Simone Martini

Simone Martini. Investitura di San Martino. Affresco. 1313-18. Chiesa inferiore di San Francesco, Assisi.
Simone Martini. Investitura di San Martino. Affresco. 1313-18. Chiesa inferiore di San Francesco, Assisi.

 

Simone Martini è il maggiore interprete dellla cultura cortese del Trecento. Gli spunti tratti dalla realtà vengono trasfigurati in un mondo di raffinata bellezza, popolato da personaggi gentili e aggraziati, che nei gesti e nelle espressioni rivelano i loro sentimenti.

Cenni biografici

 

Simone Martini, secondo il Vasari, nacque nel 1284 circa.  La provenienza, per tradizione è indicata nella città di Siena, dove il pittore sarebbe il figlio di un certo Martino, che abitava nel quartiere di Sant'Egidio. Ma da studi recenti sembra che la nascita di Simone sia avvenuta a San Gimignano, presso la famiglia del Maestro Martino, la cui attività, documentata nel 1274 era quella di artigiano  specializzato nella preparazione dell'arriccio sulle pareti che dovevano essere dipinte con gli affreschi.
Finora non è emersa alcuna documentazione sui primi trent'anni di vita di Simone Martini. Ma è probabile che ben presto egli si trovasse a Siena, dapprima come allievo di Duccio di Buoninsegna, poi, diventato autonomo, con la sua famosa bottega.

La sua formazione senese è molto importante per il suo stile, perchè Siena nei secoli XIII e XIV è un attivo centro di cultura gotica con un gusto e una tradizione particolare.
In questa città Simone Martini era a capo di una bottega fiorente e illustre da cui uscirono opere di altissima qualità. Il laboratorio artistico di Simone Martini divenne uno dei più attivi centri di innovazione e ricerca pittorica, ma era anche un equilibrato ed efficace sistema cooperativo tra gli artisti che ne facevano parte. Alcuni di essi erano parenti di Simone, come il fratello Donato e i cognati Lippo e Tederico Memmi (fratelli della moglie di Simone), figli del pittore civico di San Gimignano, Memmo di Filippuccio.
Nella sua efficientissima organizzazione la bottega di Simone rispecchia l'ordinamento gerarchico tipico delle botteghe artistiche della Toscana del Trecento e doveva contare parecchie persone tra collaboratori, lavoranti, aiuti e allievi. Molte opere sono state spesso eseguite da più artisti. A volte recano solo la firma del maestro, altre volte di Lippo Memmi, o di entrambi, o di Simone e Tederico, ecc.

Tra le opere più conosciute, appartenenti alla ricca produzione di Simone Martini, si può ricordare la Maestà, nel Palazzo Pubblico di Siena, gli affreschi con le Storie di San Martino nella Basilica inferiore di san Francesco ad Assisi, la Pala di San Ludovico di Tolosa, l'Angelo affrescato nel Duomo di Orvieto, gli splendidi polittici, come il Polittico del Museo Nazionale di Pisa, quello dell'Opera del Duomo di Orvieto e il Polittico del Museo Gardner di Boston,  la celebre Annunciazione degli Uffizi.

Dalle opere prodotte si deduce anche la grande versatilità nelle tecniche di questo maestro. Alla pittura tradizionale, come l'affresco, la tempera su tavola e la miniatura, Simone Martini sperimenta anche applicazioni in vetro, smalti, stucchi, foglia d'oro e punzonatura e perfino carta, anticipando la moderna tecnica del collage.

Ma l'arte di Simone Martini si distingue soprattutto per la nuova visione estetica. Questo maestro, molto attento agli eventi artistici e culturali a lui contemporanei, ha realizzato una perfetta fusione tra il realismo trecentesco, introdotto da Giotto, e la tradizione raffinata del gusto senese-duccesco. La sua pittura sviluppa in chiave più gotica la corrente senese a cui si era formato, assimilando l'insegnamento di Giotto. Nelle sue opere introduce ambientazioni credibili e spazi strutturati in profondità in cui fa agire i suoi personaggi, ma al posto della visione sintetica giottesca e fiorentina, sviluppa una personalissima visione analitica, concentrata sui dettagli descritti minuziosamente, con risultati assolutamente nuovi.
La cura del particolare, inoltre non è un dato puramente decorativo, ma frutto di un'osservazione ravvicinata e attenta, che verrà sviluppata con uno studio "scientifico" del dato reale.  Questo approccio così moderno alla realtà, fa di questo artista uno dei primi veri ritrattisti e studiosi del vero della pittura dell'Occidente.
Altro elemento fondamentale è la sua incessante ricerca della resa dei sentimenti. In questo campo Simone Martini mette in atto una raffinata capacità di osservazione psicologica e una restituzione delle espressioni di grande profondità, che anticipa ricerche che si svilupperanno soprattutto nel Rinascimento.

Molto personale è anche il modo in cui questo artista fa uso dei suoi elementi espressivi. La linea di Simone Martini è mobilissima, sinuosa, continua e ritmica. Possiede una vita propria. Scorre senza mai fermarsi su tutti i contorni, segue tutti gli ondeggiamenti delle pieghe delle vesti, dei capelli, dei particolari.
I colori seguono una gamma ricca, delicata e raffinatissima, piena di trasparenze opalescenze e riflessi.

Simone Martini trascorse l'ultima parte della sua vita in Francia e il suo lavoro ha avuto una forte influenza sulla pittura francese. Ad Avignone divenne amico di Francesco Petrarca e insieme a lui diventò uno dei maggiori rappresentanti della civiltà cortese e della cultura del Gotico Internazionale. Morì ad Avignone nel 1344.

 

 

 

La formazione di Simone Martini

 

Secondo molti studiosi, è probabile che Simone Martini sia stato allievo di Duccio da Buoninsegna, il più importante pittore senese del momento.
Le sue opere giovanili mostrano una chiara influenza dell'opera di Duccio, soprattutto per quello spirito d'astrazione che contraddistingue il gusto raffinato della pittura gotica senese, in contrasto con il solido senso di concretezza della pittura fiorentina.
Una delle opere che meglio testimoniano la vicinanza stilistica tra Simone e Duccio è la Maestà, dipinta ad affresco nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena nel 1315, quando Simone aveva già trent'anni.
Secondo gli studiosi esistono quindi altre opere appartenenti alla produzione giovanile del maestro senese, come la Madonna col Bambino, del 1312-13 circa, della Pinacoteca Nazionale di Siena. Questa tavola, ora assegnata a Simone, in passato era stata attribuita con qualche dubbio alla tarda attività di Duccio di Buoninsegna. L'opera proviene da Colle di Val d'Elsa, vicino a San Gimignano. Rivela già alcuni degli elementi tipici dello stile di Simone: il segno dolce, armonioso e dinamico dei contorni e le delicatissime trasparenze dei colori che si svilupperanno più chiaramente nella celeberrima Maestà di Siena.
Altre opere in corso di accertamento, che potrebbero appartenere alla produzione giovanile di Simone Martini sono una tavola del Duomo di Massa Marittima, e un'altra conservata alla Pinacoteca di Siena
La prima tavola, con la Madonna in trono col Bambino e scene della Passione sul retro, è molto simile alla Maestà eseguita da Duccio nel 1308-11.
L'altro dipinto, con la Madonna della Misericordia, proviene da Vertine di Chianti e oggi è conservata alla Pinacoteca di Siena. Alcuni studiosi hanno riconosciuto in quest'ultimo lavoro la mano ancora acerba di Simone accanto all'intervento di Memmo di Filippuccio.   

 

 

 

 Attività artistica

 

Nella sua efficientissima organizzazione la bottega di Simone Martini rispecchia l'ordinamento gerarchico tipico delle botteghe artistiche della Toscana del Trecento e contava parecchie persone tra collaboratori, lavoranti, aiuti e allievi. Parecchie sono state le commissioni di prestigio e molte opere sono state spesso eseguite da più artisti. A volte recano solo la firma del maestro, altre volte dei collaboratori, come Lippo Memmi, o di entrambi, o di Simone e Tederico Memmi, ecc.

Tra le opere di Simone Martini, la prima documentata è la splendida Maestà, affrescata nel Palazzo Pubblico di Siena, firmata e datata 1315. Ma si tratta di una commissione importante che prevede, ovviamente, una produzione precedente che deve avergli portato una certa notorietà.
Nello stesso periodo (anni tra il 1314 e il 1318 circa) Simone è stato impegnato negli affreschi con le Storie di San Martino nella Basilica inferiore di san Francesco ad Assisi, nella quale, qualche anno più tardi aggiunse i Busti con i Santi e Sante.
Nel 1317 realizza la Pala di San Ludovico di Tolosa, ora nel Museo di Capodimonte a Napoli. Intanto dalla sua bottega vengono prodotte numerose pale d'altare e polittici ed è documentato il suo intervento ad Orvieto, testimoniato soprattutto dal bellissimo Angelo affrescato nel Duomo e scoperto recentemente. Realizza anche il monumentale Polittico di Pisa, per la chiesa di Santa Caterina a Pisa, mentre per la chiesa di Sant'Agostino di Siena esegue la tavola del Beato Agostino Novello, ora nella Pinacoteca senese.
Nel 1324 Simone si sposa con Giovanna, sorella degli artisti suoi collaboratori Lippo e Tederico Memmi.

Nel 1333 firma, insieme a Lippo Memmi l'Annunciazione degli Uffizi, realizzata per il Duomo di Siena.

Nel 1336 Simone Martinisi è trasferito ad Avignone, presso la corte del papa ed esegue degli affreschi per la cattedrale di Notre Dame. Oggi sono quasi del tutto perduti, di essi rimangono le sinopie.

Prima del 1342 realizza un altare per Napoleone Orsini, ora disperso, ma di importanza fondamentale per lo sviluppo delGotico Internazionale.
Inoltre, Simone Martini ha realizzato alcune tavole di iconografia mariana, come la Madonna col Bambino di Colonia, e la Madonna col Bambino della Pinacoteca di Siena, appartenenti ancora alla fase giovanile della sua attività. Ha eseguito diversi polittici, tra cui il Polittico di Orvieto, il Polittico di San Gimignano, ora a Cambridge,  Il Polittico della Passione, conservato al Louvre. Si è anche dedicato alla miniatura, come conferma il Frontespizio di un codice con le opere di Virgilio, conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.

 

A. Cocchi

 

 

 

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Biography

 

Simone Martini, according Vasari, was born around 1284. The tradition says that he would have come from Siena and that he would have been the son of a certain Martino, who lived in the Sant’Egidio borough. However according to recent studies, there is indication that he could have been born in San Gimignano, to the family of the Master Martino, whose job, as per documentation dated 1274, was a craftsman specialised in preparing the walls where frescoes would be painted.

Up to now no information has come up about the first 30 years of his life. But it is probable that he went to Siena soon, first as a pupil of Duccio di Buoninsegna, and then becoming independent with his own workshop.
His training in Siena was very important for his style, because during the XIII and XIV centuries this city was an active center of gothic culture with a particular taste and tradition.
In Siena, Simone Martini was the head of a flourishing and renowned workshop, where high quality works were produced. His artistic laboratory became one of the most active centers of pictorial innovation and research, but it was also a balanced and efficient cooperative system between the artists who used to go there. Some of these were relatives of Simone, as his brother Donato and his brothers-in-law Lippo and Tederico Memmi (brothers of Simone’s wife), the sons of San Gimignano’s civic painter Memmo di Filippuccio.
In its efficient organization, Simone’s workshop reflected the typical hierarchic order of the Tuscan workshops of the time and must have had several members among them collaborators, workers, helpers and pupils. Several works were often made by more than one artist. Sometimes they carried only the master’s signature, some other times the one from Lippo Memmi, sometimes from both, sometimes it could be Simone’s and Tederico’s together, and so on.

Among the most famous works, belonging to the rich production from Simone Martini, the Maestà is one to remember, housed in Siena’s Palazzo Pubblico (Town Hall), as well as the frescoes telling the Story of San Martin, in the Lower Basilica of San Francesco in AssisiSan Ludovico’s Altarpiece from Tolosa, the frescoed Angelo in Orvieto’s Duomo, and extraordinary polyptychs, like the one in the National Museum of Pisa, the one from Orvieto’s Opera del Duomo, the Polyptych of Boston’s Gardner Museum, and the famous Annunciation of the Uffizi.

The great technique versatility of this master can be noticed from the works he produced. Besides traditional painting as frescoes, tempera on wood and miniatureSimone Martini experimented also with applications of glass, enamel, metal leaf and perforation, stucco and even paper.
 
But Simone Martini’s art stands out mainly for the new aesthetic vision. As a master, he was very aware of contemporary artistic and cultural events. He carried out a perfect fusion between the 4th Century realism, introduced by Giotto, and the traditional style from Siena and Duccio. His painting developed the Sienese trend in the gothic terms he was trained, assimilating Giotto’s teachings. His works introduced credible settings and spaces that were structured in depth and where he placed his characters. However, instead of the Florentine-giottesque synthetic vision, he developed an extremely personal analytical vision, focused on the details, which were meticulously described, bringing absolutely new results.
 
The attention to details, moreover, is not a simple decoration fact, but the fruits of a close and attentive observation, which is developed with a scientific study of the real facts. Such modern approach to reality makes this artist one of the first portrait painters and one of the firsts to study the truth of painting in the West.
Another fundamental element is his endless research to interpret feelings. In this field, Simone Martini put into action a refined capacity of psychological observation and the return of deep expressions, that anticipated the research that later developed mainly in the Renascence.
The way that Simone used his expressive elements is also very personal. Simone Martini’s line is mobile, sinuous, continuous and rhythmic. It has a life of its own. It flows without stopping on all the outlines and it follows the oscillation of the folds of the garments, the hair and the details. The colours follow a rich range, delicate and refined, full of opalescent transparencies and reflections.
Simone Martini spent the last years of his life in France and his work had a strong influence in the French painting. In Avignone he became friends with Francesco Petrarca and together they became one of the greatest representatives of the courteous society and of the International Gothic. He died in Avignone in 1344.

 

 

 

 

Simone Martini's Training

 

According to several scholars, it is probable that Simone Martini was a pupil of Duccio da Buoninsegna, the most important Sienese painter of that time.
His earlier works show a clear influence of Duccio’s style, specially the abstract concept that distinguishes the fine style of the Sienese gothic painting, in contrast with the solid sense of concreteness of the Florentine painting.
One of the works that better shows the closeness of style between Simone and Duccio is the Maestà, a painted fresco found in the Great Council Hall of Siena’s Palazzo Pubblico (Town Hall), dated 1315, when Simone was already 30 years old. According to the scholars, there are other works considered from his young years, like the Madonna and Child, from around 1312-13, from Siena’s National Gallery.
This panel is now assigned to Simone, but in the past there was a bit of suspicion that it could be a late work by Duccio di Buoninsegna. The work comes from Colle di Val d’Elsa, near San Gimignano. It shows already some of Simone’s typical style: the soft, harmonious and dynamic signs of the outline and the extremely delicate transparency of the colours, which will develop more clearly in the famous Maestà of Siena.
There are other works under investigation, which could belong to the early years of Simone Martini, as a panel of the Duomo of Massa Marittima and another one housed at the National Gallery of Siena.
The first panel, the Madonna in a Throne with a Child with scenes of the Passion of Christ in the background, is very similar to the Maestà carried out by Duccio in 1308-11.
The other painting, the Madonna of Mercies, comes from Vertini di Chianti and today is at Siena’s National Gallery. Some scholars have recognised in this last work the still inexperienced hand of Simone besides Memmo di Filippuccio’s.

 

 

 

Pictorial Production

 

The very organized workshop of Simone Martini reflects the hierarchic order typical from the artistic workshops of 4th Century Toscana and relied on several people among them collaborators, workers, helpers and pupils. There have been many prestigious commissions and many works were often carried out by more than one artist. Sometimes they bore only the master’s name, other times the name’s of the collaborators, like Lippo Memmi, or both, i.e. the name of Simone and Tederico Memmi, etc.

Among the works of Simone Martini, the first one to be documented is the magnificent Maestà, a fresco in Siena’s Palazzo Pubblico (Town Hall) and dated 1315. It is an important commission that obviously came from a previous production that must have brought him certain fame.

In the same period (between 1314 and 1318 more or less) Simone Martini was busy with the frescoes that told the Story of San Martin in the Lower Basilica of San Francesco in Assisi. Some years later he added the busts of Saints to it.

In 1317, he carried out San Ludovico di Tolosa alterpiece, now in the Museum of Capidimonte, in Napoli.
Meanwhile in his workshop several altarpieces and polyptychs were being produced and his intervention in Orvieto was documented, proved by the beautiful Angelo, a recently found fresco in the Duomo
He made also the Polyptych of Pisa, for the city’s church of Santa Caterina, while for Sant’Agostino’s church in Siena, he made the panel Beato Agostino Novello, now housed in the Sienese pinacotheca.

In 1324 Simone Martini married Giovanna, the sister of his collaborators and artists Lippo and Tederico Memmi.

In 1333, together with Lippo Memmi, he signed the Annunciation of the Uffizi, made for Siena’s Duomo.

In 1336 Simone Martini moved to Avignone, with the Pope’s court and carried out the frescoes for the Notre Dame Cathedral. Today they are mostly lost and only the sinopia remains.

Before 1342 he also produced an altar for Napoleone Orsini, now lost, but of vital importance for the development of the International Gothic.
Besides, Simone Martini made some panels related to Marian iconography, as the Madonna and Child from Cologne and the Madonna and Child from Siena’s Pinacotheca, which belonged to his first years as a painter.
He carried out several polyptychs, among them Orvieto’ PolyptychSan Gimignano’s Polyptych, now in Cambridge and the Passion Polyptych, now in the Louvre.
He dedicated himself also to the miniature, confirmed by the title page of a codex with the works of Virgilio, kept in Milan’s Ambrosian Library.

A. Cocchi

Trad: A. Sturmer

 

 

 

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Bibliografia

 

P. Torriti. Simone Martini

 
Approfondimenti
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