una sua densità. Anche questo racchiude quelle soluzioni fondamentali che porteranno ad un altro grande assunto leonardesco, quello della prospettiva aerea. Ancora in fase di formazione il giovane Leonardo si rende conto che " la distanza grande racchiude in sè molt'aria" e che occorre inoltre "porre nelle... cose rimote dall'occhio solamente le macchie, non terminate, ma di confusi termini."

A. Cocchi


Bibliografia:

 

Enciclopedia dell'arte Garzanti, 1986
G. Cricco, F. Di teodoro Itinerario nell'arte. Vol 2, 2000
A. Chastel, P. Galluzzi, C. Pedretti Leonardo in: Dossier Art n. 12 Giunti, Firenze
M.Pomilio e A. Ottimo Della Chiesa Leonardo pittore in: Classici dell'arte n. 12, Rizzoli editore, Milano 1967

 

 
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