Silvestro Lega

Silvestro Lega. Il pergolato. 1868. Olio su tela. Milano, Pinacoteca di Brera.
Silvestro Lega. Il pergolato. 1868. Olio su tela. Milano, Pinacoteca di Brera.

 

 

La pittura di Silvestro Lega si indirizza verso una rigorosa essenzialità compositiva, anche le forme si definiscono secondo una semplicità  geometrica. Attraverso la tecnica della pittura "a macchia" ricerca nuovi valori del colore.

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Cenni biografici e produzione artistica

 

Silvestro Lega nasce l’ 8 dicembre del 1826 a Modigliana, presso Forlì.
Aveva due fratelli maggiori di quattro e cinque anni e altri nati dal primo matrimonio di suo padre. Non amava molto l'istruzione scolastica però la madre lo costrinse a studiare. Non avrà un destino sereno, perché seguendo gli ideali repubblicani del Risorgimento, di dedicherà ad un'intensa attività politica finalizzata al progresso sociale.
Nel 1843 si trasferisce a Firenze e s'iscrive all'Accademia di Belle Arti. Qui ebbe come maestri Servolini, Gazzarrini, Bezzuoli e Pollastrini. Dopo due anni, lascia l'Accademia per entrare a far parte dell'atelier di Mussini.
Nel 1848 partecipa come volontario alla prima guerra d'indipendenza contro l'Austria.
Nel 1849, Mussini manda Silvestro da Antonio Miseri, presso il cui studio realizzerà il suo primo quadro. Nel 1852 vince il concorso triennale bandito dall'Accademia di Belle Arti e poi torna a Modigliana.
In questo periodo Silvestro si avvicina al gruppo dei Macchiaioli, artisti frequentatori del caffè Michelangelo a Firenze, e realizza i suoi primi studi dal vero.  Il suo periodo più felice inizia nel 1862, quando, ospite della famiglia Batelli in campagna, si unisce sentimentalmente alla figlia maggiore, Virginia, sua modella in alcuni dipinti, tra cui il celebre Canto dello stornello. In questa fase Lega dipinge "en plein air" e contribuisce a far nascere la scuola Piagentina insieme a Signorini, Borroni e Sernesi.

 

 

Silvestro Lega. Il canto dello stornello. 1868. Olio su tela. Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
Silvestro Lega. Il canto dello stornello. 1868. Olio su tela. Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Palazzo Pitti

 

 

 

Grazie alla serenità che acquisisce in questi anni, Lega riuscirà a definire meglio la sua personale visione artistica raffinando il suo stile all'interno del movimento dei Macchiaioli. Nel 1865 i Macchiaioli organizzano a Firenze una mostra nelle sale dell'Accademia. Uno dei quadri che Lega presenta a quest'evento è La nonna.
Nel 1868 realizza i dipinti Un dopopranzo, Il canto di uno stornello e Una visita, capolavori di quella particolare sintesi tra naturalismo e fantasia che verrà definito come "naturalismo poetico". Successivamente, anche gli anni seguenti, se pure segnato dalla malattia, Lega darà vita ad una nuova produzione pittorica grazie al sostegno della famiglia Cecchini. Una delle opere riferite a questa fase è I fidanzati. Nel 1870 muore Virginia Batelli e Lega, sconvolto dall'evento, torna a Modigliana. E' l'inizio di una grave crisi che lo porterà ad isolarsi e gli causerà problemi alla vista.  Riprenderà un po' di entusiasmo con l'impresa di Galleria di Quadri moderni Boran, Lega e C., ma questa fallirà dopo un anno.
Gradualmente, l'artista ritrovò forza in se stesso grazie agli amici e nel 1881 inizia nuovamente a dipingere presso la famiglia Tommasi (come maestro dei figli). Proprio qui si delinea la sua svolta pittorica: abbandona la "pittura di genere", le forme non vengono più definite col disegno, ma costruite solo con l'uso dei colori. In questi anni si aggrava la malattia agli occhi; nel 1866, Lega cominciò a frequentare villa Bandini al Gabbro e villa Tommasi a Crespina, presso Pisa.
Il periodo finale dell'attività pittorica di Lega si distingue in tre momenti successivi trascorsi in tre diverse località: Piacentina, Bellariva e Gabbro.
Nei due anni trascorsi a Gabbro Lega fortifica i suoi rapporti con la gente del posto, dedicandosi a ritrarre le persone cercando di trarne gli aspetti del loro carattere modo di essere.
Nel 1889 partecipa all'Esposizione universale di Parigi e trascorsa l'estate a Firenze, torna al Gabbro.
Nei primi anni Novanta si orienta nelle sue opere sul tema della donna, evidenziandone sia la psicologia che l'aspetto fisico e la foggia degli abiti. Successivamente la sua salute peggiora, aggravata da una stato di spossatezza causato da una carcinoma allo stomaco. Torna nell'estate del 1895 al Gabbro, ma in seguito al peggioramento della malattia, muore il 21 settembre nell'ospedale fiorentino di San Giovanni di Dio.

 

Lo stile pittorico

 

Silvestro Lega, quando entra a far parte del gruppo dei Macchiaioli, ha già  conosciuto una personale emancipazione dalla tradizione accademica di stampo Neoclassico che privilegiava il soggetto storico, manifestando fin dalle prime opere una visione sintetica basata su forme pure e composizioni chiare e definite geometricamente. Ma l'evoluzione della sua pittura avviene molto lentamente. In particolare, il suo stile inizia a definirsi dopo l'esperienza militare.  Fino al 1852 Lega continua a dedicarsi a scene di guerra e soggetti storici, come ad esempio L'imboscata dei bersaglieri italiani, che vede protagonisti alcuni soldati visti come rappresentanti del "popolo", o un altro quadro di tema simile, I bersaglieri che conducono prigionieri austriaci, del 1860.

 

 

 

Silvestro Lega. Bersaglieri che conducono prigioneri 1861, olio se tela Firenze Galeria d' Arte Moderna
Silvestro Lega. Bersaglieri che conducono prigionieri 1861, olio se tela Firenze Galeria d' Arte Moderna

 

 

 

Si tratta di dipinti dove a una certa innovazione nel tema non si accompagna ancora un'evoluzione tecnica, poiché Lega fa ancora uso del chiaroscuro. Comincia invece ad orientarsi decisamente verso il Verismo nei lavori compiuti dopo il 1859, nel momento in cui a Firenze comincia a frequentare i macchiaioli del Caffè Michelangelo. Il momento della svolta corrisponde al suo soggiorno a Piagentina, presso la famiglia Batelli, in cui Lega attraversa la fase cruciale della sua carriera. Nelle sue opere, sceglie temi di vita quotidiana e familiare e fa riferimento a modelli della pittura del Quattrocento, soprattutto Piero della Francesca. Sono gli anni in cui nascono i celebri Un dopopranzo, Il canto di uno stornello e Una visita.  Seguendo l'esempio del grande artista rinascimentale si indirizza verso una rigorosa essenzialità  nelle composizioni, ed anche le forme si definiscono secondo una semplicità  geometrica. Attraverso la tecnica della pittura "a macchia" ricerca nuovi valori del colore.
La sua espressione può essere definita "romanticismo poetico" poiché Lega unisce il romanticismo al naturalismo in modo tale che risulti ricco di umori e sentimenti. Quando poi uscirà  dal gruppo dei Macchiaioli, anche il colore, insieme allo stato interiore di Lega, assumerà  un mutamento: diventerà  sempre più acceso e cambierà  di consistenza, addensandosi sulla tela come un grumo informe. Nella fase finale della sua pittura di Lega si orienta verso immagini meno definite, fino ad annullare i contorni, come nella Scellerata del 1890, nella Popolana del 1885 o nella Signora Bandini del 1893.

 

V. Mazzotti

 

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
I Macchiaioli. Mappa concettuale

I Macchiaioli.  

Mappa concettuale con caratteri generali, esponenti principali, esempi di opere e caratteristiche dello stile.  Autore: A. Cocchi
Questa mappa può essere scaricata come documento PDF

I Macchiaioli rappresentano il più importante fenomeno artistico italiano di metà '800. Nonostante i contatti con il Realismo francese e l'Impressionismo, questi artisti rimangono autonomi anche all'interno del gruppo, con stili e personalità molto diverse. La mappa sintetica di Geometrie fluide mostra gli aspetti essenziali della pittura dei Macchiaioli con esempi di dipinti famosi in sintetiche e chiare spiegazioni.

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Bibliografia

 

Giorgio Cricco,Francesco Paolo Di Teodoro,”Itinerario nell’arte”, Zanichelli Editrice, 2008
Giuliano Matteucci,”Lega”,Giunti Editrice, 2005
Giuliano Matteucci, Fernando Mazzocca, Antonio Paolucci, ”Silvestro Lega:i macchiaioli e il Quattrocento”, Silvana Editrice, 2007                                                     

 

 

 
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