La Tomba di Tutankhamon

 

Secondo sarcofago in legno e oro. Proveniente dalla Tomba di Tutankhamon. Nuovo Regono, XVIII dinastia. Museo Egizio del Cairo.
Secondo sarcofago in legno e oro. Proveniente dalla Tomba di Tutankhamon. Nuovo Regono, XVIII dinastia.
Museo Egizio del Cairo. Foto di Hotepibre

 

La Tomba di Tutankhamon è una delle rare sepolture faraoniche a giungere quasi intatta fino alla sua scoperta nel 1922. Nonostante si trattasse di un sovrano di importanza minore, il giovane re è stato seppellito con un corredo ricchissimo.

La tomba del faraone fanciullo

 

La Tomba di Tutankhamon (nota anche come KV62) è il luogo di sepoltura, nella Valle dei Re, del giovanissimo sovrano della XVIII dinastia, nel Nuovo Regno, che salì al trono all'età di nove anni e morì, verosimilmente, all'età di diciotto-vent'anni.

È bene rammentare che le 63 sepolture principali della Valle dei Re sono numerate progressivamente (sigla "KV"= King's Valley, seguita da un numero), ma è bene tenere anche presente che la numerazione non ha nulla a che vedere con la progressione sul trono dei proprietari.
Nel 1827, infatti, l'egittologo inglese John Gardner Wilkinson numerò le tombe già scoperte da 1 a 22 seguendo l'ordine geografico da nord a sud. Da tale data, però, a partire dalla tomba KV23 in poi, il numero corrisponde all'ordine di scoperta, di qui il numero 62 assegnato alla sepoltura del faraone fanciullo.

L'importanza della scoperta, forse la più famosa della storia dell'egittologia, risiede, prima di tutto, nel fatto che si tratta di una delle poche sepolture di sovrano dell'antico Egitto pervenutaci quasi intatta e, conseguentemente, tra tutte quelle note, la più ricca.

La scoperta di Howard Carter, il 4 novembre 1922, fu permessa dalla "sponsorizzazione" di Lord Carnarvon.

Si tratta, di una tomba molto piccola (almeno per gli standard della Valle dei Re); si ritiene infatti che la morte prematura del giovane sovrano abbia colto impreparati i dignitari che avrebbero optato, perciò, su una tomba già predisposta verosimilmente destinata ad Ay, alto funzionario a corte. Di fatto, si ritiene che la vera tomba di Tutankhamon, quella cioè di cui era iniziato lo scavo all'atto dell'ascesa al trono del giovane, sia da individuarsi nella tomba KV23 poi occupata dal successore Ay.

Il complesso tombale è formato da un ipogeo che si sviluppa nel calcare del wadi (letto di torrente). Originariamente doveva esistere una grotta sotterranea, che gli scalpellini del Faraone regolarizzarono, dando forma di stanze a pianta rettangolare.
Si accede per mezzo di una scala, seguita da un corridoio in discesa. Dopo uno stretto passaggio si accede all'anticamera, un locale sviluppato in larghezza, collegato alle altre stanze, tra cui quella del sarcofago, mediante passaggi più stretti.

 

I sarcofagi

 


Il secondo sarcofago di Tutankhamon. Legno ed oro. Museo del Cairo

 

La mummia del faraone Tutankhamon, protetta dalle bende di lino, era contenuta in tre sarcofagi inseriti l'uno negli altri. I millenni li avevano resi fragilissimi e, per separarli senza produrre danni, gli archeologi impiegarono circa due anni.

 


Mummia di Tutankhamon protetta dalle bende di lino.



Il primo sarcofago, quello esterno, era in legno di cipresso lungo 2,24 m, con le superfici del coperchio e della base decorate a bassorilievo. La sottile lamina d'oro che lo ricopriva poggiava su uno strato di stucco.

 


Contenitore dei vasi canopi di Tutankhamon. Museo egizio del Cairo

 


Il secondo sarcofago antropomorfo, avvolto in un sudario di lino, è ancora più raffinato. Anch'esso era laminato in oro e recava stupende decorazioni: intarsi di vetro policromo e pietre semipreziose sottolineavano i dettagli del volto e adornavano gli addobbi della figura. Intorno al collo vi era un ampio collare sui cui spiccavano gemme di vetro rosso, blu e turchese. 

 




Il terzo sarcofago di Tutankhamon. Oro massiccio. Museo del Cairo

 

Il terzo sarcofago, nel corso dei millenni, si era ricoperto di uno strato bituminoso, risultato dei processi di alterazione dei liquidi usati durante l'unzione sacra nel processo di imbalsamazione. Una volta ripulito si mostrò come il più prezioso: una massiccia lamina d'oro di circa tre mm di spessore e pesante oltre un quintale. Sul petto portava un largo collare, fragilissimo composto di granelli di vetro blu, fiori, foglie, bacche e frutti cuciti su una banda di papiro. Al suo interno giaceva la mummia con il volto protetto dalla celebre maschera d'oro e col corpo adornato di una collana di fiori, dello scettro, del flabello e di altri ornamenti esterni.

 

La maschera funeraria

 

 


Maschera funeraria di Tutankhamon. Dett. Metà del XIV sec. a. C.
Oro, Pietre semipreziose, ceramica. Il Cairo, Museo Egizio

 

La maschera funeraria di Tutankhamon in oro massiccio, ripruducente i connotati del volto del faraone, è conservata al museo del Cairo. E' stata ritrovata da Howard Carter nel 1922
Fu realizzata con numerosi strati d’oro battuto, intarsiato di ceramica e pietre semipreziose, riproduce fedelmente i lineamenti del giovane re al momento della morte.
Gli elementi caratteristici sono il naso sottile e leggermente storno, le narici delicate e le labbra carnose.
Secondo l’antica tradizione, intorno agli occhi e fino alle tempie, vi sono tocchi di lapislazzuli. I lobi delle orecchiate sono forati e al ritrovamento erano coperti con nastri d’oro.

 


Maschera funeraria di Tutankhamon, metà del XIV sec. a. C. Il Cairo, Museo Egizio



Il faraone porta il tradizionale nemes, il copricapo a strisce blu e dorate, simbolo del dio solare Ra. Anche gli occhi hanno un loro simbolo: quello sinistro rappresenta la Luna, mentre quello destro il Sole. Scintillano sulla fronte del re, le due divinità associate al potere reale, l’avvoltoio del Sud e l’ureo del Nord. Il becco dell’avvoltoio è di lapislazzuli e gli occhi sono di quarzo dipinto in bianco e nero, mentre l’ureo è intarsiato di cornalina, lapislazzuli e turchese.
Le spalle di Tutankhamon sono coperte da un ampio collare, anch’esso di lapislazzuli, quarzo, feldspato verde, che termina con due teste di falco intarsiate sulle spalle.
Sulla parte posteriore si trova un’iscrizione geroglifica che riporta il testo capitolo 531 dei “Testi dei Sarcofagi” del Medio Regno e che nel Nuovo Regno venne incorporato nel Libro dei Morti. 

 

 

M. Cardi, A. Faedi, G. Festuccia 

 

 

 

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Bibliografia

 

G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerari nell'arte. Vol. I. Zanichelli editore, Bologna 2003-2005
Enciclopedia per Ragazzi. Dami editore 1997
Enciclopedia per Ragazzi. Rusconi editore 2003

 

 
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