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L'incubo

Il capolavoro di  Füssli esplora il mondo del sogno e del mistero. Apre la strada alla rappresentazione dell'irrazionale e fantastico che caratterizza il "romanticismo nero".

 

Johann Heinrich Füssli. L'incubo. 1781. Olio su tela. Detroit, Institute of Art
Johann Heinrich Füssli. L'incubo. 1781. Olio su tela. Detroit, Institute of Art

 

E' l'opera che ha reso celebre Füssli, ne esistono altre due versioni.
La scena è ambientata in una stanza da letto, vista come uno spazio buio e indefinito. In primo piano una figura femminile rovesciata sul letto in una posa inverosimile, e con un'espressione stremata e sofferente. Sullo stomaco appare un mostro grottesco, personificazione dell'incubo. In secondo piano si apre una tenda come un sipario e spunta una cavalla spettrale, che rappresenta la portatrice dei sogni. Quest'ultimo personaggio deriva dall'interpretazione della parola inglese "night-mare" (night=notte e mare=cavallina), che significa incubo.
Anche i colori volutamente assurdi, dalle tinte irreali e i forti contrasti, amplificano l'immagine visionaria dell'incubo.
La luce è completamente innaturale, è usata per amplificare l'effetto emozionale e con una tecnica teatrale: il pittore opera come un regista, illumina a getti e crea delle apparizioni fantastiche che emergono dall'oscurità. La donna è l'oggetto più illuminato, poi seguono le fosforescenze e i bagliori sinistri dei mostri.
La composizione è una piramide con un vertice molto acuto, che rifiuta le proporzioni armoniche della concezione classica e rinvia al verticalismo gotico. Ma su questa s'innesta l'allungamento orizzontale della figura femminile che accresce l'effetto di deformazione dell'immagine.
Le forme invece sono essenziali e chiare, chiuse nei contorni e basate su un disegno ben delineato, come nello spirito neoclassico, a cui si riferisce anche il viso della fanciulla, ripreso da esempi ellenistici.
Ma le linee, basate su curve, sinuosità e ritmi ripetuti, si rifanno piuttosto al gotico, così come la deformazione anatomica, e il generale effetto di dinamismo.

La pittura di Füssli manifesta un forte conflitto tra impulsi irrazionalistici già romantici e aspirazioni illuministe-razionali, di cui è consapevole, anzi sfrutta in chiave espressiva questa doppia natura.
In quest'opera si trovano elementi di stile neoclassico e romantico insieme:

Elementi di stile neoclassico
essenzialità,
ordine compositivo,
forme tornite, chiuse e chiare
contorni lineari, disegno preciso,
chiaroscuro
riferimento all'ellenismo
Nitidezza dell'immagine

Elementi di stile romantico
verticalismo
abbandono della figura esagerato, chiome sparse,
deformazioni
espressività e colori crudi, stridenti, irreali
ritmo musicale delle linee ripetute a "onde" (figura, drappo...),
luce concentrata ed "effetti speciali" (bagliori, luminescenze...) oscurità piena di mistero
impatto fortemente emozionale


Esposto alla Royal Academy, L'Incubo riscosse un grande successo.

Ma soprattutto Füssli attraverso la pittura fa un'esplorazione delle regioni del sogno e del mistero. È come un viaggio nell'inconscio per arrivare a un mondo onirico, ironico e fiabesco, fatto di visioni popolate di mostri e di personaggi fantastici.
I suoi mostri sono figure sataniche, concretizzazioni delle paure e dei desideri di violenza e crudeltà che fanno parte dell'inconscio. Insieme a Goya, anticipa di oltre un secolo il cinema fantastico e dell'orrore (che spesso si è ispirato alle loro opere) ed è uno dei protagonisti del cosiddetto 'Romanticismo nero'.
Questa scelta parte da una sorta di critica alla società del suo tempo e all'infondatezza della fede assoluta nella ragione dell'illuminismo.

A. Cocchi

 


 

 

Bibliografia e sitografia

G. Schiff, P. Viotto L'opera completa di Fussli. Classici dell'arte Rizzoli.
G. Dorfles, F. Laurocci, A. Vettese. Storia dell'arte. Vol. 3 L'Ottocento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo, 2005
E. Bernini, R. Rota Figura 2. Profili di storia dell'arte. Editori Laterza, Bari, 2002
La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti
AA.VV: Moduli di Arte. E. Dal Neoclassicismo alle avanguardie. Electa-Bruno Mondadori editore. Roma 2003

 

 

 

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