Home  /  Artisti  /  Gaudì

Sagrada Familia

L’opera che più di tutte esprime la profonda fede religiosa di Antoni Gaudì è il tempio espiatorio della Sagrada Familia, a Barcellona, che occupò l'artista per moltissimi anni, tanto da divenire l'impegno etico di una intera esistenza.
Iniziati nel 1882 secondo un progetto neogotico dell'architetto diocesano Villar, i lavori per l'enorme chiesa vennero assunti l'anno seguente da Gaudì, che riuscì a concludere entro il 1893 la sola zona absidale.
In quegli anni l'architetto elaborò la pianta definitiva che, fissata nel 1917 (e in seguito ritoccata), prevedeva una struttura a croce latina a cinque navate e transetto di tre, conclusa da un deambulatorio in cui si aprivano cappelle radiali secondo una configurazione planimetrica tipicamente gotica.
Nel progetto erano previste diciotto torri, che avrebbero dovuto simboleggiare i dodici apostoli, i quattro evangelisti, la Vergine e Gesù; la torre dedicata a Cristo avrebbe dovuto sovrastare in altezza tutte le altre.
Erano inoltre previste tre facciate, ciascuna dedicata ad un episodio della vita di Cristo, ma l'architetto riuscì a compiere solo quella della navata trasversale con la Natività  simbolicamente rivolta a oriente, dove sorge il sole, poiché «da lì comincia tutto, tutte le speranze e tutta l'attrattiva» (Gaudi).

La grande facciata si eleva direttamente da terra, senza basamento, e presenta una straordinaria profusione di elementi scultorei realizzati per lo più entro il 1903.
La febbrile decorazione che invade ciascuno dei tre portali, affollata da figure che narrano le scene evangeliche, da simboli e da elementi tratti dalla flora e dalla fauna, sembra germinare organicamente dall'architettura.
Le quattro torri traforate, collegate tra loro da passaggi aerei e rivestite con mosaici e marmi policromi, sono sormontate da alti pinnacoli geometrici «in stile cubista», manifestando così il succedersi degli stili.
Questa, infatti, era una delle primarie necessità  di Gaudi: realizzare «un'opera aperta», in perpetua costruzione. Quindi non semplicemente architettura sacra, ma omaggio a Dio.
Il compimento della Sagrada Familia avrebbe dovuto fondarsi su principi teorici secondo cui la linea dritta sarebbe propria dell'uomo, quella curva della natura e soprattutto di Dio.

La libertà  con cui Gaudì operava e mutava i suoi stessi progetti, evitando, per esempio, l'utilizzo di elementi consimili (le colonne di uno stesso edificio hanno sezioni e curvature sempre diverse) non gli permise di utilizzare una griglia progettuale costante: per questo abbiamo un'idea di ciò che la Cattedrale avrebbe dovuto essere più da modelli scultorei che da disegni di piante e di alzati.
Delle tredici guglie previste ne sono state realizzate solo quattro, sovrastanti un portale che si estende a tutta la parte bassa della facciata e allacciate in alto da una fascia che spinge l'occhio verso l'alto, come del resto tutta una superficie nata dal senso mistico dell'ascensione dalla terra al cielo.
L'insieme delle figure rappresentate, che venne considerata una fonte di ispirazione per il movimento surrealista, non meno dell'espressivo andirivieni della luce su questa superficie priva di angoli netti, testimoniano la volontà  di rappresentare un'intera cosmogonia, che dalla complessità  infinita del mondo fisico conduce verso la semplicità  ineffabile del mondo metafisico e verso il  mistero di una bontà  divina da cui tutto promana e che, nel ritorno dal molteplice all'uno, tutto perdona e comprende.

Alla morte dell'architetto, avvenuta nel 1928 in seguito ad un incidente stradale, risultava terminata solo la prima delle quattro torri della facciata della Natività , portata a compimento solo dieci anni più tardi, nel 1936.
Nel 1976, sulla base di un disegno di Gaudi, benché rielaborato secondo uno stile improntato a forme cubo-espressioniste, venne conclusa anche la facciata della Passione, ma i lavori per la Sagrada, a causa anche di difficoltà  finanziarie, procedono tutt'oggi con grande lentezza.

La tecnica costruttiva di Gaudì prescinde dalla razionalità  e dall'economia delle norme edilizie, dunque dall'attenzione alle tematiche sociali: ciò ha spinto Argan a definire Gaudì un "reazionario" e molti altri a vedervi un mistico decadente. La riabilitazione della decorazione e delle linee curve e dell'architettura scultorea, che ha caratterizzato gli ultimi vent'anni del Novecento, consente di rivedere questo severo giudizio.
 

 

 
Approfondimenti
Loading…