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Opere e temi

In base ad una radicata tradizione è stato alungo ritenuto che Giorgione abbia frequentato la bottega di Giovanni Bellini. Ma questa tesi non trova alcun riscontro sicuro, mentre l'iscrizione presente sul retro della Laura di Vienna, dipinta da Giorgione nel 1506, prova invece un suo apprendistato nella bottega veneziana del belliniano Vincenzo Catena
Ma ad oggi, nonostante gli studi accurati, si possono attribuire con sicurezza a Giorgione solo pochi dipinti.  Anche la testimonianza di Vasari, va riferita a un'unica opera: Pala di Castelfranco, visibile al pubblico perché posta sull'altare di una chiesa.   Secondo Vasari Giorgione è uno dei protagonisti di "quella terza maniera che noi vogliamo chiamare la moderna".
Uno dei maggiori equivoci sul pittore di Castelfranco deriva inoltre dall'insistenza del Vasari  riguardo a una non dimostrabile influenza profonda di Leonardo su Giorgione.  Dagli studi più recenti, si può ravvisare un parallelo tra Giorgione e Leonardo solo perchè entrambi portano avanti, l'uno a Venezia, l'altro a Firenze, vie espressive fortemente innovative e incentrate sullo studio della natura.
Giorgione, con uno stile sostanzialmente diverso da quello di Leonardo, sperimenta la pittura tonale.
Corrisponde a questa tecnica la Pala di Castelfranco, interamente costruita sul colore, senza ricorso al disegno.
L'esecuzione diretta con i colori senza disegno diviene una costante in tutte le sue opere. Giorgione osserva che la natura è fatta di colori, e compone i suoi quadri cromaticamente "intonando" le figure tra loro e con gli elementi del paesaggio. Tutto ciò si riscontra nei tre capolavori di Giorgione: I tre filosofi, La tempesta, la Venere. I temi e i significati delle tre tele nascono forse da quei ristrtti circoli intellettuali e restano a tutt'oggi di difficile interpretazione.  Ma il soggetto nella pittura di Giorgione è secondario rispetto all'interpretazione artistica. passa in secondo piano.
Ne I tre filosofi, ad esempio, non è tanto importante capire cosa stiano facendo questi uomini, quanto ammirarne l'armonia con la natura.
La tempesta è un capolavoro in cui si esprime in pieno la visione panteistica dell'uomo che è tutt'uno con la natura. Anche qui non si conoscono ancora le identità  dei personaggi rappresentati, nè tantomeno i significati e le allegorie. Ma emerge il mistero della natura nel suo manifestarsi nell'improvviso scoppio del fulmine.
Altrettanto originale ed estranea alla tradizione precedente, la sua Venere, che non ricalca il mito della sua nascita dalla spuma marina, ma è una donna addormentata, immersa nel paesaggio e nei suoi sogni

A. Cocchi


Bibliografia.

A. Gentili. Giorgione. Dossier Art n.148. Giunti. Firenze, 1999
V. Lilli. L'opera completa di Giorgione. Classici dell'arte Rizzoli.  Milano, 1966
Vasari, Vite, 1568
G. Cricco, F. P. Di Teodoro Itinerario mnell'arte. Vol. 3 Dal Rinascimento al Manierismo. Zanichelli Editore, Ozzano Emilia  2006
Vivere l'arte. A cura di C. Fumarco e L. Beltrame. Vol. 2 Dal Rinascimento al Rococò. Bruno Mondadori Editore, Verona 2008
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
R. Bossaglia Storia dell'arte. Vol 2 Dal Rinascimento al Barocco al Rococò. Principato Editrice, Milano 2003.
P. Adorno, A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti vol. II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III. Fratelli Fabbri Editori
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Begamo 2006

 

 
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