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Il 3 maggio 1808

Il 3 maggio 1808 è stato dipinto da Goya nel 1814 e rappresenta una sorta di denuncia contro la brutalità della guerra che verrà spesso sostenuta da Goya, in diverse delle sue opere. Questo momento estremo è ritratto con sincerità e onestà e con una sensibilità già pienamente romantica, all'opposto della visione disincantata e composta dell'estetica neoclassica. All'immagine eroica della guerra e al ricorso al mito Goya contrappone una verità crudele e angosciante, elimina ogni idealizzazione e descrive il dramma con grande partecipazione emotiva. L'artista si concentra sulla rappresentazione dell'orrore della guerra, della sua distruzione insensata e delle sue profonde ingiustizie.
La scena è immersa nell'oscurità, e la luce si concentra sulle vittime. La lanterna ha questa funzione, ma è anche un espediente con cui Goya critica aspramente l'illuminismo che considera la luce come indice di razionalità: qui la luce illumina la morte e tutto il resto è in ombra.
Goya fa un uso altamente emozionale del colore. La camicia bianca dell'uomo al centro è il punto dove la luce si concentra e diventa quasi luminescente, attira tutta l'attenzione dello spettatore. Altro elemento di spicco è il rosso del sangue, usato puro sulla tela, mentre le altre tinte sono tutte più spezzate, mescolate con altri colori. Il nero che invade tutto non è solo la notte, indica anche la presenza del male.
I personaggi sono molto caratterizzati. L'uomo con la camicia bianca, è il personaggio principale: è un eroe-antieroe, che sta per essere annullato. Goya descrive con sincerità e onestà questo gesto finale disperato, senza più speranza di fronte alla morte. Ha un volto privo di bellezza, ma pieno di umanità e spontaneità con il suo gesto e l'espressione intensa, che è un misto di coraggio, spavento e incredulità. Inoltre viene anche rievocata l'immagine del crocifisso, vittima innocente per eccellenza. Tutte le altre figure sono un eco di questa, con diverse reazioni disperate.
Il plotone è composto da fantocci tutti uguali e senza volto che fanno un unico blocco. È l'immagine di una macchina di distruzione, dove l'effetto 'meccanico' è sottolineato dai parallelismi e dai movimenti identici. C'è un netto contrasto tra i soldati anonimi e resi disumani, e le vittime, fortemente caratterizzate.

La composizione segue l'andamento delle diagonali indicate dal declivio della collina e dal fascio di luce. Le masse si distribuiscono secondo questo ordine.

 

A. Cocchi



Bibliografia e sitografia:

 

La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986
O. Rossi Pinelli David e l'arte della rivoluzione francese in: Dossier Art n. 37, Giunti Firenze, 1989
AA.VV. moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000

 

 

 

 
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