Caleidoscopi

Al terzo appuntamento dalla sua apertura, lo spazio di 15 studio d'arte di Cesena propone la mostra Caleidoscopi. Dedicata alle opere più recenti di Pasquale Lino Riccardi, l'esposizione si svolgerà  dal 14 al 26 gennaio 2012.
La mostra,  a cura di Alessandra Cocchi, è organizzata dall'Associazione culturale Porta Santi. 


Osservando i  Caleidoscopi di Pasquale Lino Riccardi si percepisce un’energia gioiosa alla quale è difficile sottrarsi.  E’ lo spontaneo esprimersi di una spinta espressiva, attraverso  una strutturazione astratto-geometrica del sentimento esistenziale.  La visione del pittore si manifesta con la leggerezza e il brio di un gioco che mette continuamente a confronto il sensibile e il razionale.
Caleidoscopio inteso letteralmente come "vedere bello", come gioco, scoperta  e meraviglia, ricerca e combinazione delle forme e dei colori che si aggregano e disgregano senza fine.  Ma in questi microcosmi stellati l'immaginazione si presenta anche come sistema, strutturazione di un'esperienza interiore, come razionalizzazione poetica. Dalle ragioni della scomposizione-ricomposizione  all'emozione del colore, dalla ricerca del frazionamento geometrico all'intuizione di nuove simmetrie visive, il processo diventa un dinamico e sequenziale sviluppo di microcosmi. Il dinamismo è giocato sui rapporti tra scansione della superficie, linee, luce e colore, nasce dal flusso rigenerativo delle infinite situazioni  di un grande gioco combinatorio.
Ogni  quadro diventa provvisorio momento di un andare continuo, come un continuo esplodere e ricrearsi di stelle.  Ma al gioco cromatico e geometrico si ricollega sottilmente l'analisi percettiva dell'ascolto interno, cioè all'attenzione alla "risonanza interiore" insegnata da Kandinsky.  Il lavoro di Riccardi procede in modo parallelo sul piano teorico e su quello propriamente manuale, perché la sua esperienza pittorica consiste in un "fare ricerca" non in senso freddamente oggettivo, ma operando secondo un'individualità  artigianale della quale l'arte non può fare a meno, e dove l'opera è il risultato di un sapere e di un fare che è insieme teorico e manuale. 
Il  campo in cui si muove questo artista è quello delle leggi scientifiche  che solo l'arte può istituire, un campo autonomo dove può valere anche una certa arbitrarietà . La verità  consiste nell'invenzione di sistemi logicamente coerenti e in un preciso percorso analisi-verifiche.
Così il pittore si è immerso in uno studio appassionato nella ricerca storica e scientifica che va dal recupero delle formule matematiche usate dagli Accadi e dagli Egizi per la suddivisione delle aree, fino ai sistemi delle trame e tessiture dei tappeti arabi. Ma alla ricerca si affianca l’atto di scoprire, scorgere reciproci rapporti, distanze e divisioni, e poi la valutazione delle misure percettive che si stabiliscono tra la regolarità  delle strutture lineari e la natura emozionale del colore. Inoltre passa dalla razionalità  della struttura dei suoi microcosmi cromatici alla misura aurea dello spirito poetico.
Se il disegno è l'inizio dell'arte il colore è il proseguimento di questa origine, un meraviglioso caleidoscopio dell’esperienza creativa.

A.  Cocchi

 

 
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