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Affreschi alla Farnesina

Tra il 1516 e il 1517 l'artista vercellese Giovanni Antonio Bazzi, meglio noto come Sodoma, venne chiamato da Agostino Chigi per affrescare la camera da letto della Farnesina a Roma, con le Storie di Alessandro il Grande.
L'incarico si presentò all'artista nel pieno della maturità  artistica, aveva alle spalle almeno quindici anni di esperienza, aveva già  realizzato diversi importanti cicli di affreschi ed era prossimo a compiere quarant'anni.

La richiesta era motivata dal futuro matrimonio tra Agostino e Francesca Ordeaschi, che avvenne nel 1519, e il tema richiesto doveva ricollegarsi sia a quell'evento, sia all'accezione classica che caratterizza tutta la decorazione del palazzo.
Sodoma affrontò il lavoro facendosi aiutare da un altro artista senese, Bartolomeo di David.
Bartolomeo eseguì la Battaglia di Isso sulla parete delle finestre e le scene in monocromo di cerimonia marina, sopra una delle finestre. Le scene più importanti vennero riservate a Sodoma, che dipinse Alessandro e la Famiglia di Dario e il Matrimonio di Alessandro e Rossane sulle pareti principali. Ai lati del camino realizzò Vulcano che forgia le frecce di Cupido, aiutato dagli amorini. Di questo rimane del Sodoma solo la parte sinistra della scena, perchè gli amorini a destra sono stati realizzati sessant'anni dopo da Raffaellino da Reggio.

L'affresco con le Nozze di Alessadro e Rossane  era il più importante ma anche il più difficile da realizzare, poichè gli venne richiesto di ricreare la scena da un antico dipinto perduto, di soggetto analogo, realizzato dal pittore greco Aezione. Poichè il dipinto greco non esisteva più, e non erano disponibili nemmeno delle copie, l'unica possibilità  di ricostruirlo era offerta da una descrizione letteraria. Questa era contenuta nel terzo paragrafo del dialogo l'Erodoto dello scrittore latino Luciano. Il testo, in greco, era ben conosciuto da Cornelio Benigno, amico di Scipione Carteromaco, che nel 1503 tradusse Luciano in latino per l'editore Aldo Manuzio. La versione latina venne stampata e diffusa dopo il 1529.

Secondo gli storici è probabile che in un primo momento Agostino Chigi avesse chiesto a Raffaello di dipingere gli affreschi della sua camera da letto. In alcuni passi dei trattati di Dolce e di Lomazzo si accenna infatti ad un disegno realizzato dall'urbinate ad acquerello e biacca con le storie di Alessandro il Grande. Ma essendo Raffaello già  impegnato negli affreschi della Loggia di Psiche, l'incarico passò al Bazzi, che già  aveva lavorato per Sigismondo Chigi, fratello di Agostino, a Siena.

Partendo dallo studio di Raffaello, Sodoma ridefinì la composizione, seguendo scrupolosamente il passo di Luciano e la arricchì di elementi narrativi.
L'impostazione raffaellesca è ancora evidente, soprattutto nella dilatazione spaziale,  nelle architetture bramantesche, e in alcuni particolari, come ad esempio la donna con la brocca a sinistra, ricavata dall'Incendio di Borgo delle Stanze Vaticane.
Ci sono però anche interessanti variazioni personali, dovuti agli studi archeologici del Bazzi. Ad esempio la figura di Alessandro deriva dalla conoscenza dell'Apollo del Belvedere, quella di Vulcano ripropone la drammatica torsione del Laocoonte.

L'incarico alla Farnesina offrì al Sodoma anche la possibilità  di entrare a far parte del prestigioso circolo di umanisti di Agostino Chigi. Qui si potevano incontrare Raffaello, il Peruzzi, Paolo Giovio, Cornelio Benigno, Pietro l'Aretino. Proprio con quest'ultimo è ben documentato l'incontro del pittore in una delle tante lettere che i due si scambiarono pert tutta la vita. Altro comune amico della cerchia del Chigi era il poeta Eurialo Morano d'Ascoli.

Nell'esclusivo ambiente romano Sodoma ebbe anche modo di approfondire e sviluppare la sua conoscenza sull'antico e di lasciarsi coinvolgere nella moda collezionistica delle antichità . Quando tornò a Siena, Giovanni Antonio aveva già  creato una notevole raccolta di opere antiche. Molti di questi preziosi oggetti figurano in un verbale del 1529, riferito a un furto che l'artista, ricoverato in ospedale, aveva subito in casa sua da parte di uno dei suoi ragazzi, Gerolamo di Francesco Magagni. Altre informazioni in merito si desumono dall'inventario notarile redatto alla morte dell'artista.

A. Cocchi


Bibliografia

R. Bartalini. Le occasioni del Sodoma. dalla Milano di Leonardo alla Roma di Raffaello.  Donzelli Editore, Roma, 1996
S. J. Freedberg. La pittura in Italia dal 1500 al 1600. Nuova Alfa Editoriale. Bologna, 1988
R e M. Wittkower. Nati sotto Saturno. La figura dell'artista dall'antichità  alla Rivoluzione francese. Giulio Einaudi Editore, Torino 1996
M. Sennato (a cura di) Dizionario Larousse della pittura italiana. Gremese editore, Roma 1993
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti.

 

 
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