Santa Cecilia e un angelo

Orazio Gentileschi ripropone il tema della Santa Cecilia in più versioni. In questa di Washington, Cecilia appare coma una giovinetta che suona un organo, e se non fosse per la presenza dell'angelo che regge lo spartito, il quadro sembrerebbe rappresentare più una scena di vita quotidiana che un tema sacro. La santa non ha nè l'aureola, nè il tradizionale attributo della ghirlanda di rose che compare invece nella versione di Perugia.
Questo dipinto probabilmente apparteneva a Natale Rondanini, che faceva parte della congregazione di Santa Cecilia a Roma.

Dalle analisi effettuate dal dipinto risulta che l'opera è stata lasciata incompiuta dal Gentileschi, probabilmente l'interruzione è dovuta alla sua partenza per Genova. Orazio ha terminato solo le teste e i busti delle due figure, lasciando realizzare il resto del quadro più tardi (verso il 1620-21) da Giovanni Lanfranco.
Il trattamento della luce con il raggio obliquo che si concentra sulle figure e si riverbera con effetti di trasparenza, provano una qualità esecutiva che può assegnarsi solo a Orazio.
Il quadro è stato dipinto su quattro teli cuciti insieme.
Si può anche notare che la modella che ha posato per questa Santa Cecilia è la stessa che poserà per la Madonna della splendida Annunciazione di Torino.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia

A. Lapierre Artemisia Mondadori 1999
AA.VV. Caravaggisti Dossier Art n. 109, Giunti,  Firenze 1996
Keith Christiansen, L'arte di Orazio Gentileschi. in: Keith Christiansen e Judith Mann (a cura di) Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano 2001
J. W. Mann, Artemisia e Orazio Gentileschi in: Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano, 2001
B. R. Benjamin, P. De Montebello, C. Strinati. Premessa in: Orazio e Artemisia Gentileschi, Skira editore, Milano, 2001
La Nuova Enciclopedia dell'arte, Garzanti, 1986


 

 
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