La moda della Belle époque

Giovanni Boldini. Attraversando la strada.1875. Olio su tela. Clark Institute, Williamstown, MassachusettsGiovanni Boldini. Attraversando la strada.1875. Olio su tela, 46x37,5 cm. Clark Institute, Williamstown, Massachusetts

 

Tra la fine del'800 e l'inizio del '900 Il settore della moda comincia a diventare uno dei più imponenti fenomeni economici del mondo occidentale. Nelle città più vivaci e moderne gli atelier dei sarti divennero i luoghi di ritrovo esclusivi dell'alta società.

La Belle époque rappresenta un periodo di grande fioritura per il mondo della moda.
Il settore dell'abbigliamento, agli inizi del '900 aveva un mercato colossale sviluppato in tutta Europa e negli Stati Uniti d'America.

I più importanti centri di produzione erano in particolare Parigi e altre città francesi, come ad esempio Lione, ma emergono nuovi importanti ateliers anche nelle altre città europee: a Londra  (soprattutto per la moda maschile), a  Vienna, e in Italia, con i centri di Milano,  Venezia, Bologna.

L'atelier del sarto in quegli anni  rappresentava anche uno dei centri della vita mondana. Frequentati dalle signore dell'alta società, i salotti delle case di moda divennero luoghi di incontro, sfoggio e confronto, nonché aggiornamento sulle "ultime novità". Qui venivano presentati indumenti per ogni momento della giornata e per ogni occasione, compresa la biancheria intima, che divenne molto importante. 

Nella moda della Belle époque vennero introdotte numerose tipologie di abiti, corrispondenti alle diverse occasioni della vita quotidiana e di società. Venivano elaborati abiti:

da giorno,
da pomeriggio,
da sera,
per i concerti,
per il teatro,
per le corse dei cavalli,
per la gita in automobile,
per visite, per riunioni di famiglia,
per cerimonie,
per i balli, ecc.

Ognuna di queste occasioni, sottoposta a particolari regole di galateo, richiedeva modi di vestirsi diversi che entrarono in rapporto ai cambiamenti sociali e alle abitudini di vita che si definivano in quegli anni. Era quindi importante saper scegliere i giusti tessuti, colori, abbinamenti e accessori. Una ricca editoria specializzata che circolava in quegli anni diffondeva centinaia di figurini con esempi e consigli per mantenere il proprio abbigliamento al passo con i tempi e perfettamente adeguato alla situazione. E questo valeva sia per la moda maschile che per quella femminile. 
Ma accanto alle scelte estetiche, è nell'abbigliamento femminile della Bella époque che va ricercato il cambiamento più importante, che avvierà una vera e propria rivoluzione del costume. Con l'avvio del nuovo secolo la moda si indirizza verso la liberazione del corpo della donna da capi costrittivi, primo tra tutti il busto. Importanti conseguenze derivano infatti dal nuovo interesse per i rapporti tra moda e salute ma anche dalla nascente consapevolezza dei diritti delle donne.

 

 


Gustav Klimt. Giuditta I. 1901. Olio su tela.Galleria del Belvedere. Vienna.
 

 

Nell'arte del primo Novecento la figura della donna viene proposta scandalosamente e provocatoriamente come un'eroina fiera della sua bellezza e  consapevole del suo potere seduttivo. Nasce l'icona della femme fatale, irraggiungibile e pericolosa, trionfante ed eroica come nella Giuditta di Klimt o nella versione più inquietante e oscura dei quadri di Munch.

 

Edward Munch. Madonna. 1894-95. Olio su tela. Galleria Nazionale della Norvegia. Oslo.

 

Riguardo allo stile, esiste una fondamentale corrispondenza tra la moda d'inizio secolo e l'arte di quegli stessi anni: l'art Nouveau (o Modernismo) perché molti artisti  progettano abiti e decorazioni di tessuti, collaborando con i sarti e con l'industria tessile.
Nel gusto complessivo si riscontra infatti una generale ispirazione al linearismo e alle curve continue, che è quella dell'Art Nouveau.

Anche nell'ambito della scienza e della tecnica si avviano ricerche per la produzione di nuovi tessuti e nuove decorazioni, ottenute sie con procedimenti di tessitura innovativi (vengono introdotti nuovi tipo di telai industriali e nuovi macchinari) che con nuove tecniche di stampa.

 Nella moda di quegli anni il mondo dello spettacolo e del divertimento  assunse una fondamentale importanza per la diffusione di stili e modi di abbigliamento. Oltre al teatro, Il cinema e la fotografia assumono un peso sempre maggiore sulla moda, oltre che su tutto il mondo culturale, poiché diffondono nuovi stili di vita, modelli estetici e di comportamento, status symbol, tendenze che si propagano velocemente e in seguito diverranno sempre più popolari.

Centrale, da questo punto di vista, fu anche la pubblicità, che nei primi manifesti e immagini commerciali, contribuì al formarsi di una nuova estetica di larga diffusione, se non ancora "di massa". Tra gli esempi più famosi si possono indicare le ballerine, le cocottes, le signore dei manifesti di Toulouse Lautrec, icone di un'estetica femminile tipicamente "Belle époque".

Altra caratteristica dell'estetica della Belle èpoque è che l'immagine femminile tra il 1900 e il 1914, è meno definita e univoca rispetto alle epoche passate. Se allo scoccare del nuovo secolo, aderendo all'Art Nouveau, si propone l'ideale della donna-fiore, con il busto attillato, vita sottilissima, gonna a calice, "collo di cigno" e cappello aperto come una corolla., un tipo di immagine femminile molto gradito alle signore dell'alta società,come si vede in molti ritratti di Giovanni Boldini.

 

Giovanni Boldini, La marchesa Luisa Casati con un levriero. 1908.  Olio su tela. Collezione privata.
Giovanni Boldini. La marchesa Luisa Casati con un levriero. 1908.  Olio su tela. Collezione privata.

 

Vicino alla signora elegante e altolocata, si trova subito la prima figura di donna emancipata, che esprime atteggiamenti disinvolti e uno stile più lineare, privo di ornamenti e libera nei movimenti, grazie anche all'introduzione della gonna-pantalone. Su quest'ultima tipologia femminile incise fortemente il movimento di emancipazione femminile, che si stava affermando in quegli anni.

 


Gustave Klimt. Ritratto di Frederike Maria Beer. 1916. Olio su tela. Tel Aviv, Museum of Art


Quindi nel giro di pochissimi anni, si manifestarono e convissero una affianco all'altra immagini molto diverse del modello femminile, rendendo possibile una maggiore libertà di interpretazione e fruizione.

Nel 1909 si rappresentò lo spettacolo parigino dei Balletti Russi che influenzò la moda con i colori vivaci, i costumi esotici e le fantasiose scenografie, dando vita ad un filone orientaleggiante, variamente interpretato da grandi stilisti, primo tra tutti il francese Poiret.
Nello stesso momento comparvero le fogge ispirate ai movimenti artistici d'avanguardia: dai raffinati abiti di Klimt, alle soluzioni della Wiener Werstatte, alle tendenze archeologiche e classicheggianti di Fortuny, all'ispirazione rinascimentale degli abiti di Rosa Genoni, alle influenze dell'espressionismo, fino ai coloratissimi e geometrici abiti disegnati dagli artisti del Futurismo e quelli del Costruttivismo russo.

Tra gli accessori tipici della Belle époque, oltre alle calze nere, che si imposero nella moda intima delle donne, sono da ricordare i cappelli, molto usati sia dalle donne che dagli uomini, ma con una gamma praticamente infinita di fogge diverse tra loro negli esemplari femminili.

Nelle calzature del periodo della Belle époque tra le forme maschili e quelle femminili non ci sono grosse differenze. Si diffondono soprattutto i modelli con un'alta accollatura allacciata e una tomaia con la punta allungata.
I modelli più comodi erano rappresentati dagli stivaletti destinati ad attività sportive o al tempo libero. Si tratta di calzature provviste di ghetta chiusa con bottoncini disposti lateralmente, realizzate nelle due versioni, da uomo e da donna.

 

Le città e gli artisti della moda Belle èpoque

Nel periodo della Belle époque importanti laboratori  di moda nascono in tutta Europa, collegati con le emergenti correnti culturali esoprattutto artistiche, propongono soluzioni di grande successo.
Tra i più importanti ateliers di moda del momento si possono indicare:

  • Parigi

    Nel costume del primo Novecento il ruolo di Parigi è centrale, soprattutto per i tessuti e gli accessori della moda femminile. Tra il 1900 e il 1920 nella sola città di Parigi si contavano più di venti ateliers di alta moda, oltre ad un numero altissimo di laboratori di sartoria, ricamo, rifinitura, e confezioni di indumenti e accessori.
    Tra le personalità emergenti vanno ricordati:  Paul Poiret  uno dei maggiori stilisti del secolo che rivoluzionò il costume; Edouard Bénédictus che introdusse la fibranne (fibra artificiale derivata dalla viscosa) e nuovi motivi floreali e geometrici.
     
  • Lione

    La città francese si afferma soprattutto come centro produttivo dei nuovi esclusivi tessuti di lusso. Alla progettazione delle Manifatture di Lionecollabora il pittore Raul Dufy che sperimenta nuovi colori e fantasie astratte.
     
  • Londra

    Punto di riferimento essenziale per la moda maschile è invece Londra, in particolare per il modello di eleganza rappresentato dal principe Edoardo di Galles. Ma nel complesso per la moda maschile la Belle époque non porta troppi cambiamenti rispetto al periodo precedente e mancano grandi stilisti che propongono innovazioni così importanti come quelli riguardanti la moda femminile.
     
  • Vienna

     La
    capitale austriaca all'inizio del '900 vive un momento di grande risveglio culturale, nella musica nelle arti figurative, nell'architettura e nella scienza. ne viene investita anche la moda.
    Klimt, massimo rappresentante della Secessione austriaca, a Vienna, che in collaborazione con Emilie Flöge, realizzò abiti di grande eleganza e fantasia, molto simili alle sofisticate e fantasiose figure dei suoi dipinti.

    A Vienna venne costituita la Wiener Werkstatte , una scuola di arti applicate molto innovativa che incluse anche la sezione moda e propose un abbigliamento all'avanguardia.
     
  • Weimar

    Anche la Germania vive un momento di importante rinascita culturale e si formano diverse personalità artistiche di grande livello. A Weimar nacque la Bauhaus, una scuola superiore di arte e design, basato soprattutto sulla progettazione, condotto dall'architetto Gropius, che incluse anche un atelier dedicato alla moda.


     I centri italiani della moda Belle époque

    L'Italia partecipa al generale rinnovamento della moda con diversi ateliers che si distribuiscono un po' in tutta la penisola. I centri più importanti furono:
     
  • Venezia
    in cui lavorava Mariano Fortuny in Italia, che ebbe grande successo con i suoi elegantissimi  Delphos, ispirati all'antica Grecia
  • Milano
    la città in cui si trovava l'atelier di Rosa Genoni , che lanciò una linea italiana, ispirandosi all’opera di artisti del Medioevo e del Rinascimento.
  • Bologna
    in cui nacque nel 1898 la Aemilia Ars, fondata dall'architetto Alfonso Rubbiani, una società che riprendeva l'esperienza dell'inglese di William Morris e le Arts and Craft. A partire dal 1901 si specializzò nella produzione di trine, merletti in cui si ripresero i preziosi  esempi del '500 e del '600

 

A. Cocchi

 

 

Libri consigliati

 

 Per chi vuole approfondire questo argomento consigliamo i migliori tra i libri disponibili in commercio dedicati alla moda della Belle èpoque.

 

 

 

Storia del costume e della moda. La moda in Occidente dagli Egizi al 2020. Vol. V. Novecento Duemila.
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 La moda del Novecento raccontata da Nazzareno Luigi Todarello attraverso numerosi esempi e un ricco corredo di immagini.
Un pratico manuale per chi vuole conoscere tutti i passaggi fondamentali della moda del XX secolo.

 

 

 

 

Rosa Genoni. Moda e politica: una prospettiva femminista fra '800 e '900.

Ediz. illustrata Copertina flessibile

 

 Il saggio di Manuela Soldi, con la prefazione di Maria Luisa Frisa, mette a fuoco la personalità di Rosa Genoni, figura di spicco nell'orizzonte intellettuale e politico a cavallo tra XIX e XX secolo. Artista della moda e designer, Rosa Genoni ha dedicato la propria vita a rendere le donne più consapevoli della loro importanza sociale e politica. Attraverso un nuovo stile di abbigliamento ha permesso alle donne di esprimere in modo libero la propria interiorità.

 

 

 

 

C'était Jacques Doucet. Edizione francese. Copertina flessibile

 

 Il libro di François Chapon offre un interessante ritratto di Jacques Doucet, designer della moda d'inizio Novecento e collezionista d'arte, uno dei maggiori iniziatori dell'Art Decò. Testo in francese.

 

 

 

 

 

 

Jacques Doucet - Yves Saint Laurent : Vivre pour l'art.

Edizione illustrata. Copertina rigida

 

 Jérôme Neutres racconta la vita e l'arte dei due grandi desigers della moda Jacques Doucet e Yves Saint Laurent soprattutto attraverso il loro rapporto con il mondo dell'arte e con artisti come Brancusi, Braque, Chirico, Gray, Legrain, Matisse, Picasso.
Testo in francese.

 

 

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Bibliografia

 

V. Maugeri A. Paffumi Storia della moda e del costume. Calderini Editore, Firenze 2005
L. Kybalovà, O. Herbenovà, M. Lamarovà. Enciclopedia illustrata del costume. F.lli Melita Editore, La Spezia 1988
C. Giorgetti. Manuale di Storia del Costume e della Moda. Cantini Gruppo D'Adamo Editore, Firenze
E. Morini. Storia della moda XVIII-XX secolo. Skira editore, Ginevra-Milano 2006
F. Podreider. Guida alla raccolta di stoffe di Rosa Genoni Podreider. Dattiloscritto. Archivio Storico della Società Umanitaria di Milano.

 

 

 
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